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Sbatti il mostro in homepage!

Tag: internet (Page 3 of 4)

Lo schiavo (tecnologico)

Vivere il web con passività

Con lo sguardo fisso nel monitor luminoso, osservi le pagine internet scorrere velocemente senza fissare l’attenzione su nessun dettaglio.

Il web cattura la totale concentrazione e tu – senza opporre resistenza – ti perdi nel computer, divieni schiavo di uno strumento che in realtà dovresti dominare.

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Due ore dopo, annoiato e con un pugno di mosche tra le mani, non ricordi nemmeno il motivo per il quale ti sei connesso e, rassegnato, capisci di aver perso tempo senza aver concluso nulla.
Sfatto e con una sensazione di delusione che pervade il cervello, cedi alle lusinghe di Morfeo.

L’apatia della navigazione senza meta ha sentenziato l’inevitabile bilancio: sei caduto nella ragnatela della tecnologia passiva.

La dipendenza tecnologica ti rende schiavo!

La dipendenza tecnologica

Sempre più persone sono vittime innocenti degli elettrodomestici casalinghi: i bimbi ipnotizzati dai videogames, gli adulti imprigionati dai social network, televisione e smartphone.
L’uso distorto dello strumento genera dipendenza, inattività e – soprattutto – frustrazione: da utilizzatore intelligente ad utente dominato il passo è breve.

Come utilizzare il web con intelligenza

Durante il surfing web è necessario stabilire un obiettivo ed un intervallo di tempo massimo da dedicare alla navigazione.

Vivere il web in modo critico, intelligente ed attivo sancisce due notevoli risultati: si evita la creazione di contenuti inutili (e l’intera Umanità ve ne sarà grata) e si ottimizza il proprio tempo libero (ed il corpo e la mente ne trarranno i meritati benefici).

Provare per credere.


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Dedicato a Te

La dedica

Questo amorevole post è rivolto a Te, intendo proprio Tu che, con lo sguardo fisso nel monitor, dedichi un minuto del tuo prezioso tempo alla lettura digitale.

Da casa o in ufficio, in metropolitana o in autobus, per svago o per informarti accedi a blog, giornali on-line e social network.

Scorri le pagine, una manciata di secondi per scrutare i titoli delle notizie più interessanti, un clic per sbirciare la foto di attualità e pochi istanti da dedicare al video virale del momento.

Informazione mordi e fuggi, superficiale ed a portata di tutti

Informazione mordi e fuggi

E’ l’informazione mordi e fuggi: superficiale, mobile (da leggere mobail) viaggia con te, a portata di mano e sempre usufruibile, stringata e mai approfondita, quasi un sentito dire più che una notizia ufficiale, uno stato d’animo piuttosto che un’analisi, un battito di ciglia e la novità è già vecchia.

Come in un film muto, sul piccolo schermo dello smartphone scorrono guerre, drammi, dolori, felicità, gioie, solitudine, amore, fotogrammi di vite vicine e lontane, immagini e testo divorati dal cervello in un infinitesimo di Planck, il lampo e l’evento è archiviato come «già letto».

Informazione mordi e fuggi, superficiale ed a portata di tutti

Dunque, caro Lettore, se hai osato fino a questo punto non posso che ringraziarti.
Visti i tempi (veloci), è un lusso per pochi giungere a fine post ed io – se ho catturato la tua attenzione per mezzo minuto e col sorriso sulle labbra – ne sono orgoglioso.

Informazione mordi e fuggi, superficiale ed a portata di tutti


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L’app di faCCebook su Playboy?

Io, su Playboy (e non me ne vanto)

L’ammetto, non me l’aspettavo.
Con il lancio dell’app di faCCebook per Android (da scaricare gratuitamente su Google Play) fantasticavo popolarità, ricchezza e fortuna ma non immaginavo certo di divenire il nuovo sex symbol del web e meritare la copertina di Playboy! (e poi, detto tra noi, mi infastidisce non poco balzare agli onori della cronaca per le mie – presunte – capacità amatoriali invece delle competenze professionali).

Tutto è partito da una riflessione elementare: oggi, un sito internet che si rispetti, non può prescindere dal mondo mobile.

La mia prima copertina non autorizzata su Playboy

faCCebook.eu ora è mobile

Era mia intenzione diffondere le denunce contro i «mostri» su qualsiasi dispositivo portatile in ogni angolo del Pianeta: i post letti in metropolitana, nella sala d’attesa degli aeroporti o in spiaggia.

Ovunque vada il Lettore, faCCebook lo segue: articoli, galleria di immagini, fan page e tweet sempre a portata di tablet, l’aggiornamento sull’ultima ingiustizia affrontata e sconfitta sul display del proprio smartphone con un touch.

In pratica, il nostro amato blog sociale in tasca, sempre con noi.

L’attimo dopo la pubblicazione dell’app inizia la pioggia di download, una tempesta virale diffusasi in poche ore dal Giappone agli Stati Uniti (con un picco di accessi in Cina e nei paesi a regime dittatoriale).
L’entusiasmo per il successo inatteso è presto sostituito da una prima, amara considerazione: «I mostri sono ovunque, c’è ancora molto da lavorare».

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La copertina non autorizzata di Playboy

Poi, dopo lo tsunami mediatico l’inaspettata copertina non autorizzata di Playboy.
Figuriamoci se dopo aver rifiutato l’apparizione televisiva nel “David Letterman Show” del sabato sera, negato interviste al “Time” e a “Men’s Health”, declinato gli inviti a patrocinare la sagra del porco in mezza Europa … accettavo di prestare il mio volto per la rivista volgare per eccellenza (casomai troviate la mia faccia su Playboy vi autorizzo a non leggere più i miei post).

Io, insieme alla mia squadra di legali, mi impegno a combattere contro la rivista e chiedere il ritiro immediato di tutte le copie dalle edicole italiane.

Nel mentre, cari amici, oltre a studiare con la solita abnegazione questo numero di Playboy, scaricate l’app di faCCebook 🙂


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Il virus di fine anno

I sintomi sono sempre gli stessi: appesantimento, sensazione di rallentamento crescente, l’impressione di un generale stordimento e di riduzione dell’efficienza.
Il periodo, d’altronde, è ideale: tra Natale e capodanno  un lungo ponte festivo, l’assenza dal lavoro stimola lo shopping, le luci colorate, la musica attraente, la sensuale signorina in primo piano che ci sorride ammiccante, il prezzo sbalorditivo e le nostre già deboli difese si sciolgono come neve al sole.

Un attimo di distrazione e l’infido virus si innesta in un istante senza lasciare apparenti tracce.

Poi, quando meno te l’aspetti, gli effetti indesiderati scoppiano come i fuochi d’artificio nella magica notte del 31 dicembre!

virus

Allora non ti resta che provare i soliti rimedi ma se il germe è sofisticato rischi conseguenze pesanti.
Consulti internet ed il tuo umore già pessimo tracolla definitivamente: l’autodiagnosi è grave e se non si interviene nelle prossime ore si avrà una progressiva perdita della memoria fino ad una cancellazione totale di tutti i ricordi.
Disperato, chiedi l’intervento di un amico esperto ma è fuori Italia (o almeno così afferma), ti guardi intorno e capisci che sei solo.
A questo punto, puoi solo sperare nel miracolo: domani ti svegli ed il virus – spontaneamente –  si è messo in quarantena.

Prevale il senso di impotenza, bevi una camomilla e vai a dormire sconfitto.

La mattina successiva ti svegli, non vai nemmeno al bagno per svuotare la vescica ed agitato accendi il computer.
Come previsto, il virus si è impossessato del pc e si diverte ad inviare le foto della scorsa estate ai tuoi amici e pubblicare sul web pezzi dei tuoi documenti riservati.

Tranquillo, in fin dei conti la (tua) salute è la cosa più inportante.

 

Contro gli auguri natalizi virtuali

A Natale l’augurio viaggia su WhatsApp

«Bip», la vibrazione del mio smartphone segnala l’arrivo di un nuovo messaggio.
«Buon Natale a te ed i tuoi cari. Peppe e famiglia» leggo avvilito.

Perché – se proprio devo dirvela tutta – questo tipo di augurio è indigesto, peggio di un calzone fritto ripieno di soffritto di maiale con ciccioli e cipolla cruda.

Il messaggio giunge diritto allo stomaco, un fendente che manda al tappeto le mie migliori intenzioni, resisto grazie ai duri allenamenti a cui mi sottopongo per ritrovare gli occhi(ali) della tigre, preparazione utile per affrontare proprio questi momenti di grettezza relazionale.

Contro gli auguri natalizi virtuali

La traiettoria dell’SMS

Se avessi un radar speciale, intercetterei l’sms di Peppe per disegnare su un monitor la mappa dei destinatari: emergerebbe un grafico costituito da un’infinità di individui senza distinzione di razza, colore e sesso raggiunti tutti dall’identico augurio speciale.

Probabilmente, la stessa moglie, l’amante e il bisnonno ultracentenario (che da qualche anno è passato a miglior vita ma presente ancora nella rubrica del cellulare di Peppe) riceveranno contemporaneamente il medesimo sms.

«Non fa male, non fa male» continuo ad urlarmi nella mente proprio come un pugile prima di un importante incontro di boxe.

Manca poco al Natale e sono conscio che il peggio deve ancora giungere.

La tempesta di messaggini è prevista per la sera della vigilia e la mattina del venticinque dicembre, per allora prometto di essere al top della forma (fisica ed intellettuale) per respingere ogni tipo di falso augurio.

Quest’anno non mi coglierete di sorpresa, fatevi avanti «mostri» vi aspetto.

Smau Napoli, l’università delle idee

L’esperto informatico

Un professionista del campo informatico sa bene come il termine «esperto» – in questo settore – sia privo di un significato profondo.

L’Information Technology è una giungla in continua evoluzione: ciò che ieri era uno must imprescindibile oggi rischia l’estinzione sostituito da un click.
La Rete, poi, rende tutti gli smanettoni improvvisamente competenti: la conoscenza della grammatica di base di un qualsivoglia linguaggio di programmazione (meglio se JAVA) rende il newbie un assertore della new economy, un professionista del web pronto a sfornare siti internet come il pane caldo. In tempi difficili come i nostri, poi, la qualità non è più un parametro di valutazione (purtroppo)  ed il settore dell’IT rischia un pericoloso crollo verso il basso (tra tagli e risparmi) giustificato dalla crisi economica.

Difatti, un complesso progetto informatico oppure una semplice sito web possono essere realizzati in molteplici modi ed il risultato può apparire ai molti identico ma, ad un occhio esperto, non sfuggiranno le infinite sfumature (e scelte tecniche) che separano un lavoro di qualità da un’operazione – magari più economica – ma distante anni luce da ciò che io definisco professionale.

Allo SMAU di Napoli

Fabrizio Caccavello, un vero esperto

Le mie convinzioni si sono rafforzate dopo aver assistito ai workshop presentati allo Smau di Napoli.
In particolare, segnalo Fabrizio Caccavello, esperto (in questo caso, penso sia il termine giusto da usare) in strategie web. 

Ho apprezzato la sua esposizione – chiara e semplice – e le sue idee a proposito di qualità del lavoro, esperti (o presunti tali), ruolo del web ed obiettivi della Pubblica Amministrazione (un sito istituzionale deve assolvere ad un obbligo di legge oppure offrire dei servizi reali al cittadino?).

Non è possibile operare – in nessun settore – senza una preparazione teorica adeguata e la regola vale anche nell’universo volatile internettiano: la superficialità rende nell’immediato (in termini di costi) ma poi presenterà il salato conto domani.

Forte delle mie convinzioni, continuo a studiare, aggiornarmi, visitare siti, leggere blog e – soprattutto – non restare chiuso nel mio ufficio-bunker ad operare con i soliti strumenti. Contrasto l’avanzata della sciatteria informatica con la cultura perchè la cultura farà sempre la differenza.

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Matteo, il figlio (politico) di Silvio

Renzi e Berlusconi, differenti (ma non troppo)

Le differenze tra il giovane Renzi e lo stagionato Berlusconi sono meno profonde di quanto si possa immaginare.

Il primo rappresenta la sinistra ma di sinistra in lui non sono presenti tracce significative, il secondo invece è l’icona della destra ma la destra stessa lo ha disconosciuto.
Eppure sono i leader dei rispettivi schieramenti.

Complimenti reciproci

Si rispettano e l’uno dice dell’altro: «é un grande comunicatore».
Sia il Cavaliere che il Sindaco padroneggiano i concetti sui quali si fonda la società dell’immagine (i contenuti non interessano quasi a nessuno) e sono consci dell’importanza di come si proclami senza preoccuparsi di cosa si affermi.

Di fatto, sono circondati dai maghi del marketing moderno ed usano i media secondo le migliori peculiarità: il navigato Silvio preferisce la sicurezza della televisione mentre l’esagitato Matteo irrompe tramite Internet spopolando nei social network più famosi (vedi Twitter, Google+ e Facebook).

Matteo, il figlio (politico) di Silvio: perché Berlusconi e Renzi sono più simili che diversi

Berlusconi e Renzi, uomini-partito

Il fiorentino ed il milanese, inoltre, rappresentano la personalizzazione della politica: sono i boss dei due raggruppamenti ed il successo dipende – in toto – dalle loro facce.

Cosa sarebbe oggi il PD senza il rottamatore?
Un partito di dinosauri.

Che visibilità avrebbe Forza Italia senza Berlusconi?
Meno che zero.

Lo stesso discorso vale per i partitelli satellite che ruotano intorno ai due colossi della politica italiana.

Renzi e Berlusconi, distanti per l’anagrafe ma vicini per personalità mi ispirano un pensiero nefasto: da giovane Silvio era egocentrico come Matteo e Matteo, in terza età, sarà petulante come Silvio.
La storia, spesso,ha un beffardo senso dell’umorismo.


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Il primo pensiero appena svegliati: cosa c’è oggi nel calendario dell’avvento?

L’attesa dei due cucciolotti

E’ arrivata anche questa nuova tradizione del calendario dell’avvento.
Personalmente non ricordo nulla del genere quando ero piccola, ma figurati smemorina come son diventata non c’è da fidarsi!

E dopo i primi due giorni i due cucciolotti sono talmente sul pezzo che addirittura si ricordano che giorno è oggi. «No, mamma oggi è 5!».

Ed ecco che la memoria si fa avanti, se si tratta di ricevere un regalino.
Ma se domandi loro cosa hanno mangiato a scuola, la risposta della miaCucciolotta1 è sempre vaga e solo se trattasi di pasta al sugo se lo ricorda.
IlmioCucciolotto2 ancora non risponde a queste domande però ha chiesto e preteso il suo regalino appena tornato da scuola…

«Babbo Natale … regalino» chiedeva in lacrime pretendendo un regalino anche al ritorno da scuola.

L'imperdibile calendario dell'avvento

Il regalino dell’avvento

E così nell’attesa del Natale il primo pensiero appena svegliati è diventato il regalino dell’avvento, se poi si tratta di cioccolato nascosto nella taschina del giorno, il sorriso è assicurato.

Provare per credere.

Di calendari ne ho visti tanti su internet, il mio è uno strofinaccio da cucina con tante finestrelle, ma ho visto calzini stesi con le le mollettine, cartoncini a forma di alberello, guantini appesi a tanti fili pieni ognuno con una sorpresa ….

Eh sì è proprio la sorpresina il fattore vincente e se poi nel frattempo imparano anche a contare i giorni, la maestra a scuola se ne accorgerà!

CaroBabboNatalepensacitu.


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Michele Serra, fatti furbo

Una domanda per Michele Serra

Chiedo al geniale Michele Serra: «è intelligente vendere il tuo ultimo libro, Gli sdraiati, in formato digitale al costo di 8,99€

L’ammetto senza pudore: l’avrei voluto acquistare perché seguo il giornalista di Repubblica con entusiasmo, apprezzo il suo stile ed in questa fase della vita il tema padre-figlio mi appassiona particolarmente.

Accedo ad Amazon per comprare/scaricare l’e-book e resto sbigottito dall’importo. Possibile?
Un’opera “dematerializzata” costa quanto il libro classico (difatti, la versione cartacea viene proposta – sempre dal sito di Jeffrey Bezos – a 9€).

Da una veloce indagine via web, evinco che il prezzo “ufficiale” della Feltrinelli è proprio 9€ (analogamente per la Mondadori).

Sono convinto: questo “cartello” digitale/cartaceo è un incentivo alla pirateria.

Michele Serra, fatti furbo!

Generazione ebook

Che senso ha oggi –  per la generazione internet – acquistare un e-book alla stessa cifra del libro standard?
Dove è il vantaggio?

Lo scrittore dovrebbe carpire le potenzialità della tecnologia e non esserne vittima tanto più che nessuno mette in discussione la dovuta (e giusta) ricompensa all’autore ma, sicuramente, è opinabile la scelta (marketing).

Se compro un ebook tramite un sito non dovrei automaticamente risparmiare visto che salto l’intera filiera di distribuzione, evito l’utilizzo del materiale, salvaguardo l’ambiente (in questo caso, per lo spreco della carta) e pago solo il copyright?

MP3, esperienza da imitare

Le major musicali hanno contrastato (con successo) il download illegale degli mp3 proponendo tramite i loro web-store i singoli brani al prezzo di 0,99€.

Con un costo pressoché irrisorio, anche al più irremovibile e convinto anarchico della Rete sorge il dubbio se scaricare legalmente ed usufruire di tutti i vantaggi dell’opera digitale (ad esempio, accesso da ogni dispositivo connesso in qualunque punto del pianeta) oppure violare la legge ed accontentarsi di una bassa qualità del brano/film/libro.

«Gli sdraiati», acquisto rinviato

Non si offenda il buon Michele Serra ma io desistito dall’acquisto del suo e-book.
Se reputa queste (moderne) considerazioni valide, può inviarmi una copia autografata de “Gli sdraiati”, meglio se digitale.


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L’Informatico, chi è costui?

L’informatico, questo sconosciuto

«Di che ti occupi?».
«Sono un informatico».
«Cioè?».

Questo è il solito, monotono botta-e-risposta che si genera automaticamente quando qualcuno mi chiede informazioni sul mio lavoro.
Perché il paradosso è grande quanto l’Empire State Building: in un mondo strapieno di computer, tablet e smartphone in molti ignorano l’importante e meticolosa attività di noi, moderni artisti volgarmente noti come programmatori informatici.

L'Informatico, eroe moderno (foto di repertorio)

L’Informatico, eroe moderno (foto di repertorio)

L’informatico, eroe moderno

Ti rechi in Banca, dopo mezz’ora di fila giungi allo sportello e chiedi lumi sulle misere briciole presenti sul tuo conto corrente.
Iscrivi il tuo pargoletto in prima elementare via internet.
L’iter della Pubblica Amministrazione appare meno «mostruoso» e non ti perdi nei meandri della burocrazia grazie al progredire della digitalizzazione …

Tutto merito nostro, piccoli e grandi «eroi» hi-tech a cui nessuno assegnerà mai una medaglia al valore oppure il (meritato) minuto di gloria.

Eppure trascorriamo intere giornate davanti ad un monitor, chiusi in uffici o raggruppati in open space – con la pioggia e con il sole – progettiamo iperboliche soluzioni durante interminabili meeting, filosofeggiamo in infinite discussioni su come disegnare pirotecniche architetture web, scoviamo errori che – precisi come bombe ad orologeria – esplodono improvvisi nella jungla di programmi sparsi nello sconfinato universo di byte.

L’informatico, l’artista della Rete

Fantastichiamo algoritmi strampalati ed istruzione dopo istruzione diamo vita a pagine internet, affascinanti opere colorate, nodi della Rete globale, strumenti immateriali che migliorano la vita quotidiana dell’umanità, potenti e leggeri segnali che viaggiano veloci tra le intercapedine dei server disseminati per il Pianeta e raggiungono i computer di mezzo mondo.

L’informatico è invisibile?

Il nostro lavoro è impalpabile e non è facile da misurare: non costruiamo nulla che si possa toccare con mano né tantomeno spostiamo le montagne.

Perseguiamo un compito oscuro, operiamo da dietro le quinte, manipoliamo informazioni delicate, siamo le fedeli sentinelle dei dati conservati in sicuri archivi-cassaforte, operai delle infrastrutture su cui fonda la società moderna.

Siamo invisibili ma non «virtuali».

PaperBlog, io «mostro» per un giorno

Io, autore del giorno su PaperBlog!

«Chi la fa, l’aspetti» il famoso proverbio suona bene per il post di oggi.
La mail di Silvia giunge inattesa e come tutti i regali imprevisti è ancora più sorprendente: la simpatica Responsabile delle Comunicazione di Paperblog Italia mi annuncia che sono stato scelto dallo staff editoriale come autore del giorno!

Incredulo, accedo e adocchio la mia foto in primo piano nella sezione gialla “LE COMMUNITY” del più importante aggregatore di blog italiani; io, ogni giorno «sbatto il mostro in homepage», stavolta sono stato sbattuto in homepage 🙂

PaperBlog, io «mostro» per un giorno

Una gioia immensa

La gratificazione per questo risultato – da  reporter per diletto quale sono – è notevole.
Essere riconosciuti tra i due milioni (e passa) di blogger italiani mi incoraggia e mi aiuta a rispondere alla domanda che balena nella mia testa, a sciogliere il dubbio successivo ad ogni pubblicazione di un articolo.

Conscio di non possedere il dono della scrittura, armato di buona volontà, passione e tenacia come l’atleta che si allena duramente per sopperire alla mancanza di talento, digito il post del giorno, lo rileggo e mi chiedo: «avrò trasmesso al Lettore ciò che veramente penso?
Sarò stato in grado di trasferire le mie idee nero su bianco?
Ha senso questo articolo?»

L’autocelebrazione (una volta tanto)

Se becco un errore grammaticale sfuggito alla mia attenzione (ed al correttore ortografico), sprofondo di vergogna.
Se la forma dei pensieri è contorta, mi arrabbio con me stesso.
Se nel testo trovo molti “che … che … che …”, mi deprimo.
Se mi adagio ed uso i verbi generalisti “fare” e “dare”, mi bastono e li sostituisco con i termini appropriati.

Saper di aver attirato l’attenzione di Paperblog Italia premia il mio impegno ed – in parte – dissolve i miei dubbi esistenziali.
Il Lettore mi perdonerà questo post autocelebrativo: ventiquattro ore di gloria non si negano a nessuno, soprattutto il giorno del proprio onomastico («mostri» permettendo). La homepage di PaperBlog: ci sono anche io!


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Whatsapp ed il meritato rinnovo (annuale)

Il mea culpa

Chi è coerente scagli la prima pietra.
Io non lo sono e difatti, se necessario, cambio idea senza rancore.

L’ennesimo spunto proviene dal tanto discusso Whatsapp, il famoso programma per smartphone che – di fatto – manda in pensione i vecchi e cari (nel senso di costosi) sms.

Il Lettore affezionato mi rinfaccerà: «ma come, ne avevi cantate di cotte&crude su Whatsapp!
La prigione dei dati personali, l’app senza spina dorsale, il mistero del prezzo del rinnovo da scoprire dopo un anno (forse) … »

E’ vero: la Rete non dimentica e le mie passate dichiarazioni possono essere usate contro di me. Basta cercare “whatsapp” nel sito ed i vecchi post emergeranno dalle viscere della Rete condannandomi senza appello.

Prima di darmi del voltagabbana, però, in mia difesa aggiungo candido: sono un informatico!

Whatsapp, un meritato rinnovo (annuale)

Perchè rinnovo Whatsapp

Sviluppare software non è forse un esempio di arte moderna?
Far comunicare milioni di persone a costo zero in modo semplice e funzionale non è un’azione da elogiare ed incoraggiare?

Quando la tecnologia va veramente incontro al consumatore di massa perché é l’utente stesso a decretarne il successo o il fallimento, gli autori (artisti) vanno meritatamente premiati e l’unico strumento che noi fruitori abbiamo per ringraziare Brian Acton e Jan Koum, i due ex programmatori Yahoo! creatori dell’app, è pagare loro i 70centesimi richiesti.

Il merito va riconosciuto

Come il sottoscritto e gli altri milioni di persone sparsi per il globo: spiccioli per ogni singola persona, una ricca “medaglia” per i due giovanotti americani.

L’idea della correttezza del pagamento risulta ancora più forte se si pensa alle tante alternative disponibili: da LINE a WeChat giusto per citare le ultime novità addirittura pubblicizzate in televisione con testimonial d’eccezione (Lionel Messi per WeChat).

Eppure il successo di Whatsapp persiste.
A buon diritto aggiungo io, almeno per un anno poi alla prossima scadenza valuterò.

Nell’era di Internet, 365 giorni è una promessa di fedeltà che si concede per pochi, validi motivi … poi tutto torna nuovamente in discussione, anche l’efficienza (attuale) di Whatsapp.


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