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Tag: ebook (Page 3 of 6)

Io ci sto, la libreria dei sogni (realizzati)

«Io ci sto», la libreria di tutti

«Io ci sto» è un esempio da invidiare.
Un gruppo di amici realizza un sogno: aprire, nel cuore del Vomero, una libreria.

Nonostante la crisi editoriale, tre anni fa (nel luglio del 2014) – contro ogni pronostico commerciale – sorge «Io ci sto», la libreria di tutti.

«Io ci sto», alla presentazione di L'ombra e la notte di Gino Giaculli

Alla presentazione del libro di Gino Giaculli

Alla presentazione dell’interessante libro L’ombra e la notte di Gino Giaculli (giornalista de Il Mattino), medito.

La piccola sala non contiene gli spettatori, molti ascoltano dall’uscio, altri gironzolano in libreria e ogni tanto si affacciano.

In sala, l’autore saluta e ringrazia gli intervenuti.
Quasi tutti conoscono Gino Giaculli che sembra di casa.
Lo scrittore ringrazia, spiega, descrive.

Emozione genuina, la platea apprezza.

«Io ci sto», alla presentazione di L'ombra e la notte di Gino Giaculli

«Io ci sto», l’orogoglio del sogno realizzato

Osservo gli scaffali pieni di libri, percepisco l’entusiasmo della relatrice, la felicità di aver realizzato un centro culturale, l’orgoglio per un progetto avverato.

La presenza dell’intellettuale Aldo Masullo, del giornalista Vincenzo Esposito (Corriere del Mezzogiorno), attestano l’autorevolezza di questa realtà napoletana.

Ma soprattutto, la loro testimonianza valorizza il lavoro dei tanti volontari e degli innumerevoli soci.

«Io ci sto», alla presentazione di L'ombra e la notte di Gino Giaculli

Le domande del sottoscritto

Convinzione?
Volontà?
Amicizia?
Opportunità?

Quale è li segreto per realizzare un progetto?
Perché gli amici di «Io ci sto» sono riusciti laddove la maggioranza delle persone fallisce? (a partire dal sottoscritto)

Desidero carpire il segreto che si nasconde tra gli scaffali, l’entusiamo per le cento iniziative, da dove nasce la forza per portare avanti un sogno.

La cultura, il motore del successo?

Seguirò l’evoluzione di «Io ci sto».
Con gli occhi di un ammiratore sincero 🙂


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I tre segreti del lettore felice

UNO – Spontaneità

«Per le vacanze, leggete un libro a piacere».
Il consiglio della prof di italiano al sottoscritto, giovane studente di informatica, cadeva nel dimenticatoio.

A scuola, consideravo la lettura un’imposizione.

Trovavo assurdo investire parte del tempo libero tra le pagine di un romanzo.
Oggi, al contrario, trovo assurdo non leggere un libro.

Seguo il sentimento che regola tutti i grandi amori: la spontaneità.
Essere liberi di leggere resta il segreto per alimentare la passione che, se costretta, si spegne.

Dunque:

  • assecondo i tempi (leggo se lo desidero e prendo le dovute pause di riflessione in caso di stanchezza)
  • alterno i generi
  • dopo un libro appagante, riparto con un romanzo soft per digerire ed apprezzare la storia appena finita

Piccole regole per un rapporto felice e spontaneo.

I tre segreti del lettore felice

DUE – Ebook for ever!

Degli ultimi dieci libri, nove sono ebook.
Abbi fortuna e dormi del mio amico Luciano Esposito è l’ultimo cartaceo acquistato.

Toglietemi tutto ma non il mio Kindle, l’e-reader di Amazon.
I vantaggi sono palesi:

– dematerializzo i libri (risparmio di spazio e carta)
– compro ebook a prezzi ridotti (vedi Offerte lampo di Amazon)
– leggibilità massima in ogni ambiente e situazione (al sole, sotto l’ombrellone o con la luce flebile del comodino vicino al letto)

TRE – Vivere la libreria

Respirare l’atmosfera della libreria, annusare le bollicine di cultura, sbirciare la quarta di copertina di un nuovo romanzo, incontrare scrittori e partecipare ad eventi (come Lorenzo Marone alla Feltrinelli di Napoli).

Vivere e frequentare la libreria è un regalo al quale non rinuncio.

Ascoltare, confrontarsi, commentare: dietro ad ogni opera, si nasconde un mondo da scoprire.
In libreria.

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Io, lettore felice

Scaricare ebook e toccare con mano una pagina di un romanzo, sono aspetti di una medesima passione: la lettura.

Sono convinto: il libro e la cultura restano le armi più efficaci per combattere i «mostri» di ogni forma, colore, razza.

Parola di un lettore felice 🙂


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Luciano Esposito alla Ubik di Napoli: «Abbi fortuna e dormi», storia di polifedeltà

Luciano Esposito alla libreria Ubik

La sala conferenza della libreria Ubik, nel centro storico di Napoli, fatica a contenere il calore intorno a Luciano Esposito.

Il giovane scrittore presenta – per la prima volta in pubblico! – il suo libro Abbi fortuna e dormi.

Dopo l’intervista esclusiva pubblicata qualche tempo fa, il sottoscritto non poteva mancare all’imperdibile manifestazione.

Luciano Esposito alla libreria Ubik di Napoli presenta il suo libro «Abbi fortuna e dormi»

Gli amici di sempre

Riconosco un po’ tutti: Antonio, Rosy, Angelo, Daniela …
Sono i soliti amici di Luciano, gli amici di sempre.

L’introduzione di Gerardo – professore di letteratura – presenta la storia e descrive lo stile «fresco» utilizzato dall’esordiente autore.

La musica di sottofondo del maestro di conservatorio Federico rende l’atmosfera magica (inutile ricordare che entrambi sono cresciuti con Luciano).

Osservo la sala gremita, sorrido compiaciuto.

 

La cultura, una serata intorno ad un libro

L’emozione suscitata da un evento culturale è un aspetto di Napoli importante e poco evidenziato dai media.

Dibattere intorno ad un libro, confrontarsi con le dotte parole dell’editore, ascoltare pagine del romanzo recitate da Michele – altro vecchio amico – con l’enfasi giusta, è il miglior biglietto da visita per conoscere il mondo di Luciano.

«Scrivere è una forma di espressione come disegnare» spiega lo scrittore.
«Ho impiegato sette anni per completare Abbi fortuna e dormi. Mi è sempre piaciuto raccontare storie e pubblicare il libro era per me inimmaginabile. Essere qui è un sogno» confida Luciano con un pizzico di commozione.

Luciano Esposito alla libreria Ubik di Napoli presenta il suo libro «Abbi fortuna e dormi»

«Abbi fortuna e dormi» e la polifedeltà

«Non è una storia autobiografica e la trama non è incentrata su un volgare tradimento. Piuttosto parliamo di un sentimento puro, di vero amore: l’amore di un uomo per due donne».

La definizione utilizzata durante il dibattito è perfetta: polifedeltà.

Può un uomo essere innamorato contemporaneamente di due donne?
Una passione pulita, di assoluta dedizione – non certo un prosaico adulterio.

Luciano garantisce un finale non banale, fuori dagli stereotipi tipici di una “relazione a tre”.

La fiducia del Lettore è ben riposta.
Parola di chi conosce il buon, vecchio Luciano, narratore di storie fantastiche.

Luciano Esposito alla libreria Ubik di Napoli presenta il suo libro «Abbi fortuna e dormi»

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Sante Roperto e quelle magiche atmosfere della Calabria dimenticata

Sante Roperto, La notte in cui gli animali parlano

Ho un debole per i romanzi ambientati in Calabria, l’ammetto.

Il mare alto già a riva, le lunghissime giornate trascorse in spiaggia (piena di sassolini), la pelle arrostita, gli alberi di fichi, il verde intenso, i paesini arroccati sulle colline, le strade desolate sotto il sole cocente, i volti degli anziani scavati dal tempo, le vacanze dell’infanzia.

E dunque, riconosco ed amo le atmosfere profumate raccontante dal bravo Sante Roperto in La notte in cui gli animali parlano.

Sante Roperto, l'autore di "La notte in cui gli animali parlano"

Gli amori non vissuti

La notte in cui gli animali parlano è ambientato tra le viuzze di Conflenti, piccolo paesino in provincia di Catanzaro che, scopro con divertimento, esistere per davvero.

Il protagonista è proprio Conflenti – il paese – il luogo dove la storia inizia e tutto finirà.

La trama, come un cerchio ideale, si chiude alla perfezione: passato e presente confluiscono nell’unico punto capace di concentrare i destini dei vari personaggi.

Matteo e Claudia, l’amore giovanile non vissuto, si alimenta del ricordo.
Ma il ricordo idealizza, pone su un immeritato piedistallo l’oggetto del desiderio.
Il desiderio è anche forza: le mille vicissitudini di Alessandro, il nonno di Matteo, partito per la seconda guerra mondiale con il sogno di tornare dall’unico, grande amore della sua vita.

 

Perché leggere La notte in cui gli animali parlano

Trattasi un romanzo di pura evasione.
Storia leggera, il libro alterna il presente (Matteo) col passato (nonno Alessandro), sempre incentrato sui sentimenti puri, tipici del tempo che fu.

Scritto con uno stile lineare, le pagine corrono via veloci fino all’atteso finale.
Piacevole, nostalgico al punto giusto, Sante Roperto non scade mai nei facili sentimenti.

Dopotutto, chiunque di noi potrà ritrovarsi nelle riflessioni di Matteo e Claudia.
Ed è il risulato al quale aspira l’autore:

Ogni Lettore, quando legge, legge se stesso
(Marcel Proust)

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Luciano Esposito e la storia dell’uomo innamorato di due donne (contemporaneamente)

Tra Eco e Fallaci sbuca Luciano Esposito

Luciano, partiamo dalla fine.
Quali emozioni ti suscita l’immagine di Abbi fortuna e dormi sugli sugli scaffali delle librerie?
R: Chi l’avrebbe mai detto. Non posso negare che vedere esposto il mio romanzo in libreria, tra Umberto Eco e la Fallaci, mi ha fatto un certo effetto.
Per carità, lungi da me qualsiasi tipo di accostamento, è solo questione di iniziali di cognome.

Luciano Esposito è un amico di famiglia.
Gioviale, disponibile, ospitale.
Pochi sospettano che, dietro quel sorriso bonario, si cela l’animo sensibile dello scrittore.

«Chiunque ha una storia da raccontare, basta porgli le giuste domande» è la scintilla per le interviste del sottoscritto a personaggi perlopiù sconosciuti al grande pubblico.

Oggi tocca al novello scrittore, il tipo di personaggio sul quale amo accendere il riflettore.

Per scoprire un possibile talento, per ascoltare e conoscere il mondo di una persona che ha realizzato un’opera immortale: un libro.

Luciano Esposito, l'autore di «Abbi fortuna e dormi»

L’intervista

D: Luciano, perché un bel giorno senti l’esigenza di raccontare una storia che, forse avevi dentro da sempre, e pubblichi Abbi fortuna e dormi, il tuo primo libro?
R: Mi è sempre piaciuto raccontare storie. Era mia intenzione lasciare sul comò dei miei figli un romanzo scritto dal padre. La pubblicazione è stata conseguenza di un evento fortuito, devo tutto all’incontro con la prof.ssa Ermelinda Federico (persona eccezionale recentemente scomparsa) che ha trovato un editore (Robin Edizioni) disposto a pubblicare il mio manoscritto.

D: dunque, che significa scrivere? Trovi valida la teoria: «più leggo, più scrivo, più leggo»
R: Scrivere vuol dire mettersi in gioco per raccontare e, inevitabilmente raccontarsi. E’ un atto creativo che ha il potere di trasformare la realtà, oltre ad essere un modo indiretto per parlare con qualcuno e sentirsi meno soli, anche se spesso quel qualcuno sei tu.
Scrivere è linfa vitale.
Trovo che la teoria «più leggo, più scrivo, più leggo» funzioni alla perfezione, anche se, ultimamente «più scrivo».

D: Puoi anticiparci qualcosa della trama del tuo romanzo?
R: Premetto che non è un romanzo autobiografico.
Tutto comincia con un viaggio in treno.
Stefano è un architetto con un unico grande amore, Barbara, che però l’ha lasciato. Un giorno incontra Cleo, una ragazza tanto bella quanto misteriosa; lei è la donna dei suoi sogni e diventerà l’unica ragione per continuare a esistere.
Quando un’altra donna inaspettatamente entrerà a far parte del suo cuore, Stefano affronterà l’esperienza travagliata di una doppia relazione.
Si possono amare due persone contemporaneamente?
L’esito finale, per nulla scontato, arriverà dopo un lungo tragitto interiore costellato di domande che troveranno sorprendenti risposte.

Nando Vitali, il maestro e l’amico

D: La stesura dell’opera, ti ha prosciugato ogni energia oppure volavi sull’onda dell’entusiasmo? Quali i momenti di difficoltà? Mai affrontata la «crisi della pagina bianca»?
R: Mi ci sono volute parecchie energie per volare sull’onda lunga di un entusiasmo sempre più crescente. Avevo la trama bene in mente fin dall’inizio ma ho dovuto lavorare non poco per chiudere la storia come volevo.
La difficoltà più grande che ho incontrato è stata dare coerenza e scorrevolezza alla narrazione per oltre trecento pagine. Problematiche tante, tutte superate grazie al sostegno professionale dello scrittore Nando Vitali, mio maestro e amico, senza il suo contributo il mio romanzo non sarebbe così riuscito.
Non ho mai affrontato la crisi della pagina bianca, quando decido di sedermi davanti al PC lo faccio per scrivere.

D: Come immagini i tuoi Lettori? Sei curioso di carpire la loro espressione quando, col volto immerso nelle pagine del tuo libro, leggono le parole uscite da dentro la tua anima?
Sorrideranno? Rifletteranno? Si emozioneranno?
R: Nel mondo dei miei lettori c’è di tutto: amici, amici di amici, parenti, persone conosciute, persone sconosciute e persone che forse non conoscerò mai.
Abbi fortuna e dormi è una storia trasversale, rivolta a lettori di ogni età, leggibile anche dai più giovani per la scorrevolezza significativa del testo.
Spesse volte mi chiedo quale sia l’espressione dei miei lettori mentre leggono i diversi passaggi, sono sicuro che sorrideranno, rifletteranno e si emozioneranno.

«Abbi fortuna e dormi» di Luciano Esposito, sugli scaffali della Feltrinelli tra Umberto Eco e Oriana Fallaci

La scuola e la prof.ssa di Italiano

D: La fan page ufficiale di Abbi fortuna e dormi è ricca di commenti e foto.
I veri amici sono rari. sei felice di tanto affetto e stima oppure temi di deluderli?
R: La paura di deludere qualcuno è sempre dietro l’angolo, devo dire, però, che i complimenti e i giudizi positivi ricevuti fino ad ora mi hanno riempito di gioia e mi hanno dato un grande slancio per continuare a scrivere.

D: Luciano, torniamo sui banchi di scuola: che tipo era il tuo professore di italiano? Ha contribuito a modellare la scrittore di oggi oppure la formazione scolastica pensi sia solo nozionistica e non produce vera cultura?
R: Cominciamo col ricordare che la mia professoressa di italiano, alle superiori, era una bella donna. Spesso durante l’interrogazione si distraeva guardando fuori dalla finestra con occhi assenti ed io me ne accorgevo, allora, per allungare il brodo, cominciavo a raccontarle di tutto, da Pinocchio a Biancaneve, l’importante era non interrompere l’esposizione.
Alla fine me ne tornavo al banco con un bel voto. Giuro!
Anche se la scuola mi ha formato infondendomi le nozioni base, la passione per la scrittura è nata in età matura.
Scrivere deve essere un atto libero, non un’imposizione.

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Povertà di spirito: il «mostro» da sconfiggere

D: Se avessi la possibilità – anche temporale – quale scrittore vorresti incontrare?
R: Mi piacerebbe incontrare George Orwell, per chiedergli come ha fatto a prevedere eventi futuri.
Il suo 1984 (scritto nel 1948) è straordinariamente avveniristico.
Stupefacente.

D: Chi consideri i tuoi «maestri» di penna?
R: Tutti gli autori che ho letto, e il mio maestro Nando Vitali, ovviamente.

D: ultimo libro letto?
R: Il suonatore di pietre, di Sergio Saggese.

D: Luciano, domanda d’obbligo: quali sono i peggiori «mostri» affrontati?
Convieni che una delle armi più potente per sconfiggerli sia la cultura?
R: Credo che il mostro più grande di tutti sia la povertà.
Povertà, non solo intesa come condizione di chi si trova ad avere un limitato accesso a beni e servizi d’importanza primaria.
Sto parlando di un altro genere di povertà, per certi aspetti ancora più grave: la povertà di spirito, che spesso equivale a ignoranza.
È un po’ come un cane che si morde la coda, l’ignoranza genera povertà che genera ignoranza (la peggiore delle povertà).
Se vogliamo fare un esempio, l’ignoranza è anche la principale causa di un’infinità di guerre. Non a caso, le zone del mondo teatri di conflitti sanguinosi coincidono con quelle dove è maggiormente diffuso l’analfabetismo.
In altre parole, l’ignoranza rende succubi nei confronti di chi ne sa di più.
La crescita culturale è l’unica vera possibilità di riscatto e di liberazione per l’umanità.

D: Luciano, l’intervista termina con una riflessione libera.
A te il messaggio da lanciare nell’oceano sconfinato della Rete.
R: Se avete voglia di sognare e di passare qualche ora spensierata, di sorridere, riflettere ed emozionarvi, leggete Abbi fortuna e dormi.
E se l’avete già letto, rileggetelo!

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Perché leggere «Adriano Olivetti. L’utopista concreto» di Carlo Mazzei (recensione)

Adriano Olivetti, il filantropo

«… un complesso di abitazioni per gli operai, con tanto di asilo nido e scuola materna condotti con metodi all’avanguardia, villette a schiera per gli impiegati nei pressi della nuova fabbrica, a sua volta costruita ex novo, con le grandi vetrate divenute famose, a testimonianza della vocazione verso l’esterno, a contatto con la natura e la campagna circostante, con i grandi spazi aperti inondati di luce».

Adriano Olivetti. L’utopista concreto di Carlo Mazzei è un libro da leggere con attenzione per assaporare ogni singola azione di’uomo unico nella storia d’Italia.

Un industriale di successo – ed i profitti eccezionali della Olivetti lo attestano – che poneva l’uomo al centro della fabbrica, intesa come mezzo per migliorare l’ambiente circostante e la vita di ogni singolo operaio.

La filosofia futuristica di un imprenditore vincente che ben presto portarono l’Olivetti ai vertici europei: basti pensare che, nel pieno boom anni sessanta, ad Ivrea lavoravano 10 mila dipendenti (su 22 mila abitanti) e a Pozzuoli 1500.

Adriano Olivetti, imprenditore e filantropo: l'uomo al centro della fabbrica

Prima di Google e Steve Jobs

« … lo stipendio di un impiegato Olivetti era mediamente il 20% più alto di un metalmeccanico di un’altra industria, orari meno pesanti (45 ore invece di 48), sabato libero, più giorni di ferie, permessi speciali per gli operai che avevano campagne nei tempi delle raccolte, facilitazioni per le operaie in maternità (tre mesi prima e sei mesi dopo il parto retribuiti più un contributo economico straordinario), colonie estive per i figli dei dipendenti, permessi di studio anch’essi retribuiti, mense aziendali rifornite direttamente dal centro agrario di proprietà.
La fabbrica era dotata di biblioteca, erano previsti incontri con intellettuali, allestite mostre negli spazi della fabbrica, proiezioni di film …»

Sono solo alcuni benefici garantiti da Adriano Olivetti ai suoi dipendenti.

Da evidenziare il contesto: siamo nell’Italia degli anni sessanta e dibattiamo di diritti che oggi – nel ventunesimo secolo – sono ad appannaggio di poche realtà industriali (forse Google ed affini?).

 

Perché leggere il libro di Carlo Mazzei

L’opera di Carlo Mazzei sulla vita di Adriano Olivetti è appassionante: dalla nascita ad Ivrea fino ai viaggi americani, per conoscere la realtà industriale nel mondo (visitò, ad esempio, gli stabilimenti della Ford).

Una parte del libro è dedicata all’avventura politica di Adriano Olivetti.
Il progetto da lui ideato – definito utopistico dai partiti di allora – era troppo innovativo per essere compreso.

Fu, ovviamente, stroncato da tutti i partiti e costretto a ritirarsi dalla politica nazionale e locale (fu eletto sindaco di Ivrea oltre che parlamentare della Repubblica).

Ecco come definì i partiti ed il Parlamento di allora:

Alla fine del fascismo la maggior parte degli intellettuali vedeva nei partiti uno strumento di libertà. Io no. Sono organismi che selezionano personale politico inadeguato. Un governo espresso da un Parlamento così povero di conoscenze specifiche non precede le situazioni, ne è trascinato. Ho immaginato una Camera che soddisfi il principio della rappresentanza nel senso più democratico; e poi sappia scegliere ed eleggere un senato composto delle persone più competenti di ogni settore della vita pubblica, della economia, dell’architettura, dell’urbanistica, della letteratura

Adriano Olivetti. L’utopista concreto di Carlo Mazzei, lettura consigliata per conoscere la vita di un uomo eccezionale.

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Opposition (Lux Vol. 5), di Jennifer L. Armentrout (recensione)

The End

Opposition (Lux Vol. 5) è l’ultimo libro della serie ideata dalla vulcanica Jennifer L. Armentrout.

I sei volumi (la saga parte dalla puntata zero Shadows (Lux Vol. 0) rappresentano un’enciclopedia completa del mondo dei Luxiani – gli affascinanti alieni che vivono tra gli umani – e l’ultima puntata chiude il cerchio.

La matassa sbrogliata a suon di battaglie, sacrifici, dolore, amore.
Il destino di Daemon e Katy seguirà la giusta direzione?

Tra mille dubbi supereranno la fase adolescenziale per divenire adulti.
Già, adulti.
Ma che tipo di adulti?
Metà alieni? O metà umani?
La nuova coppia interstellare sarà il prototipo della specie del futuro?

Daemon e Katy, the end: Opposition Lux Vol. 5 Jennifer L. Armentrout

Il finale: la quiete dopo la tempesta

Il sudato finale non deluderà: l’intero pianeta subirà cambiamenti irreversibili che stupiranno il Lettore.

Scopriremo il vero volto dei Luxiani, gli obiettivi della la missione di Dedalo ed il segreto di Beth e Dawson.

Il messaggio della scrittrice è chiaro: i Luxiani potranno pure essere bellissimi extraterrestri provenienti da un angolo remoto della galassia ma il Bene ed il Male vivono dentro ogni essere dell’Universo.

 

Addio (o arrivederci) Katy e Daemon?

Sei libri sono più che sufficienti per conoscere ed amare Katy, Beth ed i fratelli Black.
Un’abbuffata di alieni che sazia anche il più goloso tra i fans, oserei quasi indigesta vista la lunghezza (chilometrica!) della serie.

Dopo l’ultimo rigo di Opposition (Lux Vol. 5) cala il sipario sui Luxiani.
Ma siamo proprio certi dell’addio?
Dopotutto, la questione non è proprio chiara al cento per cento …

La fantascientifica  Jennifer L. Armentrout si riserva molteplici opzioni per un clamoroso nuovo episodio.

Scommettiamo sula puntata sette? 🙂

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Maticmind Napoli, buon (primo) compleanno!

15 ottobre 2015 – 15 ottobre 2016

Il 15 ottobre Maticmind Napoli festeggia il primo anno di vita.
Siamo sempre noi, gli ex centoventi dipendenti di HP Pozzuoli trasferiti dalla sede campana della multinazionale americana presso la filiale partenopea della società milanese (l’intera, drammatica vicenda è raccontata nell’ebook gratuito Gli ultimi giorni di HP Pozzuoli).

Dopo un anno, come procede la vita in Maticmind?
Quale futuro ci attende?

Inaugurazione di Maticmind Napoli

Maticmind Napoli, il primo chilometro

Il percorso è lungo, pieno di insidie ed il traguardo ad una distanza inimmaginabile.
Però abbiamo percorso il primo chilometro.
Con una casacca diversa, uno stile nuovo, superiamo già i primi mille metri.

Un traguardo insignificante oppure un risultato importante?

Il primo chilometro, in una maratona di cento chilometri, può non significare nulla oppure essere fondamentale.

Quale futuro per il neonato?

Oggi, con una sola candelina sulla torta, non riesco ad immaginare quale tragitto seguiremo nel prossimo futuro.

Il neonato è ancora troppo piccolo per comprenderne il destino: sarà un giovane pieno di entusiasmo, forte, intelligente ed indipendente?
Oppure – e nessuno se lo augura – crescerà pigro, privo della forza per staccarsi dal cordone ombelicale di mamma HP e vivrà sotto l’ombra (e la continua minaccia) dell’ingombrante passato?

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Il sondaggio: credi nel neonato?

Il primo chilometro è andato.
Giunti al traguardo – stremati per la distanza percorsa, le insidie affrontate, i tradimenti di chi avrebbe dovuto tutelarti, la fatica della gara affrontata giorno per giorno, ci guarderemo indietro.

Solo allora stabiliremo se quel 15 ottobre 2016, il fatidico primo chilometro, sarebbe stata una tappa da ricordare oppure una bolla di sapone.

E tu, come lo vedi il futuro di Maticmind Napoli?
Vota il sondaggio

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SOLO OGGI 17 ottobre 2016 DOWNLOAD GRATIS

(ps: i ricavati li devolverò in beneficenza)

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Origin vol.4, di Jennifer L. Armentrout (recensione)

Misteri svelati

Stavolta Jennifer L. Armentrout fa sul serio.
Dopo i primi quattro volumi (perché la saga parte dal numero zero Shadows (Lux Vol. 0), la svolta.

In Origin (Lux Vol. 4) la narrazione accelera vorticosamente: si susseguono più azioni che in tutti i precedenti episodi messi insieme.

Molti misteri trovano le attese risposte ed il mosaico inizia a comporsi con chiarezza: cos’è Dedalo? Quale è la vera natura dei Luxen? L’amore tra Daemon e Katy è maturo? Ed i destini di Beth e Dawson?

Recensione di Origin vol.4, di Jennifer L. Armentrout

Botte da orbi

Come una pentola a pressione pronta ad esplodere, nel quinto, avvincente libro della saga degli alieni, scoppia finalmente il putiferio.

Perché ammettiamolo: la mamma di Katy che ignora le battaglie intergalattiche consumate nella stanza della figlia, era davvero difficile da digerire anche per il più accanito tra i fans.

La trama conserva comunque una nota romantica e l’evoluzione della storia d’amore tra Daemon e Katy si alterna al dolore, alla lotta ed una serie di avvenimenti drammatici (non manca l’ironia anche nei momenti più bui).

 

A gran velocità verso il The End

Origin (Lux Vol. 4) rappresenta la crescita dei personaggi, dal periodo adolescenziale verso l’età adulta, un lungo salto in avanti verso il finale dell’intera serie (manca una puntata).

Un’ultima osservazione: a differenza delle puntate precedenti, stavolta il titolo è esplicativo

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«Roger Federer. Perché è il più grande» di Roberto D’Ingiullo (recensione)

Roger Federer vs David Ferrer: 16-0

Il tennista accetta la regola del caso: se la pallina colpisce il net, può cadere nel proprio campo oppure rimbalzare nel lato opposto.
Punto perso o colpo vincente: questione di attimi, mille variabili incontrollate che stabiliscono una traiettoria impossibile da prevedere.

Nessuno, però, può dibattere sul dato schiacciante: Roger Federer vs David Ferrer 16-0 (fonte atpworldtour).

Due aspetti opposti dello stesso sport, il tennis.

Se ami le statistiche, i numeri e cerchi un ebook sul campione svizzero Roger Federer. Perché è il più grande: Le vere ragioni del successo del miglior tennista di tutti i tempi di Roberto D’Ingiullo è l’ebook che fa per te.

Roger Federer. Perché è il più grande, di Roberto D'Ingiullo (recensione)

Roger Federer, the GOAT
(Greatest Over All Time)

Record su record, il giornalista sportivo dimostra – come un teorema matematico – perché Federer merita il trono del «più grande di tutti i tempi».

Lo scettro spiegato a suon di vittorie, trofei, “head 2 head”, comportamenti, fair play, eleganza.
E poi, le testimonianze dei colleghi della racchetta a confortare la proclamazione.

Perché ogni amante del tennis dentro di sè è conscio: il campione svizzero proviene da un altro pianeta.

In questo (breve) libro, Roberto D’Ingiullo ci dimostra il perché.

 

L’ammirazione degli avversari

Posi la racchetta nel borsone, togli i polsini sudati, bevi l’integratore, nascondi il volto stremato nell’asciugamano, prosegui a testa bassa verso gli spogliatoi, l’applauso caldo del pubblico a mitigare la delusione.

Dopo la doccia, nella tua mente rivedi mille volte quel maledetto rovescio finito sulla rete che ti è costato il match.

Poi scruti Re Roger dall’altra parte del campo.
Sorride, ti viene incontro, un abbraccio sincero, poche parole sentite.
Lo ammiri anche tu, nonostante la sconfitta.

Hai di nuovo perso la finale contro il numero uno al mondo.

Non hai nulla da recriminare.
Hai solo incontrato il più forte tennista di tutti i tempi.

“Non ho mai battuto Federer, è troppo per me.
Ma magari quando lo affronterò nel Senior Tour …”
(David Ferrer, ex numero due del mondo, commentando l’inquietante conteggio negli scontri diretti con Federer: 0-16)

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Antonio P. Beni, esperto in aMORE (con la “a” minuscola)

«Domande perBeni»

Conosco Antonio P. Beni dal primo cambio di pannolini: è mio cugino.
E’ un tipo silenzioso, non ama apparire in prima serata e, come tutti gli scrittori, preferisce il libro alla televisione.

Nonostante la sua giovane età, la Vita (con la «V» maiuscola) l’ha triturato nello sbattitore dei destini tormentati ed oggi è un uomo migliore.

Dopo innumerevoli tentativi, finalmente Antonio P. Beni esce dal tunnel ed accetta di tornare in sella: curerà la rubrica «Domande perBeni».

Una rara immagine di Antonio P. Beni, esperto in aMORE (con la "a" minuscola)

Esperto in aMore, (con la «a» minuscola)

Il giovane scrittore risponderà alle e-mail inviate dai Lettori sul tema dellì’aMORE, quello con la «a» minuscola.

L’aMORE degli sconfitti, l’aMORE di chi è abbandonato, l’aMORE di colui che cerca di capire ma non comprende e necessita dell’aiuto di «chi le ha viste tutte».

Il sentimento che muove il mondo da sempre, il mistero dell’Umanità raccontato dalle vostre domande e svelato dalle argute – a volte inspiegabili – risposte del Beni.

Chi è Antonio P. Beni

(dal suo blog ufficiale)

Antonio P Beni nasce improvvisamente più di  quarant’anni fa nel centro del mediterraneo.

Di lui conosciamo solo la sua biografia estratta, grazie al sapiente uso del laser, da un pool di esperti di chimica del gelato.

Ricco di famiglia, con i suoi dieci fratelli e quindici sorelle fonda il partito «genitori: fatevi una pizza».

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La sua prima opera: «Le cose degli Altri»

Dieci anni fa a Roma trovammo una copia clandestina della sua prima raccolta di racconti «Di Beni in meglio» ma come per le statue del Modigliani, molti pensarono che fosse un falso.
Altri che fosse un falsario.

Ad ogni modo, questi racconti descrivono chiaramente il carattere di Beni, ma non le caratteristiche psicosomatiche.

Alcuni anni fa un certo Umberto diede Eco al primo romanzo di Beni «Le cose degli altri».
Grazie a questa critica molti giornali parlarono dell’avvento del nuovo Messia e in terza pagina anche di Beni.

Oggi Beni , dopo un letargo di soli dieci mesi in una tomba etrusca, torna su faCCebook per fissare un punto preciso nella storia della letteratura mondiale.

Quale che sia speriamo di trovarlo presto
Almeno prima che la pubblicità termini …

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    Le cose degli Altri è anche cartaceo


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    Il peso della farfalla, di Erri De Luca (recensione)

    Erri De Luca, l’amore per la montagna

    Il peso della farfalla conferma la passione di Erri De Luca per la montagna.
    L’avventura ad alta quota scivola via lentamente: l’azione è minima, il racconto molto introspettivo per descrivere i pensieri di un vecchio bracconiere stanco ed il re dei camosci, esemplare unico, rispettato dal branco e giunto ormai al tramonto del suo regno.

    Odori, profumi, panorami: il vero protagonista del breve romanzo resta comunque la montagna e le sue mille atmosfere magiche.

    Fino all’inesorabile incontro scandito delle ultime, drammatiche righe.
    Il finale amaro, atteso, scontato lascia comunque una riflessione per il Lettore: l’uomo e la Natura potranno mai convivere?

    Recensione di "Il peso della farfallla", di Erri De Luca

    Perché (non) leggerlo

    Erri De Luca è un autore che sto scoprendo negli ultimi tempi, l’ammetto.
    Apprezzo il dibattito sui temi ambientali e le riflessioni che scaturiscono dai suoi romanzi.
    Non impazzisco per il ritmo a volte troppo lento: si susseguono le pagine ma la trama resta ferma.

    Continuerò a leggere i suoi romanzi.
    Erri De Luca, personaggio profondo.
    Da approfondire.

     

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