Passengers, un film di fantascienza del 2016
Solo.
Intorno a te, il silenzio assordante dell’Universo.
Sei l’unico essere vivente sveglio, prigioniero di un’astronave ultra moderna con altri cinquemila passeggeri ibernati.
Un villaggio turistico iper-tecnologico che viaggia alla velocità della luce verso il nuovo mondo, una colonia da fondare distante milioni di chilometri dalla Terra.
Ma per ricominciare una seconda vita, però, occorre viaggiare per altri novanta anni.
Purtroppo, un imprevisto ti ha scongelato dalla siesta e mentre gli altri cinquemila passeggeri si godono il pisolino programmato, tu sei l’unico uomo con gli occhi spalancati.
Solo nell’Universo.
Pronto ad impazzire.
La forza della solitudine
Dunque, che fare?
Svegliare qualcuno dal letargo, costringerlo alla prigionia forzata nell’astronave, rubargli la vita per invecchiare insieme, da soli nell’Universo – senza mai raggiungere la nuova Terra?
Forti dei nostri leali sentimenti, al posto dell’ibernato insonne, come ci comporteremmo?
Dal comodo divano del salotto, col telecomando tra le mani e l’atmosfera di casa a proteggerci, ci indigniamo al solo pensiero di condannare un altro essere umano pur di soddisfare il nostro (insano) egoismo.
Ma la solitudine è un «mostro» che morde i polpacci.
Al nostro solitario eroe spaziale cresce la barba e la disperazione, tenta il suicidio pur di non ammazzare un altro passeggero.
Ma nulla può contro la voglia di sopravvivere.
quando affoghi, ti tiro dietro sempre qualcun altro
Passengeres, il finale pirotecnico
Alcuni misteri restano: perché il nostro Lupo Solitario, tra i cinquemila avventurieri, sceglie proprio Lei, scrittrice in carriera?
Non era più saggio scongelare un medico, un pilota o un pizzaiolo?
E poi, al nostro eroe spaziale, piace vincere facile: in assenza di concorrenza, chi vuoi che frequenti la bionda?
Trattasi di una disavventura nell’Universo o di una romantica crociera tra i Pianeti?
Come finisce Passengers?
Nell’unico, possibile, scontato, inatteso modo: egoismo ed amore non sono poi così distanti come immaginiamo.
Nemmeno nel lontano futuro.