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Tag: bonifica

Il benzinaio fantasma

La teoria delle finestre rotte

«Se in un quartiere un teppista spacca una finestra, e nessuno la aggiusta, è molto probabile che ben presto qualcun altro faccia lo stesso se non peggio, dando così inizio ad una spirale distruttiva»: è il concetto base della Teoria delle finestre rotte.

Consegue: «Per cui, creare un ambiente di un certo tipo, con finestre rotte, per esempio, porta la comunità attigua a distruggere, un ambiente invece ben curato porta la comunità (anche quella non naturalmente “curata”) a curare l’ambiente che la circonda».

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Il distributore di benzina abbandonato

Il degrado urbano, dunque, contribuisce al degrado morale dei cittadini.

E’ la riflessione che ogni giorno mi balena quando, giunto ad Agnano (a poche centinaia di metri dalle rinomate terme), osservo il distributore di benzina dell’ESSO abbandonato e fatiscente.

Il benzinaio fantasma

Di chi la responsabilità?

A chi spetta abbattere questo triste ecomostro?
Tocca al Comune bonificare la zona oppure la responsabilità è della multinazionale del petrolio?
Sotto questa superficie, sono ancora presenti i grossi serbatoi dei carburanti?
Non andrebbero ripuliti e – magari – rimossi?
E’ utopia immaginare un’area verde con alberi e fiori in sostituzione di questa struttura fantasma?

L’assuefazione a questi penosi spettacoli metropolitani è il primo passo – senza più scandalizzarsi – ed accettare come normale una piccola, grande «finestra rotta».

Terra dei Fuochi, dove è la sovranità dello Stato?

Zona flegrea, dimora di Nerone

Da piccolo abitavo nella zona flegrea, in provincia di Napoli.
Un territorio ricco di storia dove sorgevano le antica colonie romane di cui, ancora oggi, si trovano importanti testimonianze e resti.

Nerone – pazzo ma non fesso – difatti era solito frequentatore delle terme (tra Pozzuoli e Baia), si rilassava godendosi le ricchezze offerte da questa terra baciata dal Signore.
La fertilità dei terreni era proverbiale: si racconta che bastasse far cadere un seme di una qualsiasi frutta per veder crescere spontaneamente un albero.

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La Fescina, I sec. a.C.

Io, insieme alle altre piccoli pesti del rione, giocavamo nelle campagne vicino casa: due pietre fungevano da pali per le porte di fantasia, palla al centro e via con le infinite partite di calcio senza tempo e risultato.

Altri giorni, invece, ci lanciavamo in lunghe esplorazioni in bici alla scoperta di monumenti abbandonati e antiche opere nascoste nelle masserie dei contadini locali.

Un esempio per tutti: l’antica necropoli in via Brindisi nel comune di Quarto: giunti sul luogo, nascondevamo le bici tra i cespugli, scavalcavamo le (deboli) recinzioni per entrare nella tomba romana incustodita (datata I sec. a. C.) e giocare ai giovani Indiana Jones.
Purtroppo molte altre persone – con fini meno goliardici dei nostri – nel tempo hanno prelevato (leggi rubato) ogni pietra trasformando la “Fescina” in un rudere fatiscente.

La nobiltà di queste zone oggi è un concetto dimenticato.

La necropoli abbandonata a Quarto (NA)

Terra dei Fuochi, basta con le promesse!

Le cronache di questi giorni ci parlano di una terra martoriata e violentata nel tempo: ovunque si scavi, invece di antiche tracce romane, spuntano rifiuti tossici.

A Caivano, Qualiano e Giugliano le discariche abusive hanno costantemente inquinato le campagne che producevano frutta ed ortaggi esportati in tutt’Italia, simboli di fertilità e sana alimentazione.

L’agricoltura della zona è stata uccisa dall’ignobile ecomafia.

Il disastro ambientale della Terra dei Fuochi oggi è sulle prime pagine dei giornali, seguono fiumi di parole, promesse e speranze, le nuove commissioni governative sostituiscono le vecchie ed iniziano da zero il lavoro, le decisioni tanto attese sono rinviate e le agognate bonifiche – un diritto per ogni cittadino – un miraggio in attesa di bla bla bla …

BASTA!

Perché non dichiarare la Terra dei Fuochi zona militare? Perché il Ministro degli Interni non si trasferisce a Caivano per rimarcare la sovranità dello Stato anche per le opera di bonifica in queste terre vessate ed abbandonate dallo Stato?

Il tempo è scaduto, vogliamo i fatti.

Nota di Michele Buonomo,
Presidente di Legambiente Campania.

LEGAMBIENTE – «Ieri Casal di Principe, Qualiano, oggi Caivano domani siamo in attesa : ormai è una lotta impari con la terra che si è ribellata e scoppia per i troppi veleni.  Nel 2013 gli anni di denunce sono diventati 25, un quarto di secolo.  E’ la storia di un film già visto, raccontato minuziosamente in ogni Rapporto ecomafia e nelle migliaia di pagine tra documenti e atti giudiziari.  Ma nulla s’è mosso. Nessuno fa nulla, territori sono ancora inquinati e di bonifiche nemmeno l’ombra.  Anche se il cancro sta divorando intere famiglie, mentre l’Italia accumula procedure di infrazione europee e lo sconcerto di mezzo mondo. Cosa si aspetta per offrire concretamente un contributo di verità nei confronti dei tanti onesti cittadini campani che vogliono riscattare il proprio territorio e affermare i principi di legalità e trasparenza?»

Terra dei Fuochi, rifiuti tossici a Caivano


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