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Tag: mare (Page 2 of 3)

Amarsi a distanza: è possibile? [Domande perBeni]

Credi nell’amore a distanza?

“Gentile Beni, la scorsa estate ho conosciuto una tipa.
Ci siamo incontrati ad una festa, vomitavamo tutti e due nella stessa tazza.
Due giorni di passione poi lei è tornata nel suo Paese.
Io in Italia e lei in Messico. Credi nell’amore a distanza?”
Pippoepluto3

Amarsi a distanza, è possibile? Risponde Antonio P. Beni, esperto in aMORE (con la a minuscola)

Antonio P. Beni risponde

Caro Pippoepluto3,
il vostro amore ricorda le epiche storie di passione dell’ottocento.

Storie in cui tutti erano contro l’amore della coppia e nessuno pensava che la vita media fosse sotto i quarant’anni.
Premetto che credo dell’amore a distanza sono un fun fin da quando a dieci anni mi innamorai del pianeta Giove.

Se la distanza tra due punti si calcola così:
Per due punti con la stessa ordinata, la distanza è definita dal valore assoluto della differenza tra le ascisse e si indica con d(A,B)=|xAxB| …

La distanza tra voi non è matematica, ma geografia.

Ogni giorno ti chiederai sei in Messico qualcuno sta inzuppando il pane nella Sopa de limon della tua ragazza.

Così come ogni giorno, con il fuso orario, la tua chamaca ti vedrà su skype con occhiaie che fanno pensare a complessi lavori manuali.
Cosa che la costringerà a pensarti troppo impegnato con donne digitali.

Sono però un fun degli amori a distanza, per questo voglio fornirti qualche consiglio:

  1. Evitate di litigare, soprattutto se uno dei due ha problemi di emorroidi e ogni cibo che tocca è piccante o fritto. O fritto nel piccante
  2. Vietata la gelosia.
    Se sui Social la vedi sempre semi nuda alle feste, ricorda che solo con te ha vomitato nella stessa tazza!
  3. Momenti Speciali.
    Ogni chiamata, video, o messaggio, deve essere un momento speciale. Momenti unici, come quando vinci per la prima volta a tombola con la cartella di tua nonna morta l’anno prima.

Chi è Antonio P. Beni, esperto in aMORE

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    Grotte di Seiano, panorama mozzafiato [FOTO]

    Grotte di Seiano, 800 metri dopo …

    Lunedi 19 settembre

    Quindici minuti, è il tempo necessario per attraversare la Grotta di Seiano, la galleria che da Coroglio porta ai piedi della collina di Posillipo.

    Meno di ottocento metri e ci lasciamo alle spalle l’ex Italsider, il «mostro» di Bagnoli.
    Meno di ottocento metri per giungere nel magnifico parco archeologico -ambientale di Posillipo o del Pausilypon, tra il vallone della Gaiola e la baia di Trentaremi.

    Usciti dalla grotta, ci aspetta un panorama mozzafiato, impossibile (per il sottoscritto) da descrivere.

    Panorama dalle Grotte di Seiano, Napoli

    Procida, Ischia e Capri: il trio delle meraviglie

    La pioggia della notte spazza via la foschia, i colori sono vivi e la visuale perfetta.

    Alla nostra sinistra, dopo la baia di Trentaremi, la zona flegrea, Capo Miseno, Procida ed Ischia sono in mostra per uno scatto perfetto.

    Dopo la Gaiola, Capri è in posa: la vanesia signora distesa nel mare attende solo di essere immortalata.

    Capri dalla Gaiola, Grotte di Seiano

    La galleria fotografica

    Le parole sono superflue, il luogo è un concentrato di storia e natura unici nel loro genere.
    A voi Lettori la mia testimonianza.


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    Il fascino dell’isola (vista dalla terraferma)

    L’isola vista dalla terraferma

    «Bella Capri! Appena possible torno per un weekend!» sospiro mentre da Pozzuoli osservo l’isola.

    Il vento spazza via le nuvole, il panorama è limpido, la visuale nitida.
    Capri sembra una donna distesa, affascinante.
    Già, affascinante osservata con i piedi saldi sul continente, con la possibilità di girare le spalle e fuggire via dove desidero.

    Auto, metropolitana, treno ed aereo sono – in teoria – disponibili.
    Spazio infinito, nessun confine fisico limita la mia libertà.
    Scatto la foto, «proprio bella Capri!».

    Gli isolani come vivono sull'isola?

    La vita sull’isola

    Come sarà l’inverno su un’isola?
    A quale velocità scorrono le giornate a Procida, un fazzoletto di terra raccolto in un palmo di mano?
    Col maltempo ed i collegamenti sospesi, quale sensazione pervade un luogo immerso nel mare?

    La realtà, poi, si capovolge con la bella stagione.
    L’invasione dei turisti – pendolari e non – sconvolge gli equilibri e porta nuova linfa vitale.
    Per un paio di mesi il caos travolge l’isola per poi far posto di nuovo al silenzio assoluto.

    Come nel libro di Enzo G. Napolillo

    Penso alla vita di Salvatore, il protagonista del bel libro di Enzo G. Napolillo,
    Le tartarughe tornano sempre ambientato a Lampedusa.

    Perché Lampedusa può essere una prigione per chi ci nasce e la terra promessa per chi sogna una vita diversa da guerra e violenza.
    Dipende dal destino quale prospettiva ti regala.

    Forse la citazione vale per tutti i luoghi?

    Per quanto tempo resisti?

    Chi nasce su un’isola, fin da piccolo, si abitua ai ritmi dell’oasi.
    Prigione o Paradiso?
    Dipende dalla prospettiva (personale) con la quale osservi il mondo.

    Per il sottoscritto – cittadino metropolitano – trascorrere la vacanza in un luogo isolato è un piacere: niente affollamento, zero stress, calma e relax.
    Il piacere è totale perché terminata la settimana di ferie, torno a casa a respirare boccate di sano smog, passeggiare per la città, ritrovare i miei piccoli, grandi «mostri» di sempre.

    Riuscirei a vivere su un’isola?

    Mentre rifletto, immagino che dal belvedere di Capri – proprio nello stesso istante – un isolano guarda Napoli, punta con lo smartphone la costa e scatta una foto.
    Perplesso, si domanda: «come riescono a vivere in città?».


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    Le tartarughe tornano sempre, di Enzo G. Napolillo (recensione)

    Lampedusa, l’amore tra Salvatore e Giulia

    Se ami il mare e desideri leggere una storia che intrecci il dramma dei migranti con l’amore, sei nel libro giusto.

    Perché Lampedusa può essere una prigione per chi ci nasce e la terra promessa per chi sogna una vita diversa da guerra e violenza.
    Dipende dal destino quale prospettiva ti regala.

    Salvatore è nato e vive nella piccola isola siciliana.
    Giulia trascorre ogni estate nella casa dei genitori, nativi di Lampedusa ed emigrati a Milano per inseguire lavoro e successo.

    Tra loro l’amore, le vacanze troppo brevi, il distacco, la distanza, sentimenti difficili da vivere, l’attesa per la prossima estate, lettere rosa con promesse infinite.

    Le tartarughe tornano sempre, di Enzo G. Napolillo

    L’assuefazione al dramma dei migranti

    Una mattina in spiaggia, la visione di un barcone stracolmo di uomini, donne e bambini – persone diamine! –  in balia delle onde segnerà la vita dei due giovani.

    Quell’immagine al quale il mondo intero ben presto si assueferà, sconvolge le coscienze di Salvatore e Giulia unendo le loro anime con un filo invisibile.
    Per sempre.

    Perché leggere il romanzo di Enzo G. Napolillo

    Le tartarughe tornano sempre di Enzo G. Napolillo è fresco come un tuffo nel mare blu di Lampedusa.
    Attuale, ci ricorda che i migranti sono persone e come tali meritano la nostra attenzione.
    Persone, non dati statistici o “casi” da risolvere.

    Un romanzo ed una denuncia raccontata attraverso gli occhi di due personaggi che ricorderemo nel tempo, Giulia e Salvatore.

    Perché leggere «Le tartarughe tornano sempre»?
    Perché emoziona.

    Acquista Le tartarughe tornano sempre su Amazon!

     

    Al castello di Baia: l’arte è più bella se gratuita?

    Museo Archeologico dei Campi Flegrei

    Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei merita una visita.
    Meglio se gratuita.
    Come la scorsa domenica, primo weekend di dicembre.

    Non mi resta che aggregarmi al gruppo, partenza ore 10,30 dall’ingresso del castello di Baia.

    Il viaggio nell’antico impero romano dura cinquanta, intensi minuti.
    Osservo antichi reperti risalenti a più di duemila anni fa che ricostruiscono la vita di Pozzuoli; l’antica colonia ricca di storia.

    Castello di Baia: se l'arte è gratuita, è più bella?

    Castello di Baia: se l’arte è gratuita, è più bella?

    La prima domenica del mese l’arte è gratuita

    Statue pescate in mare, resti trovati nelle masserie della zona flegrea.
    Ascoltare gli aneddoti ed i destini di quegli uomini vissuti prima di Cristo è affascinante.

    Merito della guida, davvero brava.
    Merito dell’omaggio offerto dal Ministro dei Beni Culturali.

    La magnifica zona flegrea

    Dopo il tour, fotografo lo spettacolare panorama apprezzabile dal castello.
    In questa limpida domenica di dicembre, la spiaggia del faro mostra colori straordinari.

    Un post-it mentale da riprendere in primavera, la tentazione di un bagno in queste acque supera la fatica della scarpinata.

    La spiaggia del faro di Baia, sotto il castello

    La spiaggia del faro di Baia, sotto il castello

    Baia, Bacoli, Monte di Procida, Procida … dal terrazzo del castello immortalo il magnifico paesaggio.

    Il magnifico panorama dal castello di Baia

    Il magnifico panorama dal castello di Baia

    Scendo soddisfatto ed incrocio un nuovo esercito di visitatori pronti per una nuova visita.

    E’ chiaro: l’arte gratuita piace 🙂

    Se la pausa pranzo è con vista mare [FOTO]

    Bagnoli, tra rilancio e dura realtà

    Che meraviglia trascorrere la pausa pranzo con vista mare.
    Seduto in un piccolo ristorante di Bagnoli, osservo i deboli raggi del sole di novembre farsi strada tra i nuvoloni autunnali e cadere all’orizzonte.

    Nel piatto l’insalatona “fantasia” mi invita a nozze, al tavolo siamo in tre, dibattiamo di svariati temi, come ogni giorno degli ultimi diciotto anni.

    Poco distante, percepisco ancora i fantasmi dell’Italsider mentre la cocente ferita di Città della Scienza non è ancora guarita.

    Bagnoli sembra un pendolo in perenne oscillazione tra il  rilancio turistico, le bonifiche del territorio e le possibilità potenziali ma mai realizzate.

    Pozzuoli e la magnifica zona flegrea

    Alla nostra destra, il lungomare giunge fino a Pozzuoli per proseguire verso l’amata zona flegrea.
    In lontananza l’imponente castello di Baia fa da sentinella al promontorio di capo Miseno.

    Un quadro perfetto, non vi è dubbio.

    Termino l’insalata, termina il relax.
    Batterie ricaricate, è giunto il momento di rientrare.

    La pausa pranzo, relax e riflessioni

    «Offro io», un caffè al bar è obbligatorio.

    Rifletto su ciò che questa zona potrebbe offrire, sulle mancate opportunità, l’incapacità cronica di sfruttare un territorio così affascinante per scopi turistici.

    La giornata è limpida, la pioggia sta ripulendo il cielo, il panorama merita uno scatto, il mio profilo Instagram ringrazia.

    Non tutti i lavoratori trascorrono una pausa pranzo con vista mare in un luogo così seducente.
    Buon per me.

    Sorrido mentre rientro in ufficio 🙂

    Una magnifica pausa pranzo a Bagnoli con vista mare!

    Abusivismo, una storia con l’happy end

    Abusivismo: ed è subito una villa al mare

    La struttura dista dal mare pochi metri.
    Le onde si infrangono lungo il muro della piccola torre abusiva e, colpo dopo colpo, creano un varco tra i fragili edifici nascosti nella sabbia.

    «Questi son capaci di tutto, se non li fermo subito si allargheranno senza pudore» medito dall’ombra sicura dell’ombrellone.

    Gli occhiali scuri proteggono i miei sguardi scrutatori mentre i quattro boss tiranneggiano con una ruspa e buttano giù una parete danneggiata.

    Gli attrezzi del mestieri in bella mostra, spavaldi (e nel silenzio generale) ogni santo giorno dalle viscere spuntano costruzioni abusive lungo il litorale ferito.
    Verranno poi abbandonate a se stesse, il mare opererà in sostituzione dell’immobilismo delle Istituzioni demolendo gli «ecomostri» non autorizzati.

    Contro l'abusivismo estivo

    Un abusivismo … divertente

    «Ehi, signore che fate? Questi sono i nostri castelli» protesta il marmocchio, uno dei quattro della banda di piccoli muratori che armeggiano davanti al mio ombrellone.

    «ehm … nulla … scusatemi bimbi» bofonchio mentre batto in ritirata.

    Riesco solo a fotografare il fantasioso «ecomostro» partorito dalla fantasia degli innocenti e poi vengo respinto a colpi di delicate palettate.

    Finalmente una storia estiva di ordinario abusivismo da spiaggia dove trionfa l’happy end 🙂


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    La barca a vela dei miei sogni [FOTO]

    Dalla spiaggia osservo la piccola barca a vela solcare le onde del mare.
    Affascinante» commento invidioso e – come in un film – d’improvviso mi ritrovo proprio su quella’imbarcazione.

    Il sogno …

    Timone alla mano scavalco i frangenti azzurri e disintegro la schiuma bianca dell’oceano ribelle.
    Infinite gocce di mare colpiscono il volto abbronzato da mille navigazioni mentre stormi di gabbiani inseguono la scia che si apre dietro il leggero natante.
    Protetto dal giacca impermeabile e dagli occhiali da sole, con un ghigno beffardo continuo la corsa verso la libertà.

    Una barca a vela solca le onde del litorale domitio

    … oppure l’incubo

    Il mal di mare mi paralizza.
    Abbracciato al palo della vela, non oso guardare i frangenti azzurri del mare agitato.
    Precise come un orologio, fastidiose gocce d’acqua colpiscono il mio volto arrossato privo della giusta dose di crema solare.
    Odiosi gabbiani svolazzano intorno all’imbarcazione come gli avvoltoi intorno alla preda.
    Sudato per la paura e per la pesantezza della giacca impermeabile, con gli occhiali bagnati emetto l’ultimo grido di sofferenza in attesa di toccar terra.

    La realtà

    La pallonata di un giovane calciatore sul bagnasciuga del litorale domitio mi riporta alla dura realtà.
    «Scusi» farfuglia il maleducato campione ricoperto di tatuaggi.
    «Figurati» replico indifferente.

    Tolgo i granelli di sabbia dalla spalla appena colpita, smartphone alla mano, immortalo la barca a vela dei miei sogni.

    «Utilizzerò lo scatto per il mo sito» osservo mentre un ghigno beffardo si fa spazio sul volto abbronzato da mille lotte contro i «mostri» moderni.

    Di più non posso fare.
    Per ora.

    La gioia (in una foto)

    Non importa il luogo, l’età ed il tempo.

    Questo scatto (rubato) rappresenta la gioia di un bambino che ritrova il primo mare di stagione, la purezza e l’entusiasmo innocente, lo spazio infinito, il senso di totale libertà, le onde che si infrangono sulla riva, la sfida per evitare di essere bagnati dalla freschezza dell’acqua.

    Il mare, il gioco di fantasia senza tempo per i bimbi di ogni angolo del mondo.

    Ecco, nonostante non volessi, ho spiegato questo (mio) scatto a parole anche se sono conscio che la fotografia non si misura con una didascalia ma delle
    emozioni che suscita.

    E a me, questo scatto emoziona 🙂

    la gioia di un bimbo che riscopre il primo mare di stagione

    Il mare e le riflessioni di un giovane napoletano

    Il mare, quest’eterno movimento

    «Ma whatsapp scade veramente?» mi chiedo mentre osservo il mare infinito.
    «Prima che gli arabi inventassero lo zero, si poteva dire sei una nullità?» il dubbio resta nonostante scruti l’orizzonte azzurro.
    «Perché gli amici prima o poi svaniscono nel nulla?» rifletto mentre un’onda si infrange sulla scogliera nera.

    Il mare e le riflessioni di un giovane napoletano

    Sono sul pontile di Bagnoli, la passeggiata di 850 metri sul mare napoletano regala sempre riflessioni e spunti interessanti.
    Basta fermarsi, guardare la collina di Posillipo o la zona flegrea ed i pensieri subito ribollono nel pentolone dei sentimenti dimenticati.

    Le risposte, invece, continuano a latitare e nemmeno l’immenso lago d’acqua salata scioglie i misteri dell’uomo moderno.

    Dei tre quesiti ho una sola certezza: ignoro se Whatsapp continuerà ad inviare messaggi senza limiti e tantomeno come, prima dello zero matematico, gli esseri umani si insultassero.
    Ho, invece, una sentenza indiscutibile: gli amici svaniscono perché … perché … perché ognuno è preso dalla propria vita, assenza di tempo, interessi diversi, lavoro, carriera, famiglia, bla bla bla …

    Alibi, nient’altro che alibi ipocriti.
    Che io stesso applico.

    Castel dell’Ovo, la star del lungomare di Napoli

    Castel dell’Ovo, la sentinella del lungomare

    Se passeggi sul lungomare di Napoli, è impossibile resistere alla tentazione: smartphone alla mano, inquadri il vecchio VIP, stai attento alla posizione del sole, osservi il mare e scatti.

    L’antica sentinella entra di diritto tra le star più fotografate dai turisti, dagli stessi napoletani e visitatori da ogni angolo del mondo (per le sue dimensioni e fermezza, viene consigliato anche per un veloce selfie).

    Se la fotografia non è la materia nella quale eccelli, non ti preoccupare.
    Il fascino naturale della maestoso avamposto, i colori azzurri delle onde di Mergellina, la luce accecante sopperiscono alla inesperienza dell’autore e alla deficienza del dispositivo.

    Eppure, nonostante sia un soggetto inflazionato, come tutte le bellezze risulta diverso ed attraente in ogni fotografia.

    Non c’è dubbio: il il Castel dell’Ovo è proprio fotogenico.
    (segue lo scatto dello scrivente)

    Castel dell'Ovo, la star del lungomare di Napoli

    Napoli, tre scatti dal pontile di Bagnoli

    La passeggiata nel mare

    E’ bastato un raggio di sole dopo litri di pioggia e la voglia di libertà ritorna prepotente.
    Il pontile di Bagnoli parte dall’ex ITALSIDER e viaggia per ottocento metri nel mare, in direzione Procida strizzando l’occhio a Nisida, Posillipo e la zona flegrea.

    Una passeggiata ecologica in un luogo silenzioso, lontano dal traffico caotico della città che pure resta sempre ben visibile.

    Smartphone alla mano, inizio a camminare e fotografare.

    Se capitate da queste parti, regalatevi la passeggiata nel mare.
    Ne vale la pena.

    Nisida vista dal pontile di Bagnoli - Napoli

    Pozzuoli vista dal pontile di Bagnoli (Napoli)

    Un gabbiano osserva la zona flegrea - pontile di Bagnoli - Napoli

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