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Il benzinaio fantasma

La teoria delle finestre rotte

«Se in un quartiere un teppista spacca una finestra, e nessuno la aggiusta, è molto probabile che ben presto qualcun altro faccia lo stesso se non peggio, dando così inizio ad una spirale distruttiva»: è il concetto base della Teoria delle finestre rotte.

Consegue: «Per cui, creare un ambiente di un certo tipo, con finestre rotte, per esempio, porta la comunità attigua a distruggere, un ambiente invece ben curato porta la comunità (anche quella non naturalmente “curata”) a curare l’ambiente che la circonda».

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Il distributore di benzina abbandonato

Il degrado urbano, dunque, contribuisce al degrado morale dei cittadini.

E’ la riflessione che ogni giorno mi balena quando, giunto ad Agnano (a poche centinaia di metri dalle rinomate terme), osservo il distributore di benzina dell’ESSO abbandonato e fatiscente.

Il benzinaio fantasma

Di chi la responsabilità?

A chi spetta abbattere questo triste ecomostro?
Tocca al Comune bonificare la zona oppure la responsabilità è della multinazionale del petrolio?
Sotto questa superficie, sono ancora presenti i grossi serbatoi dei carburanti?
Non andrebbero ripuliti e – magari – rimossi?
E’ utopia immaginare un’area verde con alberi e fiori in sostituzione di questa struttura fantasma?

L’assuefazione a questi penosi spettacoli metropolitani è il primo passo – senza più scandalizzarsi – ed accettare come normale una piccola, grande «finestra rotta».

«E’ ufficiale: in Italia, la disoccupazione è al 100%»

Disoccupazione da record

E’ accaduto l’inimmaginabile: questa mattina mi sono svegliato, ho acceso la TV e l’edizione straordinaria del telegiornale annuncia la notizia.

La sciagura era nell’aria ma ascoltare il comunicato ufficiale dell’ANSA fa sempre un certo effetto: «in questo momento, in Italia la disoccupazione ha raggiunto un nuovo record: il 100% dei lavoratori non ha più un lavoro fisso. Il sottoscritto è autorizzato a parlare dal Consiglio di Amministrazione della RAI. Dopo questa edizione anche io sarò licenziato».

disoccupazione record

Le reazione politiche

Un intero paese senza un’occupazione stabile, i più fortunati rimediano un contratto precario da rinnovare ogni giorno.

L’ala moderata di Confindustria è soddisfatta del risultato giunto addirittura in anticipo rispetto alle stime fornite dagli “esperti”.
I Sindacati, invece, continuano ad organizzare scioperi generali anche se non possono essere considerati dei veri «scioperi» poiché i partecipanti non sono più lavoratori.

Si susseguono le dichiarazione dei politici che invitano a non drammatizzare, dopotutto è «solo un periodo di transizione», «i sacrifici di oggi sono necessari», «la crisi è globale e l’Italia sta meglio di tanti altri paesi».

Per dare l’esempio e spronare la nazione a reagire, la Casta non riduce le spese anzi si aumenta gli stipendi.
Il messaggio all’elettorato è chiaro: bisogna tornare a spendere.

La denuncia della chiesa

Ogni giorno un corteo diverso marcia verso i ministeri romani che contano: oggi tocca alle prostitute, chiedono un sussidio per chi è costretta ad operare nelle zone maggiormente colpite.
Inoltre, per i loro clienti, propongono uno sgravio fiscale del 50%.
Il rimborso sarà ritirato in giornata direttamente nella farmacia di fiducia.

Il Vaticano invita il Governo a risolvere con priorità massima il dramma delle famiglie italiane.
Per la Chiesa la situazione è «insostenibile».
Difatti la domenica, durante la messa, si è verificato un calo notevole delle offerte dei credenti ed il Pontefice, nel suo ultimo angelus, urla spazientito: «fate presto!»

Nel mentre, non ci resta che resistere sapendo che ben presto un nuovo, mostruoso record ci colpirà.


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La favoletta dei lavoratori dipendenti

Lavoratori dipendenti, l’aumento!

La notizia di oggi non mi lascia indifferente, anzi mi provoca un brivido (freddo) lungo la schiena.

La Legge di Stabilità varata dal Governo Letta prevede, per noi lavoratori dipendenti, un aumento in busta paga che va da un minimo di tre (3) ad un massimo di quattordici (14) euro al mese.

Non è fantastico?

… l’aumento (da 3€ a 14€) però dal 2014

Nemmeno un inguaribile sognatore come il sottoscritto poteva immaginare tanto grasso che cola ma per esperienza sono diffidente verso questa classe politica onesta, equa ma a volte – per troppa generosità – sperperona. 

E difatti, a ben leggere tra le righe, emerge l’inghippo: il malloppo non sarà subito disponibile ma andrà ad ingrassare il cedolino a partire dal 2014.

A questa piccola doccia fredda segue l’ennesima buona novella: i 14€ sono addirittura netti! (e non lordi come insinuano i soliti detrattori pessimisti).

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«La ripresa è vicina»

Sull’onda dell’entusiasmo galoppante, anche il Ministro dell’Economia partecipa alla festa: «confermo: la ripresa in Italia arriverà entro fine anno» dichiara eccitato.

D’altronde la Matematica non è un’opinione e quella vecchia volpe di Saccomanni è pronta a salire sul carro dei vincitori: a gennaio i consumi torneranno a correre, la crisi economica ha le ore contate, gli investimenti voleranno ed i 14€ al mese porteranno (secondo le stime degli esperti) un milione di nuovi posti di lavoro più indotto (però su questo dato manca la conferma del Premier).

Basta solo non perdere la testa e gestire con sagacia questo piccolo, grande capitale: 14€ x 12 mesi = 168€ all’anno.

Non so voi, cari Lettori, ma io inizio da subito a progettare lo shopping2014 prima che giunga l’infausta smentita e distrugga l’ennesima favoletta scritta per noi, gli eroici e laboriosi lavoratori dipendenti.

Lavoratori dipendenti: aumento diI 14€ al mese?


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La risposta è tra la gente (comune)

Voci di popolo

Le voci della strada descrivono meglio di un telegiornale la realtà odierna.
Basta passeggiare per la città per carpire il mondo di oggi, gli stati d’animo delle persone comuni e le mode del momento.

Cammino, incrocio l’altro e negli istanti di intersezione delle nostre vite ascolto frammenti di discorsi, particelle di sfoghi, briciole di esistenze.

Poi il tizio a passo veloce svanisce tra la folla subito sostituito da un altro anonimo individuo.
Nuove parole urlate al vento, frasi incomplete per disegnare parti del mondo che vivono dietro ogni essere umano.

Bisogna però prestare la giusta attenzione.

Voci di popolo: perché la risposta è tra la gente (comune)

Lasciarsi su facebook

Tra il fiume di pendolari mattutini che scorre nei tunnel del metrò, capto lo sfogo di una giovane ragazza: «mi sono appena lasciata e difatti su facebook ho messo nessuna relazione» urla al cellulare mentre tenta di aprire un varco tra la ressa della stazione.

La generazione social vive mischiando realtà virtuale e vita privata: il confine è ormai depennato e probabilmente il suo ex (eterno) amore scoprirà di essere tornato single perché non è più tra gli “amici” di lei.

I politici sono tutti ladri

Il battito di un occhio ed afferro il più gettonato tra i luoghi comuni: «Berlusconi si trova bene in Parlamento perché sono tutti ladri!» sentenzia un tale mentre corre verso la biglietteria con un altro sconosciuto che annuisce pacchiano.

Giunge il sospirato treno, in breve la mandria dei pendolari riempe le carrozze-bestiame.
Compressi come sardine, per restare in equilibrio non è necessario nemmeno mantenersi alle maniglie: la schiena dell’uno appoggiata a quella dell’altro a formare un unico, voluminoso corpo compatto autogestito.

Dal fondo si alza una protesta: «il biglietto aumenta ma il servizio fa sempre schifo» sentenzia un uomo in vena di polemiche.
A parlare è uno dei pochi fortunati che viaggia seduto.

Non tutti i frammenti captati sono esempi di buon senso.


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AAA offresi (aspirante) critico letterario

La passione del secondo lavoro

Ho trovato il mio secondo lavoro.
A differenza della mia occupazione “ufficiale”, svolgo questa nuova attività solo per passione e non per necessità.

Non è stato un colpo di fortuna ma una scelta ben precisa: d’altronde, che senso ha optare per una professione non amata?
Equivale – scusate l’irriverente paragone – ad avere come amante una donna (uomo) che non piace.

Da oggi il mio curriculum prevede una nuova voce: critico letterario.

Io, aspirante critico letterario

I vantaggi del critico letterario

Essere pagato per leggere, guadagnare esplorando il fantastico universo dei libri, percepire uno stipendio per acculturarsi, diventare ricco studiando, vivere per viaggiare tra i mille mondi fantasiosi dei romanzi.

E poi, a fine storia, scrivere la recensione.

Esprimere la propria opinione nero su bianco, condividere con i Lettori l’idea trasmessa dalle pagine del libro, confrontarsi con l’autore, incontrare gli altri scrittori, pubblicare la critica e divenire un’autorevole personalità nell’ambiente della letteratura globale, essere temuto per una stroncatura o esaltato per un feedback positivo.

Un lavoro ideale, anzi il lavoro ideale per me.
Attendo proposta di assunzione, no perditempo grazie.


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Il riposo (estivo) del guerriero

In vacanza (senza wifi?)

E’ giunto il momento di ricaricare le batterie e – a differenza del cellulare – io stacco la spina.

Per le prossime tre settimane non sarò on-line, faCCebook.eu resterà chiuso per ferie.

Andrò in vacanza, lontano dalla città, attraverserò luoghi solitari dove la tecnologia non ha ancora invaso le menti delle persone e la parola “tablet” suona sinistra.
Vagherò tra montagne desolate, forse nemmeno il cellulare avrà un segnale degno di questo nome.

Certo, se trovassi una connessione wi-fi libera un aggiornamento ve lo invierei volentieri, care Lettrici e Lettori, ma dubito di riuscire nell’impresa.

On-line? A fine agosto

Tornerò a fine agosto più bello – se possibile – e forte di prima.

Nel mentre, auguro a tutti Voi, buone vacanze mentre sono certo che i soliti, immancabili «mostri» non si concederanno pause estive (purtroppo l’esercito del male è sempre all’opera).

Per loro, odiosi «mostri», invece sogno un colpo di sole con conseguente pentimento e trasformazione in cittadini-modello.

A volte, i miracoli accadono.

Il riposo (estivo) del guerriero
 


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Io donatore (di sangue) arrabbiato con un sogno nel cassetto

Solidarietà vs egoismo

«Papà, che vuol dire donazione
«Significa dare un po’ del tuo sangue a chi ne ha bisogno» rispondo a mio figlio, sei anni e tanta curiosità negli occhi.
«Non ho capito» ribatte sconsolato, «perché devi donare?» conclude sorridente.

La solidarietà è un concetto ignoto ai bimbi, l’accetto.
L’egoismo di noi adulti, invece, mi provoca una insana orticaria galoppante: globalmente attenti al nostro (piccolo) mondo, non dedichiamo un attimo dell’esistenza al prossimo.

L’alibi

Maestri nell’autoassoluzione («non ho tempo», «purtroppo devo lavorare», «ho paura dell’ago», «temo infezioni»), ci aggrappiamo ad ogni possibile alibi pur di non donare il sangue.

Eppure, pagare le tasse è un dovere di ogni (onesto) cittadino, donare il sangue invece è un onore (di pochi, purtroppo).

Donare il sangue: come raddoppiare il numero di volontari?

All’ospedale Pascale di Napoli

E così, affranto per non aver coinvolto nessun nuovo donatore come auspicato, questa mattina mi reco al Centro Trasfusionale dell’ospedale Pascale di Napoli per la mia donazione estiva.

Ma quando meno te l’aspetti, la Vita riserva piacevoli sorprese: alle otto del mattino, prima di me, la sala d’attesa del centro è già piena con  undici (11!) volontari pronti per le visite mediche.

Mentre guardo il poster “dedicato agli eroi sconosciuti che donano sangue”, la mia irritazione per non aver portato nessun familiare, amico, collega o parente si placa. La vista della mamma riconoscente mentre abbraccia il piccolino vale più di mille parole.

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Come raddoppiare il numero di donatori

Sui vantaggi (fisici e morali) conseguenti a questo nobile gesto, ho già scritto vari post (cercate “donazione sangue” su questo sito).
Il mio obiettivo, ora, è un altro: se ogni donatore riuscisse ad interessare un nuovo volontario, in breve il numero dei donatori di sangue raddoppierebbe.

La tesi è semplice ed elementare, occorre solo superare l’ignoranza, la diffidenza e la pigrizia di chi ci circonda.

Aiutatemi a sconfiggere questi ennesimi «mostri» già alla prossima donazione.


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Casa Alfano

Va sempre tutto bene

La famiglia è allo sfascio ma lui finge, prima agli altri e poi a se stesso.
A forza di mentire si è convinto che tutto vada bene, nonostante la realtà racconti una storia diversa, anzi opposta.
Sua figlia è incinta, anche se minorenne; il grande Amore – dopo aver appreso la dolce notizia – si è liquefatto come neve al sole.
Il primogenito incrementa l’esercito dei milioni di giovani italiani che non studiano e non lavorano.
La moglie, infine, lo tradisce da anni con il maestro di tennis.

E lui?

Le verità nascoste

Non coglie la disperazione della piccola Cenerentola innamorata, inganna le speranze del disoccupato, mente sui finti progressi sportivi della dolce metà.

Il povero uomo è troppo occupato, deve convincere i parenti («la famiglia è unita»), i vicini pettegoli («andiamo d’accordo») ed i creditori esigenti («nessun problema economico e comunque siamo in ripresa»).

E’ entrato talmente nella parte da divenire il più ridicolo degli attori.
Recita perfino quando non è necessario; all’inizio si poteva pensare ad una “doppia personalità”, oggi si può affermare che la falsa natura ha sovrastato la vera identità di cui – oramai – non c’è più traccia.

Il triste finale giunge atteso, direi quasi scontato: i ladri entrano in casa mentre lui è al lavoro, rapiscono la moglie, la figlia gravida ed il figlio sfaccendato.

Sul divano lasciano le foto del maestro di tennis.
Imbrattano le mure casalinghe, svuotano l’appartamento e scappano via con la refurtiva: nessuno vede e sente nulla, sebbene un grosso furgone nero con i vetri fume’ e targa kazaka non passi certamente inosservato.

Il nostro eroe torna a casa e – come se nulla fosse accaduto – continua la sua vita con la solita normalità assuefatta, senza curarsi dell’assenza della famiglia e la casa svaligiata.

Poco dopo, quando giunge la Polizia a sirene spiegate, nonostante i tragici, palesi avvenimenti egli conserva la sua inappuntabile calma anche difronte allo scandalo e le accuse.
Accerchiato dai poliziotti, dichiara convinto: «non mi sono accorto di nulla».

Benvenuti in casa Alfano.

Casa Alfano

Le vacanze? Come andare oltre la «partenza intelligente»

La partenza? Tutti insieme!

Raggiungere la località sognata per un rilassante week-end al mare o in montagna – tra giugno ed agosto– é un cammino biblico.

Difatti, tutt’oggi percorrere le autostrade italiane in estate resta un viaggio più tortuoso di quello intrapreso dagli Ebrei per giungere all’agognata terra promessa.

Imponenti masse umane si spostano contemporaneamente dalle metropoli subito dopo l’ultimo istante trascorso al lavoro: l’efficiente moglie – pur di non sprecare un secondo della bramata vacanza – attende il marito-impiegato fuori l’ufficio, alla guida dell’utilitaria familiare col motore già acceso, le valigie che okkupano ogni angolo della macchina strapiena e la prole anestetizzata sul sediolino posteriore tra bagagli e panini.

Ad aspettare la famiglia-tipo italiana altre milioni di famiglie, tutti insieme appassionatamente in un unico maxi-ingorgo nazionale.

La villeggiatura è un diritto di ogni lavoratore ma perché trascorrerla nello stesso periodo?

Le vacanze? Come andare oltre la «partenza intelligente»

La partenza intelligente (nonostante tutto)

In passato la partenza intelligente non esisteva e le vacanze dell’operaio erano legate al periodo di chiusura dell’industria (e relativo indotto).

La FIAT, l’OLIVETTI nella realtà dei fatti definivano il calendario delle ferie della stragrande maggioranza della popolazione.

L’attualità, invece, è ben diversa: i dati della disoccupazione sono drammatici, il numero dei lavoratori è diminuito drasticamente ed i grandi stabilimenti perlopiù scomparsi dal bel paese.

Eppure, l’italiano medio continua ad andare in vacanza nelle due settimane centrali d’agosto.

La proposta choc

E se un giorno – non troppo lontano – ragionassimo sul tabù agosto per proporre un programma diverso?
Ogni lavoratore può scegliere liberamente quando godere la sua meritata vacanza, in una qualsiasi stagione, in un diverso periodo dell’anno secondo le proprie personalissime esigenze senza dover sottostare al calendario aziendale.

Cosa accadrebbe?
Una depressione generale?
Una lamentela generazionale?
Uno sciopero ad oltranza dei bagnini laureati?

Nulla di tutto ciò ma solo l’addio all’alta stagione, l’addio alla speculazione, l’addio alle code chilometriche da Trieste e Messina, l’addio definitivo ai «mostri» estivi.


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