Via Orsi e l’extracomunitario spazzino
«Ha visto l’extracomunitario che pulisce il marciapiede?» chiedo al netturbino dell’ASIA Napoli, l’azienda di igiene ambientale della nostra città.
Sabato mattina, via Orsi, quartiere Vomero.
La scena è anomala: da una parte, il ragazzo di colore spazza la strada ed i passanti elargiscono mance piene di gratitudine.
Dall’altro estremo del marciapiede, l’operatore “ufficiale” compie il suo dovere senza preoccuparsi dell’opera del volontario.
Alla mia osservazione, lo spazzino “ufficiale” alza lo sguardo, ferma la scopa per un istante, mi scruta ma non comprende la domanda.
Specifico meglio: «guardi, c’è un extracomunitario che vi sta aiutando a pulire il marciapiede» ripeto ed indico il ragazzo di colore, a pochi metri da noi.
«Ah, si … bene» farfuglia l’uomo come se fosse una scena di ordinaria normalità.
E torna a spazzare la parte di strada di sua competenza.
Il fallimento del netturbino “ufficiale”
Speravo in una reazione offesa del netturbino “ufficiale”.
Richiamare la sua attenzione, mostrargli l’extracomunitario spazzino operare sullo stesso marciapiede, pensavo provocasse un gesto di rabbia istintiva.
Sognavo che il netturbino “ufficiale” urlasse «ci penso io, non c’è bisogno del tuo aiuto!».
Un picco di orgoglio, una risposta per salvare la dignità calpestata.
Invece, calma piatta ed accettazione passiva del suo fallimento professionale.
E se si applicasse il «Modello Via Orsi» in tutta Napoli?
Procedo lungo via Orsi.
Registro l’evidenza: l’opera congiunta del netturbino “ufficiale” e dell’extracomunitario spazzino funziona.
La strada è pulita, senza gli escrementi di cani ad infestare il marciapiede, niente cartacce e mozziconi.
L’extracomunitario spazzino è ben visto dai cittadini, integra il lavora dei netturbini “ufficiali”, si tiene occupato, rappresenta un primo step di integrazione sociale.
Bene.
Allora perché non ufficializzare ed estendere il «modello via Orsi» in tutta Napoli?