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Tag: incidente

Galleria Umberto, l’albero di Natale che ci costringe a reagire

Galleria Umberto, in visita ad un amico

Visito l’albero di Natale in Galleria Umberto di Napoli come se andassi a trovare un vecchio amico vittima di un sopruso.

Anzi, di soprusi multipli.

Perché l’albero di Natale è stato rapito (e poi ritrovato, dalle Forze dell’Ordine, abbandonato in un vicolo dei quartieri spagnoli).
Ripristinato, viene abbattuto.
Rimessosi in sesto dal vile colpo, vandalizzato.

Ma, come tutti gli arbusti coraggiosi, il vecchio amico ha la scorza dura e torna – ancora una volta! – al posto che gli compete: al centro della Galleria Umberto di Napoli.

L'albero di Natale in Galleria Umberto di Napoli, l'amico ritrovato

Perché colpire un amico indifeso?

Quale astruso pensiero passa per la mente di chi rapisce, abbatte e colpisce un albero di Natale?

Con la massima immaginazione possibile, non trovo una risposta valida.
Delinquenza fine a se stessa?

Baby gang in azione durante la notte, con il solo scopo di distruggere tutto ciò che rende Napoli una città normale?

Forse è la normalità che spaventa questi giovani «mostri»?

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La sua sopravvivenza ci obbliga a reagire

Non sono il solo a fotografare l’amico coraggioso.

L’albero di Natale martoriato suscita emozioni contrastanti: indignazione per la viltà dei maltrattamenti, rabbia per l’impunità dei delinquenti, incredulità per l’incapacità di difenderlo.

In molti lo osserviamo, stupiti del perché subisce continue vessazioni.
Se fosse possibile, lo abbraccerei per rassicurarlo.

Ma, il nostro amico, nonostante le ferite inflitte da un manipolo di idioti, è vivo.
La sua lotta per sopravvivere, obbliga la società civile a non girare il viso dall’altra parte.

Così, ogni volta che viene pugnalato, ci sprona a reagire.
E reagire, è la migliore arma contro la quotidiana assuefazione ai «mostri».


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Fiorello contro i «mostri 2.0»

Fiorello e l’incidente stradale

Un incidente stradale tra un VIP ed un anonimo (e sfortunato) pedone scatena la polemica incontrollata e l’anima razzista del Belpaese riaffiora in tutta la sua miseria.

A Roma, Il Fiorello nazionale con lo scooter investe un passante, il sinistro viaggia in tempo reale via social e tra “Mi piace”, “Condividi”, “+1” e “Retweet” da sotto al tappeto riemerge l’atavica polvere classista: l’Italia si divide tra chi difende il ricco artista e chi il povero cittadino.

#fiorelloincidente

La solita italietta

Lo scontro tra i moderni guelfi e ghibellini riempe le pagine del web2.0 mentre sociologi e filosofi discutono in perversi approfondimenti nei TG.

La vittima (73 anni secondo le cronache) percepisce la pensione minima?
Il privilegiato showman ha soccorso l’uomo?

E’ bastata la più comune delle scintille (un incidente stradale come gli altri centinaia di migliaia che si registrano ogni anno in Italia) per aizzare la rivolta virtuale.

E’ la rivincita dell’anonimo contro il personaggio amato da tutti, la vendetta di chi soffre verso l’uomo dello spettacolo ricco e famoso, la riscossa del deluso, il godimento dell’invidioso, l’attimo di celebrità del «mostro» in cerca di notorietà.

Il circo mediatico

Lo stesso «mostro» che partecipa sul web alla discussione social del momento e commenta con la medesima superficialità l’incidente di Fiorello, la foto in bikini della nuova velina di Striscia ed il dramma senza fine della fame nel Terzo Mondo.

Ma la storia insegna: spenti i riflettori mediatici e dimenticato l’incidente, gli accusatori di oggi saranno i più entusiasti spettatori del prossimo spettacolo dello showman siciliano.


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