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La raggelante classifica dei (tre) «mostri» top del 2018

Classifica 2018: i tre «mostri» top

  1. Come scegliere (e quando cambiare) la foto del profilo
  2. Mondragone, cittadinanza onoraria al grattacielo-ecomostro
  3. facebook, la barzelletta

I suddetti articoli sono i post più letti su faCCebook.eu nel 2018.
E chiariamo subito un punto: non ne sono orgoglioso.

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Primo classificato: la foto del profilo

Quando cambiare e come scegliere l’immagine che ci rappresenta sui social, negli ultimi dodici mesi, distanzia tutti gli altri «mostri» di forma, colore e razze diverse e sale sul gradino più alto del podio.

Come scegliere (e quando cambiare) la foto del profilo dunque, trionfa e – leggendo meglio i numeri – doppia articoli ben più interessanti e profondi.
Questo aspetto proprio non mi piace.

A conferma che sul web la leggerezza premia, facebook, la barzelletta – post breve e divertente – occupa la terza posizione. 
Risultato, per il sottoscritto, raccapricciante.

Mario Monfrecola, ieri ed oggi: primo nella classifica dei post più letti nel 2018

Per fortuna c’è l’ecomostro di Mondragone

La consolazione giunge da un tema a me caro: la difesa dell’ambiente.

L’ironico articolo Mondragone, cittadinanza onoraria al grattacielo-ecomostro risulta il secondo più letto nel 2018, non distante dal vertice.

Contrastare il degrado (morale e non) puntando sulla bellezza ed il rispetto del territorio, è un concetto che ripresenterò nel nuovo anno.

Il grattacielo abbandonato di Mondragone, secondo in classifica tra i post più letti nel 2018

2019, si parte!

Del futuro non vi è certezza, non vi è dubbio.
Eppure una certezza esiste: anche il 2019 sarà un anno di «mostri».

Ma, attenzione: non necessariamente i «mostri» rappresentano esseri o eventi negativi.
Come la suddetta classifica dimostra, i temi affrontati sono di diversa natura, razza e colore.

Dunque, nel 2019 su faCCebook.eu troverete sempre storie di «mostri».
I «mostri» sono ovunque.
Perché sono dentro di noi.


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Perché non vivo a Milano (nonostante #hpemergency)

Milano, città generosa

Nel produttivo meccanismo lombardo, c’è un’opportunità per tutti.
Il gigantesco congegno gira senza mai incepparsi da più di cinquant’anni e sostiene l’intera economia del Nord.

Chiunque giunga a Milano – i campani, pugliesi e calabresi di ieri o gli egiziani, siriani, filippini di oggi – può contribuire a tener vivo il sistema.

Potrà insediarsi in un anello infinitesimale del congegno, essere un nuovo bullone in una serie di bulloni invisibili oppure ampliare l’insieme inventandosi nuove funzionalità.

Dipende dalle proprie potenzialità e capacità, Milano è pronta ad inserire il volenteroso nel sincronismo perfetto.

Milano al settimo posto, Napoli al novantaseiesimo

La pagella finale stilata dal Sole 24Ore per il 2014 premia Milano con un lodevole settimo posto.
Nella classifica annuale che misura la qualità della vita, il capoluogo lombardo è la prima tra le grandi metropoli italiane (precede Roma di cinque posti).

I numeri bocciano il Sud e Napoli: nonostante guadagni undici posizioni rispetto all’anno precedente, la nostra città resta nei bassifondi con il desolante novantasei appiccicato sul Vesuvio.

Perché non vivo a Milano (per ora)

Perché non vivo a Milano (per ora)

La qualità della (mia) vita

Lo scorso luglio pernotto a Milano per un paio di giorni.
Mancavo dal capoluogo lombardo dal lontano 2004 (allora ero uno dei tanti pendolari: mi fermavo dal lunedì al venerdì per rientrare a Napoli nel weekend e ripartire ad inizio settimana).

A distanza di dieci anni, trovo la città più accogliente ed organizzata.

L’efficienza dei trasporti pubblici è – se possibile – migliorata, la puntualità della metropolitana e degli autobus, la pulizia delle strade, gli eventi per l’EXPO sono aspetti positivi di un quotidiano buon funzionamento della macchina lombarda.

Una metropoli italiana al pari delle più grandi capitali europee, ne sono convinto.

Bastano questi parametri per valutare la qualità della vita?

No.
Io a Napoli vivo bene, nonostante il 96, numero scarlatto.

Finché potrò lavorare nella mia caotica città, contribuirò a migliorare il disordinato meccanismo partenopeo che, seppure non risulta efficiente come l’orologio milanese, conta sulla generosità, volontà, tenacia, dignità e talento di un popolo abituato ad affrontare le avversità da sempre.

Dateci solo la possibilità di restare a Napoli, fermate #hpemergency.

Io, l’Uomo più bello del mondo

Chi potrebbe obiettare la seguente, audace e fondata affermazione?

«Io sono l’uomo più bello del Pianeta».

Ho usato con cognizione di causa proprio l’aggettivo qualificativo «bello» e non un altro epiteto, me ne assumo appieno la responsabilità (etica ed oggettiva). Certo, il mio volto non compare in nessuna delle classifiche stilate dalle più importanti riviste di settore ma la spiegazione è ovvia: non mi conoscono.
Prendiamo i dieci uomini più sexy del 2013 secondo Vanity Fair: al primo posto si piazza il banale istruttore di surf Christian Yeager, seguono i soliti noti Jude Law, Brad Pitt ed altri artisti o presunti tali.

Ma quale competente giuria ha stabilito tale profonda graduatoria?

Mistero.

Christian Yeager,

Il segreto è presto svelato: la bellezza non può essere misurata.

Questa concetto elementare, però, sbatte contro la fissazione dell’Uomo di voler misurare tutto (attenzione, ho ripetuto volutamente il verbo misurare per rafforzare il concetto dell’assegnare un numero ad ogni entità presente nell’Universo). L’effetto domino derivante dall’errore (palese) di stabilire una graduatoria in relazione ai canoni fisici comporta aberranti conclusioni  (penso alle varie Miss Italia ed equivalenti).

Mi spiace per Voi amici Lettori – e soprattutto per le care amiche Lettrici – ma oggi «l’Uomo più bello del Mondo» sono io.
Se siete capaci, definite un operatore per il quale ha significato “lui è più bello di me” con la stessa logica usata in algebra per asserire che “cinque è maggiore di tre” ed enunciate la teoria che nega la mia tesi.

Finché un qualsiasi pinco pallino non dimostrerà il contrario, il podio sarà matematicamente mio.

Io, l'Uomo il più belo del mondo

 

 

La classifica delle piccole inciviltà metropolitane

Inciviltà ed assuefazione

L’inciviltà delle persone suscita, nel cittadino perbene, molteplici reazioni tutte negative: indignazione, rabbia, impotenza sono i sentimenti più comuni.
Non desidero nemmeno scomodare i drammi che da sempre devastano il Pianeta, mi riferisco a quei volgari, fastidiosi gesti di uso quotidiano ad opera di maleducati che infestano le nostre città peggio delle zanzare d’estate.

Abitudini oramai accettate, imprese ignobili ed irrispettose verso la collettività, misere azioni vigliacche di cafoni metropolitani.

La mia personalissima classifica

Chi vuole può aggiungere altre piccole, tremende «mostruosità».: ogni suggerimento sarà ben accetto.

9 il vicino di casa che di notte ascolta la musica (o vede la TV) con un volume talmente alto che sembra di averlo in camera vicino vicino
8 l’auto parcheggiata sul marciapiede che ostacola il passaggio di un carrozzino oppure ne ostruisce lo scivolo per scendere/salire dalla strada
7 le tristi testimonianze post picnic (al mare o in montagna il risultato non cambia: un tappeto di rifiuti non raccolti)
6 errore (voluto) del cassiere del supermercato di fiducia nel dare il resto della spesa: sempre a nostro discapito
5 il furbetto che si intrufola per non rispettare la fila (alla posta o dal salumiere, il concetto è il medesimo)
4 riempire il bidone della raccolta differenziata sotto il portone di casa nei giorni non stabiliti dal calendario

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3 la minacciosa richiesta di un euro da parte del parcheggiatore abusivo
2 gettare il pacchetto di sigaretta (bottiglia di plastica, fazzolettino di carta o altro piccolo rifiuto) dal finestrino dell’auto in corsa
1 gettare il pacchetto di sigaretta (bottiglia di plastica, fazzolettino di carta o altro piccolo rifiuto) dal finestrino dell’auto bloccata nel traffico

PS: ringrazio il maleducato di turno che si è sbarazzato del pacchetto di sigarette vuoto (allego foto) per l’ispirazione fornita

Il fumo uccide, l'inciviltà che aiuta a prevenire


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