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Tag: balotelli

Calcio, amore e … capricci: quando il campione è triste

L’esempio più famoso: lo sguardo verso il basso, il capo chino e l’espressione malinconica di Mario Balotelli.
Seguono volti meno noti ma pur sempre infelici: l’interista Mauro Icardi qualche settimana fa, il francese del Milan Jérémy Ménez l’ultimo depresso.

Dopo l’agognata rete, la star del calcio non esulta.
Anzi, invece di esplodere in una gioia spontanea, ostenta un’espressione offesa.

Calcio, amore e ... capricci: quando il campione è triste

Come un bambino capriccioso, la stellina è convinta di aver subito un’ingiustificata punizione e pretende prima le scuse e poi le nuove coccole.
Il campione cresce nella (sua) persuasione di essere un divo, un fotomodello da venerare che non merita critiche, un vero uomo indiscutibilmente perfetto da amare, sempre.

Ma il paterno procuratore rassicura: la faccia offesa del giovane viziato del pallone è un messaggio d’amore verso gli ultrà gelosi, schermaglie tra folli innamorati, dopotutto gli uni necessitano degli altri.
Quando la crisi è lampante, i blasonati capitani della serieA si abbassano a discutere con i fans incalliti: dopo i chiarimenti selvaggi, ritorna la pace e scoppia nuovamente la passione.

Al prossimo gol – speriamo tra le mura di casa – il (finto) campione corre ad esultare sotto la curva innamorata.
Il malumore è superato, la ferita rimarginata, il calciatore capriccioso è di nuovo felice.

Balotelli, il salvatore della Patria

Al bar, in metropolitana ed in ufficio non si discute d’altro: l’Italia è uscita dal Mondiale brasiliano e la colpa è di Prandelli e del suo flaccido alfiere, Balotelli.

Ai veri problemi, quelli importanti, siamo assuefatti.

Disoccupazione alle stelle, camorra-mafia-ndrangheta che controllano indisturbate intere zone della nazione, corruzione e politica fuse in un’unica soluzione indivisibile come lo zucchero mischiato col caffè, cassa integrazione a valanga su ogni tipo di azienda (privata), crisi perpetua del lavoro e la fine del tunnel non si intravede.

Eppure riflettiamo sull’infedeltà della moglie dell’arbitro, sugli sforzi fisici dei nostri (presunti) campioni costretti a giocare all’ora della merenda, se il morso di Suarez a Chellini abbia danneggiato la dentiera dell’uruguaiano, perché Pirlo parla poco e Marchisio sia stato licenziato senza giusta causa . Preferiamo omettere la palese verità: il mondiale brasiliano ha celebrato il funerale del calcio italiano ma nel Belpaese le rivoluzioni durano il tempo di uno spot pubblicitario.

Balotelli il parafulmine

E allora prendiamocela pure con Balotelli, dopotutto è facile.

E’ nero, antipatico per natura, non esulta se realizza un gol ed ha l’espressione sempre angosciata nonostante sia ricco e famoso.

E’ lui l’antieroe per eccellenza, colui che attira le attenzioni mediatiche e gli sfoghi popolari, una calamita di offese e prime pagine, il bel tenebroso, il perfetto capro espiatorio per far dimenticare i drammi, quelli seri almeno.

Teniamocelo stretto, di «mostri» la nostra martoriata nazione ne è purtroppo piena ed una risorsa del calibro di SuperMario è necessaria per la conservazione dei giusti equilibri sociali.

Il Governo si impegni a trattenere questo giovane «cervello».

L’Italia non si pieghi al cinismo di una qualsiasi multinazionale straniera, nessuno ci ruberà il nostro parafulmine nazionale.

Italia vs Uruguay, i giornali di domani

Eroi o bidoni?

Gli articoli dei giornali di domani sono già pronti (con foto annesse), si attende solo il risultato della partita per capire se enfatizzare la vittoria o deprimersi per la sconfitta.
Vi risparmi l’attesa, a Voi – cari Lettori – le due versioni.

In caso di vittoria dell’Italia

Gli azzurri, guidati dal sapiente stratega Prandelli, sono riusciti nell’impresa. Battuta l’ostica Uruguay, approdiamo meritatamente agli ottavi di finale del mondiale brasiliano.

La granitica difesa ha annullato i due bomber tanto temuti alla vigilia: Cavani è sembrato stanco mentre Suarez è rimasto ingabbiato nella trappola tattica disegnata dal nostro CT.

Le rare occasioni concesse sono state puntualmente disinnescate da un redivivo Buffon, una sicurezza per l’intera squadra.
Pirlo, il mago del centrocampo, ha nascosto la palla alla celeste ed alla fine del match è risultato il migliore in campo. Dai sui piedi sono nati gli assist per i gol e le azioni più pericolose.
Balotelli è il campione che tutti aspettavamo: Prandelli gli ha dato fiducia e la scommessa è vinta.
Il rossonero è il giusto mix tra potenza e tecnica, l’attaccante moderno che attendavamo da anni. Oltre i meriti dei singoli, va sottolineato come l’intera squadra abbia mostrato una forma fisica invidiabile, la preparazione atletica dei nostri giocatori è notevole e corriamo più di tutti.
Con queste premesse, c’è da essere ottimisti.

Italia vs Uruguay, i giornali di domani

In caso di sconfitta dell’Italia

L’Italia esce di scena a capo chino.
Gli azzurri hanno mostrato una forma fisica scadente, deconcentrati già dai primi minuti e senza la giusta cattiveria agonistica.

La difesa ha evidenziato i soliti limiti e Cavani e Suarez sono apparsi due extraterresti ed hanno goduto di spazi insperati. Buffon è ormai l’ombra di se stesso,
Pirlo e Marchisio sono apparsi stanchi e privi di idee, Balotelli svogliato ed autore dei soliti atteggiamenti che infastidiscono sia gli avversari ma soprattutto gli stessi compagni di squadra.

C’è da chiedersi se sia davvero l’attaccante moderno capace di fare la differenza oppure solo un personaggio da rotocalco.

Eppure Prandelli aveva preparato bene la partita ma le novità tecniche sono apparse delle improvvisazioni, figlie dei continui esperimenti per una squadra senza un preciso disegno tattico. Anche il CT non è stato all’altezza del palcoscenico globale.

Dopo l’ennesima figuraccia, siamo all’anno zero del calcio italiano ed è giunta l’ora della rivoluzione: via i senatori, dentro i giovani (perché non puntare su Insigne?).

Il fallimento mondiale spinga i vertici della FIGC ad una dura riflessione e – perché no? – anche ad un sincero mea culpa. Ora godiamoci le vacanze ed impariamo dagli altri, dopotutto un po’ di umiltà non potrà che aiutarci a ripartire dalle macerie brasiliane.


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Balotelli, rigore sbagliato ed espulsione: colpa di un tweet

La previsione

Il mio tweet delle 19.36 – settantanove minuti prima dell’inizio del big match Milan-Napoli – si insinua tra la cresta appuntita ed il cervello incerto di Super Mario:

“stasera prevedo un rigore a favore del #milan con errore di @FinallyMario balotelli. Cmq sia errore influente ai fini del 3a0 per il #napoli”

Balotelli, il mio tweet negli spogliatoi

Immagino la scena nello spogliatoio rossonero: pettorali all’aria, smartphone tra le mani, cuffie bianche nelle orecchie, Balotelli ascolta la sua playlist preferita in cerca della concentrazione smarrita.

Il cellulare vibra, giunge una notifica via twitter: “sei stato menzionato”.
Incuriosito, superMario pigia col pollicione sullo schermo e legge il mio tweet.

Ridacchia nervoso mentre l’Iphone passa tra le mani dei compagni: scherzi, virili pacche sulle spalle, battute scaramantiche per sdrammatizzare ma è evidente, il dubbio si è incuneato tra i giocatori, la fiducia incrollabile nel tiratore infallibile di penalty vacilla, la domanda aleggia tra la squadra: Balotelli può sbagliare un calcio di rigore?

Balotelli ed tweet maledetto

Il labiale di Balotelli

Il malefico cinguettio perseguiterà il bomber rossonero fino al 17′ del secondo tempo quando sbaglierà il suo primo rigore da professionista, il ventiduesimo (interrompendo una serie di ventuno centri consecutivi).

Il Napoli trionfa al Meazza e SuperMario non si dà pace, a fine partita sbraita, urla inviperito: «datemi il cellulare, voglio cancellare il mio account da twitter!».

I compagni cercano di calmarlo ma Balotelli è un furia, carico di rabbia corre verso l’arbitro: «tu non sei su twitter, non puoi capire!» strepita esasperato.

E difatti l’arbitro non lo perdona: alla conseguente espulsione, dal labiale dello stupito SuperMario si carpiscono poche, laconiche parole di meraviglia: «ma tu non sei nemmeno un mio follower, perché?»

Balotelli stupito in cerca di nuovi follower

 

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