Nazaret (Israele), la terra di Gesù
Voglio-desidero-devo capire ma sono confuso, necessito di mettere ordine nella mia mente offuscata.
Cerco dei punti fermi, certezze da cui partire perché in una guerra i torti e le ragioni svaniscono al primo colpo di cannone sostituite dalla sete di vendetta, dall’odio reciproco e dalla incapacità di parlarsi (ammesso che una guerra possa avere delle «ragioni»).
Gerusalemme, la capitale di Israele
Parto dall’inizio, dall’anno zero.
Gesù è nato e vissuto a Nazaret, un’area geografica a nord dell’attuale Israele. Israele è uno Stato situato in Palestina, ufficialmente proclamato nel 1948 dopo che l’ONU approva il piano per la ripartizione della Palestina in due stati indipendenti, uno ebraico e l’altro arabo (1947). La capitale dello Stato d’Israele è Gerusalemme. |
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La Striscia di Gaza è un territorio palestinese confinante con Israele e Egitto, autonomo e autogovernato dal 2005. |
Gerusalemme Est, capitale della Palestina
Il wiki-studio continua.
Lo Stato di Palestina (chiamato anche impropriamente solo Palestina) comprende i territori palestinesi divisi della Cisgiordania e della Striscia di Gaza ed è parte, assieme allo Stato d’Israele e a parti di Siria, Giordania e Libano, del territorio storico-geografico della Palestina.
Lo Stato di Palestina proclama Gerusalemme Est quale sua capitale – sebbene la città sia sotto il controllo israeliano.
L’indipendenza dello Stato palestinese fu proclamata prima nel 1988 dall’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e poi sancita anche dall’ONU (2012) mentre è considerata territorio occupato da Israele che, dunque, non la considera tale.
Il motivo del conflitto Istraele-Palestina
Bene, ora la questione geografica mi è chiara ma continuo a non comprendere perché, nella terra di Gesù, si continua a morire.
Quale è la scintilla che alimenta l’eterno conflitto?
La religione? I solidi? Il petrolio?
Perché i due popoli non depositano le armi e – in modo definitivo – firmano la pace?
Sono cosciente: questo post non aggiunge nulla al fiume di inchiostro (e di sangue) versato nella Terra Santa ma serve al sottoscritto per ribadire l’impossibilità ad assuefarsi alle “solite” scene strazianti proveniente dal Medio Oriente, al quotidiano bombardamento di civili, ai raid militari ed ai folli kamikaze, all’indifferenza del mondo.
Oggi le motivazioni della guerra sono dimenticate, il conflitto è alimentato dall’odio razziale e dalla sete di vendetta e, dopo più di duemila anni, i palestinesi e gli israeliani continuano a crocifiggere Cristo ogni giorno.
Sempre in Palestina, oggi terra di morte ieri terra di Gesù.