Dalle puntate precedenti
E’ giunto il giorno dei saluti: un gruppo di marinai abbandona la nave “HP Pozzuoli” per sempre.
Gli uomini raccolgono i propri effetti personali negli scatoloni, salgono su una scialuppa e scompaiono all’orizzonte.
L’addio, per il fedele marinaio, è una profonda ferita …
Puntata1: Hp Pozzuoli affonda, colpita dal fuoco amico
Puntata2: HP Pozzuoli, il giorno della decisione
Puntata3: fatti non foste a viver come bruti?
Puntata4: «Io non sono d’accordo», l’orgoglio dell’ultimo marinaio
Puntata5: Chi è il verno nemico?
Il saluto
«Vorrei dire qualcosa ma non trovo le parole».
Il fedele marinaio saluta il vecchio Gabriele, un amico con un destino diverso.
Pochi minuti prima, col sorriso forzato, l’addio ad Isa pronta ad abbandonare la nave “HP Pozzuoli”.
Isa, Gabriele, Antonio, Gianni, Davide … da domani navigheranno in mari diversi.
Dopo quasi vent’anni di viaggi affrontati nella stessa barca, gli uffici del nord smantellano la squadra: una piccola parte promossa sulla terraferma, la maggioranza vivrà sul piccolo e misterioso isolotto dal futuro incerto, chi rifiuta andrà via – per sempre.
«In bocca al lupo a voi che restate» è l’augurio di chi non crede alle promesse della multinazionale e rinuncia.
La comunicazione
La nave “HP Pozzuoli” è ferma nelle acque calme, la fine dista poche ore.
Un funzionario degli uffici del nord sale a bordo, l’aspetto rassicurante tradisce le reali intenzioni dell’uomo.
Dal megafono ordina perentorio: «depositate ogni bene aziendale nello scatolone posto al centro del ponte: chiavi, telefoni, computer e la divisa. Consegnate tutto prima di scendere sull’isolotto, avete 48 ore di tempo a partire da questo istante».
Difronte la platea ammutolita, il funzionario degli uffici del nord non mostra segni di rispetto.
Anzi, infierisce: «coloro i quali rifiutano l’isolotto, lascino entro stasera la nave».
Il tempo degli scatoloni
Una nuvola di tristezza cala sulla nave.
I marinai che hanno scelto un fato diverso, raccolgono i propri effetti personali in piccole scatole.
Chi resta, invece, consegna vent’anni di ricordi in un unico, grosso scatolone.
La metafora beffarda è servita: «piccole scatole per destini individuali, lo scatolone per il destino di gruppo».
L’addio
L’uomo osserva impotente gli altri marinai abbandonare la nave nel silenzio generale e questa assurda calma piatta gli provoca una profonda ferita nella coscienza.
Vorrebbe fermarli, abbracciarli ad uno ad uno, rimediare a tale ingiustizia, bloccare la fine, invertire la traiettoria, sfidare la sorte, riprendere la navigazione verso l’orizzonte, solcare di nuovo le onde perché la vita di un marinaio è nel mare aperto, insieme ai suoi marinai.
Mille avventure, tempeste e difficoltà, successi e burrasche, momenti di gloria e sconfitte, da giovani ad uomini la nave “HP Pozzuoli” ha forgiato la loro esistenza.
Ma oggi è il giorno dell’addio, un gruppo andrà via – per sempre.
I marinai, aggrappati ai loro scatoloni come salvagente, salgono sulla scialuppa. Pochi minuti e la piccola imbarcazione si allontana e scompare al tramonto.
Con il dolore nell’anima, il fedele marinaio scruta impotente la scena.
Non ama le parole inutili, preferisce cercare le risposte nei libri, i detentori delle chiavi per leggere l’animo umano.
Ai suoi marinai, dedica a denti stretti i versi immortali del Manzoni.
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio:
due volte nella polvere,
due volte sull’altar.
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