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Luciano Esposito alla Ubik di Napoli: «Abbi fortuna e dormi», storia di polifedeltà

Luciano Esposito alla libreria Ubik

La sala conferenza della libreria Ubik, nel centro storico di Napoli, fatica a contenere il calore intorno a Luciano Esposito.

Il giovane scrittore presenta – per la prima volta in pubblico! – il suo libro Abbi fortuna e dormi.

Dopo l’intervista esclusiva pubblicata qualche tempo fa, il sottoscritto non poteva mancare all’imperdibile manifestazione.

Luciano Esposito alla libreria Ubik di Napoli presenta il suo libro «Abbi fortuna e dormi»

Gli amici di sempre

Riconosco un po’ tutti: Antonio, Rosy, Angelo, Daniela …
Sono i soliti amici di Luciano, gli amici di sempre.

L’introduzione di Gerardo – professore di letteratura – presenta la storia e descrive lo stile «fresco» utilizzato dall’esordiente autore.

La musica di sottofondo del maestro di conservatorio Federico rende l’atmosfera magica (inutile ricordare che entrambi sono cresciuti con Luciano).

Osservo la sala gremita, sorrido compiaciuto.

 

La cultura, una serata intorno ad un libro

L’emozione suscitata da un evento culturale è un aspetto di Napoli importante e poco evidenziato dai media.

Dibattere intorno ad un libro, confrontarsi con le dotte parole dell’editore, ascoltare pagine del romanzo recitate da Michele – altro vecchio amico – con l’enfasi giusta, è il miglior biglietto da visita per conoscere il mondo di Luciano.

«Scrivere è una forma di espressione come disegnare» spiega lo scrittore.
«Ho impiegato sette anni per completare Abbi fortuna e dormi. Mi è sempre piaciuto raccontare storie e pubblicare il libro era per me inimmaginabile. Essere qui è un sogno» confida Luciano con un pizzico di commozione.

Luciano Esposito alla libreria Ubik di Napoli presenta il suo libro «Abbi fortuna e dormi»

«Abbi fortuna e dormi» e la polifedeltà

«Non è una storia autobiografica e la trama non è incentrata su un volgare tradimento. Piuttosto parliamo di un sentimento puro, di vero amore: l’amore di un uomo per due donne».

La definizione utilizzata durante il dibattito è perfetta: polifedeltà.

Può un uomo essere innamorato contemporaneamente di due donne?
Una passione pulita, di assoluta dedizione – non certo un prosaico adulterio.

Luciano garantisce un finale non banale, fuori dagli stereotipi tipici di una “relazione a tre”.

La fiducia del Lettore è ben riposta.
Parola di chi conosce il buon, vecchio Luciano, narratore di storie fantastiche.

Luciano Esposito alla libreria Ubik di Napoli presenta il suo libro «Abbi fortuna e dormi»

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Catherine Bybee, il coraggio di una scrittrice rosa

A chi potrebbe interessare?

Sono prudente con le recensioni negative perché rispetto il lavoro di ogni autore.
Immagino il sudore dello scrittore che, rigo dopo rigo, fatica per il suo amato libro.

Non proprio un appuntamento di Catherine Bybee, però, merita una menzione speciale.

Mi chiedo: a chi potrebbe interessare una simile storia?
Al sottoscritto sicuramente no (deduco che questo ebook sia un regalo di Amazon: resta un mistero come sia finito sul mio Kindle Paperwhite)

Giunto all’ultimo rigo, credo di poter affermare:

  • trattasi di un romanzo rosa
  • adatto ad un pubblico giovanile/semi adulto sognatore/adulto romantico
  • lettura di pura evasione
  • trama non originale
  • personaggi stereotipati ma simpatici
  • facile da leggere come bere un bicchiere d’acqua (e come tale, sparisce dopo l’ultimo sorso)

Catherine Bybee, la coraggiosa autrice di "Non proprio un appuntamento"

Il coraggio di Catherine Bybee

Senza nessun sforzo, raggiungo il finale (piatto).
Colpi di scena nulli, emozioni zero, divertimento minimo.

Il merito di Catherine Bybee?
La storia è autoconclusiva.

Il coraggio di Catherine Bybee?
Il romanzo contiene un estratto della puntata successiva, uno spin off incentrato sulla sorella della protagonista di Non proprio un appuntamento.

E’ troppo anche per un Lettore paziente come il sottoscritto.
Cancello l’ebook e proseguo verso nuovi mondi letterari.

Addio Catherine Bybee.

Acquista Non proprio un appuntamento su Amazon

 

faCCebook reloaded 2016, un anno di «mostri»

Gennaio, parte Maticmind Napoli

Il giorno degli scatoloni sancisce la fine dell’epopea HP (e dell’anno).
L’apertura del 2016 è da cerchietto rosso sul calendario: l’avventura Maticmind entra nel vivo con l’inaugurazione della nuova sede al Centro Direzionale di Napoli.

Voltiamo pagina.
Ripartiamo.

Il giorno degli scatoloni: dopo dieci anni, l'ultimo giorno di lavoro a via Antiniana (dicembre 2015)

Libri, la passione di una vita

Più leggo, più scrivo.
Un loop nel quale amo perdermi.

Condividere con Voi, amici Lettori, le recensioni dei libri, genera post gratificanti (e, auspico, utili per chi desidera acquistare l’opera).

Con un clic sulla categoria Media, rivedo le mille pagine degli ebook divorati nel 2016.

I sei volumi dell’avvincente saga dei Luxiani di Jennifer L. Armentrout (gli alieni sono tra noi) alla eccezionale biografia di Adriano Olivetti scritta da Carlo Mazzei, passando tra i romanzi gialli, sportivi, d’amore e d’avventura fino al capolavoro di Michael Dobbs, House of cards.

Storia di donne, uomini, trame inventate, immaginate, a volte drammaticamente vere, sempre meravigliose.

Libri amati, goduti rigo per rigo, recensiti.

Resta forte la convinzione: la prima arma da utilizzare contro i «mostri» di ogni forma, colore e razza è nascosta tra le pagine di un buon libro.
Si chiama Cultura.

Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa: Storie di ragazzi che non hanno avuto paura di diventare grandi, di Mario Calabresi

Io, giornalista per un giorno

Il 2016 scappa via e regala al sottoscritto innumerevoli soddisfazioni.

La gioia di vedere su Vivere, il giornale del Centro Direzionale, il post sul muro del carcere di Poggioreale resta indelebile.

Io giornalista per un giorno: un sogno realizzato.

«Il muro di Poggioreale» su Vivere, il mensile del Centro Direzionale di Napoli

147 post contro l’assuefazione

I 147 post pubblicati nel 2016 – in media tre a settimana – contengono un unico, potente messaggio: mai assuefarsi.

Perché l’assuefazione è indice di rassegnazione e la rassegnazione porta alla resa.

Quando ripartirà il servizio di bike sharing a Napoli?
E’ utopia ripristinare i dispenser gratuiti per la raccolta degli escrementi dei cani lungo i marciapiedi infestati?
Sarà riaperta l’area giochi per i bimbi al parco del Poggio chiusa da mesi?

Oltre alla denuncia, ricordo con piacere gli articoli con le gallerie fotografiche realizzate dopo una visita speciale.
Per combattere l’assuefazione alla bellezza dei nostri luoghi.

Come agli Scavi di Ercolano, la meravigliosa macchina del tempo oppure le stupende grotte di Seiano.

Capri dalla Gaiola, Grotte di Seiano

2016, l’anno delle interviste

Intervistare amici e conoscenti, sconosciuti, scrittori in erba, personaggi affermati o chiunque desideri dibattere di un argomento particolare è uno degli obiettivi della mia casa digitale.

Accendere il riflettore – anche solo per un giorno – su una persona rende speciale il post.

Come è accaduto, ad esempio, con Mario Cavaliere, l’instagramer di successo, Luciano Esposito, autore di Abbi fortuna e dormi oppure con Andrea Petringolo, il proprietario di EL CAFESINO, il bar sotto l’ufficio (solo per citarne alcuni).

Un clic sulla categoria Interviste per leggere la soddisfazione che trapela tra le domande e risposte, sempre argute, mai banali dei graditi ospiti di faCCebook.

Andrea Petringolo e lo staff de EL CAFESINO (Centro Direzionale di Napoli, isola G7)

I miei primi 1000 km in bici

Mille chilometri in bici, la rivoluzione personale nel trasporto urbano.

Pedalare per spostarsi in città, scoprire nuove prospettive, il tubo di scappamento dell’auto resta freddo, l’ambiente ringrazia, la salute ne guadagna: io faccio la mia parte, vado al lavoro in bici.

Anche nel 2017.

Nel 2016, i miei primi 1000 KM in bici

In redazione con Antonio P. Beni

La collaborazione col talentuoso Antonio P. Beni è un’altra importante novità dell’anno appena trascorso.

Le divertenti risposte (con pratici consigli) alle domande poste dai Lettori nella rubrica «Domande perBeni», rappresentano un punto di vista diverso ed originale.

Il sottoscritto ringrazia lo scrittore «nato nel nel centro del mediterraneo» per i post surreali ed unici.

La redazione, ovviamente, è aperta a tutti.
Anche a Te che, proprio in questo istante, sei giunto fin qui.

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Addio 2016, evvvia il 2017!

Riavvolgo velocemente il nastro del film di questo intenso anno.
I vecchi «mostri» sono già alle spalle.

Un respiro profondo, un istante di concentrazione, il 2017 è ad un metro, pochi passi ed inizia una nuova avventura.

Mi resta un ultimo, sentito rigo da digitare, un grazie speciale, caro Lettore.

Auguri sinceri a Te ed i tuoi cari per l’anno che verrà.


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Luciano Esposito e la storia dell’uomo innamorato di due donne (contemporaneamente)

Tra Eco e Fallaci sbuca Luciano Esposito

Luciano, partiamo dalla fine.
Quali emozioni ti suscita l’immagine di Abbi fortuna e dormi sugli sugli scaffali delle librerie?
R: Chi l’avrebbe mai detto. Non posso negare che vedere esposto il mio romanzo in libreria, tra Umberto Eco e la Fallaci, mi ha fatto un certo effetto.
Per carità, lungi da me qualsiasi tipo di accostamento, è solo questione di iniziali di cognome.

Luciano Esposito è un amico di famiglia.
Gioviale, disponibile, ospitale.
Pochi sospettano che, dietro quel sorriso bonario, si cela l’animo sensibile dello scrittore.

«Chiunque ha una storia da raccontare, basta porgli le giuste domande» è la scintilla per le interviste del sottoscritto a personaggi perlopiù sconosciuti al grande pubblico.

Oggi tocca al novello scrittore, il tipo di personaggio sul quale amo accendere il riflettore.

Per scoprire un possibile talento, per ascoltare e conoscere il mondo di una persona che ha realizzato un’opera immortale: un libro.

Luciano Esposito, l'autore di «Abbi fortuna e dormi»

L’intervista

D: Luciano, perché un bel giorno senti l’esigenza di raccontare una storia che, forse avevi dentro da sempre, e pubblichi Abbi fortuna e dormi, il tuo primo libro?
R: Mi è sempre piaciuto raccontare storie. Era mia intenzione lasciare sul comò dei miei figli un romanzo scritto dal padre. La pubblicazione è stata conseguenza di un evento fortuito, devo tutto all’incontro con la prof.ssa Ermelinda Federico (persona eccezionale recentemente scomparsa) che ha trovato un editore (Robin Edizioni) disposto a pubblicare il mio manoscritto.

D: dunque, che significa scrivere? Trovi valida la teoria: «più leggo, più scrivo, più leggo»
R: Scrivere vuol dire mettersi in gioco per raccontare e, inevitabilmente raccontarsi. E’ un atto creativo che ha il potere di trasformare la realtà, oltre ad essere un modo indiretto per parlare con qualcuno e sentirsi meno soli, anche se spesso quel qualcuno sei tu.
Scrivere è linfa vitale.
Trovo che la teoria «più leggo, più scrivo, più leggo» funzioni alla perfezione, anche se, ultimamente «più scrivo».

D: Puoi anticiparci qualcosa della trama del tuo romanzo?
R: Premetto che non è un romanzo autobiografico.
Tutto comincia con un viaggio in treno.
Stefano è un architetto con un unico grande amore, Barbara, che però l’ha lasciato. Un giorno incontra Cleo, una ragazza tanto bella quanto misteriosa; lei è la donna dei suoi sogni e diventerà l’unica ragione per continuare a esistere.
Quando un’altra donna inaspettatamente entrerà a far parte del suo cuore, Stefano affronterà l’esperienza travagliata di una doppia relazione.
Si possono amare due persone contemporaneamente?
L’esito finale, per nulla scontato, arriverà dopo un lungo tragitto interiore costellato di domande che troveranno sorprendenti risposte.

Nando Vitali, il maestro e l’amico

D: La stesura dell’opera, ti ha prosciugato ogni energia oppure volavi sull’onda dell’entusiasmo? Quali i momenti di difficoltà? Mai affrontata la «crisi della pagina bianca»?
R: Mi ci sono volute parecchie energie per volare sull’onda lunga di un entusiasmo sempre più crescente. Avevo la trama bene in mente fin dall’inizio ma ho dovuto lavorare non poco per chiudere la storia come volevo.
La difficoltà più grande che ho incontrato è stata dare coerenza e scorrevolezza alla narrazione per oltre trecento pagine. Problematiche tante, tutte superate grazie al sostegno professionale dello scrittore Nando Vitali, mio maestro e amico, senza il suo contributo il mio romanzo non sarebbe così riuscito.
Non ho mai affrontato la crisi della pagina bianca, quando decido di sedermi davanti al PC lo faccio per scrivere.

D: Come immagini i tuoi Lettori? Sei curioso di carpire la loro espressione quando, col volto immerso nelle pagine del tuo libro, leggono le parole uscite da dentro la tua anima?
Sorrideranno? Rifletteranno? Si emozioneranno?
R: Nel mondo dei miei lettori c’è di tutto: amici, amici di amici, parenti, persone conosciute, persone sconosciute e persone che forse non conoscerò mai.
Abbi fortuna e dormi è una storia trasversale, rivolta a lettori di ogni età, leggibile anche dai più giovani per la scorrevolezza significativa del testo.
Spesse volte mi chiedo quale sia l’espressione dei miei lettori mentre leggono i diversi passaggi, sono sicuro che sorrideranno, rifletteranno e si emozioneranno.

«Abbi fortuna e dormi» di Luciano Esposito, sugli scaffali della Feltrinelli tra Umberto Eco e Oriana Fallaci

La scuola e la prof.ssa di Italiano

D: La fan page ufficiale di Abbi fortuna e dormi è ricca di commenti e foto.
I veri amici sono rari. sei felice di tanto affetto e stima oppure temi di deluderli?
R: La paura di deludere qualcuno è sempre dietro l’angolo, devo dire, però, che i complimenti e i giudizi positivi ricevuti fino ad ora mi hanno riempito di gioia e mi hanno dato un grande slancio per continuare a scrivere.

D: Luciano, torniamo sui banchi di scuola: che tipo era il tuo professore di italiano? Ha contribuito a modellare la scrittore di oggi oppure la formazione scolastica pensi sia solo nozionistica e non produce vera cultura?
R: Cominciamo col ricordare che la mia professoressa di italiano, alle superiori, era una bella donna. Spesso durante l’interrogazione si distraeva guardando fuori dalla finestra con occhi assenti ed io me ne accorgevo, allora, per allungare il brodo, cominciavo a raccontarle di tutto, da Pinocchio a Biancaneve, l’importante era non interrompere l’esposizione.
Alla fine me ne tornavo al banco con un bel voto. Giuro!
Anche se la scuola mi ha formato infondendomi le nozioni base, la passione per la scrittura è nata in età matura.
Scrivere deve essere un atto libero, non un’imposizione.

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Povertà di spirito: il «mostro» da sconfiggere

D: Se avessi la possibilità – anche temporale – quale scrittore vorresti incontrare?
R: Mi piacerebbe incontrare George Orwell, per chiedergli come ha fatto a prevedere eventi futuri.
Il suo 1984 (scritto nel 1948) è straordinariamente avveniristico.
Stupefacente.

D: Chi consideri i tuoi «maestri» di penna?
R: Tutti gli autori che ho letto, e il mio maestro Nando Vitali, ovviamente.

D: ultimo libro letto?
R: Il suonatore di pietre, di Sergio Saggese.

D: Luciano, domanda d’obbligo: quali sono i peggiori «mostri» affrontati?
Convieni che una delle armi più potente per sconfiggerli sia la cultura?
R: Credo che il mostro più grande di tutti sia la povertà.
Povertà, non solo intesa come condizione di chi si trova ad avere un limitato accesso a beni e servizi d’importanza primaria.
Sto parlando di un altro genere di povertà, per certi aspetti ancora più grave: la povertà di spirito, che spesso equivale a ignoranza.
È un po’ come un cane che si morde la coda, l’ignoranza genera povertà che genera ignoranza (la peggiore delle povertà).
Se vogliamo fare un esempio, l’ignoranza è anche la principale causa di un’infinità di guerre. Non a caso, le zone del mondo teatri di conflitti sanguinosi coincidono con quelle dove è maggiormente diffuso l’analfabetismo.
In altre parole, l’ignoranza rende succubi nei confronti di chi ne sa di più.
La crescita culturale è l’unica vera possibilità di riscatto e di liberazione per l’umanità.

D: Luciano, l’intervista termina con una riflessione libera.
A te il messaggio da lanciare nell’oceano sconfinato della Rete.
R: Se avete voglia di sognare e di passare qualche ora spensierata, di sorridere, riflettere ed emozionarvi, leggete Abbi fortuna e dormi.
E se l’avete già letto, rileggetelo!

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Perché leggere «Adriano Olivetti. L’utopista concreto» di Carlo Mazzei (recensione)

Adriano Olivetti, il filantropo

«… un complesso di abitazioni per gli operai, con tanto di asilo nido e scuola materna condotti con metodi all’avanguardia, villette a schiera per gli impiegati nei pressi della nuova fabbrica, a sua volta costruita ex novo, con le grandi vetrate divenute famose, a testimonianza della vocazione verso l’esterno, a contatto con la natura e la campagna circostante, con i grandi spazi aperti inondati di luce».

Adriano Olivetti. L’utopista concreto di Carlo Mazzei è un libro da leggere con attenzione per assaporare ogni singola azione di’uomo unico nella storia d’Italia.

Un industriale di successo – ed i profitti eccezionali della Olivetti lo attestano – che poneva l’uomo al centro della fabbrica, intesa come mezzo per migliorare l’ambiente circostante e la vita di ogni singolo operaio.

La filosofia futuristica di un imprenditore vincente che ben presto portarono l’Olivetti ai vertici europei: basti pensare che, nel pieno boom anni sessanta, ad Ivrea lavoravano 10 mila dipendenti (su 22 mila abitanti) e a Pozzuoli 1500.

Adriano Olivetti, imprenditore e filantropo: l'uomo al centro della fabbrica

Prima di Google e Steve Jobs

« … lo stipendio di un impiegato Olivetti era mediamente il 20% più alto di un metalmeccanico di un’altra industria, orari meno pesanti (45 ore invece di 48), sabato libero, più giorni di ferie, permessi speciali per gli operai che avevano campagne nei tempi delle raccolte, facilitazioni per le operaie in maternità (tre mesi prima e sei mesi dopo il parto retribuiti più un contributo economico straordinario), colonie estive per i figli dei dipendenti, permessi di studio anch’essi retribuiti, mense aziendali rifornite direttamente dal centro agrario di proprietà.
La fabbrica era dotata di biblioteca, erano previsti incontri con intellettuali, allestite mostre negli spazi della fabbrica, proiezioni di film …»

Sono solo alcuni benefici garantiti da Adriano Olivetti ai suoi dipendenti.

Da evidenziare il contesto: siamo nell’Italia degli anni sessanta e dibattiamo di diritti che oggi – nel ventunesimo secolo – sono ad appannaggio di poche realtà industriali (forse Google ed affini?).

 

Perché leggere il libro di Carlo Mazzei

L’opera di Carlo Mazzei sulla vita di Adriano Olivetti è appassionante: dalla nascita ad Ivrea fino ai viaggi americani, per conoscere la realtà industriale nel mondo (visitò, ad esempio, gli stabilimenti della Ford).

Una parte del libro è dedicata all’avventura politica di Adriano Olivetti.
Il progetto da lui ideato – definito utopistico dai partiti di allora – era troppo innovativo per essere compreso.

Fu, ovviamente, stroncato da tutti i partiti e costretto a ritirarsi dalla politica nazionale e locale (fu eletto sindaco di Ivrea oltre che parlamentare della Repubblica).

Ecco come definì i partiti ed il Parlamento di allora:

Alla fine del fascismo la maggior parte degli intellettuali vedeva nei partiti uno strumento di libertà. Io no. Sono organismi che selezionano personale politico inadeguato. Un governo espresso da un Parlamento così povero di conoscenze specifiche non precede le situazioni, ne è trascinato. Ho immaginato una Camera che soddisfi il principio della rappresentanza nel senso più democratico; e poi sappia scegliere ed eleggere un senato composto delle persone più competenti di ogni settore della vita pubblica, della economia, dell’architettura, dell’urbanistica, della letteratura

Adriano Olivetti. L’utopista concreto di Carlo Mazzei, lettura consigliata per conoscere la vita di un uomo eccezionale.

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Origin vol.4, di Jennifer L. Armentrout (recensione)

Misteri svelati

Stavolta Jennifer L. Armentrout fa sul serio.
Dopo i primi quattro volumi (perché la saga parte dal numero zero Shadows (Lux Vol. 0), la svolta.

In Origin (Lux Vol. 4) la narrazione accelera vorticosamente: si susseguono più azioni che in tutti i precedenti episodi messi insieme.

Molti misteri trovano le attese risposte ed il mosaico inizia a comporsi con chiarezza: cos’è Dedalo? Quale è la vera natura dei Luxen? L’amore tra Daemon e Katy è maturo? Ed i destini di Beth e Dawson?

Recensione di Origin vol.4, di Jennifer L. Armentrout

Botte da orbi

Come una pentola a pressione pronta ad esplodere, nel quinto, avvincente libro della saga degli alieni, scoppia finalmente il putiferio.

Perché ammettiamolo: la mamma di Katy che ignora le battaglie intergalattiche consumate nella stanza della figlia, era davvero difficile da digerire anche per il più accanito tra i fans.

La trama conserva comunque una nota romantica e l’evoluzione della storia d’amore tra Daemon e Katy si alterna al dolore, alla lotta ed una serie di avvenimenti drammatici (non manca l’ironia anche nei momenti più bui).

 

A gran velocità verso il The End

Origin (Lux Vol. 4) rappresenta la crescita dei personaggi, dal periodo adolescenziale verso l’età adulta, un lungo salto in avanti verso il finale dell’intera serie (manca una puntata).

Un’ultima osservazione: a differenza delle puntate precedenti, stavolta il titolo è esplicativo

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«Roger Federer. Perché è il più grande» di Roberto D’Ingiullo (recensione)

Roger Federer vs David Ferrer: 16-0

Il tennista accetta la regola del caso: se la pallina colpisce il net, può cadere nel proprio campo oppure rimbalzare nel lato opposto.
Punto perso o colpo vincente: questione di attimi, mille variabili incontrollate che stabiliscono una traiettoria impossibile da prevedere.

Nessuno, però, può dibattere sul dato schiacciante: Roger Federer vs David Ferrer 16-0 (fonte atpworldtour).

Due aspetti opposti dello stesso sport, il tennis.

Se ami le statistiche, i numeri e cerchi un ebook sul campione svizzero Roger Federer. Perché è il più grande: Le vere ragioni del successo del miglior tennista di tutti i tempi di Roberto D’Ingiullo è l’ebook che fa per te.

Roger Federer. Perché è il più grande, di Roberto D'Ingiullo (recensione)

Roger Federer, the GOAT
(Greatest Over All Time)

Record su record, il giornalista sportivo dimostra – come un teorema matematico – perché Federer merita il trono del «più grande di tutti i tempi».

Lo scettro spiegato a suon di vittorie, trofei, “head 2 head”, comportamenti, fair play, eleganza.
E poi, le testimonianze dei colleghi della racchetta a confortare la proclamazione.

Perché ogni amante del tennis dentro di sè è conscio: il campione svizzero proviene da un altro pianeta.

In questo (breve) libro, Roberto D’Ingiullo ci dimostra il perché.

 

L’ammirazione degli avversari

Posi la racchetta nel borsone, togli i polsini sudati, bevi l’integratore, nascondi il volto stremato nell’asciugamano, prosegui a testa bassa verso gli spogliatoi, l’applauso caldo del pubblico a mitigare la delusione.

Dopo la doccia, nella tua mente rivedi mille volte quel maledetto rovescio finito sulla rete che ti è costato il match.

Poi scruti Re Roger dall’altra parte del campo.
Sorride, ti viene incontro, un abbraccio sincero, poche parole sentite.
Lo ammiri anche tu, nonostante la sconfitta.

Hai di nuovo perso la finale contro il numero uno al mondo.

Non hai nulla da recriminare.
Hai solo incontrato il più forte tennista di tutti i tempi.

“Non ho mai battuto Federer, è troppo per me.
Ma magari quando lo affronterò nel Senior Tour …”
(David Ferrer, ex numero due del mondo, commentando l’inquietante conteggio negli scontri diretti con Federer: 0-16)

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Antonio P. Beni, esperto in aMORE (con la “a” minuscola)

«Domande perBeni»

Conosco Antonio P. Beni dal primo cambio di pannolini: è mio cugino.
E’ un tipo silenzioso, non ama apparire in prima serata e, come tutti gli scrittori, preferisce il libro alla televisione.

Nonostante la sua giovane età, la Vita (con la «V» maiuscola) l’ha triturato nello sbattitore dei destini tormentati ed oggi è un uomo migliore.

Dopo innumerevoli tentativi, finalmente Antonio P. Beni esce dal tunnel ed accetta di tornare in sella: curerà la rubrica «Domande perBeni».

Una rara immagine di Antonio P. Beni, esperto in aMORE (con la "a" minuscola)

Esperto in aMore, (con la «a» minuscola)

Il giovane scrittore risponderà alle e-mail inviate dai Lettori sul tema dellì’aMORE, quello con la «a» minuscola.

L’aMORE degli sconfitti, l’aMORE di chi è abbandonato, l’aMORE di colui che cerca di capire ma non comprende e necessita dell’aiuto di «chi le ha viste tutte».

Il sentimento che muove il mondo da sempre, il mistero dell’Umanità raccontato dalle vostre domande e svelato dalle argute – a volte inspiegabili – risposte del Beni.

Chi è Antonio P. Beni

(dal suo blog ufficiale)

Antonio P Beni nasce improvvisamente più di  quarant’anni fa nel centro del mediterraneo.

Di lui conosciamo solo la sua biografia estratta, grazie al sapiente uso del laser, da un pool di esperti di chimica del gelato.

Ricco di famiglia, con i suoi dieci fratelli e quindici sorelle fonda il partito «genitori: fatevi una pizza».

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La sua prima opera: «Le cose degli Altri»

Dieci anni fa a Roma trovammo una copia clandestina della sua prima raccolta di racconti «Di Beni in meglio» ma come per le statue del Modigliani, molti pensarono che fosse un falso.
Altri che fosse un falsario.

Ad ogni modo, questi racconti descrivono chiaramente il carattere di Beni, ma non le caratteristiche psicosomatiche.

Alcuni anni fa un certo Umberto diede Eco al primo romanzo di Beni «Le cose degli altri».
Grazie a questa critica molti giornali parlarono dell’avvento del nuovo Messia e in terza pagina anche di Beni.

Oggi Beni , dopo un letargo di soli dieci mesi in una tomba etrusca, torna su faCCebook per fissare un punto preciso nella storia della letteratura mondiale.

Quale che sia speriamo di trovarlo presto
Almeno prima che la pubblicità termini …

Scrivi ad Antonio P. Beni




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    Le cose degli Altri è anche cartaceo


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    Il peso della farfalla, di Erri De Luca (recensione)

    Erri De Luca, l’amore per la montagna

    Il peso della farfalla conferma la passione di Erri De Luca per la montagna.
    L’avventura ad alta quota scivola via lentamente: l’azione è minima, il racconto molto introspettivo per descrivere i pensieri di un vecchio bracconiere stanco ed il re dei camosci, esemplare unico, rispettato dal branco e giunto ormai al tramonto del suo regno.

    Odori, profumi, panorami: il vero protagonista del breve romanzo resta comunque la montagna e le sue mille atmosfere magiche.

    Fino all’inesorabile incontro scandito delle ultime, drammatiche righe.
    Il finale amaro, atteso, scontato lascia comunque una riflessione per il Lettore: l’uomo e la Natura potranno mai convivere?

    Recensione di "Il peso della farfallla", di Erri De Luca

    Perché (non) leggerlo

    Erri De Luca è un autore che sto scoprendo negli ultimi tempi, l’ammetto.
    Apprezzo il dibattito sui temi ambientali e le riflessioni che scaturiscono dai suoi romanzi.
    Non impazzisco per il ritmo a volte troppo lento: si susseguono le pagine ma la trama resta ferma.

    Continuerò a leggere i suoi romanzi.
    Erri De Luca, personaggio profondo.
    Da approfondire.

     

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    Un debito è per sempre Vol.1, di Alexander Hartung (recensione)

    Alexander Hartung, un giallo a tinte forti

    Ancora sazio dal precedente libro, con la superbia del Lettore MangiaPagine, casco nel tortuoso mondo di Jan Tommen detective della omicidi di Berlino – e la sua ragazza Betty.

    Era mia intenzione utilizzare Un debito è per sempre Vol. 1 come digestivo: tra un romanzo e l’altro, per digerire e prima di immergermi a capofitto in una nuova storia, leggo il poliziesco di Alexander Hartung.

    Stavolta, però, invece di smaltire, ricevo un pugno nello stomaco che lascia il segno.

    Un debito è per sempre Vol. 1, di Alexander Hartung | recensione

    Nei peggiori meandri dell’animo umano

    Con un susseguirsi di colpi di scena tipici del romanzo giallo, Alexander Hartung scava nell’animo umano.

    Emergono verità che preferiremmo nascondere a noi stessi, i «mostri» presenti in ogni essere (dis)umano prendono il sopravvento.

    Personaggi da cronaca nera – della peggiore specie – caratterizzano questo romanzo, immagino il numero zero di una saga noir ambientata nella capitale tedesca dei nostri giorni.

     

    Consigliato ad un pubblico adulto

    Chi ama il genere forte e digerisce i più cruenti delitti senza batter ciglio, troverà pane per i suoi denti.

    La trama è densa di azione, dettagli a volte raccapriccianti, uomini dalle coscienze talmente sporche da far rabbrividire i ratti nascosti nelle oscure profondità delle fogne berlinesi.

    Sconsigliato ai bacchettoni come il sottoscritto e a chi desidera un giallo allo Poirot.

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    Vendetta a Manhattan (Quinta Strada Vol. 5) di Christopher Smith (recensione)

    L’etica del killer secondo Christopher Smith

    Uno spietato killer può seguire una morale?
    Vendetta a Manhattan, di Christopher Smith racconta il punto di vista di Carmen Gragera, assassina di professione costretta a difendersi dall’Organizzazione (criminale) per la quale lavora.

    Vendetta a Manhattan (Quinta Strada Vol. 5) di Christopher Smith: killer troppo umani?

    Una storia di assassini

    La lettura scorre veloce come le pallottole dei killer – i protagonisti assoluti di questo libro – descritti come esseri dotati di «una» coscienza (quale?).

    L’umanizzazione di assassini cinici e violenti, la descrizione fin troppo «normale» della stessa protagonista, nel sottoscritto, suscita fastidio.

    Perché – a conti fatti – la bella e cinica Carmen Gragera, per soldi, uccide.
    Per denaro, elimina esseri umani.
    «Non ammazzo bambini» è l’unico codice etico che rispetta.

     

    Il fascino del male

    Un romanzo di delinquenti accattivanti, affascinanti, anche colti.
    Il Lettore resterà incollato alla trama da film d’azione, col fiato sospeso fino all’ultimo rigo, uno anomalo mix tra il cinismo del killer professionista e l’inattesa umanità della protagonista.

    Superato lo choc del finale, resta l’amara verità: dietro l’apparenza, i personaggi di questo libro sono solo dei «mostri».

    Da leggere col giusto distacco.

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    «Operazione Penelope», di Raffaele Cantone (recensione)

    Gli articoli di Raffaele Cantone

    Operazione Penelope, di Raffaele Cantone, è una raccolta di articoli incentrati sulla camorra, le relazioni pericolose tra criminalità organizzata e pezzi di Istituzioni, politica e malaffare.
    Una denuncia forte e convinta contro la «zona grigia», lo strato di società dove l’illegalità si mischia con affari e cittadini qualunque.

    Il libro di Raffaele Cantone evidenzia l’evoluzione (storica) della camorra napoletana, da criminalità del sud Italia fino alla diffusione nazionale e poi globale.

    Scritto da chi ha combattuto (e sconfitto) in prima persona il famigerato clan dei Casalesi, il testo è una fotografia spietata degli ultimi decenni.
    Racconta le vicende dei clan attraverso l’emergenza (infinita) dei rifiuti campani, il ruolo di Nicola Cosentino sottosegretario e coordinatore di uno dei primi partiti in Italia, le vittime innocenti, la forza di donne ed uomini (famosi o sconosciuti ai media) chi hanno detto «no», i patti scellerati tra i camorristi ed i vertici politici nazionali.

    Anche se le vicende narrate si fermano intorno al 2012, il testo è denso di significati tutt’ora attuali.

    La recensione di «Operazione Penelope», di Raffaele Cantone

    Lo sfogo del magistrato

    Troppo spesso, quando i risultati ottenuti nella lotto alle mafie vengono azzerati da eventi successivi o da scelte, anche legislative, non coerenti con gli obiettivi dichiarati pubblicamente, si ha come l’impressione di avere a che fare con qualcosa di simile alla tela di Penelope raccontata da Omero nell’Odissea, tessuta di giorno e disfatta di notte, così che la mattina dopo bisogna ricominciare tutto da capo senza mai vedere la fine dell’impresa.

    Per Roberto Saviano e Silvio Berlusconi

    Netta la posizione di Cantone nei confronti di Roberto Saviano ed in generale degli intellettuali: sono voci da difendere.

    Per non lasciare soli magistrati, forze dell’ordine e cittadini onesti e continuando a scrivere e parlare di convivenze e malaffare che l’illegalità potrà essere definitivamente sconfitta.

    Il libro termina con una lettera ironica rivolta all’allora Presidente del Consiglio.

    Da leggere per comprendere appieno il messaggio di Cantone: la battaglia alla camorra – sempre sottovalutata dallo Stato – si vince prima di tutto con l’integrità morale della politica e dei singoli cittadini.

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