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Tag: castel dell’Ovo

La Sirena Partenope e quell’irresistibile fascino blu [FOTO]

L’eterna seduzione della Sirena Partenope

Anche stavolta, cedo alla tentazione blu.
La Sirena Partenope seduce, per il viandante non c’è scampo.
Lo stesso dolce destino tocca allo straniero di turno.

Nessuno sfugge al richiamo, nonostante tu l’abbia già vista mille volte, ogni volta ti abbandoni al suo fascino eterno.
Eppure, mentre osservo l’immortale bellezza blu, mi chiedo perché l’uomo resti conquistato dall’immensità del mare.

Dovrei porre la domanda ad un filosofo.
Oppure ad uno dei tanti pescatori che trascorre la sua esistenza tra le onde.

Il fascino eterno della Sirena Partenope

Il solito, magnifico quadro blu

Il maltempo dei scorsi giorni ripulisce l’aria.
In lontananza intravedo Capri, cerco di catturarla nel piccolo obiettivo dello smartphone.
A destra, Castel dell’Ovo – la sentinella di Napoli -, a sinistra la collina di Posillipo.

Il solito, magnifico quadro visto e rivisto in mille scatti colorati.
Ma questa mattina di fine gennaio, la cartolina mi appare, ancora una volta, diversa.
Dalla tasca, afferro lo smartphone e fotografo.

Il fascino della Sirena Partenope, dopo duemila anni, seduce ancora.


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Bike sharing, perchè è importante (e a Napoli non c’è)

Le ciclostazione del bike sharing? Attaccapanni

La ciclostazione è proprio di fronte Castel dell’Ovo.
Perfetta per appoggiare il giubbotto e annessi prima della foto-ricordo.

Perché le postazioni abbandonate del bike sharing napoletano, oggi, a questo servono: da attaccapanni per chi si mette in posa, una inattesa panchina se vuoi recuperare le energie, da toilette per la zampa del quadrupede in cerca di stimoli.

Dopo il tour sulla magnifica terrazza di Castel dell’Ovo, il «mostro» me lo ritrovo davanti in tutto il suo degrado: un monumento all’incuria per ricordarci che il bike sharing a Napoli è ufficialmente morto.

Bike sharing Napoli, servizio fermo da anni. Perchè?

Bike sharing, educazione alla pedalata

Oggi pedalo per gioco.

Domani riprovo, tanto il servizio è gratuito e posso spostarmi in città in modo veloce e senza stress.

La settimana successiva – vista la reale efficacia del bike sharing – riuso la bici per andare e per tornare.

Finché lo sfizio diviene una (sana) abitudine.

E poi, quasi quasi, mi compro una bella bicicletta, magari a pedalata assistita.

Lascio finalmente l’auto in garage e pedalo fino in ufficio.
Divento talmente convinto che, se abito lontano, raggiungo la stazione in bici e continuo col treno.

Fino ad un mese fa, questi erano pensieri scandalosi.

Poi, grazie ai piccoli, quotidiani spostamenti con il bike sharing comunale, scopriamo che la mobilità sostenibile non è un parolone valido solo a Copenaghen.
Al contrario, è applicabile anche nel nostro piccolo mondo.

Se c’è volontà politica, organizzazione, disponibilità.
Strumenti per convincere gli indecisi e trasformare lo sparuto numero di ciclisti metropolitani in un esercito di pendolari ecologici.

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A Napoli, quando riprendiamo a pedalare?

Il bike sharing educa il cittadino all’uso della bici.

Un elementare mezzo di trasporto per introdurre il primo, fondamentale passo alla mobilità alternativa, un segnale essenziale delle istituzioni verso il cittadino: lo Stato ci crede e ti aiuta a pedalare.

Purtroppo la realtà racconta altro: in città, il bike sharing non è attivo da diversi anni (l’ultimo post sul blog del sito ufficiale risale al 23 maggio 2016).

Restano le ciclostazioni abbandonate.
A ricordare a tutti che una realtà diversa è possibile.

Ma al momento, per l’incapacità della politica, non realizzabile.


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Castel dell’Ovo, la star del lungomare di Napoli

Castel dell’Ovo, la sentinella del lungomare

Se passeggi sul lungomare di Napoli, è impossibile resistere alla tentazione: smartphone alla mano, inquadri il vecchio VIP, stai attento alla posizione del sole, osservi il mare e scatti.

L’antica sentinella entra di diritto tra le star più fotografate dai turisti, dagli stessi napoletani e visitatori da ogni angolo del mondo (per le sue dimensioni e fermezza, viene consigliato anche per un veloce selfie).

Se la fotografia non è la materia nella quale eccelli, non ti preoccupare.
Il fascino naturale della maestoso avamposto, i colori azzurri delle onde di Mergellina, la luce accecante sopperiscono alla inesperienza dell’autore e alla deficienza del dispositivo.

Eppure, nonostante sia un soggetto inflazionato, come tutte le bellezze risulta diverso ed attraente in ogni fotografia.

Non c’è dubbio: il il Castel dell’Ovo è proprio fotogenico.
(segue lo scatto dello scrivente)

Castel dell'Ovo, la star del lungomare di Napoli

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