faCCebook.eu

Sbatti il mostro in homepage!

Tag: città metropolitana

Salvator Rosa, stazione Linea1: svelato il mistero delle scale mobili ferme da tre mesi [FOTO]

Linea1, stazione Salvator Rosa: l’avviso ANM

Impianto temporaneamente fuori servizio.
Stiamo lavorando per ripristinarlo nel più breve tempo possibile.
Ci scusiamo per il disagio
(avviso ANM, stazione Linea1 Salvator Rosa)

Il Comune di Napoli fa sul serio.
Le scale mobili ferme da tre mesi alla stazione di Salvator Rosa, dimostrano la ferrea volontà politica di raggiungere l’obiettivo-salute entro l’estate.

E’ assurdo immaginare il perché l’impianto, da diverso tempo guasto, non funzioni ancora.
E’ davvero così complicato riparare delle ordinarie scale mobili?
Non ci credo.

L’unica spiegazione razionale è il piano segreto delle Istituzioni: combattere la pigrizia del cittadino costringendolo al movimento.

Come?
Riducendo gli autobus pubblici, fingendo di non possedere le risorse per potenziare la metropolitana, fermando sistematicamente le funicolari, abolendo qualsiasi forma di mobilità alternativa.

I primi risultati sono incoraggianti.
La resistenza del napoletano è superiore alla media nazionale e – caratteristica sviluppata negli anni di disservizi continui – si adatta in ogni altro luogo senza difficoltà alcuna.
(da una testimonianza recente di una cavia napoletana)

Stazione di Salvator Rosa, scale mobili ferme da tre mesi

Salvator Rosa, ingresso secondario: le foto

Di fatto, chiunque entri per l’ingresso secondario di Salvator Rosa, è costretto a percorrere una lunga scalinata prima di giungere all’interno della stazione.

Il Comune non fa sconti a nessuno: mamme con le carrozzine, anziani, i diversamente abili, infortunati vari.
Tutti a piedi, costi quel che costi.

Il cittadino deve curare la forma fisica: o corri giù scalino dopo scalino oppure raggiungi l’ingresso principale (sempre a via Salvator Rosa, distante un quattro/cinquecento metri dall’entrata secondaria) e prendi l’agognato ascensore.

Stazione di Salvator Rosa, l'avviso ANM

Stazione di Salvator Rosa, l'altra scala mobile è solo in salita

Linea1, quando arriva il prossimo treno?

Oltre la forma fisica, il Comune lavora per temprare anche l’aspetto psicologico del cittadino napoletano.

Da tempo immemore, infatti, i display presenti nelle stazioni della Linea1, invece di annunciare quando giungerà il prossimo treno dei desideri, visualizzano (se accesi) un asettico messaggio: “Prove tecniche”.

Ecco l’altro punto del piano segreto delle Istituzioni: un corpo sano è inutile se guidato da una mente fragile.

Occorre fortificare il carattere del passeggero: il mistero sui tempi d’attesa forgia lo spirito, sprona la comunicazione, allena la pazienza.

Salvator Rosa, i tempi d'attesa del prossimo treno restano un mistero

Scale mobili, è finito l’esperimento?

Ora che il sottoscritto ha reso pubblico il vero motivo dello stop delle scale mobili di Salvator Rosa, chiedo ufficialmente agli organi competenti di interrompere l’esperimento.

Il guasto simulato, dopo tre mesi di finta inefficienza, falso disinteresse, cattiva gestione delle stazioni, può ritenersi concluso.

I cittadini ringraziano le Istituzioni per la ritrovata forma fisica.
Ora, però, rimettete in funzione le scale mobili della stazione di Salvator Rosa.
Desideriamo un sano riposo.

Dopotutto, dopo tre mesi di allenamenti, lo meritiamo.

Salvator Rosa, quando finirà l'esperimento?


Restiamo in contatto: ricevi la newsletter

Scuola CAPALC/2, l’ex ecomostro: a settembre la prima campanella. Dopo 41 anni.

Scuola CAPALC/2, apertura cantiere: 1976

L’ex ecomostro sembra un lontano ricordo, oggi la scuola CAPALC/2 è pronta ad ospitare gli studenti di Bagnoli, Fuorigrotta e zone limitrofe.

L’annuncio del sindaco De Magistris (settembre 2016), dunque, risulta vero e chiude un capitolo vergognoso più volte denunciato dai media (con la foto del sottoscritto pubblicata nella rubrica RiFatto de Il Fatto Quotidiano)

Siamo ad agosto 2017.
Sono trascorsi 41 anni dall’apertura del cantiere.

Quarantuno anni per completare un’opera pubblica.
Quarantuno anni di sperpero di fondi statali.
Quarantuno anni di scandali senza un colpevole.
Quarantuno anni di oscenità politiche.

Un cittadino qualsiasi, però, oggi – dopo 41 anni! – si pone alcune elementari domande che meritano risposte convincenti.

La scuola CAPALC/2, ex ecomostro oramai terminata (dopo 41 anni!)

La scuola CAPALC/2 rispetta le norme attuali?

Dopo 41 anni dal primo mattone, possiamo affermare che le aule, i laboratori, le palestre, la mensa, la segreteria rispondano alle norme vigenti?

In un Paese normale, l’osservazione risulterebbe offensiva ma nel nostro caso, dopo quasi mezzo secolo dall’inizio dei lavori, non si può dare nulla per scontato.

Anche in termini di sicurezza: la scuola CAPALC/2 rispetta le nuove regole antisismiche?

La scuola CAPALC/2, ex ecomostro oramai terminata (dopo 41 anni!)

Scuola CAPALC/2, la posizione

La scuola CAPALC/2 sorge nel quartiere Fuorigrotta, non distante da Bagnoli ed Agnano, al confine tra Napoli e Pozzuoli.

La strada – via Terracina – è molto trafficata (c’è anche l’ospedale San Paolo dotato di Pronto Soccorso) e gli unici mezzi pubblici che servono la zona sono gli autobus dell’ANM.

Nei dintorni della scuola CAPALC/2, non è presente nessuna fermata della metropolitana o treno locale.

Perché la città, durante questi lunghi 41 anni, ha cambiato volto.
Mentre i lavori dell’opera pubblica si bloccavano, riprendevano, attendevano nuovi finanziamenti, a Napoli la viabilità ha subito cambiamenti profondi.

Chiedo: oggi, nel 2017, avrebbe ancora senso costruire la scuola nell’attuale zona di via Terracina?

La scuola CAPALC/2, ex ecomostro oramai terminata (dopo 41 anni!)

In cerca di risposte

Da cittadino non assuefatto alle varie «mostruosità», invierò i suddetti quesiti agli organi competenti.

In caso di risposte, vi aggiornerò con tempestività.

Nel mentre, godiamoci il suono della prima campanella emesso dalla CAPALC/2.
Dopo 41 anni, il trillo vale oro.


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén

Translate »