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Tom Hanks, 17 storie brevi e quella passione per le vecchie macchine da scrivere [RECENSIONE]

“Tipi non comuni” di Tom Hanks: breve (non) è bello

Le storie brevi sono un’arma a doppio taglio: presentano l’indubbio beneficio dell’immediatezza ma lo svantaggio dell’incompiutezza.

Non fa eccezione Tipi non comuni, del poliedrico Tom Hanks.
Diciassette coincisi racconti con un un unico filo conduttore: il ticchettio obsoleto e affascinante di una macchina per scrivere.

Per dirla tutta, non amo i racconti brevi – dunque il giudizio del sottoscritto è palesemente influenzato dalla limitatezza della trama.
Nemmeno il tempo di conoscere il personaggio, approfondire la psiche degli interlocutori, scoprire gli scheletri negli armadi, amare i sogni ed emozionarsi nel mondo inventato dallo scrittore che … zac!
La scure della stringatezza tronca il finale.

E, con l’amaro in bocca – ed il ticchettio della macchina per scrivere in sottofondo – siamo costretti a voltare pagina.
Iniziamo una nuova, breve avventura con i pensieri imprigionati nei dubbi e lacune lasciati per strada.

"Tipi non comuni", di Tom Hanks: la mia recensione

Tom Hanks è (anche) un bravo scrittore?

Concordo: Tom Hanks è un attore straordinario (leggi: eccedente i limiti del normale o del comune, con significati che si determinano nel senso di un’eccezionalità rispetto alla prassi o all’ordine consueto).

E’ anche un uomo dall’aspetto cordiale, simpatico e gentile.
Un uomo pieno di talento, non vi è dubbio.

Ma, nonostante tutto, sospendo il giudizio sul Tom Hanks scrittore.
Lo aspetto con una prova più impegnativa, un vero romanzo dalla trama significativa, un’opera che si possa pesare per qualità e quantità.

Va bene anche un bel libro nato dal ticchettio della sua amata, vecchia, obsoleta macchina per scrivere.
Ma, per cortesia, privo d storie brevi.

 

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«Goals» di Gianluca Vialli: storie di sport (e di Vita) [RECENSIONE]

Gianluca Vialli racconta lo sport

Chiariamo subito: Goals non è la biografia di Gianluca Vialli.
E tantomeno è imperniato sulla malattia che lo ha colpito.

Goals di Gianluca Vialli racconta storie di sport.
Anche di calcio – ma non solo.

Il libro descrive le gesta di atleti noti e sconosciuti, a volte dimenticati, bambini con sogni olimpici che poi realizzeranno.
Oppure – per vicende della Vita – non potranno mai raggiungere.

Novantotto capitoli, novantotto esempi di sport, talento, duri allenamenti, obiettivi da perseguire con tenacia.
L’ultimo (il +1 del titolo) dedicato a se stesso.
Per raccontare la sua partita più difficile: dallo choc alla reazione.

Gols, di Gianluca Vialli racconta storie di sport

Goals, perché leggerlo

Goals è un libro di pura evasione.
Da leggere sotto l’ombrellone oppure alla stazione, in attesa del treno.

Novantotto storie mai banali, ognuna con il suo insegnamento di vita.
Perché più del campione, all’autore interessa evidenziare l’aspetto umano della storia, quel particolare dettaglio che trasforma il destino di un uomo in una leggenda dello sport.

E, giunti al capitolo 98+1, tifare per il goal più importante di Gianluca Vialli.

 

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Io, in un libro sul razzismo nel calcio. A mia insaputa (e ora chiedo i danni)

Il mio post citato da Lamberto Gherpelli

Io, citato nel libro "Che razza di calcio" di Lamberto Gherpelli

Che razza di calcio, di Lamberto Gherpelli, venduto su Amazon e Google Libri cita il post del sottoscritto pubblicato in data 25 febbraio 2015 dal significativo titolo Se nel calcio vale la proprietà transitiva (razzista) ….

L’articolo originale (dello scrivente), dimostra – tramite la proprietà transitiva – il becero razzismo dei matematici juventini:

I tifosi della Juventus (o presunti tali), a dispetto dei volgari striscioni esposti durante l’incontro di Champions League con il Borussia Dortmund, evidentemente sono dotti in Matematica.
Difatti, i giornali di oggi riportano gli slogan dedicati ai colleghi tedeschi:

«l’amico del mio nemico è mio nemico».

Perché la curva dello Juventus Stadium enuncia con disinvoltura la proprietà transitiva contro il «nemico» teutonico?

Grazie allo studio dell’algebra, il mistero è presto svelato: la tifoseria del Napoli e quella del Catania sono infatti gemellate con quella della squadra tedesca.

Dunque, a rigor di logica, i tifosi del Napoli e del Catania sono amici (gemellati) dei supporter del Borussia.
Ma i partenopei e gli etnei sono nemici degli juventini.
Ne consegue che gli juventini diventano matematicamente nemici dei tifosi del Borussia Dortmund.

I tifosi della Juve e la proprietà transitiva

Come scopro la copia del post nel libro?

Ogni tot mesi, googlo “Mario Monfrecola” per verificare le quotazioni della mia reputazione digitale.

Dopo gli immancabili profili social, compare il link al libro di Lamberto Gherpelli.

Stupito – mi era sfuggito in precedenza? – clicco e scopro il pezzo di articolo nel paragrafo dedicato ai volgari striscioni della curva dello Juventus Stadium durante l’incontro di Champions League con il Borussia Dortmund.

Non posso leggere oltre, il sito visualizza solo un’anteprima dell’ebook.
Se desidero continuare, necessito di acquistare l’opera di Lamberto Gherpelli.

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La richiesta di risarcimento

Non ho dubbi: l’autore di Che razza di calcio sfrutta le idee del sottoscritto per il suo libro (che non ho nemmeno letto).

Confermo anche che, in questi anni, non ho ricevuto richieste per autorizzare la stampa dell’articolo Se nel calcio vale la proprietà transitiva (razzista) … per fini commerciali.

Trattasi di violazione di copyright?
Oppure, citare l’autore originale del post, libera lo scrittore da ogni conseguenza legale?

Potrei chiedere la consulenza di una cinica squadra di avvocati, mettere in moto gli squali del foro per trovare un cavillo burocratico e spennare l’autore?
Imporre alla casa editrice il ritiro di tutte le copie dagli scaffali di ogni libreria italiana?

No!

Non opero per speculare, mi spiace non sono un «mostro».
Al contrario, sono orgoglioso di essere citato in un libro.

Ringrazio Lamberto Gherpelli per aver scovato in Rete il mio articolo, averlo letto e reputato valido.
Ricevere la visita di uno scrittore, rende la mia piccola casa digitale un angolo del web affidabile.
Un risultato impagabile per un piccolo sito come faCCebook.

Una richiesta di  «risarcimento danni», però, non posso lasciarmela sfuggire: una copia autografata di Che razza di calcio.

Meglio se in versione digitale.
Grazie Lamberto 🙂


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Manila, di Enrica Orlando: storia di «mostri» e di speranza [RECENSIONE]

Manila, libro estremo 

Manila, di Enrica Orlando, è una storia ricca di «mostri».
I peggiori.
I «mostri» ai qual non puoi sfuggire.
Perché ti perseguitano da dentro.

Un libro duro da leggere.
Conversazioni spietate che spiazzano per crudezza e degrado (morale e fisico dei personaggi ).
La disperazione porta ad azioni disumane e la brava Enrica Orlando, con uno stile asciutto (e spesso volgare), sbatte in faccia al Lettore il lato più oscuro dell’animo umano.

Quello che vorremmo dimenticare ed, invece, è solo celato dietro l’angolo di ogni coscienza.

Manila, di Enrica Orlando, la mia recensione

Manila, quante volte sei morta?

Manila suscita sentimenti opposti: la detesti quando si autodistrugge, sorridi per l’ironia con la quale affronta i drammi del destino, entreresti nelle pagine del libro pur di aiutarla.
Infine, l’ abbracceresti per augurarle un po’ di meritata felicità.

Personaggi estremi, contesto fatiscente, legge della sopravvivenza, periferie sporche ed abbandonate.
Cancellazione di ogni briciola di umanità.
Come in una guerra.
E l’inevitabile caduta negli inferi.

Eppure, anche nel buio più assoluto, nei peggiori inferni metropolitani, la forza della vita trova e si aggrappa a quella mano tesa, pronta ad aiutarti.

Manila non lascia indifferenti.
E, per un’artista, è il miglior complimento. 
Per questo va letto.

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«Abbi fortuna e dormi» di Luciano Esposito: come un arcobaleno sul mare [RECENSIONE+FOTO]

«Abbi fortuna e dormi», tra sogno e realtà

Termino Abbi fortuna e dormi in riva al mare, il luogo ideale per leggere l’intrigante romanzo di Luciano Esposito.

Seduto sulla sdraio, sotto l’ombrellone, sforzo lo sguardo per raggiungere l’orizzonte.
Osservo l’infinito blu, dove finisce la realtà e inizia l’immaginazione.

Con il libro tra le mani, rifletto su quel labile confine tra quotidianità e sogno.
Ecco il segreto di un libro appassionante!
Pagina dopo pagina, la trama ti porta in un mondo immaginario popolato da persone concrete che, ben presto, da personaggi di fantasia, diventano persone alle quali ti affezioni.
E non vorresti più lasciare.

Abbi fortuna e dormi ha proprio questo merito – non ovvio.
Cattura l’attenzione e ci trasporta in un viaggio affascinante.
Con molteplici tappe: sorridiamo, in alcuni capitoli riflettiamo, infine ci emozioniamo.
Sempre con leggerezza.

Perché il bravo autore utilizza uno stile scorrevole, conversazioni ben strutturate, la narrazione accelera e poi rallenta tra questioni surreali e visioni tremendamente concrete.

Giunti all’ultimo rigo, ci svegliamo come da un lungo sonno, riposati e sorridenti.
Compiaciuti per aver afferrato quel dolce sogno nascosto nel romanzo.

Abbi fortuna e dormi, di Luciano Esposito

E spunta l’arcobaleno sul mare …

Ho appena terminato Abbi fortuna e dormi, chiudo il libro col sorriso soddisfatto.
Da sotto l’ombrellone, continuo ad osservare l’orizzonte.

Le atmosfere oniriche della trama ricordano un film di Tim Burton.
«Bravo Luciano» mi congratulo nella mia mente con lo scrittore (esordiente).

Mentre immagino uno stallone bianco correre lungo la spiaggia, osservo meglio il panorama.
Sbatto le palpebre e metto a fuoco la scena surreale: un insolito arcobaleno all’orizzonte.
Sul mare!

Immortalo la scena.

Un’immagine colorata, rara e preziosa.
Come un bel sogno, come il romanzo che ho tra le mani.

L'arcobaleno sul mare spunta mentre termino Abbi fortuna e dormi, di Luciano Esposito

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Jeff Bezos, genio o sfruttatore? Un libro per capire cos’è (veramente) Amazon [RECENSIONE]

Brad Stone, un libro su Amazon e Jeff Bezos

La lettura dell’interessante Vendere tutto: Jeff Bezos e l’era di Amazon di Brad Stone, aiuta a comprendere il perché, in questi giorni, i lavoratori di Amazon scioperano.

Il volume descrive il dietro le quinte del colosso americano, le due facce della stessa medaglia: il successo, il prezzo da pagare per raggiungere il successo.

L’autore, con una serie di interviste a dipendenti e dirigenti Amazon, racconta la realtà all’interno della multinazionale plasmata sul Bezos-pensiero:

«Se ci chiediamo perché Amazon sia cosi diversa da quasi tutte le altre aziende nate agli albori di Internet, è perchè Jeff ha adottato fin dall’inizio una visione di lungo periodo. 
Era un progetto articolato nell’arco di decenni.
La sua filosofia di fondo è che si possa ottenere moltissimo in un lasso di tempo protratto, a patto di essere tenaci»
(Danny Hillis, amico di Jeff Bezos)

Jeff Bezos, genio o sfruttatore?

Jeff Bezos, genio o sfruttatore?

La crescita esponenziale della start up in un lasso di tempo fulmineo è, da un lato una cavalcata entusiasmante per chi vi partecipa, dall’altro un sacrificio costante per i dipendenti costretti a ritmi ed orari assurdi.

Durante una riunione memorabile, una dipendente chiese a Bezos quando l’azienda intendesse raggiungere un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata.
Lui non la prese bene.
«Siamo qui per ottenere risultati, e questa è la priorità assoluta», rispose in tono secco.
«Questo è il dna di Amazon. Se non puoi eccellere e dare tutta te stessa, forse non è il posto giusto per te.»

Ogni pagina del libro evidenzia il continuo contrasto tra le mille luci e le altrettante ombre: per i dipendenti Amazon, secondo Jeff Bezos, non può esistere un equilibrio tra vita privata e lavoro.

Soprattutto in prossimità delle feste, il clima tra i lavoratori diviene incandescente:

La rapida crescita richiese nuovamente all’azienda di avviare l’operazione «Salviamo Babbo Natale». I dipendenti dissero addio alle famiglie e iniziarono turni di due settimane nei call center del servizio clienti o nei centri distribuzione di tutto il Paese.

Amazon, il negozio che vende tutto (secondo l'idea di Jeff Bezos)

Amazon, il negozio che vende ogni cosa

Vendere tutto: Jeff Bezos e l’era di Amazon di Brad Stone, ha il merito di raccontare la rivoluzione dell’e-commerce secondo la visione di Jeff Bezos ma anche la lucidità per denunciare lo sfruttamento senza (tanti) scrupoli compiuto da Amazon.

Questi dipendenti, solitamente non specializzati, lavoravano per dieci o dodici dollari all’ora in zone del Paese in cui la disoccupazione era alta, e spesso trovavano in Amazon un datore di lavoro alquanto crudele. I furti erano un problema costante […]

Un’opera certosina, lunga, dettagliata, per spiegare – dietro ad un clic – quale segreto nasconda la rivoluzione 2.0

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Lady D., i segreti della principessa triste [RECENSIONE]

Da Diana a Lady D.

Acquisto Diana. La principessa del popolo di Tim Clayton e Phil Craig senza sapere che, da quel maledetto 31 agosto, sono trascorsi giusto vent’anni.

Desidero leggere la storia di Diana Spencer per carpire come riesce la giovane (e sconosciuta) aristocratica inglese a divenire icona globale.
Quale è il momento nel quale la ragazzina timida e bulimica si trasforma, per l’intero pianeta, in Lady D., la principessa del popolo.

L’opera dei due giornalisti svela segreti e misfatti di una ragazza ambiziosa innamorata – da sempre – del principe Carlo.

Lady D., la principessa triste

Lady D. tra Carlo e Camilla

Mi spiace, vi sto tra i piedi e per voi due sarà un inferno
(Lady D. affronta Camilla Parker)

Dal libro (e poi dal documentario che ne segue), emergono alcune verità inconfutabili:

  • Carlo ha sempre amato Camilla Parker (ricambiato)
  • il matrimonio tra Carlo e Diana è imposto da Buckingham Palace
  • Carlo non è innamorato di Diana ma Diana è, fin da piccola, innamorata del Principe
  • Diana soffre di bulimia
  • Diana combatterà tutta la vita per ostacolare l’amore tra Carlo e Camilla
  • Diana ha una dote naturale: aiutare i più deboli

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I meriti di Lady D.

Diana. La principessa del popolo  è un libro chilometrico, ricco di testimonianze ed aneddoti più o meno noti.
Per gli amanti delle storie di reali e regine, è una pietra miliare che non può mancare nella propria biblioteca.

Ma attenzione: pagina dopo pagina, emergerà un ritratto di Lady D. a volte scontroso, lontano dalla principessa patinata immortalata sulle copertine di Time e Vanity Fair.

Restano i mille meriti di una donna capace di accendere i riflettori mediatici sugli angoli dimenticati della Terra: dall’Angola alla lotta all’AIDS, dagli ospedali per malati terminali alle mille apparizioni per beneficenza.

E chi l’accusa di essere un angelo in cerca dei paparazzi, resta l’unica, assoluta verità:

in Angola, al capezzale dell’ospedale, per quella bambina moribonda e per quella grande causa, Diana era l’unico angelo presente in città

(gennaio 1997, visita di Lady D. in Angola per denunciare la presenza di 23 milioni di mine antiuomo. Nel dicembre dello stesso anno, i governi dei maggiori paesi, si riunirono in Canada per firmare un trattato e bonificare le zone infestate dalle mine antiuomo)

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«Il grande Gatsby» è davvero grande? [RECENSIONE]

Un classico della letteratura americana

I classici posseggono il segreto dell’immortalità.
La regola vale anche per Il grande Gatsby, il romanzo di Francis Scott Fitzgerald.

Il libro racconta l’epopea di Jay Gatsby.

La vita di un ricco uomo dal passato ignoto, capace di organizzare – nella sua magnifica villa di New York – ogni sera, feste con centinaia di invitati provenienti da tutta la città.
Party sfarzosi, tra champagne e jazz, conoscenze occasionali e relazioni importanti.
Tra un drink ed un ballo, gli estasiati ospiti si pongono sempre la medesima domanda: «ma tu l’hai mai visto Gatsby?».

Nato povero, la vita del misterioso Jay Gatsby, viene raccontata attraverso le parole di Nick, un testimone dell’intera vicenda.
Pagina dopo pagina, scopriremo la verità: fin dove arriva la potenza di un amore mai dimenticato?

Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, la recensione di un classico della letteratura americana

Gatsby, l’alter ego di Fitzgerald?

Il libro è una fotografia della società americana dei primi del novecento.

Il sottoscritto non conosce l’autore e nemmeno gli intrecci psicologici che legano Fitzgerald e Gatsby – lo scrittore si racconta attraverso il personaggio del libro?

Dunque, privo di influenze esterne, apprezzo l’opera per quello che è: un romanzo della letteratura americana.
La grandezza di questo libro è nella sua semplicità: la trama lineare, il racconto immediato, l’evoluzione della storia, il finale perfetto.

Concordo: «Il grande Gatsby» è davvero grande.

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I film

Dal libro di Fitzgerald, ricordo due film:
– Il grande Gatsby del 2013 con Leonardo Di Caprio
– Il grande Gatsby, film del 1974 con Robert Redford

Non ho ancora visto nessuna delle due pellicole.
Però, mentre leggevo le gesta di Jay Gatsby, mi balenava alla mente il volto sorridente ed elegante di Robert Redford.

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A New York con Guia Rossignoli, blogger e studiosa d’arte [RECENSIONE]

Guia Rossignoli, dal blog al libro

Planando piano su New York: un anno nella Grande Mela tra musica, libri e musei di Guia Rossignoli non è la classica guida su New York.

Al contrario, l’autrice presenta la metropoli statunitense con un libro … di post.

Strutturare l’opera con uno stile da sito web, caratterizza – nel bene e nel male, l’ebook di Guia Rossignoli.

Invece dei capitoli, le riflessioni.
Anziché pure informazioni su un luogo, un articolo nato dall’esperienza diretta di vita vissuta.

La New York di tutti i giorno: i mercatini, la lavanderia sotto casa, i mille labirinti della metropolitana, i quartieri multirazziali, i bar ed i locali.
Ma anche l’amore, l’attenzione e la dedizione che gli «altri» dedicano all’ arte – a differenza di noi italiani.

Un intenso anno di esperienze che Guia Rossignoli raccoglie in questo libro originale, fresco, leggero.

Guia Rossignoli, autrice del libro Planando piano su New York: un anno nella Grande Mela tra musica, libri e musei

Osservazioni sull’ebook

Un aspetto da evidenziare: la lettura dell’ebook, con il mio Kindle Paperwhite, non è risultata perfetta come al solito.

Difficoltà per visualizzare le foto nei post ed impossibilità ad accedere ai link suggeriti, privano l’ebook del valore aggiunto scaturito dalle origini del libro: il blog.

D’altronde, la struttura dei post scritti da Guia Rossignoli risulta corretta – link ed immagini sono il cuore di un blog – ma i limiti dello strumento riducono l’efficacia dell’opera digitale.

Ma non bisogna scoraggiarsi: l’esperienza risulta innovativa ed interessante.
Da provare.

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I love New York

Visitare New York?
Non basta.

Due, tre settimane, un mese?
Nemmeno.

Desidero vivere New York, entrare nel circuito sociale della Grande Mela e carpire i segreti nascosti oltre la cartolina riservata al turista.
Verificare se davvero New York regala opportunità come visto in mille pellicole hollywoodiane.
Vivere il sogno.

Proprio come la brava Guia Rossignoli.

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Sfida tra cecchini: un romanzo sui tiratori scelti (buoni e cattivi) di Andrew Peterson [RECENSIONE]

Andrew Peterson, romanzo d’azione (con riflessione)

Il primo da uccidere, di Andrew Peterson è un romanzo d’azione geneticamente modificato.

Il libro, difatti, non è un insieme banale di inseguimenti, sparatorie e scazzottate.

Anzi.
L’autore approfondisce la psiche dei personaggi, del buono come del cattivo.

Dalla prima all’ultima pagina, assistiamo – col fiato sospeso – ad una intensa caccia all’uomo.

Con un quesito che si ripete pagina dopo pagina: i buoni, fino a che punto possono spingersi pur di difendere la sicurezza dei cittadini?

Il primo da uccidere, di Andrew Peterson è un romanzo d'azione geneticamente modificato [RECENSIONE]

I fantasmi del tiratore scelto

Dietro la violenza brutale, quale intrigo si nasconde?
Nathan McBride è l’ex cecchino chiamato dall’FBI per fermare i tre folli che disseminano di esplosivi la città.
Userà tutte le armi a sua disposizione – lecite e non – pur di fermare il piano criminale degli assassini.

L’uso autorizzato della violenza per fermare i folli, distingue il romanzo dagli altri del medesimo genere.

Il primo da uccidere, di Andrew Peterson descrive i fantasmi di chi, per lavoro, è costretto ad ammazzare un altro essere umano.
Anche se il nemico appartiene alla peggiore feccia umana.
Anche se chi è abbattuto da un proiettile di un fucile di precisione, è un killer spietato.

I «mostri» interiori del tiratore scelto, sono i principali nemici da affrontare?

Il primo da uccidere, di Andrew Peterson rientra di diritto tra i libri d’azione.
Un romanzo per conoscere il mondo oscuro di chi, per professione, si sporca l’anima per difendere noi altri.

Consigliato per coloro che amano guardare in faccia la dura realtà (anche se fa male)

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I tre segreti del lettore felice

UNO – Spontaneità

«Per le vacanze, leggete un libro a piacere».
Il consiglio della prof di italiano al sottoscritto, giovane studente di informatica, cadeva nel dimenticatoio.

A scuola, consideravo la lettura un’imposizione.

Trovavo assurdo investire parte del tempo libero tra le pagine di un romanzo.
Oggi, al contrario, trovo assurdo non leggere un libro.

Seguo il sentimento che regola tutti i grandi amori: la spontaneità.
Essere liberi di leggere resta il segreto per alimentare la passione che, se costretta, si spegne.

Dunque:

  • assecondo i tempi (leggo se lo desidero e prendo le dovute pause di riflessione in caso di stanchezza)
  • alterno i generi
  • dopo un libro appagante, riparto con un romanzo soft per digerire ed apprezzare la storia appena finita

Piccole regole per un rapporto felice e spontaneo.

I tre segreti del lettore felice

DUE – Ebook for ever!

Degli ultimi dieci libri, nove sono ebook.
Abbi fortuna e dormi del mio amico Luciano Esposito è l’ultimo cartaceo acquistato.

Toglietemi tutto ma non il mio Kindle, l’e-reader di Amazon.
I vantaggi sono palesi:

– dematerializzo i libri (risparmio di spazio e carta)
– compro ebook a prezzi ridotti (vedi Offerte lampo di Amazon)
– leggibilità massima in ogni ambiente e situazione (al sole, sotto l’ombrellone o con la luce flebile del comodino vicino al letto)

TRE – Vivere la libreria

Respirare l’atmosfera della libreria, annusare le bollicine di cultura, sbirciare la quarta di copertina di un nuovo romanzo, incontrare scrittori e partecipare ad eventi (come Lorenzo Marone alla Feltrinelli di Napoli).

Vivere e frequentare la libreria è un regalo al quale non rinuncio.

Ascoltare, confrontarsi, commentare: dietro ad ogni opera, si nasconde un mondo da scoprire.
In libreria.

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Io, lettore felice

Scaricare ebook e toccare con mano una pagina di un romanzo, sono aspetti di una medesima passione: la lettura.

Sono convinto: il libro e la cultura restano le armi più efficaci per combattere i «mostri» di ogni forma, colore, razza.

Parola di un lettore felice 🙂


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Cristian Martini, perché maltratti il Piccolo Principe?

Occhi profondo mare, storia surreale

Occhi profondo mare di Cristian Martini, non l’ho ben capito.
Una storia fantasiosa ambientata a Senzanome, un piccolo paese di mare, in un luogo indefinito nel tempo e nello spazio.

Il romanzo è incentrato nel rapporto tra un forestiere ed un bimbo solitario di dieci anni.

Problema: i colloqui tra l’adulto ed il fanciullo appaiono “costruiti” e difficili da accettare come «reali».
Risposta: l’immaginazione dovrebbe aiutare il Lettore a superare ostacoli tutto sommato razionali.
Concordo.
Però se l’intero libro è incentrato sulla relazione adulto/bimbo, accettare per buono i dibattiti surreali è questione non secondaria.

Cristian Martini, autore di "Occhi profondo mare"

Un Piccolo Principe italiano

Accettata la fase surreale, la lettura continua e pagina dopo pagina, saltano alla mente elementi vicini al leggendario Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry (con le dovute distanze).

La vita è un lungo viaggio, l’esplorazione del mondo intrapresa dal forestiero – come ogni viaggio – si conclude da dove è iniziato.
A Senzanome.

Da dove, ben presto, ripartirà un nuovo viaggio.

 

Il finale inopportuno

La trama dolce e pacata cade in un finale inopportuno.

Le ultime righe del romanzo, infatti, ricordano il violento scivolone del viaggiatore esperto in un burrone senza uscita, un imprevisto che stona con il lungo, curioso, amorevole viaggio percorso durante l’intera lettura.

L’autore viola una regola non scritta: i personaggi delle fiabe sono intoccabili!
E come tali non possono (anzi, non devono) essere maltrattati.

Il finale-choc spezza l’atmosfera da favoletta e getta il romanzo in un genere indefinito.
Per il sottoscritto, resta incomprensibile.

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Una domanda per Cristian Martini

Davvero strana la scelta.
Invio a Cristian Martini questo post per chiedere lumi:  perché far cadere la favoletta di Senzanome nel limbo letterario?

Peccato.
Il cerchio non si è chiuso.
Resto con l’amaro in bocca.

Attendo delucidazioni dall’autore.

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