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Tag: amicizia (Page 3 of 5)

Amicizia, riflessioni simmetriche

La voglia di essere attore principale della propria vita

anch’io mi sarei staccato dal muro ed avrei partecipato alla festa

Sugli obiettivi futuri e la determinazione (a volte ottusa) per raggiungerli

Ci poniamo delle mete, ne diventiamo schiavi. Siamo talmente impegnati a realizzarle, che non ci rendiamo conto che nel frattempo sono cambiate

Amicizia, riflessioni da «La simmetria dei desideri» di Eshkol Nevo e Ofra Bannet

L’innata malizia femminile (una bimba di sei anni gioca con due coetanei)

da parte sua lei concedeva il suo favore ora all’uno ora all’altro, ben attenta a lasciare ad ognuno un barlume di speranza, così da tenerli entrambi legati

Sugli amici di sempre che crescono insieme a noi

quando un amico ti sta vicino e lo vedi ogni giorno, i suoi movimenti sono talmente impercettibili che può cambiare senza che tu te ne accorga. Ma a distanza …

La simmetria dei desideri

Frasi estratte da un appassionante ebook che sto leggendo ma non ho ancora terminato.
Trattasi di La simmetria dei desideri di Eshkol Nevo e Ofra Bannet

Giunto all’atteso finale, seguirà la dovuta recensione.

Per il momento, mi gusto la lettura rigo per rigo ed assaporo la storia con lo stesso piacere di chi sorseggia un buon vino in compagnia dei suoi vecchi amici di sempre.

dedicato a tutti i compagni di viaggio che non incontro più


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Verdone, l’hai fatta grossa! (lettera di un fan deluso)

Caro Carlo,
perchè produci un film insignificante come L’abbiamo fatta grossa?

Oggi sei nel pieno della maturità artistica, potresti osare e sperimentare.
Invece assecondi un progetto commerciale nel quale la tua impronta è inesistente.

Ammettilo: nemmeno tu credi nella tua ultima pellicola.
Assolvo il povero Antonio Albanese, troppo fedele per essere criticato.
Scusami Carlo ma la colpa è tua.

Verdone, l'hai fatta grossa! (lettera di un fan deluso)

L’abbiamo fatta grossa non strappa una risata e non sprona nemmeno riflessioni.
In pratica non suscita emozioni e, sarai d’accordo, questa è la peggior condanna per un film.

Esco dalla sala indifferente, le scene scivolano via e non lasciano traccia nella mente e nel cuore.
Questo sentimento mi suscita rabbia.
Perché ti seguo da anni ed ogni tua storia rappresenta un pezzo importante nella filmografia italiana, un parte d’Italia descritta con ironia ed attualità.
Invece, questa ultima opera, è il vuoto assoluto.

Magari avrai pure racimolato qualche spicciolo facile ma con film simili perdi una fetta di credibilità verso i tuo fans.

Fumati una sigaretta, prenditi pure il giusto periodo di riflessione, non accettare i tempi frenetici ed i ricatti dei produttori.
Ai mercenari non interessa l’opinione dei tuoi fans, i manager contano solo il numero di biglietti staccati.

Caro Carlo, stavolta hai abusato del nostro affetto (lo sai noi ti perdoniamo tutto).
Aspetto il tuo prossimo film, un nuovo Iris Blond mi renderebbe felice.
E – sono convinto – renderebbe felice soprattutto te.

Se l’amore è al muro [FOTO]

La dedica

A volte mi domando
se vivrei lo stesso senza te …
se ti saprei dimenticare ..!
Ti amo.
(13.11.10)

Lo sfogo d’amore

Immagino l’autore (per galanteria definito un lui) della sofferta dedica.
Il cuore infranto e la mano tremante mentre impugna lo spray colorato.
Sul viso addolorato scivola una lacrima di nostalgia.

L’innamorato triste guarda la parete candida.
Un quesito gli dilania la mente: dove sei amore mio?

La domanda è a un vicolo cieco: abbandonato, desidera buttar fuori il dolore, esprimere la disperazione con le dovute parole.
Pagherebbe oro pur di liberarsi dall’angoscia che attanaglia lo stomaco.

Tra amore ed odio il confine è labile

E’ un attimo.
Una scintilla d’odio brilla negli occhi del Romeo tradito.
E’ noto sin dai tempi di Adamo ed Eva: il confine tra passione e disprezzo è labile.

Il giovane inspira l’aria fresca di una serata di metà novembre.
Senza esitazione, scrive, scrive, scrive.
Andare avanti è possibile, anche senza te.
La vita è unica, bisogna reagire alle avversità!

La lavagna pubblica appaga la fame di giustizia del Leopardi in erba.
Il mondo intero deve sapere: io ti amavo, perché sei fuggita?
Ti dimenticherò mai?

La denuncia liberatoria è pubblicata.
Per un attimo il dolore si attenua addolcito dal potere dello sfogo.

L’innamorato corre via soddisfatto.
Il muro imbrattato resta.

Se l'amore è sgrammaticato

L’Internet delle persone

La stretta di mano

Quando arrivo all’appuntamento, Pasquale e Giampiero già discutono.
Ci siamo riusciti: organizzare un incontro tra i moderatori della nostra amata community, Napoli image Naples.

Perché la differenza tra l’essere virtuale e la vita reale è semplice: una stretta di mano.

Napoli image Naples, l'Internet delle persone: da sinistra, Giampiero, io e Pasquale

Napoli image Naples, l’Internet delle persone: da sinistra, Giampiero, io e Pasquale

Conoscersi d’avanti ad un caffè

Quale strano sentimento spinge sconosciuti navigatori del web a conoscersi ed incontrarsi?
Perché scatta la folle scintilla che smuove un individuo da dietro al monitor fino ad un affollato bar della stazione centrale?

Discutere, credere nelle proprie idee, confrontarsi e la ferma volontà di confluire le energie positive verso un obiettivo concreto, utile per la collettività.
Utopia per i molti, impegno per pochi.

Internet, persone connesse

Infastiditi dai due secondi di indignazione volatile dopo un post-denuncia o una foto-scandalo.
Stanchi di guardare la realtà scorrere indifferente attraverso lo schermo di un computer.
I clic facili non bastano più.
Noi vogliamo provarci.

Perché dietro ad un mouse c’è una persona.
Perché un “Mi piace” o un “+1” sono una pacca sulla spalla, un commento è voce, la condivisione uno sguardo d’intesa.

Internet è una rete composta da individui, non da freddi computer connessi.
Proprio come dimostra una stretta di mano tra amici.


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Gli amici di una vita

Giacomo, «il Maestro»

Nei suoi occhi intravedo ancora la scintilla.
Per noi era «il Maestro» e mai titolo fu più appropriato.

Giacomo era semplicemente un talento, lo studente dalle intuizioni geniali capace di inceppare, con una semplice domanda, i ragionamenti impolverati dei baroni della cattedra.

Al suo fianco la compagna di una vita sorride mentre ci abbracciamo …

Dall'università ad oggi, gli amici di una vita

Dall’università ad oggi, gli amici di una vita

Antonio, il buontempone sensibile

Antonio è sempre un buontempone.

Dietro l’apparente leggerezza, nasconde una inattesa sensibilità che sorprende chi non lo conosce (ma non sorprende certamente noi, amici dai tempi dell’università).

Davanti ad una pizza margherita ancora fumante – con la moglie, fotografa per l’occasione – Antonio tiene banco con battute ed aneddoti.
Scherza, ride, coinvolge, rende semplice ciò che risulta complicato (credo sia la sua dote migliore e sono felice che non l’abbia persa!).

Come in facoltà.
Come vent’anni fa.

Carlo ed Olga, la bussola

Carlo&Olga sono i perfetti padroni di casa.
E’ sempre stato così.

Da giovani matricole fino alla tesi di laurea, Carlo&Olga organizzano, convocano, ospitano, fissano luogo e giorno della rimpatriata.

Le nostre bussole temporali.
I riferimenti del gruppo.
Da vent’anni.

Amici, dall’università ad oggi …

Le feste sono un buon periodo per rivedere gli amici.
Soprattutto chi si è trasferito oltre i confini regionali e torna per il ponte natalizio.

Così giunge la notifica di Carlo: appuntamento ore diciannove.

L’incontro, i saluti, gli abbracci, passeggiamo – le luci delle feste rendono la serata tiepida e colorata – poche parole per recuperare gli anni persi, sguardi d’intesa, la confidenza colma il tempo trascorso.

Parliamo del futuro, nuovi obiettivi da raggiungere.
Una finestra sul passato è obbligatoria: Giuseppe è a Dubai? Luciano insegna, Marco si è reinventato un lavoro …

E non ci importa se usciamo dalla pizzeria mentre orde di giovani entrano e beviamo un caffè quando la serata per gli altri inizia.
Ci siamo divertiti.

A presto, amici.

Quell’odioso augurio (virtuale) natalizio

Se anche l’augurio è virtuale

«Bip», la vibrazione del mio smartphone segnala l’arrivo di un nuova notifica.
«Buon Natale a te ed i tuoi cari. Peppe e famiglia» leggo avvilito.

Perché – se proprio devo dirvela tutta – l’augurio tecnologico è indigesto, peggio di un calzone fritto ripieno di soffritto di maiale con ciccioli e cipolla cruda.

Il messaggio giunge diritto allo stomaco, un fendente che manda al tappeto le mie migliori intenzioni.
Resisto grazie ai duri allenamenti a cui mi sottopongo per affrontare proprio questi momenti di grettezza relazionale.

Contro l'augurio natalizio virtuale

Sono pronto: combatterò contro l’augurio natalizio virtuale

A tutti lo stesso identico messaggio

Se avessi un radar speciale, intercetterei il messaggio di Peppe per disegnare su un monitor la mappa dei destinatari: emergerebbe un grafico costituito da un’infinità di individui senza distinzione di razza, colore e sesso raggiunti tutti dall’identico augurio speciale.

Probabilmente, la stessa moglie, l’amante e il bisnonno ultracentenario (che da qualche anno è passato a miglior vita ma presente ancora nella rubrica del cellulare di Peppe) riceveranno contemporaneamente la medesima frase.

«Non fa male, non fa male» continuo ad urlarmi nella mente proprio come un pugile prima di un importante incontro di boxe.

La tempesta tra la sera della vigilia e Natale

Manca poco al Natale e sono conscio che il peggio deve ancora giungere.

La tempesta di messaggini è prevista per la sera della vigilia e la mattina del venticinque dicembre.
Per allora prometto di essere al top della forma (fisica ed intellettuale) per respingere ogni tipo di falso augurio.

Quest’anno non mi coglierete di sorpresa.
Fatevi avanti «mostri», vi aspetto.

La barzelletta viaggia via Whatsapp

Il buon umore è contagioso

Il mio amico Alessandro è specializzato in freddure.
Il burlone, ogni settimana, via Whatsapp mi invia una nuova barzelletta.

Ecco l’ultima.
Divertentissima vero?

La barzelletta viaggia via Whatsapp

All’origine era il «Bar Mario»

Quando il web era una galassia di siti statici disegnati con Fronte Page, le gag viaggiavano perlopiù via e-mail.

I primi mattacchioni delle mailing list inviavano freddure e barzellette come semplici messaggi di testo a centinaia di destinatari (consapevoli e non).

Già allora – ma quanto tempo è trascorso? – io, «esperto del settore», utilizzavo il gruppo Yahoo! per restare in contatto con gli amici.
Il Bar Mario fu l’antesignano dei moderni social network, troppo avanti per essere compreso fino in fondo lo chiusi all’apice del successo (un numero esorbitante di iscritti e lo spam si impadronì del locale).

La barzelletta? Da condividere!

La notifica verde attende di essere letta.
Pigio col pollicione sullo schermo dello smartphone, leggo il nuovo messaggio di Alessandro.

E’ l’ennesima battutaccia via Whatsapp.
Rido.
Troppo demenziale per restare isolata sul mio cellulare.
Devo condividerla subito con i miei amici.

Col sorriso ancora stampato sul viso, in modo istintivo, inoltro l’immagine al gruppo WhatsApp della piscina.
In un secondo, la barzelletta raggiunge più di cento persone che, a loro volta senza pensarci troppo, rideranno e spingeranno la battuta verso altri innumerevoli contatti.

Perché l’emotività è il vero motore della condivisione ed il buon umore è contagioso.
Come una barzelletta via WhatsApp, appunto 🙂

Obsidian (Lux Vol. 1) – la recensione

La saga dei Luxiani in sei volumi

Non amo le saghe ma l’epopea dei Luxiani fa eccezione.

Jennifer L. Armentrout costruisce un mondo avvincente nel quale gli alieni (i luxiani appunto) vivono tra noi, con le nostre sembianze – anzi, risultano molto più affascinante e prestanti – ma celati dietro un’esistenza segreta.

Il Governo, infatti, li costringe isolati in una piccola cittadina americana.
Oltre a subire il controllo dei militari, i Luxiani devono difendersi dagli attacchi di spietati alieni pronti a sterminare la razza.

 

Obsidian, il primo volume

In Obsidian (Lux Vol. 1) Daemon (l’affascinante alieno) conosce la nuova vicina di casa, Katy, trasferitesi da poco nell’anonimo (all’apparenza) paesino sede della comunità dei Luxiani.

Tra odio ed amore, i due ragazzi «costretti» a frequentarsi, affronteranno la calma quotidianità tra i banchi di scuola e le mille emozionanti battaglie notturne nei boschi limitrofi.

Pagina dopo pagina, emergeranno verità inconfessabili, antiche paure e speranze future.
Perché i sentimenti sono i medesimi nell’intero Universo …

Obsidian vol1,  di Jennifer  L. Armentrout

Prima il prequel o il volume uno?

Obsidian (Lux Vol. 1) riprende le medesime dinamiche del prequel, Shadows (Lux Vol. 0).

Se sei un Lettore che ama stupirsi durante la narrazione (a costo di non comprendere appieno la storia) consiglio di partire dal volume uno (e poi il prequel).

Al contrario, se preferisci una lettura più lineare ma meno sorprendente, leggi il prequel e poi il volume uno: in questo caso, comprenderai ogni riga di Obsidian (Lux Vol. 1) ma con minor coinvolgimento emotivo.

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Avvertenza per il Lettore incauto

Confermo quanto già affermato per il prequel, Shadows (Lux Vol. 0)

Scritto con uno stile semplice e discorsivo, nonostante si parli di ragazzi, la trama risulta avvincente e adatta per lettori di tutte le età.
Un’unica avvertenza: iniziata la prima pagina, la dipendenza immediatamente prenderà il sopravvento e si farà fatica a smettere.

L’esperienza insegna e mi son fatto furbo.
Giunto all’ultima riga dell’ultima pagina, Jennifer Armentrout non mi ha fregato.
Stavolta sono pronto: ho già acquistato il volume due 🙂

Acquista Obsidian (Lux Vol. 1) su Amazon!

 

Il mio compleanno speciale

45 anni, evento irripetibile

Sono entusiasta, compio quarantacinque anni.
La notizia è ufficiale: oggi ventisei novembre è il mio compleanno ed è un compleanno speciale.
Mi spiace solo di non poter ripetere l’evento, dunque mi godrò la giornata appieno prima che fugga via.

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L’età di mezzo

Quarantacinque anni, l’età perfetta.

Adulto e giovane, dipende dall’occasione e dal contesto.
Uomo maturo per le decisioni importanti, giocatore di calcetto per una partita senza senso tra vecchi amici.
Professionista nel mondo del lavoro, turista per caso nel weekend.
Insegnante per i giovani, allievo degli anziani.

L’età nella quale vale il tu ed il lei (o il voi per chi vive al sud), dipende dagli occhi di chi ti guarda.

Quarantacinque anni, sono ideali per godersi la vita.
Basta capirlo.

Il mio compleanno, 45 anni età perfetta!

Il mio compleanno, 45 anni età perfetta!

Presbiopia, effetto collaterale del 45

«Dottore inizio a non vedere bene da vicino» ammetto durante la visita oculistica annuale.
«E’ normale per la sua età» sentenzia il medico mentre scrive apatico il referto.
«Comunque ho risolto: per leggere allungo le braccia» ribatto felice come se avessi scoperto l’invenzione del secolo.
«Prima o poi le braccia terminano» risponde asettico l’uomo abituato a smontare l’entusiasmo dei quarantenni presbiti.

Il «giro di boa» può attendere

Guardo indietro ed osservo il tratto già percorso, non breve ma nemmeno chilometrico.
D’avanti la strada da esplorare è ancora lunga, scruto lontano ma non vedo l’orizzonte (la miopia, in questo caso, aiuta).
Buon segno.

Dopotutto non sono ancora giunto nemmeno nel dantesco mezzo del cammin di nostra vita, un’amica mi suggerisce i cinquanta come «giro di boa».
Ottima idea, accetto il consiglio.

Il mio regalo di compleanno per te

Oggi, 26 novembre 2015, il download dell’ebook da Amazon Gli ultimi giorni di HP Pozzuoli è gratuito!
E’ un regalo per tutti voi Lettori che seguite con fedeltà le nostre sorti lavorative (come già specificato, tutti i profitti comunque andranno in beneficenza).
Il relativo PDF, ovviamente, è sempre disponibile e gratuito.

Scarica l'ebook gratuito "Gli ultimi giorni di HP Pozzuoli"

Il tuo regalo di compleanno

«Mario, che regalo desideri?» chiedo a me stesso.
«Nulla, ho già tutto» rispondo al sottoscritto.
«Ti conosco meglio di me stesso, è il giorno del tuo compleanno, sento che desideri qualcosa» il mio alter ego è testardo.
«Sbagli Mario, non cosa desidero ma chi desidero» correggo la mia coscienza.

Vorrei che tu – dico proprio a te che leggi il post in questo momento – dopo aver cliccato su “Mi Piace” e condiviso l’articolo sui social, mi telefonasti.

E’ vero, amico mio, non ci sentiamo da tempo e quale migliore occasione per rompere il ghiaccio?

Drin drin drin … il cellulare squilla, se tu vero? 🙂


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Il giorno degli scatoloni

Dalle puntate precedenti

E’ giunto il giorno dei saluti: un gruppo di marinai abbandona la nave “HP Pozzuoli” per sempre.
Gli uomini raccolgono i propri effetti personali negli scatoloni, salgono su una scialuppa e scompaiono all’orizzonte.
L’addio, per il fedele marinaio, è una profonda ferita …

Puntata1: Hp Pozzuoli affonda, colpita dal fuoco amico
Puntata2: HP Pozzuoli, il giorno della decisione
Puntata3: fatti non foste a viver come bruti?
Puntata4: «Io non sono d’accordo», l’orgoglio dell’ultimo marinaio
Puntata5: Chi è il verno nemico?

Il saluto

«Vorrei dire qualcosa ma non trovo le parole».
Il fedele marinaio saluta il vecchio Gabriele, un amico con un destino diverso.
Pochi minuti prima, col sorriso forzato, l’addio ad Isa pronta ad abbandonare la nave “HP Pozzuoli”.

Isa, Gabriele, Antonio, Gianni, Davide … da domani navigheranno in mari diversi.

Dopo quasi vent’anni di viaggi affrontati nella stessa barca, gli uffici del nord smantellano la squadra: una piccola parte promossa sulla terraferma, la maggioranza vivrà sul piccolo e misterioso isolotto dal futuro incerto, chi rifiuta andrà via – per sempre.

«In bocca al lupo a voi che restate» è l’augurio di chi non crede alle promesse della multinazionale e rinuncia.

La comunicazione

La nave “HP Pozzuoli” è ferma nelle acque calme, la fine dista poche ore.
Un funzionario degli uffici del nord sale a bordo, l’aspetto rassicurante tradisce le reali intenzioni dell’uomo.

Dal megafono ordina perentorio: «depositate ogni bene aziendale nello scatolone posto al centro del ponte: chiavi, telefoni, computer e la divisa. Consegnate tutto prima di scendere sull’isolotto, avete 48 ore di tempo a partire da questo istante».

Difronte la platea ammutolita, il funzionario degli uffici del nord non mostra segni di rispetto.
Anzi, infierisce: «coloro i quali rifiutano l’isolotto, lascino entro stasera la nave».

Il tempo degli scatoloni

Una nuvola di tristezza cala sulla nave.
I marinai che hanno scelto un fato diverso, raccolgono i propri effetti personali in piccole scatole.
Chi resta, invece, consegna vent’anni di ricordi in un unico, grosso scatolone.

La metafora beffarda è servita: «piccole scatole per destini individuali, lo scatolone per il destino di gruppo».

L'addio dei marinai

L’addio

L’uomo osserva impotente gli altri marinai abbandonare la nave nel silenzio generale e questa assurda calma piatta gli provoca una profonda ferita nella coscienza.

Vorrebbe fermarli, abbracciarli ad uno ad uno, rimediare a tale ingiustizia, bloccare la fine, invertire la traiettoria, sfidare la sorte, riprendere la navigazione verso l’orizzonte, solcare di nuovo le onde perché la vita di un marinaio è nel mare aperto, insieme ai suoi marinai.

Mille avventure, tempeste e difficoltà, successi e burrasche, momenti di gloria e sconfitte, da giovani ad uomini la nave “HP Pozzuoli” ha forgiato la loro esistenza.

Ma oggi è il giorno dell’addio, un gruppo andrà via – per sempre.

I marinai, aggrappati ai loro scatoloni come salvagente, salgono sulla scialuppa. Pochi minuti e la piccola imbarcazione si allontana e scompare al tramonto.

Con il dolore nell’anima, il fedele marinaio scruta impotente la scena.
Non ama le parole inutili, preferisce cercare le risposte nei libri, i detentori delle chiavi per leggere l’animo umano.

Ai suoi marinai, dedica a denti stretti i versi immortali del Manzoni.

tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio:
due volte nella polvere,
due volte sull’altar.


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facebook, la maledetta bolla blu

Un mondo perfetto (e chiuso)

Immaginiamo di vivere in una grande bolla blu.
Al suo interno, il nostro mondo appare perfetto.
Assuefatti e privi di confronto, non distinguiamo più ciò che è vero da una palese bufala.

Conoscere tutti aiuta e ci fa sentire più sicuri, incontrare sempre gli stessi amici facilita le relazioni ed evita spiacevoli sorprese.

La routine (sociale) è comoda, la fiducia è massima e non dubitiamo, non discutiamo, accettiamo privi di coscienza critica.
In alcuni momenti ci annoiamo, è vero … ma la monotonia passa in fretta in cambio della sicurezza del luogo.

facebook, la maledetta bolla blu

Il mondo fuori dalla bolla blu

Eppure, fuori quella maledetta bolla blu, esistono milioni di luoghi da visitare, conoscere, confrontarsi.
Pianeti diversi che stimolano incontri casuali nati da click sbagliati – perché la casualità favorisce la scoperta.

Il web è una ragnatela composta da miliardi di pagine colorate, eppure tu – internauto pigro – sei prigioniero di facebook.
Liberati e segui nuovi sentieri, c’è un universo da scoprire (virtuale e non).

PS: puoi citare tre siti web diversi da facebook che visiti abitualmente? Se non riesci, chiediti il perché


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Se l’amico é (solo) social

L’amico virtuale

Sei davvero convinto che basti un poke via facebook per renderti migliore?
L’affetto non si misura dai messaggi inviati con WhatsApp il giorno del compleanno o un gratuito “mi piace” sulla fan page ufficiale di faCCebook.eu.

Anzi.

Un profilo social non si nega a nessuno

Un “+1” sul profilo GooglePlus non può che peggiorare la situazione.
Divenire un follower su twitter potrebbe giocare a tuo favore ma la piacevole sorpresa durerebbe il tempo di un battito di ciglia.

Seguire su instagram non gioverebbe alla causa.
Potresti confermare  il  curriculum on-line in linkedin e rendere la reputazione digitale più credibile ma il click non attirerebbe le attenzioni del sottoscritto.

Se l'amico é solo social

L’amico (che non c’è)

Rassegnati, le lusinghe virtuali sono peggiori dell’amara realtà: un poke non ravviva l’amicizia ne tantomeno rende uomini migliori.

Crea solo l’illusione di rimanere in contatto.
E come ogni illusione prima o poi svanisce.


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