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Tag: libro (Page 4 of 5)

«L’acustica perfetta», di Daria Bignardi (recensione)

Daria Bignardi, scrittrice coinvolgente

La brava Bignardi scava nella coscienza di Arno.
Lei, donna, descrive magnificamente lo stato d’animo di un uomo costretto a guardarsi dentro.

Con uno stile avvincente, L’acustica perfetta procede verso il finale inatteso che lascia al Lettore una sensazione di sbalordimento.

Un libro profondo, mai banale.
Una trama apparentemente leggera che, dopo aver digerito, risale per presentarsi con tutta la sua amarezza.

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La trama

Può la fuga improvvisa della persona amata innescare un processo di crescita?
Succede ad Arno, felicemente sposato con Sara.
Tre figli, un lavoro – la musica, la sua passione – ed una vita appagante.
Almeno a lui così appare.

Invece, un mattino, il risveglio crudele: Sara scompare e lascia solo un biglietto …
Arno non si arrende, inizierà una lunga ricerca che lo porterà indietro nel tempo per conoscere aspetti ignoti della donna che ama.
Forse il presente non è così perfetto come appare ai suoi occhi?

Daria Bignardi, autrice del bel libro «L'acustica perfetta»

Perché leggerlo

Come un sasso nello stagno, L’acustica perfetta costringe il Lettore – come Arno, il protagonista – a riflettere.

E’ giusto mettere in discussione scelte cementate dall’amore – o presunto tale?
Ha senso ragionare, con gli occhi di oggi, sulle azioni passate?
Essere sempre presenti per l’amata moglie e gli adorati figli, basta per definirsi un buon marito ed un papà modello?

Domande difficili con riposte che potrebbero sconvolgere l’esistenza di chiunque.

La Bignardi sembra ricordarci che l’amore ha mille sfumature.
Nessuna scontata.

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Central Park, di Guillaume Musso – la recensione

Alice e Gabriel, personaggi affascinanti

Premetto: non amo i gialli.
Ammetto che Central Park di Guillaume Musso è la piacevole eccezione.

Si fa presto ad amare Alice, la delicata e forte poliziotta dal passato atroce.
E come non rimanere intrigati dal misterioso e sensibile Gabriel?

La storia è appassionante già dalla primo rigo: perché Alice e Gabriel si svegliano una mattina ammanettati tra loro su una panchina di Central Park a New York? (lei vive a Parigi, lui a Dublino)

Un giallo psicologico

La trama è avvincente, i colpi di scena si susseguono.
Più che sparatorie e scazzottate, la vicenda è incentrata sui misteri della mente e l’indagine scorre veloce tra ipotesi, moventi ed intuizioni.

Attenzione: non parliamo di una novella Agatha Christie ma di una poliziotta che combatte prima di tutto contro i fantasmi del passato.

Al povero Lettore non resta che leggere tutto d’un fiato il libro fino allo sconcertante finale.

Central Park, di Guillaume Musso - un giallo psicologico

Central Park, di Guillaume Musso – un giallo psicologico

Il dettaglio per i personaggi ed i luoghi

I personaggi – principali e non – sono profondi e tratteggiati con dettaglio.
L’autore pone attenzione anche a descrivere i luoghi con particolari maniacale: durante le scene di azione ambientate a New York sembra di vedere un film!
(scommettiamo che dal libro tirano fuori una pellicola hollywoodiana di successo?)

 

Perché (non) leggerlo

Per il finale di speranza.
Per il finale amaro.
Dipende dagli occhi del Lettore.
A voi la scelta.

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Gioco di squadra

Un bambino cerca di sollevare un masso davanti alla madre.
Ci prova e ci riprova, accanitamente, con tutte le sue forze, ma non ci riesce.
Allora dice alla madre: “Non ce la faccio, mamma”.
E la mamma gli risponde: “usa tutte le forze che hai a disposizione e vedrai che ci riuscirai”.
Il bambino le dice che l’ha già fatto, ce le ha già messe tutte, le sue forze, e la madre gli risponde:
“no, tesoro, non le hai ancora usate tutte. Non mi hai ancora chiesto di aiutarti”

(da Caos calmo, di Sandro Veronesi).

Mamma-figlio, il perfetto gioco di squadra


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«Gli ultimi giorni di HP Pozzuoli», scarica gratis l’ebook!

Perché il mio primo libro

Leggo “Mario Monfrecola” su Amazon come autore di un ebook e strabuzzo gli occhi!
Il mio nome sugli scaffali della libreria più grande al mondo, che emozione!

Immagino un cowboy del Texax cercare “HP” – la società nella quale lavora il nipote – e becca la testimonianza, una raccolta di articoli pubblicati sotto la spinta delle emozioni di quei difficili giorni, la cronaca informale di un dipendente sulla soglia del burrone e desideroso di non cancellare quasi vent’anni di professionalità per un cinico click da Palo Alto.

Rassicuro tutti: Gli ultimi giorni di HP Pozzuoli è il mio ultimo (e primo) manoscritto (definirlo libro appare esagerato anche all’autore).

HP Pozzuoli, documento il settimo giorno di sciopero

HP Pozzuoli, documento il settimo giorno di sciopero

L’ebook, la prefazione

«Mario, ci chiudono» la notizia giunge mentre sono in attesa del treno che da Gardaland mi riporta a Milano.
Sono in vacanza, stazione Peschiera del Garda ore 17,30: la telefonata del collega blocca l’entusiasmo per la giornata di festa (ironia della sorte, a decretare la fine è la medesima persona che diciotto anni prima portò il mio curriculum nell’allora EDS – nella quale fui assunto – poi confluita in HP).

E’ Il 7 luglio 2015: l’HP annuncia la chiusura della sede di Pozzuoli, gli uffici napoletani nei quali lavoro (insieme ad altri 160 esperti informatici).
Una e-mail e la vita è stravolta, la comunicazione di una multinazionale non prevede ringraziamenti e scelte ma concetti sinistri celati da termini aziendali.

HP Pozzuoli al dodicesimo giorno di sciopero consecutivo

HP Pozzuoli al dodicesimo giorno di sciopero consecutivo

«Ristrutturazione», «riorganizzazione» e «trasferimenti» per giustificare la chiusura della sede di Pozzuoli, nel territorio più depresso d’Italia dove la disoccupazione raggiunge percentuali bulgare.

A me, informatico flegreo coinvolto in prima persona, nasce l’esigenza di raccontare questo momento storico. Desidero evitare che un pezzo di vita – ero un neoassunto ventottenne, oggi un uomo di quarantacinque anni – cada nel dimenticatoio.

Decido così di raccogliere in questo ebook tutti i post pubblicati sul mio sito faCCebook.eu, articoli dettati dalle emozioni del momento privi di una qualsiasi pretesa informativa.
La cronaca di un lavoratore che vede demolire in sessanta frenetici giorni, le certezze costruite in quasi vent’anni di passione, professionalità ed etica.

Documentare questi drammatici giorni, mi appare – forse in modo del tutto irrazionale – giusto.

Ebook, download gratuito

Titolo: Gli ultimi giorni di HP Pozzuoli: 7 luglio 2015 – 14 ottobre 2015
Autore: Mario Monfrecola
Estensione del file: pdf
Dimensione del file: 3 MB
Download: gratuito

Descrizione
La testimonianza di un dipendente della sede HP di Pozzuoli negli ultimi, difficili mesi antecedenti la chiusura del sito informatico.

I soldi di Amazon in beneficenza

L’ebook è ugualmente in vendita su Amazon a 2,99€.
Il mio desiderio, invece, è distribuirlo gratuitamente ma il colosso americano impone un prezzo minimo ad ogni prodotto pubblicizzato.

Dunque, in attesa di attivare una promozione per il download free, mi impegno a devolvere in beneficenza gli eventuali ricavi.

Se dovessi vendere anche solo una copia, con la massima trasparenza, girerò i profitti a chi necessita.

Promesso.

Acquista subito l’ebook su Amazon!

La fusione di multinazionali, i motivi del fallimento

La fusione, da «Caos calmo»

Caos calmo, il libro di Sandro Veronesi (dal quale, nel 2008, venne tratto il film interpretato da Nanni Moretti) mi fornisce un importante spunto di riflessione sul destino che tocca ai dipendenti di qualsiasi multinazionale coinvolti nella fusione con un’altra grande azienda della medesima importanza.

La tesi esposta nel romanzo (descritta in una lettera di un dirigente coinvolto nell’operazione) la ritrovo applicata sulla mia pelle, lavoratore di HP Pozzuoli.

Perchè la fusione tra due multinazionali fallisce

HP-EDS, durata della fusione: 7 anni

Per giungere ad oggi, rivivo le tappe fondamentali:

  • 1998: assunto in EDS, una multinazionale operante nell’Information Technology (dello stesso calibro di IBM, giusto per intenderci)
  • 2008: EDS viene acquisita dalla ben più famosa Hewlett Packard costituendo di fatto l’attuale HP Enterprise Services (per la quale lavoro insieme ad altri 160 colleghi)
  • ottobre 2015l’HP chiude la sede di Pozzuoli trasferendo i 160 lavoratori in Maticmind, piccola società che orbita intorno alla multinazionale americana.
  • novembre 2015: HP si divide in due distinte compagnie.
    Nascono Hewlett-Packard Enterprise e HP Inc rinnegando di fatto la fusione con EDS

Durata della fusione HP-EDS : sette (tormentati) anni.

La parola ad Enoch, capo dell’Ufficio del Personale.

Che cos’è una fusione?

Che cos’è una fusione? Una fusione è il conflitto di due sistemi di potere atto a crearne un terzo, realizzata per finalità finanziarie.
È concepita per creare valore, ma la creazione di valore è un concetto buono per gli azionisti, o per le banche d’affari, non per gli esseri umani che lavorano nelle aziende, per i quali una fusione è, al contrario, il trauma lavorativo più violento che possa essere loro inflitto.

La reazione dei dipendenti

I problemi più grossi di una fusione non sono legati al documento che la sancisce.
Prima che di cifre, infatti, un’azienda è fatta dagli uomini che ci lavorano, cioè dai suoi dipendenti, e dopo l’annuncio di una fusione la reazione di qualsiasi dipendente a qualsiasi livello è l’incertezza.
Che cosa mi aspetta? Resterò o verrò mandato a casa? La mia funzione cambierà? Di chi mi devo fidare? Come verranno risolti i miei problemi?
Riuscirò a mantenere i privilegi che mi ero conquistato?

L’ipocrita comunicazione standard

Durante una fusione bisognerebbe parlare con i dipendenti, informarli e aggiornarli tutti il più spesso possibile; il dipendente ha bisogno di fiducia, di sentire che non è considerato solo una pedina.
Invece gli viene riservato un discorso-standard, buttato giù una volta per tutte da un paio di consulenti in comunicazione interna, che ha il solo effetto di accrescere le sue preoccupazioni.
Quelle dichiarazioni asettiche su future sinergie che non toccheranno il personale sono ipocrisia bella e buona, poiché tutti sanno che l’unica garanzia concreta per creare valore sui mercati è la riduzione dei costi aziendali, e le riduzioni dei costi sono realizzate all’80% con tagli del personale.

I fedelissimi, i voltagabbana e i collaborazionisti

L’impatto è più devastante per la fascia d’età che va dai quaranta ai cinquant’anni, quando le risorse d’adattamento sono minori ed il rischio di perdere qualcosa nel cambiamento è molto più alto.
Si ha l’impressione di regredire, si percepisce un senso d’ingiustizia.
Il trauma da assorbire è enorme: si era attaccati ad una cultura aziendale, ad una squadra, a colleghi con cui si lavorava con piacere, con spirito di corpo. È una situazione altamente destabilizzante, e ci sono solo tre categorie di persone che riescono a reggerla: i fedelissimi, i voltagabbana e i collaborazionisti.
Tutti gli altri rischiano di andare a picco.

 Il fallimento

Bisogna sviluppare una grande resistenza, fisica e psicologica, per non crollare, e solo pochi sono in grado di farlo senza adeguata assistenza.
Ma un’assistenza del genere non esiste.
Così, il risultato più comune durante le fusioni è che una grande quantità di ottimi elementi lascia volontariamente il proprio incarico, prima ancora che la fusione sia compiuta; cosa che viene miopemente considerata con favore in quanto alleggerisce la successiva azione di taglio del personale, ma che invece rappresenta una perdita secca.
Perché gli uomini e le donne che se ne vanno si portano dietro le proprie conoscenze e le proprie capacità tecniche, ed a fronte del valore virtuale creato sui mercati, il risultato reale è uno spaventoso impoverimento.
Ecco perché non si è ancora vista una sola grande fusione che non sia fallita nel giro di un anno o due.

Elogio dell’imperfezione, di Rita Levi di Montalcini (recensione)

La donna e la scienziata

“Elogio dell’imperfezione” rispecchia fedelmente la vita di Rita Levi di Montalcini e può essere diviso in due parti: le pagine dedicata alla donna e quelle rivolte alla scienziata.

Le prime sono sincere, entusiasmanti, emozionanti, le seconde dense di passione, sacrifici, rinunce, successi.

La narrazione parte dai primi anni del novecento, attraversa i momenti tragici affrontati tra le due guerre con l’avvento del nazismo e termina con la fine del secolo.
Cento anni di incredibili aneddoti che evidenziano la caparbietà della scienziata intenta a studiare sotto i bombardamenti, un amore verso la ricerca che la porterà al premio Nobel nel 1986 ma l’impedirà di costruire una famiglia (lei stessa afferma di non desiderare il ruolo di moglie e madre).

Rita Levi di Montalcini

Lo stile

La scrittura della Montalcini è impeccabile: elegante, raffinata, accademica, umile.
I primi capitoli scorrono via veloci incentrati soprattutto sulle vicende familiari.
Le difficoltà emergono quando la Montalcini descrive gli studi sull’NGF (Nerve growth factor) con termini spesso incomprensibili, considerazioni, conclusioni e citazioni indecifrabili per noi comuni mortali.

Elogio dell’imperfezione

Il titolo racchiude perfettamente il contenuto del libro: l’imperfezione è il motore dell’evoluzione.
La natura, per correggere i difetti, si migliora.
Affascinante.

Acquista Elogio dell’imperfezione su Amazon!

 

Caos calmo, di Sandro Veronesi – la recensione

Caos calmo, la recensione

Passeggiare lungo un campo minato col rischio, in ogni istante, di saltare per aria.
E’ la sensazione provata durante la lettura di «Caos calmo» il libro del bravo Sandro Veronesi che, pagina dopo pagina, trattiene l’esplosione di dolore in una bottiglia chiusa ermeticamente.

Eppure, al rigo successivo, il tappo sembra non riuscire a contenere l’infinita disperazione per il lutto familiare che ha colpito padre e figlia ed è pronto a disintegrarsi in un boato liberatorio.

Ma il botto non avviene ed è rimandato al nuovo capitolo.

L’intera lettura è un’attesa – a volte angosciante, spesso stupefacente: l’attesa del dolore, l’attesa liberatoria, l’attesa del lutto, l’attesa della rinascita.

Un’attesa emozionante.

Caos calmo, di Sandro Veronesi - la recensione

Sandro Veronesi, lo stile

Lunghe frasi prive di punti costringono il lettore a digerire estenuanti periodi tutti d’un fiato.
La lettura – in alcuni frangenti – avviene in apnea e non resta che sperare nel punto per mettere fine allo sforzo.
L’attesa liberatoria anche per il lettore?

Un piccolo appunto: avrei fatto volentieri a meno di alcuni paragrafi per l’uso di piccole volgarità gratuite che non rendono giustizia ad un libro, in generale, lineare e pulito.

La trama

Pietro è un uomo di successo, con un ottimo lavoro, una donna che lo ama, una figlia di dieci anni.
Ma un giorno, mentre al mare salva la vita di una sconosciuta, è colpito da un tremendo lutto familiare.
Pietro si rifugia nella sua auto, parcheggiata davanti alla scuola della figlia, ed in attesa del dolore osserva il mondo con una calma incomprensibile per i suoi cari …

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Risky lovin’: Tutto quello che non so di te [recensione]

Risky lovin, di Emily Susan Bell – la trama

Separata, con due piccoli figli a carico, disoccupata, moglie in lotta col suo ex, mamma isterica cerca uomo rassicurante per sistemarsi e un lavoro sicuro.

Argomenti scontati, lettura noiosa, storia prevedibile fino al 90% della trama.
Poi un improbabile finale con un colpo di scena che rende il libro ancora più irreale.

Emma, la wonder woman del libro, vorrebbe apparire come la novella eroina che – nonostante la crisi economica e non – supera le difficoltà quotidiane per realizzare una nuova vita (sentimentale e lavorativa).
Il personaggio, invece, è inverosimile con aspetti grotteschi ed infastidisce l’immagine della figura femminile – nevrotica, distratta e cacciatrice – descritta dalla scrittrice.

Risky lovin': Tutto quello che non so di te [recensione]

La recensione

Il giudizio negativo nasce dall’avversione che ho verso la figura della donna descritta in questo libro e – ammetto – il genere non è tra i miei preferiti.
Ciò nonostante, leggo con piacere storie rose divertenti, ironiche, brillanti ed appassionanti.
Purtroppo non è questo il caso.

Unico aspetto positivo: il libro scorre via con la stessa semplicità con la quale si beve un bicchiere d’acqua e  svanisce nel nulla, senza lasciare traccia, dopo aver letto l’ultima riga.

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Dentro il Kindle (perché l’ho spaccato in due)

Un raptus incontrollato e colpisco con veemenza, senza pietà.
L’istante successivo – come in un film al rallentatore – cade inerme sul tavolo della cucina in una pozzanghera rossa (per la cronaca, un costoso Lacryma Christi) e si apre in due.
Nonostante sia sotto choc, fotografo il defunto per mostrare al mondo intero il cuore del «mostro».

Oggi – a tre giorni dal delitto – sono conscio: l’alternativa esiste e la violenza non può essere giustificata.

Non sono comunque pentito.

Il gesto inconsulto, inaspettato per un individuo riflessivo come il sottoscritto, è la conseguenza di una crisi che dura da tempo.
Da qualche giorno, infatti, quando ci incontriamo – soprattutto in tarda serata – l’amato non risponde più alle mie richieste, l’immagine stampata priva di un’espressione significativa evidenzia palesemente un malessere.

Lo sguardo congelato è il segno visibile di una rottura ipocritamente ignorata.

Non posso rimproverarmi nulla, l’ho sollecito in mille modi diversi, cento tentativi andati a vuoto, uso anche le manieri forti (il «reset» come consigliano in questi casi sul web).
Ai miei input mai un cenno, un’apertura, una possibilità di ripartire.
Buio totale.

Impotente, chiedo assistenza via internet e l’appello è raccolto da sedicenti esperti indiani.
Rassicurato, gli orientali propongono varie soluzioni. Le provo tutte ma dopo un’ora di inutili esperimenti ancora buio pesto.
Sempre la stessa immagine indelebile a schernire la mia intelligenza.
Mi informano che il termine tecnico è «frozen» – congelato appunto – ma, al momento, non esiste una spiegazione plausibile e nel mondo si sono verificati tanti altri casi simili al mio.
Mal comune mezzo gaudio – anche in India.

Rassegnato ammetto: dopo due anni, è finita.

Quando il kindle è frozen

Perso nello sconforto, l’istinto «animale» prevale sulla ragione ed apro in due il Kindle.
Desidero curiosare e scoprire cosa c’è dietro – anzi dentro – il reader di Amazon.

Osservo i circuiti stampati ed i grigi componenti elettronici.
Resto deluso.
Da queste piste digitali nasce la magia della lettura?
Peccato, avrei sperato in qualcosa in più di una serie di numeri e norme da seguire per lo smaltimento del prodotto.
La chiave di tutto è ancora una volta da ricercare in uno scontato “Made in China”?

Dopo pochi giorni dal funerale, acquisto di un nuovo Kindle.
Lunga vita agli e-book.

Quando il kindle è frozen

Inside the Kindle

Non sono un Pirata, sono un Lettore (di ebook)

L’ebook di Tiziano Terzani a 11€

Quest’estate, in spiaggia, spopolavano i libri di Tiziano Terzani.
Forse per una banale coincidenza oppure per l’effetto passaparola, sta di fatto che sotto gli ombrelloni del lido becco due amici leggere le storie del medesimo autore: «La fine è il mio inizio»«Un indovino mi disse».

Ammetto l’ignoranza: io non conosco lo scrittore Terzani e – a dirla tutta – sono all’oscuro anche della sua carriera come giornalista.

Decido di rimediare e corro su Amazon per acquistare i due ebook: «La fine è il mio inizio» è proposto ad un prezzo sbalorditivo di 10.99€ mentre «Un indovino mi disse» ad un più accettabile – ma sempre esagerato – costo di 6,99€ (i prezzi nel tempo potrebbero cambiare).

Perplesso, mi chiedo: come può un ebook essere così esoso?

Ebook e cartaceo: medesimo prezzo

Parliamo di un prodotto digitale: un documento dematerializzato, non spreca la carta cioè non distrugge gli alberi, non prevede la consegna nelle librerie e salta tutti gli anelli della filiera produttore-consumatore.

L’importo, quindi, non dovrebbe risentire degli incrementi applicati da ogni componente della distribuzione.

E allora perché i due ebook sopracitati sono venduti con lo stesso prezzo delle versioni cartacee?

Mistero dell’editoria italiana.

E’ facile essere un Pirata

Navigo sul web ed (orologio alla mano) impiego due minuti per trovare gratuitamente i due ebook in formato pdf, pronti da convertire ed essere copiati sul mio Kindle Paperwhite
.
Due minuti, centoventi secondi per risparmiare (illegalmente) circa 18€.

Eppure, questa malsana idea non sarebbe mai balenata se il prezzo degli ebook fosse stato accettabile.


Intendo una cifra ragionevole, non certo gli improponibili 10.99€ ma nemmeno gli 0,99€ di un’offerta lampo.
Ad esempio, un equilibrato 2,99€ che accontenti tutti, dal produttore allo scrittore ed infine anche l’indifeso consumatore.

Come sconfiggere la pirateria

Mentre i grandi esperti del settore discutono e non trovano mai un accordo intelligente, oggi l’unica arma utilizzata per combattere il download illegale resta la repressione con il blocco del sito irregolare ad opera della polizia postale – un ago in un pagliaio.

Al contrario, non si vuole comprendere che una politica giusta dei prezzi spingerebbe gli utenti ad acquistare presso gli store ufficiali – con la qualità e gli indubbi vantaggi garantiti dal marchio.

Dopotutto, il mastodontico «mostro» della pirateria in Rete ingrassa e si alimenta anche per l’ignoranza e l’ingordigia umana.

La polizia di Londra blocca un sito: in pochi minuti, il PIrata ne troverà un altro ...

Intervista a Roberta Cuozzo, autrice del libro «La scelta»

Roberta Cuozzo, ex collega di lavoro

Ho avuto il piacere di conoscere Roberta nel 1998 quando, giovani neolaureati ed in pieno boom informatico, venimmo assunti insieme nell’allora EDS, una multinazionale americana che operava nel settore dell’Information Technology e che, recentemente, è stata acquisita dalla più nota HP.

Abbiamo lavorato insieme per circa un anno, poi lei ha intrapreso la carriera di insegnante e così ci siamo persi di vista finché un giorno non mi giunge una e-mail di un amico comune che mi propone l’acquisto del libro scritto da Roberta, “La scelta”.

L’ho comprato con piacere, incuriosito di conoscere Miriana, il personaggio sul quale ruota l’intera storia, una ragazza dall’esistenza felice che, ad un certo punto della sua vita, viene sconvolta da una nefasta notizia: il suocero ed il marito sono affetti da una grave malattia rara.
Da quel momento la sua esistenza (e quella dei suoi cari) cambia totalmente ma non impedisce a Miriana di pensare con ottimismo al futuro e infine prendere una importante decisione.

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La scelta

Il libro mi è piaciuto, scritto con uno stile leggero, quasi un diario redatto per ricordare le date importanti affrontate dalla protagonista: dal primo giorno di scuola come nuova insegnante fino alla conoscenza del collega che poi diventerà suo marito, dal bel rapporto con il suo “lui” passando attraverso la malattia del suocero ed il dramma che colpirà anche il suo compagno di vita.

Roberta descrive con sobrietà gli stati d’animo dei personaggi, le difficoltà incontrate per capire ed accettare la malattia, la scoperta dell’umanità dei dottori e lo scontrarsi con il senso di impotenza di fronte ad una male incurabile.

Il libro ha il merito di farci riflettere e capire che a volte la vita ci pone inspiegabilmente davanti a delle tragedie inattese, ingiuste ma che ci fanno apprezzare la quotidianità considerata spesso monotona.
La parola a Roberta allora.

La scelta, di Roberta Cuozzo

L’intervista

D: Roberta, questo è il tuo primo romanzo. Cosa hai provato quando hai visto sugli “scaffali” di una libreria (sito internet) il tuo racconto? Sei rimasta soddisfatta della tua prima opera oppure sei come quegli artisti che necessitano sempre dell’ultimo tocco per manie di perfezionismo infinite?
R: Ho provato indubbiamente un enorme soddisfazione soprattutto in considerazione del fatto che per la mia intera carriera scolastica in Italiano scritto non ho mai superato il 4!

D: ho impiegato due giorni per leggere “La scelta”, mia moglie addirittura uno. L’ho trovato, nella sua linearità, incisivo e sei riuscita a trattare temi profondi con leggerezza. Forse è questo il tuo stile di vita? Affrontare la realtà con facilità e scioltezza? Da non scambiare con superficialità, rendere ciò che è “complicato” semplice è una virtù di pochi.
R: Ti ringrazio del complimento ma non per falsa modestia ritengo si tratti più di sinteticità che di linearità, prerogativa questa di tutti coloro che hanno intrapreso studi scientifici.

D: “La scelta” evidenzia anche la dignità dei malati, come nel caso del suocero di Miriana che, anche se sofferente e non più indipendente, fa’ di tutto per non pesare sulla famiglia e trasformarsi in un problema. Un atteggiamento “eroico” non trovi? Quando leggo di queste persone penso che la loro dignità sia la migliore definizione di coraggio. Sei d’accordo?
R: Senza dubbio! Quando si soffre anteporre le necessità ed esigenze quotidiane degli altri a se stessi denota una forza di volontà fuori dal comune e soprattutto un enorme amore per i propri cari.

D: tu sei una laureata in fisica e, purtroppo, hai perso una persona cara per una malattia rara. Non trovi assurdo che in Italia la ricerca scientifica sia bistrattata dai Governi e l’opinione pubblica si occupa dei ricercatori solo se manifestano pubblicamente con azioni eclatanti per poi far cadere il problema dei mancati investimenti e del precariato il giorno dopo?
R: Il problema delle malattie rare sta proprio nella loro ‘rarità’. Purtroppo non ci sono fondi per la ricerca scientifica mirata allo studio di malattie che ahimè coinvolgono migliaia di persone figuriamoci se ci sono per la ricerca nel campo delle malattie rare. Anche il coinvolgimento delle industrie farmaceutiche è molto relativo: la ricerca non compensa gli eventuali introiti derivanti dall’immissione sul mercato di prodotti terapeutici mirati. Insomma la questione è davvero complessa.

D: Roberta, un tema che tratto spesso nel mio blog di “mostri” è il tempo, l’argomento che scandisce ogni capitolo de “La scelta”. Tu, da fisico, ben conosci i significati scientifici di questa grandezza. Secondo te, perchè l’uomo ha la mania di voler misurare ogni cosa, anche il tempo? E tu, che rapporto hai con il tempo Ti spaventa veder crescere ad esempio tua figlia? Vedere come, da un giorno all’altro, da neonata sia divenuta bimba e poi diventerà ragazzina?
R: Il tempo scorre inesorabilmente: il carattere, la personalità, i nostri rapporti interpersonali, l’ambiente che ci circonda, tutto evolve. Per usare una famosa frase di Lavoisier ‘Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma’. Da ogni esperienza vissuta, positiva o negativa che sia, ne traiamo insegnamento.
L’amore per una figlia è qualcosa di unico. Nonostante sia ancora piccola (ha solo 3 anni), provo nostalgia a rivedere gli indumenti che indossava non più di un anno fa. Spesso nella continua corsa che affligge i tempi moderni ho paura di perdere momenti preziosi della sua crescita. Ma mi basta un suo sorriso o un gioco condiviso con lei per spazzare dalla mia mente ogni pensiero malinconico.

D: chiudiamo la nostra chiacchierata con una tua libera osservazione. Roberta, vuoi aggiungere qualcos’altro?
R: la vita riserva delle continue sorprese. Non avrei mai pensato di scrivere per puro piacere nemmeno una frase su una nota della spesa, figuriamoci un libro. Eppure quelle 80 pagine mi hanno permesso di riallacciare rapporti di amicizia trascurati per distanza o per cambio lavoro (come quello con il redattore della presente intervista, che spero di non perdere nuovamente di vista) o per modificati interessi o per sopraggiunte necessità contingenti e di riscontrare un notevole interessamento sull’argomento trattato, concretizzato in diverse iniziative di propaganda del libro, i cui diritti d’autore, vorrei ricordare, sono interamente devoluti al Centro per lo studio e la cura delle amiloidosi sistemiche presso il policlinico San Matteo di Pavia.

Roberta, grazie ancora per la tua disponibilità.
Ti auguro le migliori fortune.Consulta il sito de Centro per lo Studio delle Amiloidosi Sistemiche di Pavia

Acquista il libro su: Sef Editrice Fiorentina

 

Leggi anche La scelta, intervista a Roberta Cuozzo di Dario Alessandro Pagli (2 gennaio 2010)

Michele Serra, fatti furbo

Una domanda per Michele Serra

Chiedo al geniale Michele Serra: «è intelligente vendere il tuo ultimo libro, Gli sdraiati, in formato digitale al costo di 8,99€

L’ammetto senza pudore: l’avrei voluto acquistare perché seguo il giornalista di Repubblica con entusiasmo, apprezzo il suo stile ed in questa fase della vita il tema padre-figlio mi appassiona particolarmente.

Accedo ad Amazon per comprare/scaricare l’e-book e resto sbigottito dall’importo. Possibile?
Un’opera “dematerializzata” costa quanto il libro classico (difatti, la versione cartacea viene proposta – sempre dal sito di Jeffrey Bezos – a 9€).

Da una veloce indagine via web, evinco che il prezzo “ufficiale” della Feltrinelli è proprio 9€ (analogamente per la Mondadori).

Sono convinto: questo “cartello” digitale/cartaceo è un incentivo alla pirateria.

Michele Serra, fatti furbo!

Generazione ebook

Che senso ha oggi –  per la generazione internet – acquistare un e-book alla stessa cifra del libro standard?
Dove è il vantaggio?

Lo scrittore dovrebbe carpire le potenzialità della tecnologia e non esserne vittima tanto più che nessuno mette in discussione la dovuta (e giusta) ricompensa all’autore ma, sicuramente, è opinabile la scelta (marketing).

Se compro un ebook tramite un sito non dovrei automaticamente risparmiare visto che salto l’intera filiera di distribuzione, evito l’utilizzo del materiale, salvaguardo l’ambiente (in questo caso, per lo spreco della carta) e pago solo il copyright?

MP3, esperienza da imitare

Le major musicali hanno contrastato (con successo) il download illegale degli mp3 proponendo tramite i loro web-store i singoli brani al prezzo di 0,99€.

Con un costo pressoché irrisorio, anche al più irremovibile e convinto anarchico della Rete sorge il dubbio se scaricare legalmente ed usufruire di tutti i vantaggi dell’opera digitale (ad esempio, accesso da ogni dispositivo connesso in qualunque punto del pianeta) oppure violare la legge ed accontentarsi di una bassa qualità del brano/film/libro.

«Gli sdraiati», acquisto rinviato

Non si offenda il buon Michele Serra ma io desistito dall’acquisto del suo e-book.
Se reputa queste (moderne) considerazioni valide, può inviarmi una copia autografata de “Gli sdraiati”, meglio se digitale.


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