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Tag: assuefazione (Page 3 of 4)

Sindaco di Napoli, le tre richieste di un elettore normale

Capace ed onesto

Il futuro Sindaco di Napoli è un integralista della moralità.
Nessun cedimento, l’onestà prima di tutto.

L’etica – virtù rara – guida ogni singola azione del primo cittadino perché la credibilità si conquista con l’esempio (positivo).

L’inciucio, l’insulso minestrone partitico, cancellato dall’agenda politica: rigare dritti senza accettare sporchi compromessi per ammorbidire posizioni opposte.

Contro la camorra

La camorra, il cancro della nostra terra, è una cappa nera sulla città (nazione?) che ci opprime ed impedisce di respirare.

Il Sindaco anti-camorra guida la città nella nuova rivoluzione, un esercito di cittadini pronto a combattere la guerra culturale per spazzar via quella sporcizia delinquenziale che infesta le nostre terre da troppo tempo.

Il Sindaco ribadisce un principio dimenticato: «convivere con la camorra è anormale. La quotidianità è una città senza camorra».

Chi non crede in questo ovvio (ma potente) slogan, è sconfitto in partenza.

Ambiente, grandi e piccoli obiettivi

E’ un dovere del futuro Sindaco immaginare una città «a misura d’uomo».
Napoli deve cambiare, tendere agli standard delle grandi capitali europee.

Perseguire obiettivi importanti:

  • apertura di nuove stazioni della metropolitana
  • prolungare gli orari dei mezzi pubblici
  • eliminare il pedaggio dalla tangenziale per spostare il traffico verso l’esterno della città
  • sostituire i vecchi, pesanti e rumorosi autobus pubblici con nuovi mezzi ecologici (al metano ad esempio)

… e lavorare su piccole e quotidiane migliorie:

  • piste ciclabili
  • ampliare e curare le zone verdi
  • creare spazi-giochi e strutture sportive per i bambini (una piscina comunale in ogni circoscrizione)
  • centri di ritrovo per gli anziani
  • pulire i marciapiedi
  • prevedere lo spazzamento delle strade secondo un calendario prestabilito
  • incrementare la raccolta differenziata porta a porta ed eliminare (in via definitiva) i cassonetti della spazzatura sempre aperti
  • lavorare sul decoro urbano

Richieste (di normalità) al futuro sindaco di Napoli

Sindaco di Napoli, utopia o normalità?

Richieste assurde o pretese normali di un cittadino non assuefatto?
A voi, Lettori ed elettori, la risposta.


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Parco del Poggio, area bimbi chiusa da 4 mesi per manutenzione

Parco del Poggio, area bimbi chiusa da 4 mesi

«L’area giochi è chiusa da quattro mesi» spiega il gentile custode del Parco del Poggio di Napoli.
Le due altalene ammanettate, lo scivolo imbavagliato, le automobiline bloccate.

Un malinconico spettacolo si presenta a chi, entusiasta, giunge in questo stupendo angolo di verde metropolitano.

Quattro mesi.
Per «mettere in sicurezza alcuni giochi non a norma».
Quattro mesi per manutenere uno scivolo, due altalene, i medesimi giochi installati in qualsiasi altro parco cittadino.

Parco del Poggio, l'area bimbi chiusa da quattro mesi per manutenzione

Tra i profumi ed i colori della primavera

Sabato 16 aprile, l’area verde sui Colli Aminei risplende di colori e profumi.
Pulito, ben tenuto, mai chiassoso, al parco del Poggio il trionfo del verde con un panorama sul golfo ed il Vesuvio spettatore divertito.

Giovani stesi sull’erba per la dolce tintarella, famiglie rilassate, gli anziani dalle panchine osservano e sbuffano «ai miei tempi …», in un angolo un ragazzo legge e ripete la lezione.

Parco del Poggio, il trionfo di colori e profumi

Bloccati dalla (peggiore) burocrazia

Un quadro perfetto.
Tranne l’area dei bambini.
Un sinistro cartello annuncia:
«AREA CHIUSA PER MOTIVI DI SICUREZZA – AREA IN MANUTENZIONE»

Che sconforto osservare la zona morta del parco, proprio la parte che dovrebbe essere la più vivace ed allegra, prigioniera di un desolante filo rosso.

Una sporca recinzione figlia della burocrazia malata, la malapolitica killer della fantasia e nemica della normalità.

Parco del Poggio, l'area bimbi chiusa da 4 mesi perchè alcuni giochi non sono a norma
«Durante un controllo, un perito del Comune ha dichiarato alcuni giochi non a norma» mormora un dipendente del parco.

«Invece di riparare i giochi non a norma, preferiscono chiudere l’intera area?» chiedo scandalizzato.

Parco del Poggio, da 4 mesi l'area dei bimbi chiusa per manutenzione

L’uomo annuisce sconsolato, la questione deve averla spiegata mille volte alle tante famiglie che giungono nel parco e trovano la triste sorpresa.

«Ed in quattro mesi, non è venuto nessuno a riparare i giochi?» domando inviperito.
Quasi a giustificarsi per colpe non sue, il custode farfuglia una risposta.

Troppo tardi.
Sono già col cellulare in mano a documentare l’ennesimo blocco colpa di una burocrazia malata e di una indifferenza generale.

Il bellissimo parco del Poggio deve essere usufruibile anche dai bambini.
Anzi, soprattutto dai bambini!


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Contro l’assuefazione agli ingombranti abbandonati per strada

L’inciviltà

Come può un cittadino abbandonare per strada un materasso matrimoniale, pezzi di divano ed elettrodomestici vari?
Il marciapiede nei pressi della stazione della metropolitana di Salvator Rosa – tra il Vomero ed il museo nazionale di Napoli – adibito a discarica a cielo aperto.

I passanti costretti ad uno squallido zig zag tra rifiuti che meriterebbe ben altra destinazione.

Eppure, le isole ecologiche sono aperte l’intera settimana e basta una chiamata (gratuita) al numero verde 800.161010 dell’ASIA per richiedere il ritiro degli ingombranti.
Troppo complicato per il «mostro» di turno.

Ingombranti abbandonati, io non mi assuefo!

Ingombranti abbandonati, io non mi assuefo!

L’assuefazione

Quanti napoletani sono assuefatti a tale visione?
Perché molti abitanti del quartiere passano tra i rifiuti abbandonati, si scandalizzano e procedono senza reagire?
L’indifferenza trionfa al pari dell’inciviltà degli eco-delinquenti?

La reazione

Dopo due giorni di triste attesa, invio un tweet al Sindaco e alla Polizia Ambientale:

Per essere sicuro, telefono al servizio per il ritiro degli ingombranti dell’ASIA.
Pochi attimi di attesa, una gentile operatrice registra la segnalazione e mi fornisce il codice per seguire l’iter.

Stamane la normalità è ripristinata: la strada è di nuovo pulita.
L’assuefazione è sconfitta.

PS: sono convinto che gli operatori ecologici avrebbero agito comunque ma il tweet e la telefonata sono – per il sottoscritto – la giusta reazione che ogni cittadino normale, dopo essersi scandalizzato, dovrebbe mostrare


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Io napoletano innocente, vittima di un esperimento segreto?

Il triangolo delle Bermude? E’ a Napoli

Attesa prevista: quasi venti minuti.
GiraNapoli spara cifre a caso: l’autobus passa fra dodici minuti, dopo un refresh sul display dello smartphone compare uno stupefacente sedici, poi un nuovo tentativo e la sentenza: «dato non disponibile».

L’elefantiaco mezzo pubblico scompare dai radar, risucchiato dal traffico cittadino non fornisce più posizione e tempi.

Il mistero del triangolo delle Bermude è a Napoli, e noi cittadini di serieB in attesa di notizie che non giungeranno mai, non resta che pregare.

Alla fermata dell’autobus, la piccola folla radunatosi intorno al sottoscritto – nominato speaker ufficiale a furor di popolo – chiede spazientita: «quant pass sto benedett?».

Curare lo spirito e la forma fisica

Dopo trenta minuti di speranza, mantenere la calma è difficile.
A noi napoletani la pazienza non manca: inspirare e espirare, placare l’istinto distruttivo e ritrovare l’equilibrio psico-fisico.

Non resisto oltre, cedo.
«Vado a piedi» annuncio alla platea rumorosa.

Lascio alle spalle il brusio.
Distinguo chiaramente le due fazioni, i rassegnati ed i reazionari: i primi attendono il miracolo, i secondi reagiscono.

Inizio a camminare verso la fermata successiva.
Percorro il primo chilometro.
Interrogo l’app per curiosità più che convinzione: l’autobus è svanito dai satelliti ANM.

Mi sento in forma, continuo a passeggiare.
Passo dopo passo, scarico il malumore e ritrovo fiducia.

L’esperimento segreto

Sono sicuro: in qualche stanza buia del Comune si pianifica un progetto classificato TOP SECRET.

Il concetto è chiaro: la privazione, se non ammazza, rende più forte.

Gli autobus pubblici sono uno dei tanti elementi: l’attesa estenuante e la mancanza di informazioni sicure tempra lo spirito, la reazione e la passeggiata combattono l’obesità ed aiutano il cuore.

Il parcheggiatore abusivo?
Un incentivo a lasciare l’auto a casa o distante dal cinema utile a verificare il livello di passività del napoletano.

L’emergenza rifiuti?
Un test per comprendere il grado di assuefazione alla anormalità.

Un’unica, spietata regia a favore della salute del cittadino partenopeo.

I primi esiti: il napoletano reagisce bene

I primi risultati sono incoraggianti.
La resistenza del napoletano è superiore alla media nazionale e – caratteristica sviluppata negli anni di disservizi continui – si adatta in ogni altro luogo senza difficoltà alcuna.

Io stesso traggo notevoli benefici dall’inefficienza del trasporto pubblico: cammino di fermata in fermata e dimagrisco, m’abbronzo in estate e mi tonifico d’inverno, la resistenza aumenta di mese in mese.

Preso dall’entusiasmo, al prossimo ritardo della metropolitana proseguirò lungo i binari e  – da giugno – proverò la traversata a nuoto del golfo con destinazione Procida (per settembre, conto di giungere a Capri senza sostare per Ischia).

L’esperimento funziona.
Parola di una cavia napoletana.

Io napoletano innocente, vittima di un esperimento segreto su Napoli?

Io napoletano innocente, vittima di un esperimento segreto su Napoli?


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Le tartarughe tornano sempre, di Enzo G. Napolillo (recensione)

Lampedusa, l’amore tra Salvatore e Giulia

Se ami il mare e desideri leggere una storia che intrecci il dramma dei migranti con l’amore, sei nel libro giusto.

Perché Lampedusa può essere una prigione per chi ci nasce e la terra promessa per chi sogna una vita diversa da guerra e violenza.
Dipende dal destino quale prospettiva ti regala.

Salvatore è nato e vive nella piccola isola siciliana.
Giulia trascorre ogni estate nella casa dei genitori, nativi di Lampedusa ed emigrati a Milano per inseguire lavoro e successo.

Tra loro l’amore, le vacanze troppo brevi, il distacco, la distanza, sentimenti difficili da vivere, l’attesa per la prossima estate, lettere rosa con promesse infinite.

Le tartarughe tornano sempre, di Enzo G. Napolillo

L’assuefazione al dramma dei migranti

Una mattina in spiaggia, la visione di un barcone stracolmo di uomini, donne e bambini – persone diamine! –  in balia delle onde segnerà la vita dei due giovani.

Quell’immagine al quale il mondo intero ben presto si assueferà, sconvolge le coscienze di Salvatore e Giulia unendo le loro anime con un filo invisibile.
Per sempre.

Perché leggere il romanzo di Enzo G. Napolillo

Le tartarughe tornano sempre di Enzo G. Napolillo è fresco come un tuffo nel mare blu di Lampedusa.
Attuale, ci ricorda che i migranti sono persone e come tali meritano la nostra attenzione.
Persone, non dati statistici o “casi” da risolvere.

Un romanzo ed una denuncia raccontata attraverso gli occhi di due personaggi che ricorderemo nel tempo, Giulia e Salvatore.

Perché leggere «Le tartarughe tornano sempre»?
Perché emoziona.

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Piscina Scandone, i numeri dell’inefficienza

Ruggine nell’acqua: stop di due settimane

«Per colpa di un tubo rotto c’è della ruggine nell’acqua e l’ASL ha chiuso per controlli».
E’ la spiegazione fornita dall’Amministrazione della piscina Scandone per l’ennesimo imprevisto che ha fermato le attività per due settimane di novembre (nel momento in cui scrivo).

Da quanto ricordo, anche lo scorso anno (2014), accadde il medesimo incidente.

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Il fallimento della Piscina Scandone

Se la piscina Scandone di Napoli fosse gestita da un privato, l’imprenditore avrebbe già dichiarato fallimento.

Le foto del’incuria pubblicate lo scorso 18 novembre nel post Scandone, la piscina di Napoli tra degrado e voglia di nuotare testimoniano l’assenza di manutenzione regolare da parte degli addetti.

I bagni guasti da quattro mesi sono ancora inutilizzabili, le docce funzionano a scartamento ridotto, le luci fulminate restano spente per intere settimane.

Uno dei bagni della piscina Scandone: «GUASTO» da quattro mesi

Uno dei bagni della piscina Scandone: «GUASTO» da quattro mesi

Anche l’aumento del prezzo delle schede

Annoto anche l’aumento di prezzo delle schede magnetiche utilizzate per accedere alle docce ed i phon a muro presenti negli spogliatoi: da 1,5€ per otto passaggi a 2€ per dieci (ogni doccia ed utilizzo dell’asciugacapelli prevedono due passaggi).
Ovviamente, in corrispondenza di tale incremento, non si evince una miglioria del servizio (anzi …).

I numeri dello scandalo

Scandalizzarsi o adattarsi (anzi, accontentarsi) dipende dalla sensibilità di ognuno di noi.
Dunque, vado oltre: ragiono sui numeri (fino a prova contraria, la Matematica è certezza).

Seguono le date salienti dell’ultimo anno, la misura dell’inefficienza della Scandone:

  • metà giugno 2015: chiusura estiva
  • inizio ottobre 2015: apertura della stagione agonistica
  • novembre 2015: chiusura della struttura per due settimane
  • dicembre 2015: chiusura della struttura per il ponte dell’Immacolata e delle vacanze natalizie (scommetto fino all’Epifania)

Da veloci calcoli:

  • tre mesi e mezzo di chiusura estiva (con zero lavori di manutenzione apprezzabile e/o visibile per noi utenti)
  • ottobre attività piena
  • tra novembre e dicembre, su nove settimane almeno quattro saltano per la rottura del tubo e feste natalizie
  • riapertura della piscina nel nuovo anno (dopo l’Epifania?)

Le dichiarazioni dell’Assessore allo Sport del comune di Napoli

Causa rottura del tubo e ruggine in acqua, Repubblica Napoli evidenzia l’impossibilità di giocare le partite di pallanuoto dell’A1:

Per la città di Napoli è una brutta figura perché sabato 28 novembre sono in programma due partite di A1 di pallanuoto, Acquachiara -Trieste ed addirittura il derby tra Posillipo e Canottieri.

L’assessore allo sport del Comune di Napoli Ciro Borriello dichiara:

“Il tubo era stato sostituito regolarmente martedì, i tecnici in tempi record avevano pure provveduto ad isolarlo. Purtroppo le analisi hanno dato esito non conforme su un campione d’acqua marginale, che si trova vicino ai filtri. Probabilmente si tratta di un residuo di ruggine che però ci impedisce di riaprire l’impianto. Ho chiamato le società di pallanuoto per scusarmi, lunedì alla riapertura degli uffici dell’Arpac provvederemo immediatamente a far analizzare un altro campione”.

Il disagio degli utenti e delle società sportive

Nessuno pensa alle centinaia di atleti (dai bimbi agli anziani) costretti a subire l’ennesimo disagio dovuto all’assenza di manutenzione regolare che meriterebbe il vecchio e glorioso impianto di viale Giochi del Mediterraneo?

Chi risarcirà i danni economici subiti dalle società private che lavorano con professionalità, disponibilità e tamponano i molteplici imprevisti per noi utenti?

Domande senza risposte.

Alla piscina Scandone vige una sola amara certezza: prima di nuotare, armati di tanta pazienza.


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ROM, la bimba sfruttata che «vuole solo un gelato»

La richiesta della piccola ROM

«Mi dai un euro?» la fievole vocina attira la mia attenzione.
Domenica mattina, il sole di novembre riscalda l’affollata via Chiaia, il salotto buono di Napoli.

Passeggio sereno tra la marea umana di persone, turisti, ciclisti.
Osservo le vetrine, gli addobbi natalizi, scruto i negozi, viaggio in direzione mare.

«Voglio solo un gelato» l’impercettibile suono irrompe nella mia coscienza distratta.

Mi volto in direzione del debole richiamo.
Alla mia sinistra, una bimba si è affiancata già da qualche metro.
La guardo.

E’ una ragazzina ROM, magrolina, trasandata, dal volto triste, capelli neri.
E’ una delle mille ragazzine nomadi che elemosinano per le strade delle città tra la nostra assuefazione e l’indifferenza delle forze dell’ordine.

Fiduciosa, mi segue come un’ombra.

La scelta

«Quanti anni hai?» chiedo gentile.
«Dieci» con lo sguardo supplichevole.
«I tuoi genitori dove sono?» domanda ingenua.
«Più in là» risposta ovvia.
«Non posso darti nulla» sentenzio col cuore triste.

In modo del tutto razionale, preferisco spezzare la catena dello sfruttamento minorile e non alimentare quei «mostri» che mandano in strada i piccoli ROM.

Ma, da un punto di vista umano, ho preso la decisione giusta?

Il mare d'autunno, lungomare di Pozzuoli

Il mare d’autunno, lungomare di Pozzuoli

PS: la foto del lungomare di Pozzuoli l’ho scattata dopo aver scritto questo post amaro. Immagino che il mare in autunno lanci un messaggio di ottimismo, anche (e soprattutto) per la piccola bimba ROM


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Io, VIP allo SMAU Napoli

VIP si nasce?

Secondo la Regione Campania sono un VIP.

Ignoravo di possedere tale titolo, l’ho appreso ieri: apro la cassetta postale per verificare la presenza di qualche fastidiosa bolletta (una delle poche certezza della vita) ed invece trovo il certificato istituzionale.

Un ingresso VIP allo SMAU di Napoli intestato al sottoscritto!

L'invito VIP della Regione Campania allo SMAU di Napoli

L’invito VIP della Regione Campania allo SMAU di Napoli

Il motivo della promozione

Resto stupito.
Perché la Regione Campania promuove un umile internauta ad ospite d’onore per lo SMAU?

Per la reputazione digitale dello scrivente è un importante attestato di fiducia ma non non mi lascerò abbindolare da un pezzo di carta.

Accetto l’invito e chiarisco: se i vertici politici nazionali intendono comprare il mio silenzio con un pizzico di celebrità, ben presto si pentiranno.

Immagino che giunto allo SMAU dovrò tenere un discorso.
Non ho dubbi sull’argomento da trattare.

Alla platea affascinata parlerò di corruzione, assuefazione alle brutture della vita, indifferenza al prossimo, censura ed autocensura, apatia al bene comune.
Voi fidati Lettori avete già capito: in sintesi, dibatterò di «mostri» ed affini.

La standing ovation è assicurata.

Lo SMAU di Napoli, le date

Accedo al sito ufficiale, inserisco il codice invito e la registrazione risulta completa.
A noi VIP basta un clic per presentarci.

Il prossimo 10 ed 11 dicembre parteciperò all’evento tecnologico dell’anno presso la Mostra d’Oltremare di Napoli con la fanfara dei bersaglieri al seguito.

Io, ospite dei workshop

Non resta che prenotare i workshop, il programma è fitto.
Rumor assicurano la (mia) presenza all’evento «Brand reputation e community building: team di lavoro coesi per community felici» e «Smart City, Marketing Territoriale, Fare Impresa, quel web 2.0 che può fare la differenza» per venerdi pomeriggio.

L’organizzazione spinge per una visita del sottoscritto anche per giovedì.
Vedremo cosa ne pensano i paparazzi.
Al momento non confermo la presenza.

Come tutti i veri VIP, mi faccio desiderare.

Scandone, la piscina di Napoli tra degrado e voglia di nuotare [FOTO]

Piscina Scandone, ingorgo alle docce

Una piccola distrazione e la «partenza intelligente» sfuma: per evitare la fila chilometrica, devo uscire dalla vasca due minuti prima della fine del corso.

Centoventi secondi di rinuncia per eludere l’attesa infinita.
Stavolta, preso dall’entusiasmo, salto fuori dall’acqua alle 18.46.

Risultano fatali gli istanti spesi per conservare la cuffia, gli occhialini ed indossare l’accappatoio.
Parto a razzo conscio dell’ingorgo che mi aspetta.

Troppo tardi, sforato il tempo limite previsto per le 18,44.
La coda alla doccia ricorda il traffico di ferragosto sulla Salerno-Reggio Calabria.

La manutenzione zero? Tempra il fisico

«La cinque, sei, sette e dieci non funzionano» il passaparola aggiorna la fila in tempo reale meglio di isoradio.
Chiuso nell’accappatoio, attendo infreddolito il mio turno.

Le undici docce presenti nello spogliatoio della piscina Scandone di Napoli non funzionano mai tutte contemporaneamente.

Periodicamente si inceppano e visto l’alto numero di utenti, arrivare al meritato shampoo post-nuotata risulta più complicato del ritiro della pensione alla Posta il primo giorno del mese.

Le docce della piscina Scandone, una roulette

Le docce della piscina Scandone, una roulette

Per l’ennesima volta, la batteria di docce lavora a scartamento ridotto.
La questione si ripete periodicamente: mancanza di una regolare manutenzione.

Si interviene per risolvere l’emergenza del momento senza un calendario di ordinaria cura del bene comune.

Questa settimana, dalla cinque e sei non esce una goccia, la sette solo acqua gelata, la dieci una gittata bollente.

«Meglio delle terme di Ischia, c’è la temperatura per chi ha problemi alla circolazione e chi desidera la sauna» medito.
Alcuni giovani nuotatori condividono la doccia funzionante: mentre uno si insapona, l’altro si lava.

L’Istituzione evidentemente segue un piano segreto per educare gli sportivi napoletani: oltre a temprare il fisico, l’assenza di manutenzione incentiva lo spirito di solidarietà.

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«GUASTO» da quattro mesi

Il cartello «GUASTO» campeggia sulla porta del bagno da quattro mesi.
«Vediamo quanto occorre per riparare sto wc» registro il post-it mentale la scorsa primavera.

Il desolante manifesto (scritto a mano) è il mio riferimento per valutare l’efficienza-zero della manutenzione negli spogliatoi della piscina Scandone.

Ad oggi – e siamo a novembre! – l’avviso «GUASTO» è ancora ben visibile ed è intenzionato a restarci per quest’altra stagione.

«GUASTO» da quattro mesi

«GUASTO» da quattro mesi

La teoria delle finestre rotte

l’esistenza di una finestra rotta potrebbe generare fenomeni di emulazione, portando qualcun altro a rompere un lampione o un idrante, dando così inizio a una spirale di degrado urbano e sociale

La piscina Scandone è la dimostrazione della validità della teoria delle finestre rotte: invece di riparare il bagno fuori servizio, è comparso un nuovo cartello «GUASTO» – fotocopia del primo – sulla porta di un secondo wc.

L’assuefazione alla anormalità

Luci fulminate spente da anni, mura mai ritinteggiate, dal tetto penzolano strane strisce di plastica (forse un tempo materiale isolante?) che potrebbero cadere improvvisamente, … il degrado avanza impietoso di giorno in giorno.

Lo strano tetto presente negli spogliatoi della piscina Scandone

Lo strano tetto presente negli spogliatoi della piscina Scandone

«Queste spogliatoi non sono normali» denuncio le condizioni agli addetti.
«Ci dispiace, dovete parlare col direttore … comunque non ci sono i soldi …» ribatte mortificato un impiegato dell’Amministrazione.

E’ questo il solito botta-e-risposta, l’eterno muro di gomma, lo scaricabarile perpetuo al quale non mi abituerò mai.

Osservo gli innumerevoli bimbi costretti ad utilizzare un impianto indegno.
Non devono considerare normale ciò che normale non è: i piccoli nuotatori di Napoli godono degli stessi diritti dei coetanei italiani!

Nonostante tutto, viva la piscina Scandone!

La professionalità delle istruttrici ed istruttori, la disponibilità delle società che gestiscono le corsie, la volontà dei singoli per rimediare alle lacune delle istituzioni, il vantaggio economico e l’orgoglio di utilizzare una struttura pubblica rendono la Scandone il riferimento per innumerevoli famiglie e sportivi napoletani.

I controlli periodici confermano l’ottima qualità dell’acqua: nuoto da anni e non ho mai beccato un famigerato «fungo da piscina».

E allora, perché trascurare un impianto storico così bello ed importante?

Dopotutto, dopo aver nuotato con rinnovato entusiasmo, chiediamo solo di poterci rilassare sotto una doccia calda ed utilizzare degli spogliatoi «normali».

Piscina Scandone di Napoli, tra voglia di nuoto e manutenzione-zero

Piscina Scandone di Napoli, tra voglia di nuoto e manutenzione-zero


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Palma di Maiorca, il gabbiano ferito salvato da un ragazzo di Napoli

Palma di Maiorca, la mail

Ricevo e pubblico questa importante testimonianza giunta dalla Spagna, una e-mail di un lettore di Napoli in vacanza a Palma di Maiorca, un articolo contro l’indifferenza e l’assuefazione, il «mostro» dalle mille teste che spesso abbiamo affrontato e sconfitto.

Il gabbiano dimezzato

Una tormenta di vento fortissimo frusta Palma di Maiorca per l’intera nottata, raggiungo la spiaggia verso mezzogiorno.

Noto subito un gabbiano con un’ala spezzata.

I villeggianti gli passano accanto indifferenti, solo un bimbo lancia del pane ma il volatile infortunato educatamente rifiuta.

Il pennuto soffre ed è visibilmente stanco, ormai resta seduto stabilmente senza osare spostamenti.

Palma di Maiorca, il gabbiano ferito tra l'indifferenza generale

Palma di Maiorca, il gabbiano ferito tra l’indifferenza generale

L’SOS inascoltato

Non resisto un minuto in più a questa scena straziante, corro dal bagnino (che a Palma di Maiorca è in stile Baywatch) ma il tizio non raccoglie l’SOS.
Imperturbabile, resta immobile nella sua (alta) torretta ma vedendo che non mi smuovo comunica al suo collega “esperto” (così lo definirà in seguito) la presenza dell’animale in difficoltà.

Torno al mio posto dubbioso, trascorrono venti, lunghissimi minuti, nessun segnale dai soccorritori.
Riparto.

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Lo scaricabarile spagnolo

Stavolta vado al centro informazioni turistiche.
L’unica impiegata – una signora di circa sessant’anni – ascolta il mio concitato racconto, telefona alla polizia che l’invita a chiamare all’equivalente della nostrana Legambiente.
Con un perfetto scaricabarili spagnolo, la signora viene nuovamente respinta: deve contattare la protezione animali.
L’impiegata mi guarda e capisce che metterò le tende sulla spiaggia finché non ci sarà una soluzione adeguata per il povero gabbiano.

Dopo una breve conversazione, la protezione animali suggerisce di rivolgersi alla polizia!
La signora sbotta e a questo punto sbraita; riesce ad ottenere l’attenzione dell’interlocutore telefonico che spazientito l’invita ad uscire e prelevare il gabbiano, metterlo in una scatola che poi passeranno a ritirare.

L’impiegata urla “loco!” (pazzo)

Il salvataggio

In quel preciso istante passano due poliziotti in scooter e quad, la signora li indica, schizzo fuori dall’ufficio, l’inseguo, li chiamo ma restano isolati nel casco ed auricolari, sono a pochi passi ma continuano a non accorgersi della mia presenza, finché non urlooooooo!!!

Si fermano.

Spiego la situazione, raggiungiamo il gabbiano (ormai distante dopo l’estenuante corsa) dove ci aspetta anche la signora.
I due poliziotti attrezzati di scatola, guanti e pazienza iniziano l’operazione di salvataggio sotto lo sguardo incuriosito dei villeggianti, il volatile prova due sprint e poi – finalmente! – si arrende al soccorso.

Palma di Maiorca, il salvataggio del gabbiano ferito

Palma di Maiorca, il salvataggio del gabbiano ferito

I poliziotti avvolgono il ferito in una coperta e lo trasportano – protetto in una scatola – al punto veterinario più vicino.

Palma di Maiorca, il salvataggio del gabbiano ferito

Palma di Maiorca, il salvataggio del gabbiano ferito

Palma di Maiorca, il salvataggio del gabbiano ferito

Palma di Maiorca, il salvataggio del gabbiano ferito

Finalmente giunge l’atteso lieto fine, l’indifferenza è sconfitta, presto il gabbiano tornerà a volare felice 🙂


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Abusivismo, una storia con l’happy end

Abusivismo: ed è subito una villa al mare

La struttura dista dal mare pochi metri.
Le onde si infrangono lungo il muro della piccola torre abusiva e, colpo dopo colpo, creano un varco tra i fragili edifici nascosti nella sabbia.

«Questi son capaci di tutto, se non li fermo subito si allargheranno senza pudore» medito dall’ombra sicura dell’ombrellone.

Gli occhiali scuri proteggono i miei sguardi scrutatori mentre i quattro boss tiranneggiano con una ruspa e buttano giù una parete danneggiata.

Gli attrezzi del mestieri in bella mostra, spavaldi (e nel silenzio generale) ogni santo giorno dalle viscere spuntano costruzioni abusive lungo il litorale ferito.
Verranno poi abbandonate a se stesse, il mare opererà in sostituzione dell’immobilismo delle Istituzioni demolendo gli «ecomostri» non autorizzati.

Contro l'abusivismo estivo

Un abusivismo … divertente

«Ehi, signore che fate? Questi sono i nostri castelli» protesta il marmocchio, uno dei quattro della banda di piccoli muratori che armeggiano davanti al mio ombrellone.

«ehm … nulla … scusatemi bimbi» bofonchio mentre batto in ritirata.

Riesco solo a fotografare il fantasioso «ecomostro» partorito dalla fantasia degli innocenti e poi vengo respinto a colpi di delicate palettate.

Finalmente una storia estiva di ordinario abusivismo da spiaggia dove trionfa l’happy end 🙂


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Viale Kennedy libera, la vittoria dei 715 mila Mi Piace

Viale Kennedy è libera

Una squadra speciale, annunciata dal tweet dell’ex vicesindaco di Napoli Tommaso Sodano, irrompe nella foresta napoletana alle prime ore di un fresco lunedì di giugno.

Con opportuni cartelli, la popolazione è invitata a non sostare lungo il campo di battaglia. La guerra durerà due giorni e due notti fino al mercoledì successivo quando, finalmente, tacciono le armi.

Lungo la strada restano i segni dello scontro: foglie, rami, arbusti, intere famiglie di piante raccolte in fosse comuni a ricordare ciò che resta del verde dissidente.

viale Kennedy prima e dopo il nostro post denuncia

viale Kennedy prima e dopo il nostro post denuncia

Le sentinelle del territorio non sono sole

Il Comune di Napoli lancia un messaggio chiaro: da oggi non sarà più tollerata la crescite incontrollata del verde pubblico.
Ne va dell’immagine della città e della già blanda reputazione dei politici.

Il territorio cittadino è infestato da troppe sentinelle, cittadini attenti al bene comune, rispettosi delle Istituzioni e pronti a fotografare qualsiasi abuso bollato come «normale».

Dotati di armi ipertecnologiche, l’esercito dei non-violenti combatte la sua quotidiana guerra con smartphone ed internet.

Il singolo soldato è dotato di una granitica convinzione: non è solo.

L’arma social

Ogni scatto, ogni denuncia pubblicata sul web, sarà accolta, letta, condivisa e diffusa da altri mille soldati che credono nei suoi stessi ideali.
Donne ed uomini di ogni età, osservano, proteggono e rispettano l’ambiente che li circonda e non si arrendono all’impotenza generale.

Nascosti dall’anonimato dei giusti, questi eroi silenziosi trascorrono il proprio tempo libero nei vari fortini presenti in Rete, spazi aperti dove le testimonianze sono le vere bombe contro l’assuefazione, il primo alleato della malapolitica.

Colpi sferrati a suon di parole ed immagini, esplosioni mediatiche temute da chi ricopre incarichi istituzionali e non compie il proprio dovere.

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La forza dei 713.835 “Mi piace”

Con l’aiuto degli inossidabili amici di Napoli image Naples, siamo arrivati fino a
Il Mattino e con l’appoggio di 713.835 alleati abbiamo abbattuto il muro dell’indifferenza.

Inchiodato alla sua responsabilità civica, il nemico si è arreso ed ha ordinato il blitz tanto atteso.

La battaglia è vinta, viale Kennedy è di nuovo libera.

viale Kennedy, la fermata dell'autobus liberata

viale Kennedy, la fermata dell’autobus liberata

Post denuncia: Napoli, la fermata-jungla dell’autobus e la pista ciclabile foresta (FOTO)


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