Smartphone, sempre e ovunque
Con il viso nello smartphone, in slalom tra passanti e auto.
Incurante della propria (e altrui) sicurezza.
L’osservo stupefatto: rischia, ad ogni istante, di sbattere contro un palo o causare un grave incidente.
Ma lui, il «mostro» tecnologico, non teme imprevisti: deve assolutamente verificare la notifica, quella maledetta tentazione divenuta una spietata dipendenza.
Con lo sguardo fisso sullo schermo, procede con un pericoloso zig-zag.
Schiva, avanza, legge.
Lo Smartphone-protesi
Lo smartphone incollato sulla mano destra – una protesi del braccio, oramai prolungamento naturale dell’arto -, il collo inclinato, gli occhi assatanati sul display: la posizione naturale del drogato del cellulare sempre e ovunque.
Quel maledetto bip lo obbliga, in qualsiasi luogo sia, ad abbassare gli occhi sullo schermo: deve assolutamente leggere e rispondere.
La dipendenza trasforma un essere normale in un folle.
Anzi, in un criminale.
Un attimo di distrazione …
In sella ad uno scooter.
Nel traffico, con la mano sinistra digita la risposta mentre, con la destra, guida in slalom tra auto e scooter.
Il «mostro» tecnologico guida con una sola mano.
Con un occhio guarda avanti, con l’altro lo smartphone.
Un granello di sabbia e vola via dallo scooter.
Un battito d’ali di una farfalla e sbatte contro un auto o investe un pedone.
Resto sbigottito.
Guardare il display dello smartphone mentre guidi uno scooter nel bel mezzo del traffico cittadino.
Stavolta non ho davvero parole per descrivere la follia umana.