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Gianluca Galletti, il Ministro dell’Ambiente favorevole al nucleare

Gianluca Galletti, il Ministro di Renzi

Giudico un Governo dall’attenzione che pone nei confronti dei temi legati all’ambiente perché tutelare il territorio impone – da parte dello Stato – controlli ed investimenti per il bene comune e – per il cittadino – educazione civica. In Italia, l’abbiamo sperimentato sulla nostra pelle: difendere l’ecosistema significa impegnarsi nella lotta contro la criminalità organizzata (per fermare tutti i tentacoli malati della piovra).

Dunque, aspettavo con curiosità la nomina del nuovo Ministro per l’Ambiente e la tutela del territorio e del mare indicato dal Premier Matteo Renzi.

Navigo sul sito del Governo: Home -> Governo -> Ministri e Ministeri -> Ministri e leggo: Gianluca Galletti.

Gianluca Galletti, il ministro dell'ambiente favorevole al nucleare

Favorevole al nucleare?

Non riesco a collegare questo nome con nessuna battaglia ecologica.
Cerco sul web, spero di beccare almeno una eco-dichiarazione del ministro del tipo: «sono contro la strage dei delfini nella baia di Taiji» ma nulla.

Anzi, sulla pagina di Wilipedia viene riportata una frase di un’intervista del 2010 nella quale «si dichiara favorevole alla localizzazione della produzione di energia nucleare in Emilia Romagna purché il sito sia considerato sicuro e conveniente».

Non proprio un bel biglietto da visita ma non demordo.

Il Curriculm

Gianluca Galletti, nel precedente Governo Letta ricopriva la carica di sottosegretario all’Istruzione e quindi il suo curriculm è on-line.

Laureato, commercialista, consigliere comunale, componente dell’Alta Commissione di Studio e via discorrendo: per carità, tutte cariche altolocate ma nessuna esperienza con un qualsiasi tema legato all’ambiente.

Ed io che, per questo dicastero, sognavo un’anima verde, un uomo di Greenpeace, un ecologista convinto, un amante della Natura, un eco-guerriero insomma … mi ritrovo con un preparatissimo burocrate.

Seguono dubbi e perplessità: con quale criterio vengono scelti i ministri?

In attesa di scoprire se il Ministro dell’Ambiente sia (almeno) socio WWF, gli consiglio una passerella nella martoriata Terra dei Fuochi.
Una promessa di bonifica in diretta televisiva fa sempre curriculum.


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Terra dei Fuochi, dove è la sovranità dello Stato?

Zona flegrea, dimora di Nerone

Da piccolo abitavo nella zona flegrea, in provincia di Napoli.
Un territorio ricco di storia dove sorgevano le antica colonie romane di cui, ancora oggi, si trovano importanti testimonianze e resti.

Nerone – pazzo ma non fesso – difatti era solito frequentatore delle terme (tra Pozzuoli e Baia), si rilassava godendosi le ricchezze offerte da questa terra baciata dal Signore.
La fertilità dei terreni era proverbiale: si racconta che bastasse far cadere un seme di una qualsiasi frutta per veder crescere spontaneamente un albero.

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La Fescina, I sec. a.C.

Io, insieme alle altre piccoli pesti del rione, giocavamo nelle campagne vicino casa: due pietre fungevano da pali per le porte di fantasia, palla al centro e via con le infinite partite di calcio senza tempo e risultato.

Altri giorni, invece, ci lanciavamo in lunghe esplorazioni in bici alla scoperta di monumenti abbandonati e antiche opere nascoste nelle masserie dei contadini locali.

Un esempio per tutti: l’antica necropoli in via Brindisi nel comune di Quarto: giunti sul luogo, nascondevamo le bici tra i cespugli, scavalcavamo le (deboli) recinzioni per entrare nella tomba romana incustodita (datata I sec. a. C.) e giocare ai giovani Indiana Jones.
Purtroppo molte altre persone – con fini meno goliardici dei nostri – nel tempo hanno prelevato (leggi rubato) ogni pietra trasformando la “Fescina” in un rudere fatiscente.

La nobiltà di queste zone oggi è un concetto dimenticato.

La necropoli abbandonata a Quarto (NA)

Terra dei Fuochi, basta con le promesse!

Le cronache di questi giorni ci parlano di una terra martoriata e violentata nel tempo: ovunque si scavi, invece di antiche tracce romane, spuntano rifiuti tossici.

A Caivano, Qualiano e Giugliano le discariche abusive hanno costantemente inquinato le campagne che producevano frutta ed ortaggi esportati in tutt’Italia, simboli di fertilità e sana alimentazione.

L’agricoltura della zona è stata uccisa dall’ignobile ecomafia.

Il disastro ambientale della Terra dei Fuochi oggi è sulle prime pagine dei giornali, seguono fiumi di parole, promesse e speranze, le nuove commissioni governative sostituiscono le vecchie ed iniziano da zero il lavoro, le decisioni tanto attese sono rinviate e le agognate bonifiche – un diritto per ogni cittadino – un miraggio in attesa di bla bla bla …

BASTA!

Perché non dichiarare la Terra dei Fuochi zona militare? Perché il Ministro degli Interni non si trasferisce a Caivano per rimarcare la sovranità dello Stato anche per le opera di bonifica in queste terre vessate ed abbandonate dallo Stato?

Il tempo è scaduto, vogliamo i fatti.

Nota di Michele Buonomo,
Presidente di Legambiente Campania.

LEGAMBIENTE – «Ieri Casal di Principe, Qualiano, oggi Caivano domani siamo in attesa : ormai è una lotta impari con la terra che si è ribellata e scoppia per i troppi veleni.  Nel 2013 gli anni di denunce sono diventati 25, un quarto di secolo.  E’ la storia di un film già visto, raccontato minuziosamente in ogni Rapporto ecomafia e nelle migliaia di pagine tra documenti e atti giudiziari.  Ma nulla s’è mosso. Nessuno fa nulla, territori sono ancora inquinati e di bonifiche nemmeno l’ombra.  Anche se il cancro sta divorando intere famiglie, mentre l’Italia accumula procedure di infrazione europee e lo sconcerto di mezzo mondo. Cosa si aspetta per offrire concretamente un contributo di verità nei confronti dei tanti onesti cittadini campani che vogliono riscattare il proprio territorio e affermare i principi di legalità e trasparenza?»

Terra dei Fuochi, rifiuti tossici a Caivano


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