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Tag: amore (Page 2 of 6)

Totò Genio, la mostra a San Domenico Maggiore [FOTO]

Dentro Totò

La storia d’amore tra Totò e Franca Faldini è il momento più coinvolgente.
Conoscere le debolezze umane del Principe della risata aggiunge ulteriore grandezza ad un mito del cinema.

«Dentro Totò» – a San Domenico Maggiore, nel centro storico di Napoli – è una delle tre mostre dedicate ad Antonio de Curtis ed il sottoscritto, armato di entusiasmo e smartphone, non può mancare.

Totò Genio, la mostra a San Domenico Maggiore

I suoi film, la nostra infanzia

Acquisto il mini abbonamento (12€ per le tre mostre, 6€ per la singola visita), sicuro di completare il giro al Maschio Angioino (“Genio tra i geni”) e Palazzo Reale (“Totò, che spettacolo!”).

Totò suscita ricordi, risate, momenti di gioia, riflessioni.
Pezzi di infanzia trascorsi con i suoi film, battute celebri divenute modi di dire quotidiani, duetti indimenticabili ripetuti tutt’ora.

La sera basta sintonizzarsi su uno dei tanti canali privati napoletani: di sicuro, qualcuno – o più! – trasmette «Totò Peppino e la malafemmina» 🙂
(e pensare che «nessuno mi ricorderà» era uno dei timori dell’artista napoletano).

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Totò Genio, le mille locandine

Le mille locandine esposte, raccontano l’iper produzione cinematografica di Totò.
Film famosi, pellicole immortali ma anche molti titoli a me ignoti.

Accanto al Principe della risata, nomi celebri: Vittorio De Sica, Sophia Loren, i De Filippo, Mario Castellani …
Mi arrendo: impossibile citarli tutti.

Totò Genio, le mille locandine

«Portatemi a Napoli»

Battute storiche, lettere, biglietti, la testimonianza dei registi e dei colleghi di lavoro, parti di sceneggiature e preventivi dei cast.
Un tuffo nel cinema in bianco e nero degli anni cinquanta.

E poi, le prime pagine dei giornali di quel 15 aprile del 1967, quando – a soli settant’anni – per un infarto, Totò si spegneva.
Le sue ultime parole: «Portatemi a Napoli».

«Mamma, stasera vediamo un film di Totò?».

La bimba, avrà sei o sette anni, aggrappata alla mano della donna, sussurra l’innocente desiderio.
Vado via soddisfatto: Napoli non dimenticherà mai il suo Principe della risata.

Totò Genio, la galleria fotografica


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I tre segreti del lettore felice

UNO – Spontaneità

«Per le vacanze, leggete un libro a piacere».
Il consiglio della prof di italiano al sottoscritto, giovane studente di informatica, cadeva nel dimenticatoio.

A scuola, consideravo la lettura un’imposizione.

Trovavo assurdo investire parte del tempo libero tra le pagine di un romanzo.
Oggi, al contrario, trovo assurdo non leggere un libro.

Seguo il sentimento che regola tutti i grandi amori: la spontaneità.
Essere liberi di leggere resta il segreto per alimentare la passione che, se costretta, si spegne.

Dunque:

  • assecondo i tempi (leggo se lo desidero e prendo le dovute pause di riflessione in caso di stanchezza)
  • alterno i generi
  • dopo un libro appagante, riparto con un romanzo soft per digerire ed apprezzare la storia appena finita

Piccole regole per un rapporto felice e spontaneo.

I tre segreti del lettore felice

DUE – Ebook for ever!

Degli ultimi dieci libri, nove sono ebook.
Abbi fortuna e dormi del mio amico Luciano Esposito è l’ultimo cartaceo acquistato.

Toglietemi tutto ma non il mio Kindle, l’e-reader di Amazon.
I vantaggi sono palesi:

– dematerializzo i libri (risparmio di spazio e carta)
– compro ebook a prezzi ridotti (vedi Offerte lampo di Amazon)
– leggibilità massima in ogni ambiente e situazione (al sole, sotto l’ombrellone o con la luce flebile del comodino vicino al letto)

TRE – Vivere la libreria

Respirare l’atmosfera della libreria, annusare le bollicine di cultura, sbirciare la quarta di copertina di un nuovo romanzo, incontrare scrittori e partecipare ad eventi (come Lorenzo Marone alla Feltrinelli di Napoli).

Vivere e frequentare la libreria è un regalo al quale non rinuncio.

Ascoltare, confrontarsi, commentare: dietro ad ogni opera, si nasconde un mondo da scoprire.
In libreria.

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Io, lettore felice

Scaricare ebook e toccare con mano una pagina di un romanzo, sono aspetti di una medesima passione: la lettura.

Sono convinto: il libro e la cultura restano le armi più efficaci per combattere i «mostri» di ogni forma, colore, razza.

Parola di un lettore felice 🙂


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Piero Ottone, il mio ricordo (e ringraziamento)

Piero Ottone, «Vizi e virtù» degli italiani

Appena mi capitava tra le mani il Venerdì di Repubblica, saltavo subito alla rubrica di Piero Ottone.

Dopo le invettive di Curzio Maltese sui politici ed il malaffare e le risposte ai più assurdi e stravaganti quesiti d’amore di Natalia Aspesi, giungeva «Vizi e virtù».

Piero Ottone, autore di «Vizi e virtù», la mia rubrica preferita sul Venerdì di Repubblica

«Vizi e virtù», per il piacere di leggere

Ignoravo chi fosse l’autore – un editorialista, il direttore del giornale, la firma più importante di Repubblica? – leggevo «Vizi e virtù» … per il piacere di leggere.

Ecco il punto: catturare l’attenzione per i soli contenuti senza influenzare il Lettore con l’importanza del nome è la massima aspirazione di chi scrive.

Tra quelle righe ironiche, serpeggiava la critica alla cafonaggine nostrana: un articolo apparentemente spensierato, per sorridere sulle abitudini malsane di noi italiani e riflettere sui pregi troppo spesso dimenticati.

Senza mai esasperare, col tocco leggero dei (veri) maestri di giornalismo.

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Piero Ottone contro i «mostri»

La notizia della scomparsa mi sorprende.
Non conoscevo nemmeno l’età di Piero Ottone ma – come accade per molti altri personaggi pubblici – chissà perché quando giunge l’irreparabile, lo stupore prende il sopravvento.

Sono convinto: a lui si ispirano parte dei mie post perché gli articoli di Piero Ottone denunciano «mostri».

In tempi non sospetti, con l’eleganza e la superiorità dei veri giornalisti, con la frivolezza di una rubrica presente in un settimanale, Piero Ottone derideva i cafoni, sbeffeggiava i maleducati, denunciava i comportamenti malandrini di noi italiani, un popolo in perenne oscillazione tra vizi e virtù.

La meta (irraggiungibile) alla quale aspira il sottoscritto.


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Luciano Esposito alla Ubik di Napoli: «Abbi fortuna e dormi», storia di polifedeltà

Luciano Esposito alla libreria Ubik

La sala conferenza della libreria Ubik, nel centro storico di Napoli, fatica a contenere il calore intorno a Luciano Esposito.

Il giovane scrittore presenta – per la prima volta in pubblico! – il suo libro Abbi fortuna e dormi.

Dopo l’intervista esclusiva pubblicata qualche tempo fa, il sottoscritto non poteva mancare all’imperdibile manifestazione.

Luciano Esposito alla libreria Ubik di Napoli presenta il suo libro «Abbi fortuna e dormi»

Gli amici di sempre

Riconosco un po’ tutti: Antonio, Rosy, Angelo, Daniela …
Sono i soliti amici di Luciano, gli amici di sempre.

L’introduzione di Gerardo – professore di letteratura – presenta la storia e descrive lo stile «fresco» utilizzato dall’esordiente autore.

La musica di sottofondo del maestro di conservatorio Federico rende l’atmosfera magica (inutile ricordare che entrambi sono cresciuti con Luciano).

Osservo la sala gremita, sorrido compiaciuto.

 

La cultura, una serata intorno ad un libro

L’emozione suscitata da un evento culturale è un aspetto di Napoli importante e poco evidenziato dai media.

Dibattere intorno ad un libro, confrontarsi con le dotte parole dell’editore, ascoltare pagine del romanzo recitate da Michele – altro vecchio amico – con l’enfasi giusta, è il miglior biglietto da visita per conoscere il mondo di Luciano.

«Scrivere è una forma di espressione come disegnare» spiega lo scrittore.
«Ho impiegato sette anni per completare Abbi fortuna e dormi. Mi è sempre piaciuto raccontare storie e pubblicare il libro era per me inimmaginabile. Essere qui è un sogno» confida Luciano con un pizzico di commozione.

Luciano Esposito alla libreria Ubik di Napoli presenta il suo libro «Abbi fortuna e dormi»

«Abbi fortuna e dormi» e la polifedeltà

«Non è una storia autobiografica e la trama non è incentrata su un volgare tradimento. Piuttosto parliamo di un sentimento puro, di vero amore: l’amore di un uomo per due donne».

La definizione utilizzata durante il dibattito è perfetta: polifedeltà.

Può un uomo essere innamorato contemporaneamente di due donne?
Una passione pulita, di assoluta dedizione – non certo un prosaico adulterio.

Luciano garantisce un finale non banale, fuori dagli stereotipi tipici di una “relazione a tre”.

La fiducia del Lettore è ben riposta.
Parola di chi conosce il buon, vecchio Luciano, narratore di storie fantastiche.

Luciano Esposito alla libreria Ubik di Napoli presenta il suo libro «Abbi fortuna e dormi»

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Catherine Bybee, il coraggio di una scrittrice rosa

A chi potrebbe interessare?

Sono prudente con le recensioni negative perché rispetto il lavoro di ogni autore.
Immagino il sudore dello scrittore che, rigo dopo rigo, fatica per il suo amato libro.

Non proprio un appuntamento di Catherine Bybee, però, merita una menzione speciale.

Mi chiedo: a chi potrebbe interessare una simile storia?
Al sottoscritto sicuramente no (deduco che questo ebook sia un regalo di Amazon: resta un mistero come sia finito sul mio Kindle Paperwhite)

Giunto all’ultimo rigo, credo di poter affermare:

  • trattasi di un romanzo rosa
  • adatto ad un pubblico giovanile/semi adulto sognatore/adulto romantico
  • lettura di pura evasione
  • trama non originale
  • personaggi stereotipati ma simpatici
  • facile da leggere come bere un bicchiere d’acqua (e come tale, sparisce dopo l’ultimo sorso)

Catherine Bybee, la coraggiosa autrice di "Non proprio un appuntamento"

Il coraggio di Catherine Bybee

Senza nessun sforzo, raggiungo il finale (piatto).
Colpi di scena nulli, emozioni zero, divertimento minimo.

Il merito di Catherine Bybee?
La storia è autoconclusiva.

Il coraggio di Catherine Bybee?
Il romanzo contiene un estratto della puntata successiva, uno spin off incentrato sulla sorella della protagonista di Non proprio un appuntamento.

E’ troppo anche per un Lettore paziente come il sottoscritto.
Cancello l’ebook e proseguo verso nuovi mondi letterari.

Addio Catherine Bybee.

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Ogni maledetto San Valentino [DomandePerBeni]

Ogni maledetto 14 02

“Esimio Dr. Beni,
ardo di passione, mi consumo nell’illusione di incontrare il mio unico grande amore.
Non ricordo neppure quando mandai per la prima volta l’invito per uscire insieme, ogni maledetto San Valentino aspetto nel luogo dell’incontro la sua apparizione.
Nulla, ed ora che si sta avvicinando il nostro ennesimo appuntamento mi domando: verrà?”
Riflessi_n

San Valentino, l'attesa è il vero amore

Antonio P. Beni risponde

Gentile signorina,
è da quanto scrissi la prima versione di Godot che persone come lei mi fanno ricordare quando scrissi la prima versione di Godot.

Il suo problema per San Valentino è comune come la muffa dietro il mobile in cucina, non sai di averla finchè non cambi arredamento.
Il cuore è così, non sai di averlo finchè non te lo trapiantano in una scimmia, o viceversa.

La meraviglia dell’attesa

La mia teoria, sviluppata in anni di osservazione di coppie di innamorati, è che l’attesa è qualcosa di meraviglioso.

Dopo che scontai cinque anni al penitenziario di Fox River per assurde accuse di voyeurismo, purtroppo nessuno credette che osservavo coppie di innamorati per la scienza, riuscii a pubblicare su Scientific American il mio trattato “Speriamo che duri. L’attesa del tram come rappresentazione inespressa dell’amore atteso a San Valentino”

Nel mio geniale trattato scientifico, dimostrai che le persone non vogliono che il tram arrivi.
Loro vogliono attenderlo, desiderarlo, invocarlo, ma mai possederlo obliterando il biglietto.
Questo perché l’uomo è nato per avere paura.
La paura salva l’uomo dal pericolo e il pericolo è nella natura.

Mi spiego con un esempio che usai alla prima lezione di Semantica del Divino Amore, presso la gloriosa Fondazione Brass.

L’uomo che crede in Dio.
Lo venera, lo invoca, lo desidera, lo vuole, un po’ quasi come per il tram ma, attenzione questo è il punto chiave, non lo vuole!
Se l’uomo volesse Dio morirebbe per averlo!
Invece no, si ostina ad aggrapparsi alla vita.
Fa di tutto per non morire!
Non c’e’ coerenza!
Vuole Dio, lo ama e non vuole stare con Lui?!

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San Valentino, la festa degli innamorati
(in attesa)

Aspetta il tuo amore a San Valentino ma spera che non venga, perché ogni maledetto San Valentino potrai essere una delle poche che veramente festeggerà l’amore.
Del resto definiamo l’amore come una dedizione appassionata ed esclusiva, istintiva ed intuitiva fra persone, volta ad assicurare reciproca felicità, o la soddisfazione sul piano sessuale, senza pensare che la sua massima elevazione è nella Sua attesa.

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    Sante Roperto e quelle magiche atmosfere della Calabria dimenticata

    Sante Roperto, La notte in cui gli animali parlano

    Ho un debole per i romanzi ambientati in Calabria, l’ammetto.

    Il mare alto già a riva, le lunghissime giornate trascorse in spiaggia (piena di sassolini), la pelle arrostita, gli alberi di fichi, il verde intenso, i paesini arroccati sulle colline, le strade desolate sotto il sole cocente, i volti degli anziani scavati dal tempo, le vacanze dell’infanzia.

    E dunque, riconosco ed amo le atmosfere profumate raccontante dal bravo Sante Roperto in La notte in cui gli animali parlano.

    Sante Roperto, l'autore di "La notte in cui gli animali parlano"

    Gli amori non vissuti

    La notte in cui gli animali parlano è ambientato tra le viuzze di Conflenti, piccolo paesino in provincia di Catanzaro che, scopro con divertimento, esistere per davvero.

    Il protagonista è proprio Conflenti – il paese – il luogo dove la storia inizia e tutto finirà.

    La trama, come un cerchio ideale, si chiude alla perfezione: passato e presente confluiscono nell’unico punto capace di concentrare i destini dei vari personaggi.

    Matteo e Claudia, l’amore giovanile non vissuto, si alimenta del ricordo.
    Ma il ricordo idealizza, pone su un immeritato piedistallo l’oggetto del desiderio.
    Il desiderio è anche forza: le mille vicissitudini di Alessandro, il nonno di Matteo, partito per la seconda guerra mondiale con il sogno di tornare dall’unico, grande amore della sua vita.

     

    Perché leggere La notte in cui gli animali parlano

    Trattasi un romanzo di pura evasione.
    Storia leggera, il libro alterna il presente (Matteo) col passato (nonno Alessandro), sempre incentrato sui sentimenti puri, tipici del tempo che fu.

    Scritto con uno stile lineare, le pagine corrono via veloci fino all’atteso finale.
    Piacevole, nostalgico al punto giusto, Sante Roperto non scade mai nei facili sentimenti.

    Dopotutto, chiunque di noi potrà ritrovarsi nelle riflessioni di Matteo e Claudia.
    Ed è il risulato al quale aspira l’autore:

    Ogni Lettore, quando legge, legge se stesso
    (Marcel Proust)

    Acquista La notte in cui gli animali parlano di Sante Roperto su Amazon!

     


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    L’amore non invecchia [Domande PerBeni]

    Se ti innamori di tua suocera

    “Caro Beni,
    amo una donna da due mesi.
    Il problema è che questa persona è mia suocera.
    Cosa devo fare?”
    Genny

    Quel mostro di mia suocera

    Antonio P. Beni risponde

    Caro Genny,
    il tuo è un problema che alcuni sprovveduti potrebbero definire “gerontofilia”.

    In effetti sembri proprio affetto da questo tabù se non fosse che tua suocera è in un polmone d’acciaio!

    Mi sono confrontato con il professore Whisky Allenth, noto psichiatra del comportamento umano nei confronti delle luci stradali e, con lui, ho concluso che tu sei affetto da una forma di “spettro autistico gerontofiliaco”.
    È una rara forma di disturbo che spesso porta alla morte per asfissia, parlo di tua suocera, tu rischi solo il carcere.

    Questo disturbo può essere guarito in un solo modo: devi avere un rapporto d’amore con tua suocera e poi con il polmone d’acciaio.
    Infatti, solo oggettivando potrai allontanare da te l’amore.

    Però devo avvisarti: questo processo di oggettivazione potrebbe portarti ad amare ancora di più tua suocera e/o il polmone d’acciaio, cosa che potrebbe crearti, in ordine:

    1. disturbi bi-polari, o a corrente alternata
    2. cambio colore dei capelli, diventerai biondo per colpa del ossigeno
    3. ritiro della patente
      – Inibizione ai pubblici uffici
      – Reversione pensione
      – Percezione errata dello spazio, crederai che le dimensioni saranno solo 2
      – Varie ed eventuali

    L’amore è una cosa meravigliosa, ancestrale, antica come l’uomo.
    Nel tuo caso, come la tua nonna.

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      Amore in the Sky [Domande perBeni]

      Sky, la passione dopo la disdetta

      “Ciao Beni,
      spero che almeno tu abbia passato un felice Natale.
      Io no.
      Sono stato ore e giorni a leggere quella lettera. 
      Lacrime e rabbia, pazzia e disperazione.
      Sentimenti contrastanti per un amore contrastato.
      Il primi dicembre ho fatto disdetta a Sky ma ho ricevuto una lettera struggente in cui mi chiedevano di non terminare il nostro rapporto.
      Cosa devo fare?”
      CieloMiaMoglie76

      La lettera struggente di Sky dopo la disdetta, come comportasi? I consigli di Antonio P. Beni, esperto in AMORE (con la «a» minuscola)

      Antonio P. Beni risponde

      Mio triste CieloMiaMoglie76,
      ho passato un felice Natale, grazie.
      Mi dispiace che il tuo non sia stato degno del consumismo occidentale.

      Anche alcuni dei miei amici hanno provato a lasciare Sky o Premium, e anche loro non ci sono riusciti.

      Ricordo come se fosse ieri, ma era l’altro ieri, che Giorgio, il mio amico appassionato di Lirica rupestre, ricevette la lettera da Sky.
      La moglie, pace alla sua anima, gli consigliò di non aprirla, di non farsi tentare.

      Purtroppo Giorgio non riuscì a resistere e lesse quelle parole tristi, speranzose e piene di promesse.

      La sua parabola, come per la tua, iniziò in quel preciso momento a scendere, mentre risaliva quella di Sky.

      Il mio amico non aveva mai ricevuto una tale lettera d’amore, non aveva mai sentito tanto affetto.
      La moglie, che riposi in pace, non lo amava, o meglio non come Sky.

      Se il tuo cuore non ha mai galleggiato sui canali della pay tv, allora non puoi dire che abbia amato.

      I nostri avi, pace alla loro anime in bianco e nero, vivevano nell’arido etere di due canali, di assenza di telecomandi e di tasti analogici grandi quanto l’ombelico di un lottatore di Sumo.

      CieloMiaMoglie76, non devi sentirti in colpa per avere tentato di lasciare il Satellitare, perché “lui” è al di sopra di tutto e perdona gli ingrati, soprattutto se tutte le fatture sono saldate.

      Non posso dirti cosa fare, solo tu, pace alla tua anima, puoi decidere, ma posso darti tre avvertimenti:

      • Lasciare qualcuno comporta sempre dei costi.
        In questo caso la penale sarà peggiore di un divorzio
      • La TV generalista non ha più nessuna novità.
        Tornare a Rai o Canale 5 potrebbe spingerti a pensare di essere tornato nel passato. Costanzo, Pippo Baudo e KristalBall ci sono ancora!
      • Ti sentirai solo, perché chi vive senza PayTV non ha amici, non ha famiglia e spesso non ha moglie.
        Infatti la tua è andata via, pace alla sua anima.

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        Dove il Mare Luccica [Domande perBeni]

        La richiesta della Sirena

        “Ciao, da oltre un mese ho una relazione con una Sirena.
        Da qualche settimana abbiamo dei problemi, lei vuole farmi conoscere i suoi genitori, ma io non so nuotare”
        Ulisse88

        La sirena, di Antonio P. Beni

        Antonio P. Beni risponde

        Caro Lettore,
        sono stato mezzo mozzo sul Nautilus col Capitan Nemo e ho avuto una storia con una Sirena di nome Antefatta.

        Il nostro amore era puro e cristallino come le acque del Pacifico.
        Era bellissima con le sue lunghe trecce bionde, i suoi occhi verdi e la sua pinna gialla.

        Antefatta amava lanciare il bastone ai pescecani, fare gavettoni e cantare.
        La sua voce soave mi faceva dormire sogni tranquilli, ero felice.

        Un giorno però Antefatta scoprì che con il Capitan Nemo mangiavo i bastoncini Findus.
        Rimase inorridita da quella scena, ancora oggi ricordo i suoi occhi rossi e le sue branchie fissarmi con disprezzo.

        Sua madre era stata presa per errore con la rete a strascico e inserita nella catena alimentare con una panatura croccante.

        Due giorni dopo mi lasciò per mettersi con un merluzzo ed io rimasi come un baccalà.

        Caro Ulisse, il consiglio che posso darti è di accontentare la tua sirena in tutto.

        Se non sai nuotare, devi imparare.
        Ci sono corsi per gente come te in ogni piscina comunale e non preoccuparti della pressione dell’acqua sotto i 100 metri, basta non pensarci.

        Ricorda però di non commettere uno dei seguenti errori, perché il mare è grande e i pesci che possono portarti via la tua sirena sono tanti.

        1. Non lamentarti se le pinne sono fredde.
          Alle sirene piace se sotto le coperte gli scaldi le pinne
        2. Non mangiare i bastoncini findus.
          Le sirene mangiano pesce, ma non sopportano che sia panato, in ogni famiglia di mezzi pesci almeno un componente è stato catturato ed impanato.
        3. Non ordinare al ristorante la Pizza Mare-Monti.
          La tua sirena potrebbe pensare che sei fedifrago.
        4. Ricorda che alle sirene non piace la pasta asciutta.
          Tutto deve essere umido.
        5. Non regalare perle, per loro è la pupu dell’ostrica.

        Fammi sapere com’è andata la cena con i suoceri e se dovessi incontrare Antefatta, dille che da allora non impano neppure la cotoletta alla milanese.

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          faCCebook reloaded 2016, un anno di «mostri»

          Gennaio, parte Maticmind Napoli

          Il giorno degli scatoloni sancisce la fine dell’epopea HP (e dell’anno).
          L’apertura del 2016 è da cerchietto rosso sul calendario: l’avventura Maticmind entra nel vivo con l’inaugurazione della nuova sede al Centro Direzionale di Napoli.

          Voltiamo pagina.
          Ripartiamo.

          Il giorno degli scatoloni: dopo dieci anni, l'ultimo giorno di lavoro a via Antiniana (dicembre 2015)

          Libri, la passione di una vita

          Più leggo, più scrivo.
          Un loop nel quale amo perdermi.

          Condividere con Voi, amici Lettori, le recensioni dei libri, genera post gratificanti (e, auspico, utili per chi desidera acquistare l’opera).

          Con un clic sulla categoria Media, rivedo le mille pagine degli ebook divorati nel 2016.

          I sei volumi dell’avvincente saga dei Luxiani di Jennifer L. Armentrout (gli alieni sono tra noi) alla eccezionale biografia di Adriano Olivetti scritta da Carlo Mazzei, passando tra i romanzi gialli, sportivi, d’amore e d’avventura fino al capolavoro di Michael Dobbs, House of cards.

          Storia di donne, uomini, trame inventate, immaginate, a volte drammaticamente vere, sempre meravigliose.

          Libri amati, goduti rigo per rigo, recensiti.

          Resta forte la convinzione: la prima arma da utilizzare contro i «mostri» di ogni forma, colore e razza è nascosta tra le pagine di un buon libro.
          Si chiama Cultura.

          Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa: Storie di ragazzi che non hanno avuto paura di diventare grandi, di Mario Calabresi

          Io, giornalista per un giorno

          Il 2016 scappa via e regala al sottoscritto innumerevoli soddisfazioni.

          La gioia di vedere su Vivere, il giornale del Centro Direzionale, il post sul muro del carcere di Poggioreale resta indelebile.

          Io giornalista per un giorno: un sogno realizzato.

          «Il muro di Poggioreale» su Vivere, il mensile del Centro Direzionale di Napoli

          147 post contro l’assuefazione

          I 147 post pubblicati nel 2016 – in media tre a settimana – contengono un unico, potente messaggio: mai assuefarsi.

          Perché l’assuefazione è indice di rassegnazione e la rassegnazione porta alla resa.

          Quando ripartirà il servizio di bike sharing a Napoli?
          E’ utopia ripristinare i dispenser gratuiti per la raccolta degli escrementi dei cani lungo i marciapiedi infestati?
          Sarà riaperta l’area giochi per i bimbi al parco del Poggio chiusa da mesi?

          Oltre alla denuncia, ricordo con piacere gli articoli con le gallerie fotografiche realizzate dopo una visita speciale.
          Per combattere l’assuefazione alla bellezza dei nostri luoghi.

          Come agli Scavi di Ercolano, la meravigliosa macchina del tempo oppure le stupende grotte di Seiano.

          Capri dalla Gaiola, Grotte di Seiano

          2016, l’anno delle interviste

          Intervistare amici e conoscenti, sconosciuti, scrittori in erba, personaggi affermati o chiunque desideri dibattere di un argomento particolare è uno degli obiettivi della mia casa digitale.

          Accendere il riflettore – anche solo per un giorno – su una persona rende speciale il post.

          Come è accaduto, ad esempio, con Mario Cavaliere, l’instagramer di successo, Luciano Esposito, autore di Abbi fortuna e dormi oppure con Andrea Petringolo, il proprietario di EL CAFESINO, il bar sotto l’ufficio (solo per citarne alcuni).

          Un clic sulla categoria Interviste per leggere la soddisfazione che trapela tra le domande e risposte, sempre argute, mai banali dei graditi ospiti di faCCebook.

          Andrea Petringolo e lo staff de EL CAFESINO (Centro Direzionale di Napoli, isola G7)

          I miei primi 1000 km in bici

          Mille chilometri in bici, la rivoluzione personale nel trasporto urbano.

          Pedalare per spostarsi in città, scoprire nuove prospettive, il tubo di scappamento dell’auto resta freddo, l’ambiente ringrazia, la salute ne guadagna: io faccio la mia parte, vado al lavoro in bici.

          Anche nel 2017.

          Nel 2016, i miei primi 1000 KM in bici

          In redazione con Antonio P. Beni

          La collaborazione col talentuoso Antonio P. Beni è un’altra importante novità dell’anno appena trascorso.

          Le divertenti risposte (con pratici consigli) alle domande poste dai Lettori nella rubrica «Domande perBeni», rappresentano un punto di vista diverso ed originale.

          Il sottoscritto ringrazia lo scrittore «nato nel nel centro del mediterraneo» per i post surreali ed unici.

          La redazione, ovviamente, è aperta a tutti.
          Anche a Te che, proprio in questo istante, sei giunto fin qui.

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          Addio 2016, evvvia il 2017!

          Riavvolgo velocemente il nastro del film di questo intenso anno.
          I vecchi «mostri» sono già alle spalle.

          Un respiro profondo, un istante di concentrazione, il 2017 è ad un metro, pochi passi ed inizia una nuova avventura.

          Mi resta un ultimo, sentito rigo da digitare, un grazie speciale, caro Lettore.

          Auguri sinceri a Te ed i tuoi cari per l’anno che verrà.


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          Natale ghiacciato [Domande perBeni]

          L’odio per il Natale

          “Gentile Beni, da otto anni odio il Natale.
          La mia psicologa dice che l’odio deriva da ciò che prima era amore.
          Il mio ragazzo mi lasciò a Maggio, ma si chiamava Natalino.
          Mi dai un consiglio?”
          PasqualinaZu

          Se l'amore finisce a Natale ...

          Antonio P. Beni risponde

          Cara PasqualinaZu,
          Il Natale è una festa che è sempre esistita, anche prima della nascita di Gesù.

          Nei secoli religione e paganesimo hanno modificato il suo nome, lasciando invariato il risultato: gente piena di cibo mangiato con parenti ubriachi.

          A differenza tua, mio cugino perse il suo amore proprio il 25 dicembre.

          Ricordo le sue lacrime scendere copiosamente sul menù natalizio, facendo diventare tutti tristi.
          Anche Babbo Natale, che allora esisteva, pianse.

          Zia Ghida, pace alla sua anima, gli consigliò di immergere la punta del naso e poi quella del sedere, in due litri di vino bianco ghiacciato.
          Il risultato fu incredibile, mio cugino dimenticò la perdita del suo amore.

          Forse per il principio di congelamento, forse per aver bevuto tutto il vino riscaldato sapientemente, seppur fatto col culo.

          Solo ghiacciando altre parti del tuo corpo, scioglierai il tuo cuore e potrai augurare un buon Natale.

          Chi è Antonio P. Beni, esperto in aMORE

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