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Carmine Schiavone ci ricorda che non siamo un paese normale

In Italia è in atto la guerra civile?

Come può una Nazione definirsi civile se intere zone del paese sono controllate dalla criminalità organizzata?
Un Governo non deve garantire a tutti i cittadini – dalla Val d’Aosta fino a Lampedusa – gli stessi diritti?
Perché subire le angherie di un mafioso (vedi pizzo) a Palermo è accettato e considerato (quasi) «inevitabile»?
Può essere considerata «normale» la guerra che ogni giorno si combatte in Italia tra i clan della mafia, camorra, ndrangheta e sacra corona unita?

Carmine Schiavone, il camorrista pentito

Le parole choc di Carmine Schiavone

Siamo un popolo assuefatto, abituati a leggere di morti ammazzati nei trafiletti della terza pagina dei giornali non percepiamo più la gravità della situazione.

Allora, vedere in faccia Carmine Schiavone, ascoltare le sue sconcertanti parole, capire (o cercare di farlo) le teorie folli e lucide di un camorrista pentito, è scioccante.

L’ex capo dei casalesi parla di «rifiuti tossici intombati tra Campania e Lazio», «politici affiliati al clan», «tre miliardi al mese per corrompere polizia, carabinieri, finanzieri e pagare gli stipendi», affermazioni farneticanti di un pazzo oppure una realtà oscura, paurosa, orribile, inquietante, terrificante, agghiacciante ma esistente?

Forse è più prudente non affrontare questi «mostri», sono troppo reali e pericolosi.
Meglio parlare di IMU, videomessaggi, servizi sociali e larghe intese.


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Parole, parole, parole

Le parole (troppe) ed i fatti (pochi)

Da bambino mi insegnavano che «tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare» e con gli occhi innocenti di allora non comprendevo appieno la saggezza di questo proverbio.
Oggi, da qualsiasi parte mi giri, non posso che concludere sdegnato: il mondo si basa sulle parole.

Discorsi, promesse, dichiarazioni, comizi, «faremo», «costruiremo», «bonificheremo», «creeremo» … parole, parole, parole non sono altro che parole. Il verbo ha sostituito l’azione, la promessa il motore della politica, l’illusione la benzina dei governanti.
Ed i fatti concreti?
Quando? Come? Dove?

Baia Domitia, un mare di promesse

Le bonifiche promesse e mai realizzate

La Regione Campania da anni promette le bonifiche nei territori martoriati da discariche abusive e scempi ambientali (una per tutti, la Terra dei Fuochi).

Si discute col ministro di turno, segue il comunicato ufficiale e poi?
Quale azione concreta viene eseguita?
Indicatemi una sola zona tra Napoli e Caserta bonificata, un pezzo di terra sottratto allo scarico illegale di sostanze pericolose (poi bruciate) e restituite all’agricoltura e farete di me un uomo felice.

Ogni estate torno sul litorale casertano per trascorrere qualche giorno al mare ed ogni anno – noi villeggianti del litorale Domitio – alla vista del mare ci chiediamo dubbiosi: «i depuratori funzionano?».

I gestori dei lidi ed i politici locali annunciano convinti ai turisti: «ci aspetta una stagione bellissima, stiamo investendo milioni di euro per valorizzare l’intera zona».

Le solite domande si ripetono ogni anno

E’ la promessa eterna che non cancella il dubbio sul mare pulito e così uno specchio d’acqua cristallino nel quale tuffarsi diviene l’eccezione e non più la normalità.
I depuratori funzionano regolarmente?
Le acque sono balneabili?
L’ARPAC ha analizzato l’intera costa e pubblicato i risultati delle analisi?
Possiamo bagnarci senza esitazione?
I controlli sono reali oppure solo numeri senza nessuna verifica reale da parte degli organi competenti?

BASTA! BASTA! BASTA!

Sono stanco … invece dei mostruosi BLA BLA BLA desidero un pezzo di carta sul quale sia documentato un’azione REALE E CONCRETA.

Il tempo delle parole è scaduto, per tutti.


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