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Tag: luoghi

Se la torre di Pisa fosse dritta [FOTO]

A Pisa per sostenere la torre pendente

Cerco la miglior posizione per la foto di rito.

Piazza dei Miracoli pullula di turisti giunti da ogni angolo del Pianeta.
Con le mani ferme per aria, alla ricerca della giusta distanza, sostengono la torre.

Ognuno è convinto della propria tecnica: c’è chi sovrappone le mani di fianco la torre, chi si stende pancia all’aria per sorreggere il monumento dalla base, chi si piega sulle ginocchia e finge uno sforzo per non far cadere la torre da un lato.

Alcuni preferiscono lo scatto nei pressi del monumento, altri si allontanano per sfruttare la prospettiva.

La pendenza stimola la fantasia, tutti alla ricerca della foto perfetta.

La prima fila è occupata dall’organizzatissimo esercito di giapponesi.
Con disciplina, attendono che si liberino le migliori posizioni occupate dai connazionali con gli occhi a mandorla per immortalare la torre pendente.

I professionisti, dotati del piedistallo.
I più giovani, alzano al cielo lo smartphone agganciato all’asta pakistana, un sorriso per il selfie d’ordinanza da condividere in tempo reale via social.

Se la torre di Pisa fosse dritta, a chi interesserebbe?

A chi interessa la torre di Pisa dritta?

La massa di turisti – compreso il sottoscritto – è attratto proprio dal difetto che rende unico il monumento.

Se la torre di Pisa fosse dritta, piazza dei Miracoli si ridurrebbe ad uno de tanti magnifici luoghi d’arte italiana.
La torre verrebbe ricordata come «il campanile della cattedrale di Santa Maria Assunta» ma non sarebbe presa d’assalto come oggi.

«La pendenza è dovuta a un cedimento del terreno sottostante verificatosi già nelle prime fasi della costruzione»

Mi pongo una domanda: la curiosità per la torre pendente, stimola i visitatori a studiare anche la storia dell’intero complesso?
Oppure ci si limita ad osservare senza approfondire?

Tra una riflessione ed un sorso d’acqua, con pazienza sfrutto un varco tra la folla di turisti e – finalmente – giunge il mio turno: pochi istanti ed immortalo la torre di Pisa!

La trasferta toscana termina.
Torno a Napoli con la risposta che cercavo: la torre, meglio se resta pendente 🙂

La torre di Pisa


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E se partissi per Leicester?

Leicester, 285.000 star da intervistare

Leicester è la notizia del momento.
Nell’anonima cittadina inglese, ogni impercettibile evento è di interesse globale.
I 285.000 abitanti, potenziali divi di talk show: i media pagano oro per intervistare un leicesteriano doc.

Carta igienica morbida o colorata?
Esistono gli alieni?
Insalata con aceto o limone?

Le domande di sempre si arricchiscono di un nuovo tassello: l’opinione del tifoso vincitore della premier League 2016!

E se andassi a Leicester, li centro del mondo?

La nuova casa del circo mediatico

L’avido circo mediatico, alla continua ricerca del «mostro» da sbattere in prima pagina, deve sfamare le ingordigie del telespettatore-zapping.

Due, tre giorni di full immersion tra le vie del capoluogo inglese, tra le pareti delle ordinate villette a schiera a cento miglia da Londra.

Poi, d’incanto, di Leicester non ne sentiremo più parlare.

Napoli – Leicester, 2240 chilometri

Il diritto di cronaca imporrebbe al sottoscritto una trasferta nel centro del mondo.
Un’intervista a Claudio Ranieri?
Un selfie con il Sindaco?

Napoli-Leicester: Google Map calcola 1.392 miglia pari a 2240,207 chilometri da percorrere con l’auto in 21 ore e 28 minuti (19 ore 54 minuti senza traffico).
Oppure in aereo da 232€.

Guardo il meteo.
Le nuvole vanno via, ritorna il sole.
Da lunedì il circo mediatico monterà le tende in un’altra arena, alla ricerca di un nuovo «mostro» da beffeggiare.

Meglio un weekend al mare.


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Reggia di Caserta, dove lo splendore cancella il degrado

Reggia di Caserta, magnifica e maltrattata

Nel week end di Pasqua, secondo le stime, alla Reggia di Caserta sono giunti più di settemila visitatori (tra cui il sottoscritto).

Può la magnificenza del luogo occultare la disorganizzazione?

A mente fredda scrivo questo post perché un monumento così affascinante merita ben altra attenzione da parte delle Istituzioni (e rispetto per il visitatore).

Il bar: chiusura ore 17,00

Sabato 26 marzo, ore 17,00.
«Per cortesia, dovreste uscire. Dobbiamo chiudere …».
L’esercito di turisti provenienti da ogni angolo del mondo resta fuori.
Nessuna possibilità di acquistare una bottiglietta d’acqua, rifocillarsi dopo la lunga passeggiata, mangiare uno snack.

Le sedie capovolte sui tavoli, il pavimento bagnato, i cestini pieni (senza differenziare i rifiuti).
Si spengono le luci, il punto ristoro della Reggia di Caserta chiude alle cinque del pomeriggio.

«Non dipende da noi» ribatte la gentile cameriera alle mie proteste («perché chiudete? Ci sono ancora tantissimi turisti!»).
Eppure un panino ed una bottiglietta d’acqua costano 7€ e l’ingresso 12€ a persona.

Reggia di Caserta, lo splendore nasconde la disorganizzazione

La toilette: indecenti

I wc: tre piccoli bagni incastonati alla fine del cantiere proprio di fronte agli appartamenti reali.
A metà mattinata i servizi igienici sono già in condizioni indecenti.
Mi colpisce il wc per i disabili: un cartello sentenzia l’inagibilità.
GUASTO.
Non oso immaginare i gabinetti riservati alle signore …

Reggia di Caserta, splendore e degrado

L’ippodromo

Carrozzelle stile ottocento percorrono i lunghi viali che portano i turisti fin sopra la fontana (se non erro, il costo è di 50€ a famiglia).
A chiunque non sia un fantino salta all’occhio l’eccessiva velocità dei cavalli, ben oltre il limite di sicurezza (si pensi ai tanti bambini presenti).

«Non siamo all’ippodromo!» protesta un uomo all’ennesimo passaggio a tutta birra.
Il cavaliere (poco errante) ribatte in tono polemico mentre sfreccia via con la carrozzella.
Cafoneria galoppante.

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La Reggia di Caserta: magnifica

Una impagabile passeggiata tra storia e natura, la stupenda fontana (abitata da pesci enormi!), il verde dei giardini inglese, il silenzio regale del bagno di Venere, la maestosità degli appartamenti reali cancellano la miopia di chi gestisce cotanta bellezza.

Gli addetti non brillano per professionalità e ospitalità (io stesso vedo sbarrare il cancello per accedere ai giardini inglesi alle quindici con i turisti impossibilitati ad entrare e privi di spiegazioni – dubito che il personale parlasse inglese).

L’amarezza di dissolve di fronte a tanto fascino.

Reggia di Caserta, splendore e degrado

Fuori la Reggia, l’indifferenza

Esco dalla Reggia appagato.

Verso le diciannove, fuori regna il silenzio.
Nessuno indirizza il turista verso un possibile itinerario alternativo, un pernottamento, una pizza o semplicemente un info point con gadget e cartoline.

Gli unici ricordi sono esposti dai venditori abusivi.

Caserta è assuefatta al suo popolare monumento, l’economia indotta dalla maestosa opera non genera ricchezza per la città?

La Reggia di Caserta sembra interessare solo i turisti.
Pazzesco.

Felice vado via.
Tornerò.
La magnificenza del luogo sconfigge la disorganizzazione dell’uomo.


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Il fascino dell’isola (vista dalla terraferma)

L’isola vista dalla terraferma

«Bella Capri! Appena possible torno per un weekend!» sospiro mentre da Pozzuoli osservo l’isola.

Il vento spazza via le nuvole, il panorama è limpido, la visuale nitida.
Capri sembra una donna distesa, affascinante.
Già, affascinante osservata con i piedi saldi sul continente, con la possibilità di girare le spalle e fuggire via dove desidero.

Auto, metropolitana, treno ed aereo sono – in teoria – disponibili.
Spazio infinito, nessun confine fisico limita la mia libertà.
Scatto la foto, «proprio bella Capri!».

Gli isolani come vivono sull'isola?

La vita sull’isola

Come sarà l’inverno su un’isola?
A quale velocità scorrono le giornate a Procida, un fazzoletto di terra raccolto in un palmo di mano?
Col maltempo ed i collegamenti sospesi, quale sensazione pervade un luogo immerso nel mare?

La realtà, poi, si capovolge con la bella stagione.
L’invasione dei turisti – pendolari e non – sconvolge gli equilibri e porta nuova linfa vitale.
Per un paio di mesi il caos travolge l’isola per poi far posto di nuovo al silenzio assoluto.

Come nel libro di Enzo G. Napolillo

Penso alla vita di Salvatore, il protagonista del bel libro di Enzo G. Napolillo,
Le tartarughe tornano sempre ambientato a Lampedusa.

Perché Lampedusa può essere una prigione per chi ci nasce e la terra promessa per chi sogna una vita diversa da guerra e violenza.
Dipende dal destino quale prospettiva ti regala.

Forse la citazione vale per tutti i luoghi?

Per quanto tempo resisti?

Chi nasce su un’isola, fin da piccolo, si abitua ai ritmi dell’oasi.
Prigione o Paradiso?
Dipende dalla prospettiva (personale) con la quale osservi il mondo.

Per il sottoscritto – cittadino metropolitano – trascorrere la vacanza in un luogo isolato è un piacere: niente affollamento, zero stress, calma e relax.
Il piacere è totale perché terminata la settimana di ferie, torno a casa a respirare boccate di sano smog, passeggiare per la città, ritrovare i miei piccoli, grandi «mostri» di sempre.

Riuscirei a vivere su un’isola?

Mentre rifletto, immagino che dal belvedere di Capri – proprio nello stesso istante – un isolano guarda Napoli, punta con lo smartphone la costa e scatta una foto.
Perplesso, si domanda: «come riescono a vivere in città?».


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Un arcobaleno spuntò tra i palazzi

Piove da tre giorni ed il cielo di Napoli è più brizzolato dei capelli di George Clooney.
Governo ladro – nonostante il Job Act – diluvia durante la sudata pausa pranzo e noi, dipendenti privati, restiamo i più danneggiati tra i lavoratori.

E’ un venerdì uggioso.

Torno a casa dopo una lunga settimana di duri impegni, molteplici doveri e pochi diritti.
I «mostri» degli ultimi giorni sono belli tosti: la mafia e la politica ancora a braccetto nella dolce vita romana, scandali vari che non fanno nemmeno più notizia – tangenti e mazzette in ogni angolo d’Italia, la riforma del mondo del lavoro – o presunta tale, il clima impazzito al quale ci siamo ben presto abituati.

Ma, nonostante tutto, l’ottimismo non mi abbandona.
Fermo l’auto, parcheggio, apro lo sportello, mi godo l’aria fresca post temporale ed osservo il cielo.
Il mio sguardo (miope) attraversa i caotici palazzi che quasi si urtano, supera la jungla disordinata di antenne installate sopra i vecchi tetti e si concentra su una macchia colorata tra le nuvole diradate.

Aggrotto la fronte e focalizzo la vista: è proprio un arcobaleno!

Sorrido e fotografo.
Un arcobaleno metropolitano, dopotutto, é merce rara.

L'arcobaleno napoletano

Rientro in ufficio: come evitare le imboscate dei colleghi e non vedere le foto delle vacanze

Le vacanze finiscono sui social

A fine agosto, la voglia di mostrare gli scatti artistici della vacanza infuria ed i social network sono zeppi di amici in posa sul pattino in un mare più affollato del treno dei pendolari nell’ora di punta e primi piani di succulente angurie rosse.

E’ la magia del condividi tutto, con lo smartphone tra le onde azzurre immortaliamo ogni istante del bramato viaggio.

Le vacanze del collega

In ufficio dovrò rammentare la follia tecnologica che si impossessa degli individui nei primi giorni post-rientro-vacanza e porre la massima attenzione onde evitare il collega abbronzato che, con una domanda-boomerang, mi chiederà come siano andate le ferie per poi interrompere subito il mio (breve) racconto ed imprigionarmi davanti al suo monitor.

Dopo attimi di terrore, mi toccherà guardare le duecento e passa fotografie della sua incantevole, rigeneratrice, esotica vacanza «ad un prezzo eccezionale!» con relativi commenti ed approfondimenti (non richiesti).

Anche il sottoscritto ha il suo album estivo da spiattellare proprio a te, malcapitato Lettore  o spensierato navigatore del web.

Mostrare le foto delle vacanze per giocare d'attacco!

Attacca per non essere attaccato

La tecnica è la stessa: «allora, dove sei stato?» e prima ancora che tu possa iniziare a postare dei commenti sul tuo meraviglioso viaggio, beccati i miei scatti estivi, immagini di luoghi vicini e lontani, immagini della mia (e solo mia!) estate.

PS: stavolta ti è andata bene, trattasi di qualche foto senza commento ma la lezione ti serva per evitare i veri «mostri», creature spietate pronte ad incastrarti con album di centinaia di foto perlopiù inutili

 

Ventaglieri, il parco di Napoli ritrovato (quasi)

Parco Ventaglieri, la rinascita

Allego breve galleria fotografica dal parco Ventaglieri di Napoli.

Un giardino pubblico recuperato dal degrado e, metro dopo metro, restituito alla città grazie alla volontà degli abitanti del quartiere, le associazioni ed il Comune.

Uno spazio panoramico che  dal corso Vittorio Emanuele scende verso Montesanto, la zona antica al confine col centro storico superaffollato in questi giorni di festa.

C’è ancora molto da fare, certo, ma almeno la strada del recupero è intrapresa.

Poche immagini in una mattinata prenatalizia piena di sole e dei sorrisi dei bambini che hanno affollato il Parco ritrovato.

Il recuperato Parco Ventaglieri, Napoli


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La montagna, un amore non corrisposto

La leggenda di Renato Caccioppoli

All’Università Federico II circolava una leggenda su Renato Caccioppoli, il matematico napoletano riferimento per ogni studente con aspirazioni da genio.

L’allora professore di Analisi, tra il serio ed il faceto, nell’ultima lezione di fine corso e prima delle imminenti temute verifiche, ad un’aula di matricole sognanti (ed io sedevo tra quei banchi) raccontò un divertente aneddoto sull’irascibilità del mitico accademico: «durante una seduta di esami, Caccioppoli infastidito dall’ignoranza della studentessa, boccia la giovane allieva per l’ennesima volta e con modi bruschi l’invita ad abbandonare gli studi. La ragazza umiliata si difende con passione: “professore, ma io amo la Matematica!” ribatte convinta.

E lui: “il suo è un amore non corrisposto” sentenzia con disprezzo».

Quando il sentimento non è corrisposto

Non sapremo mai se questa storia corrisponde al vero ma sintetizza al meglio le difficoltà con le quali un innamorato deve scontrarsi se i sentimenti non sono reciproci.

E’ la stessa sensazione che ho provato io quest’estate in montagna.

La montagna, un amore non corrisposto

Non basta la buona volontà

Io ce l’ho messa tutta: mi son fatto crescere la barba stile Reinhold Messner, armato di bastone ho passeggiato lungo i sentieri tortuosi salutando chiunque incontrassi, ho bevuto acqua gelida che zampillava direttamente dalle fonti pure, ho mangiato carne di cinghiale, salami e formaggi di ogni genere, ho bevuto grappa nelle baite isolate in compagnia di vecchi pastori, ho piantato la bandiera su vette selvagge mentre impazzava il temporale, ho avvistato camosci e attraversato gole profonde ascoltando il vento, ho cercato i segreti dei boschi nella fitta e lussureggiante vegetazione, ho corso sotto la pioggia per carpire l’equilibrio trasmesso dalla natura, ho respirato profondamente per inalare energia nuova … ma nulla, la scintilla non è scattata.

E così, nonostante tutto il mio impegno, l’amore non è sbocciato: la montagna resta un ambiente ostile, un luogo che mi respinge.

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Scatti dalla montagna

Ora non mi resta che allegare l’album dei ricordi del mio viaggio tra Campo di Giove, Pescocostanzo e Palena: dopo sette giorni di lotte intestine tra passione e razionalità, scendo a valle.

Addio monti dell’Abruzzo, torno a zero metri sul livello del mare.

 


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Viaggi low-cost: 10 trucchi per una vacanza tropicale a 250euro

Rosario è il nostro colombo viaggiatore, l’ambasciatore del made in Pozzuoli nel mondo, l’eroe delle due Terre, il Marco Polo dei ventunesimo secolo …. ebbene, l’uomo che ha visitato mezzo pianeta con pochi spiccioli nelle tasche ci racconta come organizzare un viaggio in una meta tropicale a prezzo ridotto.
Dieci domande, dieci trucchi per una vacanza al tempo della crisi.

mykonos

D: Rosario, ultima meta raggiunta e budget speso?
R: l’ultima viaggio è stato effettuato sull’isola più cosmopolita del mondo: Mykonos. Budget all inclusive 250 Euro per 5giorni

D: come riesci a coniugare qualità e risparmio?
R: prima di tutto anticiparsi di qualche mese (marzo è quello giusto), quindi scegliere accuratamente destinazione, volo e periodo. Il volo ovviamente da Napoli. Poi tenere sotto controllo le eventuali offerte della compagnia di bandiera e/o il miglior prezzo.

D: muoversi in anticipo, l’utilizzo di internet per scovare luoghi e prenotare, l’assenza di intermediari sono le tue armi principali?
R: organizzarsi anticipatamente permette di scegliere con tranquillità la destinazione ed il periodo. Internet è fondamentale. Di seguito descrivo l’approccio per la mia prenotazione:
1. Verifica sito dell’aeroporto di Napoli per i vari voli diretti.
2. Scelta della località.
3. Verifico il periodo e il prezzo andata/ritorno sul sito della compagnia di bandiera.
4. Tenere sotto controllo il prezzo e verificare le offerte che di volta in volta vengono effettuate.
5. Prenotazione del volo.
6. Verifico in rete gli alberghi con il massimo comfort, per esempio posizione, servizi offerti, prezzo. Di solito cerco un all inclusive con piscina.
7. Seleziono tre o quattro alberghi che fanno al mio caso, verifico sui siti ufficiali degli alberghi e controllo il prezzo e/o disponibilità ed eventuali offerte.
8. Prenotazione albergo.
9. Una volta giunti nella località mi attivo per escursioni varie offerte nelle agenzie locali.

D: altri interessanti segreti da aggiungere?
R: anticiparsi ed aspettare il momento e l’offerta giusta.

D: la vacanza low-cost è necessariamente sinonimo di sacrificio e rinuncia? Spiegaci: una volta raggiunta la località prescelta, per risparmiare pernotti sotto i ponti oppure hotel a zero stelle? Ti metti a dieta forzata? Rinunci ad ogni forma di divertimento pur di non spendere?
R: assolutamente no! Hotel minimo 3 stelle in posizione ideale per non prendere taxi e quindi spese aggiuntive. Se nei servizi l’hotel non contempla l’all-inclusive, è preferibile un pranzo a sacco per eventuali escursioni o spiaggia e la sera una cenetta semplice in uno dei tanti localini “people watching”.

D: Rosario, facci morire di invidia con degli esempi concreti: indicaci una serie di viaggi che hai intrapreso evidenziando le spese sostenute e la modalità di pernottamento, alimentazione e stile di vita in genere.
R: 1. Ibiza: luglio 2012, volo a/r da Napoli 80 Euro, pernottamento in villaggio turistico all inclusive 240 Euro (5giorni)
2. Cuba: agosto 2012, volo a/r da Napoli 792 Euro, pernottamento casa 15 Euro per notte, vitto 6-8 Euro per giorno (17giorni)
3. Mykonos: ultima settimana di giugno 2013, volo a/r da Napoli 70 Euro, pernottamento in hotel 3* cat. Sup. con Breakfast 140 Euro (5giorni)

D: estate 2013: mete dove conviene puntare applicando le tue regole low-cost?
R:  1. Spagna: Ibiza, Maiorca, Barcellona
2. Grecia: Mykonos, Santorini
3. Tunisi, Nizza
4. Capitali: Amsterdam, Berlino, Budapest, Londra, Parigi, Praga

D: Rosario, come ben sai, in questo spazio ci occupiamo di «mostri» di ogni forma, colore o razza. Durante i tuoi innumerevoli viaggi, quale «mostro» hai incontrato con maggior frequenza?
R: ne ho incontrato di tutti i tipi, però il mio “favorito” è e rimane sempre l’italiano che predica bene e razzola male. Infatti in Italia si sente forte e arrogante mentre all’estero fesso e vulnerabile.

D: prossima viaggio?
R: Caraibi

Chi desidera, può contattare Rosario tramite la sua pagina ufficiale di facebook.
Nel mentre, vi lascio con le foto del suo ultimo viaggio: Mykonos!

 

Le vacanze? Come andare oltre la «partenza intelligente»

La partenza? Tutti insieme!

Raggiungere la località sognata per un rilassante week-end al mare o in montagna – tra giugno ed agosto– é un cammino biblico.

Difatti, tutt’oggi percorrere le autostrade italiane in estate resta un viaggio più tortuoso di quello intrapreso dagli Ebrei per giungere all’agognata terra promessa.

Imponenti masse umane si spostano contemporaneamente dalle metropoli subito dopo l’ultimo istante trascorso al lavoro: l’efficiente moglie – pur di non sprecare un secondo della bramata vacanza – attende il marito-impiegato fuori l’ufficio, alla guida dell’utilitaria familiare col motore già acceso, le valigie che okkupano ogni angolo della macchina strapiena e la prole anestetizzata sul sediolino posteriore tra bagagli e panini.

Ad aspettare la famiglia-tipo italiana altre milioni di famiglie, tutti insieme appassionatamente in un unico maxi-ingorgo nazionale.

La villeggiatura è un diritto di ogni lavoratore ma perché trascorrerla nello stesso periodo?

Le vacanze? Come andare oltre la «partenza intelligente»

La partenza intelligente (nonostante tutto)

In passato la partenza intelligente non esisteva e le vacanze dell’operaio erano legate al periodo di chiusura dell’industria (e relativo indotto).

La FIAT, l’OLIVETTI nella realtà dei fatti definivano il calendario delle ferie della stragrande maggioranza della popolazione.

L’attualità, invece, è ben diversa: i dati della disoccupazione sono drammatici, il numero dei lavoratori è diminuito drasticamente ed i grandi stabilimenti perlopiù scomparsi dal bel paese.

Eppure, l’italiano medio continua ad andare in vacanza nelle due settimane centrali d’agosto.

La proposta choc

E se un giorno – non troppo lontano – ragionassimo sul tabù agosto per proporre un programma diverso?
Ogni lavoratore può scegliere liberamente quando godere la sua meritata vacanza, in una qualsiasi stagione, in un diverso periodo dell’anno secondo le proprie personalissime esigenze senza dover sottostare al calendario aziendale.

Cosa accadrebbe?
Una depressione generale?
Una lamentela generazionale?
Uno sciopero ad oltranza dei bagnini laureati?

Nulla di tutto ciò ma solo l’addio all’alta stagione, l’addio alla speculazione, l’addio alle code chilometriche da Trieste e Messina, l’addio definitivo ai «mostri» estivi.


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