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41 gradi: il caldo inverno napoletano

Napoli Campione d’Inverno

L’inverno napoletano è caldo.
Il termometro segna 41 gradi.

La sciarpa ed il cappello giacciono nell’armadio dal quel lontano dicembre del 1989.
Il letargo dura da ventisei anni, finalmente è giunto il giorno tanto atteso.

I 41 gradi, frutto di una stagione pazzesca, generano una valanga azzurra che travolge lo stivale.

A Milano e Torino sono abituati alle nevicate, fiocchi bianchi tutti eguali.
Da noi invece la neve è evento raro ed ha un colore speciale: è blu.

Quando cade – prima d’oggi, solo tre volte nella storia – è un’immagine indelebile da tramandare ai posteri.

Sarari e l'inverno napoletano da 41 gradi

La primavera napoletana

Nell’entusiasmante inverno, mentre il ciuccio continua a volare, la lupa sembra un agnellino impaurito, il giglio appassito soffre l’altezza, il diavolo spuntato è più docile di un angioletto.
Resta l’instancabile zebra, resuscitata dalle ceneri autunnali, corre veloce.

Vedremo come andrà a finire.
I conti li tireremo in primavera.

Per ora tiro fuori la sciarpa ed il cappello azzurro.
Questo dicembre bollente da 41 gradi va festeggiato.
L’inverno del  ’90 lascia ben sperare.

L’importanza di chiamarsi Gianni Morandi

Gianni Morandi, la fanpage è farina del tuo sacco?

Osservo con occhio attento i contenuti pubblicati dall’astuto Gianni Morandi.

La pagina ufficiale facebook supera il prestigioso traguardo dei due milioni di “Mi piace” ma, nonostante voglia crederci, nutro seri dubbi sull’autenticità dei post.

Il guru dei social media

Più che un uomo di spettacolo maturo, il buon Gianni sembra un guru di social media.

Troppi trucchetti pacchiani: Gianni sorride perché «Mia madre mi diceva sempre: “Gente allegra il ciel l’aiuta!”» (il buon umore emana segnali positivi, il consiglio della mamma educazione e gentilezza, confidenza ed affetto).
La firma della foto? Manco a dirlo Anna, la fedele moglie di una vita.

Una galleria marketing quotidiana: ogni giorno un post ammiccante.

Gianni Morandi, guru dei social media

Gianni Morandi, guru dei social media

Tra i pescatori di Bari vecchia, un affettuoso selfie per Anna, la foto col pancione per i troppi dolci natalizi, immerso nella natura ed in riva al mare, abbracciato a tre vecchi amici …

La sagra dei buoni sentimenti per sfamare i due milioni di fans virtuali scatenati nei commenti, coccolati con risposte sempre attente, curati e seguiti come «clienti».

Il buon Gianni ancora una volta cavalca i tempi con intelligenza: meno note musicali, più post facebook.

La fanpage, un efficiente social care

La notorietà ha bisogno di carburante e la curiosità dei fan è insaziabile.
Gianni l’ha capito trasformandosi in un efficiente social care.

Complimenti: una trovata geniale, un «mostro» di bravura.

Però la domanda necessita di una risposta sincera: la fanpage è genuina oppure è un inganno?

Dopotutto siamo difronte ad una galleria di immagini da far invidia al miglior politico in campagna elettorale.
A tal proposito: a quando una foto di Gianni alle primarie del PD?

Io, pendolare felice

Addio stress da guida

Per il sottoscritto, il 2016 porta una salubre novità: al lavoro con i mezzi pubblici!

Considero l’opportunità una vera rivoluzione culturale.

Dopo svariati anni, lascio l’auto in garage e viaggio in metropolitana.
Felice di non impestare l’aria cittadina con i gas di scarico, scendo a piazza Garibaldi – finalmente la stazione centrale con un nuovo e moderno restyling – e passeggio per circa tre chilometri.

Raggiungo il Centro Direzionale di Napoli, la nuova sede di lavoro, soddisfatto.

Il lungo giorno degli scatoloni è alle spalle ed appartengono al passato anche il traffico impazzito, gli ingorghi folli, le anarchiche code agli incroci, l’ingiusto pedaggio della tangenziale partenopea, lo stress da parcheggio.

Io, pendolare felice

Io, pendolare felice

Ad un anno dalla scomparsa, le musiche di Pino Daniele si diffondono tra le stazioni dell’arte e mi accompagnano lungo il nuovo viaggio quotidiano.

Certamente in futuro affronterò giornate complicate tra scioperi e ritardi ma per ora mi godo il sonno dell’auto e la passeggiata pre-ufficio.
Da oggi sono un pendolare felice.

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Il giorno degli scatoloni

I ricordi di diciotto anni

Scavare tra le cassettiere dell’ufficio significa scavare tra i mille ricordi di diciotto anni di informatica.

Cd e dvd, un pesante masterizzatore icona di un tempo che fu, mouse rotti, manuali ingialliti ed appunti scarabocchiati.
Ma soprattutto una medaglia ammaccata per una semifinale di calcetto, una piccola coppa del torneo CRAL di tennis, la foto sbiadita con un gruppo di colleghi per uno dei tanti progetti, un pupazzetto-premio di un Natale di troppi anni fa.

Testimonianze indelebile di persone con le quali ho lavorato, fianco a fianco per ore, giorni, mesi, anni.

Dopo dieci anni, l'ultimo giorno di lavoro a via Antiniana tra ricordi e scatoloni ...

Dopo dieci anni, l’ultimo giorno di lavoro a via Antiniana tra ricordi e scatoloni …

Trentamila ore a via Antiniana

Dieci anni, più o meno tremila giorni lavorativi, quasi trentamila ore trascorse a via Antiniana ad Agnano (i primi otto, invece, in EDS a Caserta).

Eppure, tra innumerevoli difficoltà, in queste quattro mura nascoste nella meravigliosa zona flegrea, abbiamo costruito parte delle infrastrutture digitali dell’Italia.

Resta la soddisfazione di chi ha svolto il proprio dovere in silenzio nonostante abbiano prevalso le ciniche regole della multinazionale  (l’intera vicenda è riassunta nell’ebook gratuito Gli ultimi giorni di HP Pozzuoli).

Il trasloco

Con le mani impolverate, raccolgo dai cassetti oggetti dimenticati e non più utilizzati.
Li deposito nello scatolone con cura più per affetto che vera utilità.
L’informatica è cambiata, il web sostituisce interi armadietti stracolmi di carta.

Nel corridoio gli addetti al trasloco prelevano gli scatoloni degli altri colleghi, ognuno imballa il proprio pezzo di vita professionale.

Anche il ficus benjamin ci seguirà: era una piccola pianta quando giunse in sede, oggi mi supera in altezza.

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il 2016, l’inizio di Maticmind

Rifletto: questo caldo 30 dicembre 2015 segna la fine reale di un’epoca.

Perché il sofferto passaggio in Maticmind dello scorso 15 ottobre non ci ha stravolto le vite: stesso edificio, identiche mansioni, uguali abitudini (per chi è rimasto, ovvio).
Più che la fine di HP Pozzuoli, il cambio di società è apparso come un passaggio amministrativo.

Con l’anno nuovo, invece, il trasferimento presso la nuova sede Maticmind al Centro Direzionale di Napoli sancisce la fine dell’era HP e l’inizio di una nuova epopea: da domani siamo fisicamente in Maticmind!

Dunque, non mi resta che attendere con entusiasmo la nuova avventura.
Nello scatolone HP porto l’esperienza ed i ricordi del passato.
Ma da oggi, guardo avanti.

Buon 2016 🙂


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Central Park, di Guillaume Musso – la recensione

Alice e Gabriel, personaggi affascinanti

Premetto: non amo i gialli.
Ammetto che Central Park di Guillaume Musso è la piacevole eccezione.

Si fa presto ad amare Alice, la delicata e forte poliziotta dal passato atroce.
E come non rimanere intrigati dal misterioso e sensibile Gabriel?

La storia è appassionante già dalla primo rigo: perché Alice e Gabriel si svegliano una mattina ammanettati tra loro su una panchina di Central Park a New York? (lei vive a Parigi, lui a Dublino)

Un giallo psicologico

La trama è avvincente, i colpi di scena si susseguono.
Più che sparatorie e scazzottate, la vicenda è incentrata sui misteri della mente e l’indagine scorre veloce tra ipotesi, moventi ed intuizioni.

Attenzione: non parliamo di una novella Agatha Christie ma di una poliziotta che combatte prima di tutto contro i fantasmi del passato.

Al povero Lettore non resta che leggere tutto d’un fiato il libro fino allo sconcertante finale.

Central Park, di Guillaume Musso - un giallo psicologico

Central Park, di Guillaume Musso – un giallo psicologico

Il dettaglio per i personaggi ed i luoghi

I personaggi – principali e non – sono profondi e tratteggiati con dettaglio.
L’autore pone attenzione anche a descrivere i luoghi con particolari maniacale: durante le scene di azione ambientate a New York sembra di vedere un film!
(scommettiamo che dal libro tirano fuori una pellicola hollywoodiana di successo?)

 

Perché (non) leggerlo

Per il finale di speranza.
Per il finale amaro.
Dipende dagli occhi del Lettore.
A voi la scelta.

Acquista Central Park di Guillaume Musso su Amazon!

 

Gli amici di una vita

Giacomo, «il Maestro»

Nei suoi occhi intravedo ancora la scintilla.
Per noi era «il Maestro» e mai titolo fu più appropriato.

Giacomo era semplicemente un talento, lo studente dalle intuizioni geniali capace di inceppare, con una semplice domanda, i ragionamenti impolverati dei baroni della cattedra.

Al suo fianco la compagna di una vita sorride mentre ci abbracciamo …

Dall'università ad oggi, gli amici di una vita

Dall’università ad oggi, gli amici di una vita

Antonio, il buontempone sensibile

Antonio è sempre un buontempone.

Dietro l’apparente leggerezza, nasconde una inattesa sensibilità che sorprende chi non lo conosce (ma non sorprende certamente noi, amici dai tempi dell’università).

Davanti ad una pizza margherita ancora fumante – con la moglie, fotografa per l’occasione – Antonio tiene banco con battute ed aneddoti.
Scherza, ride, coinvolge, rende semplice ciò che risulta complicato (credo sia la sua dote migliore e sono felice che non l’abbia persa!).

Come in facoltà.
Come vent’anni fa.

Carlo ed Olga, la bussola

Carlo&Olga sono i perfetti padroni di casa.
E’ sempre stato così.

Da giovani matricole fino alla tesi di laurea, Carlo&Olga organizzano, convocano, ospitano, fissano luogo e giorno della rimpatriata.

Le nostre bussole temporali.
I riferimenti del gruppo.
Da vent’anni.

Amici, dall’università ad oggi …

Le feste sono un buon periodo per rivedere gli amici.
Soprattutto chi si è trasferito oltre i confini regionali e torna per il ponte natalizio.

Così giunge la notifica di Carlo: appuntamento ore diciannove.

L’incontro, i saluti, gli abbracci, passeggiamo – le luci delle feste rendono la serata tiepida e colorata – poche parole per recuperare gli anni persi, sguardi d’intesa, la confidenza colma il tempo trascorso.

Parliamo del futuro, nuovi obiettivi da raggiungere.
Una finestra sul passato è obbligatoria: Giuseppe è a Dubai? Luciano insegna, Marco si è reinventato un lavoro …

E non ci importa se usciamo dalla pizzeria mentre orde di giovani entrano e beviamo un caffè quando la serata per gli altri inizia.
Ci siamo divertiti.

A presto, amici.

Quell’odioso augurio (virtuale) natalizio

Se anche l’augurio è virtuale

«Bip», la vibrazione del mio smartphone segnala l’arrivo di un nuova notifica.
«Buon Natale a te ed i tuoi cari. Peppe e famiglia» leggo avvilito.

Perché – se proprio devo dirvela tutta – l’augurio tecnologico è indigesto, peggio di un calzone fritto ripieno di soffritto di maiale con ciccioli e cipolla cruda.

Il messaggio giunge diritto allo stomaco, un fendente che manda al tappeto le mie migliori intenzioni.
Resisto grazie ai duri allenamenti a cui mi sottopongo per affrontare proprio questi momenti di grettezza relazionale.

Contro l'augurio natalizio virtuale

Sono pronto: combatterò contro l’augurio natalizio virtuale

A tutti lo stesso identico messaggio

Se avessi un radar speciale, intercetterei il messaggio di Peppe per disegnare su un monitor la mappa dei destinatari: emergerebbe un grafico costituito da un’infinità di individui senza distinzione di razza, colore e sesso raggiunti tutti dall’identico augurio speciale.

Probabilmente, la stessa moglie, l’amante e il bisnonno ultracentenario (che da qualche anno è passato a miglior vita ma presente ancora nella rubrica del cellulare di Peppe) riceveranno contemporaneamente la medesima frase.

«Non fa male, non fa male» continuo ad urlarmi nella mente proprio come un pugile prima di un importante incontro di boxe.

La tempesta tra la sera della vigilia e Natale

Manca poco al Natale e sono conscio che il peggio deve ancora giungere.

La tempesta di messaggini è prevista per la sera della vigilia e la mattina del venticinque dicembre.
Per allora prometto di essere al top della forma (fisica ed intellettuale) per respingere ogni tipo di falso augurio.

Quest’anno non mi coglierete di sorpresa.
Fatevi avanti «mostri», vi aspetto.

ActionAid, regaliamo una seconda vita al magazine?

ActionAid, pubblicizzare è bello!

Perché gettare nel cestino della carta il magazine di ActionAid?
Il giornale della importante associazione per il sostegno a distanza presenta cento notizie interessanti e mille iniziative che meritano di essere diffuse.

Dunque, ricevo per posta la rivista e, dopo la lettura, decido di regalare al periodico (trimestale) una seconda vita: la pubblicizzo nella sala d’attesa di una palestra vicino casa.

Il magazine di ActionAid: dopo la lettura, invece di gettarlo, perchè non condividerlo?

Il magazine di ActionAid: dopo la lettura, invece di gettarlo, perchè non condividerlo?

Non getto, condivido Il magazine

«Posso lasciare la rivista?» chiedo al gestore del centro sportivo.
Tra i tanti genitori che sostano nella sala in attesa dei piccoli atleti impegnati negli allenamenti settimanali, magari c’è qualcuno più sensibile che necessita solo di essere informato su come aiutare un bimbo dell’età del figlio in un angolo bisognoso del Pianeta con 25€ al mese.

«Certamente» risponde il gentile responsabile della palestra.
Appoggio la rivista sopra le altre, il sorriso dei tre bimbi in copertina attirerà sicuramente l’attenzione degli adulti …

Hnin, mia figlia di cinque anni

Io sono un papà felice: sapere che, grazie ad un piccolo contributo, la piccola Hnin Su (mia figlia adottiva di cinque anni) studia invece di lavorare nei campi aiuta il mio personale senso di giustizia.

Sono cosciente: l’irrisoria quota mensile non risolve il problema perchè percorre un metro non significa scalare una montagna di un chilometro.
Ma se non iniziamo a camminare, mai arriveremo in cima.

La barzelletta viaggia via Whatsapp

Il buon umore è contagioso

Il mio amico Alessandro è specializzato in freddure.
Il burlone, ogni settimana, via Whatsapp mi invia una nuova barzelletta.

Ecco l’ultima.
Divertentissima vero?

La barzelletta viaggia via Whatsapp

All’origine era il «Bar Mario»

Quando il web era una galassia di siti statici disegnati con Fronte Page, le gag viaggiavano perlopiù via e-mail.

I primi mattacchioni delle mailing list inviavano freddure e barzellette come semplici messaggi di testo a centinaia di destinatari (consapevoli e non).

Già allora – ma quanto tempo è trascorso? – io, «esperto del settore», utilizzavo il gruppo Yahoo! per restare in contatto con gli amici.
Il Bar Mario fu l’antesignano dei moderni social network, troppo avanti per essere compreso fino in fondo lo chiusi all’apice del successo (un numero esorbitante di iscritti e lo spam si impadronì del locale).

La barzelletta? Da condividere!

La notifica verde attende di essere letta.
Pigio col pollicione sullo schermo dello smartphone, leggo il nuovo messaggio di Alessandro.

E’ l’ennesima battutaccia via Whatsapp.
Rido.
Troppo demenziale per restare isolata sul mio cellulare.
Devo condividerla subito con i miei amici.

Col sorriso ancora stampato sul viso, in modo istintivo, inoltro l’immagine al gruppo WhatsApp della piscina.
In un secondo, la barzelletta raggiunge più di cento persone che, a loro volta senza pensarci troppo, rideranno e spingeranno la battuta verso altri innumerevoli contatti.

Perché l’emotività è il vero motore della condivisione ed il buon umore è contagioso.
Come una barzelletta via WhatsApp, appunto 🙂

Un po’ di #happytudine e lo SMAU sorride

#happytudine, una gioia, una speranza

Ho il piacere di ascoltare la brillante Eufemia Scannapieco, portatrice sana di #happytudine (il lato pink della Rete) al workshop Brand reputation e community building: team di lavoro coesi per community felici.

Eufemia Scannapieco portatrice sana di #happytudine allo SMAU Napoli

Eufemia Scannapieco portatrice sana di #happytudine allo SMAU Napoli

Il workshop di Eufemia è fresco, positivo e tocca temi importanti con la leggerezza di un sorriso.

#happytudine è un concetto che abbraccia punti di vista ampi: in quell’attimo in cui tutto ti sembra estremamente impossibile, in cui sei sul baratro e le emozioni tendono alla negatività, l’#happytudine ti apre una speranza, quell’oltre che serve sempre.

Dopo Eufemia, la noia

Giro per lo SMAU Napoli 2015 con l’entusiasmo che si spegne passo dopo passo.

«Startup», «opportunità», «innovazione» gli slogan ripetuti ad ogni stand ed il noioso tecno-mantra perfora l’udito come una mitraglia.

«siamo una startup rivoluzionaria», «offriamo nuove opportunità», «la nostra app migliorerà il mondo …»
… bla bla bla …

La solita minestra riscaldata.
Idee nuove già vecchie.

SMAU Napoli, idee nuove già vecchie

SMAU Napoli, idee nuove già vecchie

Alla ricerca di fondi

Il piccolo padiglione6 della Mostra d’Oltremare assomiglia, per gran parte, ad una parodia della Silicon Valley.

Informatici di ogni età alla ricerca di un investitore o – meglio ancora – di un finanziamento pubblico per lanciare la propria idea rivoluzionaria.

SMAU Napoli, alla ricerca di fondi

SMAU Napoli, alla ricerca di fondi

Dal palco dei workshop, sedicenti esperti di Information Technology dibattono dei massimi sistemi ma alla fine, scava scava, l’evento non è coperto dal wifi ed al bar una bottiglina d’acqua costa sempre un euro e mezzo.

Speffy.com la lieta sorpresa

Tra i novelli Steve Jobs, ritrovo un mio ex collega HP: l’eclettico Ing. Salvatore Rullo ideatore del «booking dello sport».

In 60 secondi l'Ing. Salvatore Rullo presenta speffy.com

In 60 secondi l’Ing. Salvatore Rullo presenta speffy.com

La sua creatura, Speffy.com è un motore di ricerca: digiti la città e con un clic ottieni l’elenco dei centri sportivi nella zona desiderata.

In sessanta secondi, è lo stesso Salvatore a presentare il prodotto durante un workshop per le nuove startup.

lo sport che vuoi, dove vuoi, quando vuoi.

L’ascolto con entusiasmo.
Dopotutto ha avuto il coraggio di tuffarsi in un’attività nuova, nella quale crede e spende con passione il suo tempo.

Bravo Salvatore, l’#happytudine sia con te!

Allo SMAU con Salvatore Rullo, ideatore di speffy.com

Allo SMAU con Salvatore Rullo, ideatore di speffy.com

SMAU Napoli, faCCebook non è facebook!

SMAU Napoli, confermata la mia presenza

Anche se raffreddato, tranquillizzo gli organizzatori dello SMAU Napoli: ci sarò.
L’attesa per la mia partecipazione, mai come quest’anno, è spasmodica.
Lo testimoniano i tre inviti ricevuti.

Due inviti VIP ed un ingresso omaggio

Il primo, un invito VIP dalla Regione Campania via posta ordinaria.
Segue un ingresso omaggio giunto via e-mail direttamente dal fornitore host di faCCebook.eu, main sponsor dell’evento tecnologico campano.
Infine, la stessa organizzazione dello SMAU, per assicurarsi la presenza del sottoscritto, spedisce un terzo invito VIP per presenziare alla nuova «rivoluzione industriale» che parte da Napoli.

SMAU Napoli, ci sarò (perché faCCebook non è facebook!)

SMAU Napoli, ci sarò (perché faCCebook non è facebook!)

SMAU Napoi, la telefonata degli organizzatori

«Signor Mario, volevamo accertarci: ha ricevuto l’invito per lo SMAU Napoli?».
Al telefono, una gentile voce (milanese) chiede se ho completato la registrazione sul sito ufficiale e parteciperò ai workshop.
Stupito, confermo la presenza per il pomeriggio di venerdì 11 dicembre, il giorno di chiusura dell’evento.

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L’equivoco: faCCebook non è facebook!

D’accordo, la mia reputazione digitale è cresciuta dopo il lancio dell’app ufficiale di faCCebook.

Ma tre inviti ed una telefonata non me l’aspettavo proprio.

Un dubbio sorge spontaneo: gli organizzatori dello SMAU pensano che il sottoscritto sia il braccio destro di Mark Zuckerberg?

Visto l’assonanza dei nomi tra faCCebook.eu – il mio piccolo «blog dei mostri» ed il mastodontico social network più famoso al mondo – i responsabili degli inviti sono vittima di un clamoroso equivoco?

A breve lo scoprirò.
Nel mentre ringrazio gli organizzatori per l’attenzione e, casomai il comitato d’accoglienza insieme al Sindaco di Napoli con fascia tricolore, mi ricevesse con tutti gli onori del caso, preparo un discorso sui «mostri».

Mai essere impreparati alle opportunità offerte dalla vita.


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Al castello di Baia: l’arte è più bella se gratuita?

Museo Archeologico dei Campi Flegrei

Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei merita una visita.
Meglio se gratuita.
Come la scorsa domenica, primo weekend di dicembre.

Non mi resta che aggregarmi al gruppo, partenza ore 10,30 dall’ingresso del castello di Baia.

Il viaggio nell’antico impero romano dura cinquanta, intensi minuti.
Osservo antichi reperti risalenti a più di duemila anni fa che ricostruiscono la vita di Pozzuoli; l’antica colonia ricca di storia.

Castello di Baia: se l'arte è gratuita, è più bella?

Castello di Baia: se l’arte è gratuita, è più bella?

La prima domenica del mese l’arte è gratuita

Statue pescate in mare, resti trovati nelle masserie della zona flegrea.
Ascoltare gli aneddoti ed i destini di quegli uomini vissuti prima di Cristo è affascinante.

Merito della guida, davvero brava.
Merito dell’omaggio offerto dal Ministro dei Beni Culturali.

La magnifica zona flegrea

Dopo il tour, fotografo lo spettacolare panorama apprezzabile dal castello.
In questa limpida domenica di dicembre, la spiaggia del faro mostra colori straordinari.

Un post-it mentale da riprendere in primavera, la tentazione di un bagno in queste acque supera la fatica della scarpinata.

La spiaggia del faro di Baia, sotto il castello

La spiaggia del faro di Baia, sotto il castello

Baia, Bacoli, Monte di Procida, Procida … dal terrazzo del castello immortalo il magnifico paesaggio.

Il magnifico panorama dal castello di Baia

Il magnifico panorama dal castello di Baia

Scendo soddisfatto ed incrocio un nuovo esercito di visitatori pronti per una nuova visita.

E’ chiaro: l’arte gratuita piace 🙂

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