Il sindaco De Magistris è in gran forma, nel suo abito blu nonostante un’afa asfissiante. Malagò, invece, si spoglia della giacca e mostra senza imbarazzi la camicia bianca zuppa di sudore. «So’ partito da Roma co a pioggia» catturo lo sfogo del Presidente del CONI.
Mi ritrovo nella coda di giornalisti, sportivi e personaggi più o meno famosi mio malgrado, guancia a guancia con le Istituzioni. Giunto alla Mostra d’Oltremare di Napoli per trascorrere un pomeriggio di riposo, vengo travolto dagli eventi: c’è il villaggio dello Sport e della Cultura organizzato dall’Associazione Milleculure e si attendono le autorità per l’inaugurazione ufficiale.
Sento odore di scoop, lo smartphone è già caldo, non resta che seguire i VIP, aguzzare la vista, allungare le orecchie e scattare foto.
Massimiliano Rosolino è sempre amato, riscuote successo e ogni metro paga dazio ai fan con la foto ricordo. Il maestro di judo – un suo amico? – lo apostrofa: «Rosolì, si o chiù bell!». Mi faccio avanti, lo saluto e gli pongo la domanda del secolo: «Massimiliano a che età hai iniziato a nuotare?» – e lui, con l’apatia di chi ha ascoltato questa idiozia un milione di volte – «boh, a cinque anni forse».
E’ la stampa bellezza!
Si accendono le telecamere ed il primo cittadino partenopeo sfida il massimo dirigente dello sport italiano prima a subbuteo («che è, napoli juve sta partita?» scherza) e poi duettano a scherma. Quando la televisione lo richiede, parte una nuova gag: Malagò atterra con una mossa di judo il giovane allievo della palestra Maddaloni, poi sale sul ring con Patrizio Oliva («oggi non ce facciamo mancà niente» commenta sardonico), assiste al sollevamento pesi di un bimbo («se non ce la fai, ripeti l’esercizio» consiglia saggiamente).
Pacche sulle spalle, baci e abbracci a tutti gli esponenti dei cosiddetti sport minori («questa è casa mia» afferma incoraggiante)
Finalmente il tour termina, resta la dichiarazione da rendere alla stampa di mezzo mondo (e al sottoscritto) e la foto di gruppo per i posteri.
In attesa dei soliti servizi precotti, pubblico – in anteprima mondiale – le foto (non) ufficiali dell’evento.
Mi dica pure (un commento non si nega a nessuno)
By Mario Monfrecola
On 24 Marzo 2014
In Tecnologie
Il navigatore tuttologo
Il mondo dei social network, tramite il coinvolgimento attivo dei propri iscritti, genera mode, crea tendenze e decreta il successo oppure il fallimento di una qualsiasi iniziativa.
Nel we2.0 il navigatore è una risorsa da sfruttare, un cliente al quale estirpare un commento, l’esperto in ogni settore pronto a sparare opinioni sui temi d’attualità, una recensione sull’opera teatrale oppure sul premio Oscar, un consiglio sul piatto tipico del Bangladesh, un giudizio sulla politica estera del Pakistan ed un voto nel sondaggio del giorno per stabilire la miglior carta igienica in circolazione.
A dispetto dell’iperattività del tuttologo virtuale, restiamo inermi difronte alle sentenze dei motori di ricerca.
Fiducia cieca in Google
Da internauti ingenui, demandiamo a Yahoo! e compagni la navigazione, ci fidiamo delle risposte, raramente eseguiamo controlli incrociati sui risultati di una ricerca.
Come dei bambini presi per mano dalla mamma, davanti a Google diveniamo adulti sempliciotti privi di senso critico, persone assuefatte, percorriamo l’unica strada possibile.
Consegniamo le chiavi dei nostri pensieri e nudi attendiamo felici di essere condotti.
L’ecosistema necessita degli escrementi
Ma, come la Natura insegna, l’equilibrio di un ecosistema necessita anche degli escrementi del più miserevoli dei parassiti ed il nobile principio vale pure nell’iperspazio.
Difatti, il compito del tuttologo – a sua insaputa – è fondamentale per ristabilire la democrazia della Rete: nonostante non indaghi mai sulla veridicità della fonte di una notizia, l’incauto mitraglia di commenti qualsiasi pagina gli capiti a clic e la spazzatura generata permette la diffusione di notizie dirette saltando i filtri imposti dagli avanzatissimi algoritmi dei motori di ricerca.
Per alimentare questo processo di giustizia sociale (basato sull’entropia), da oggi anche su faCCebook sarà possibile lasciare un commento utilizzando il proprio account facebook, la madre dei tuttologi social.
Trovo questa innovazione – figlia dei nostri tempi – davvero interessante.
Concordi?
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