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Litorale domizio, la catena umana per salvare il (nostro) mare

“Diamoci una Mano”, la catena umana per il litorale domizio

Sabato 4 agosto (ore 10.30) aderisco alla catena umana proposta  da Gaetano Cerrito, imprenditore impegnato per il rilancio del litorale domizio.

Perché, ogni estate, è assurdo porsi la solita, sconfortante domanda: «i depuratori funzionano?»
Perché, giunti in spiaggia, è anomalo chiedersi: «oggi, com’è il mare?»

In lunghi tratti del litorale domizio, la qualità delle acque dipende dalla buona sorte: i giorni della corrente favorevole, ti bagni in un mare cristallino.
Se becchi il momento nefasto (scarichi illegali nei tanti canali che sfociano in mare?), puoi trovare liquami, pannolini o chissà quale altro «mostro».

Eppure, negli ultimi anni, è indubbio constatare un netto miglioramento delle condizioni delle acque.
Allora, perché non possiamo pretendere un mare sempre pulito?

Si chiama ‘Diamoci una mano‘ l’iniziativa che partirà sabato 4 agosto alle 10,30 dai lidi Tamurè e Baja Club e che coinvolgerà tutti i bagnanti dei 9 chilometri di spiaggia che vanno da Baia Domizia sino a Baia Felice. (fonte: Il Mattino)

 

Il mistero dei depuratori campani

Prima o poi scoprirò la verità sui depuratori campani.
Quanti ne sono?
Dove sono?
Quali realmente funzionano?
Depurano dodici mesi all’anno oppure si fermano nel periodo invernale?

Se un cittadino campano, ogni benedetta estate, è logorato dal dubbio: «i depuratori funzionano?» significa che l’opera di questi impianti è alquanto opinabile.
Sarebbe opportuno, da parte degli enti competenti, una maggiore e più chiara comunicazione sull’argomento.

Se poi, un giorno, fosse possibile visitare uno di questi leggendari depuratori, il sottoscritto sarà il primo tra i prenotati.
Armato di videocamera e taccuino, documenterò l’esperienza.

Nel mentre, sarò uno dei mille anelli della catena umana di sabato 4 agosto.
Mille anelli, una sola voce: salviamo il nostro mare.

PS: ringrazio Mario Cavaliere, instagramer di successo, per lo scatto sottomarino nel mare blu.
Del litorale domizio, ovvio.


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Bianco e nero: la foto ci guadagna?

Bianco e nero vs colore

Il medesimo scatto suscita sensazioni diverse: il primo, in bianco e nero, richiama alla mente il tempo che fu – perché al sottoscritto, l’immagine priva dei colori è un salto all’indietro …

Bianco e nero, perché (a volte) è meglio

… la seconda, l’originale, è la foto priva di ritocchi ed immortala – in tutta la sua semplicità – un giorno qualsiasi sul litorale domitio con la sedia di un bagnante per scrutare il mare, l’eterno movimento.

Bianco e nero, perché (a volte) è meglio

Bianco e nero, quando preferirlo?

Ad ogni foto, la domanda sorge spontanea: quando proporre una foto oscurata dei colori originali?

Il volto di un anziano?
Un panorama dove lo sguardo si perde nell’infinito?
L’immagine anticata?

E se applico il filtro e rovino lo scatto originale?

Nonostante i mille «mostri» catturati con un clic dello smartphone, non ho ancora trovato la giusta risposta.

Se la foto è introspettiva?

Nemmeno il mio amico Mario Cavaliere, instagramer di successo fornisce la soluzione: per lui, lo scatto in bianco e nero è introspettivo.

E per voi, amici Lettori?
Aiutatemi a sciogliere il dilemma: quando applicare il filtro ed eliminare i colori?


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Mario Cavaliere, i segreti di un instagramer di successo

Mario Cavaliere, amico di una vita

Mario Cavaliere è una persona di cultura.
Le nostre discussioni sotto l’ombrellone, tra il serio ed il faceto, sono un mix di ironia e approfondimenti.
Ascolto con attenzione le sue teorie: col sorriso che lo contraddistingue da sempre, mi spiega la passione per la fotografia.
Difatti, il mio vecchio amico è oggi un instagramer multipremiato.

Mario Cavaliere, instagramer di successo

Il terzo occhio

In sella allo scooter, vede angoli della città che ai molti sfuggono.
E’ il terzo occhio, la capacità del repoter on the road: catturare immagini con una prospettiva originale.
E la community dei fotografi da smartphone apprezza e premia il nostro mcmathematic.

D: Mario le tue pubblicazioni, oltre per lo scatto unico, si caratterizzano anche per le storie narrate: viene prima l’immagine oppure la parola?
R: Assolutamente prima l’immagine poi la parola!
L’immagine sopra ogni cosa ma il racconto i dettagli sono il vero 3D della foto.  Non quello tecnologico ma intendo il 3d quello dell’anima!
Ti racconto un aneddoto: da giovane sono stato alla Galleria degli uffizi a vedere la Venere di Botticelli e dopo cinque ore di fila mi sono trovato di fronte a questo capolavoro e dopo aver ammirato i colori e l’immagine per qualche minuto stavo andando via.
Quando accanto a me c’era una uno che aveva un libro sulla Venere!?!?
Leggeva ad alta voce e diceva che in alto a destra c’è un angelo che la Venere sembra intravedere ecco perchè la sua posizione di profilo gli alberi il cielo … e continuava con la descrizione … insomma la foto per me all’improvviso stava prendendo vita.
Il sapere dei dettagli di un’immagine aumentava il tempo di osservazione!
Questa esperienza mi ha letteralmente segnato!

Il segreto? La diversità

D: il Vesuvio è il medesimo da secoli: come realizzare una foto originale?
R: Eh vecchio Monf! Questo è il vero segreto della foto! E cioè il segreto non è fotografare ciò che nessuno ha mai visto ma fotografare quello che tutti vedono ma in maniera diversa!
Il Vesuvio è sempre diverso come i tramonti..l’occhio, lo stato d’animo può fare la differenza. Posso dirti che nonostante io sia solare non amo le foto con il sole forte, adoro quelle un po’ noir … gotiche boh! Secondo me così sono più realistiche!
E il Vesuvio è perfetto in questo tipo di scenario.

D: quale è il sentimento principe che ti spinge a fermare lo scooter, passeggiare per i vicoli, documentarti, indagare per scovare un angolo di città da catturare?
R: Ciò che mi spinge è assolutamente il sentimento di quanto Napoli sia sottovalutata! Cioè moltissimi pensano di conoscerla ma Napoli è terribilmente misteriosa.
Spesso le foto banali di Napoli ne racchiudono solo la punta di un iceberg.
Ci sono vicoletti spesso bui e con scarsa igiene ma poi basta guardare all’interno di qualche palazzo del 700 e trovi storia a fiumi, la cosa che m’infastidisce di più è proprio che tutti pensano di conoscere poi appena indago su qualcosa che scopro tutti mi dicono: ah non lo sapevo!
Tutti si preoccupano dei turisti ma Napoli va raccontata ai napoletani non ai turisti! Quelli verranno di conseguenza!!
Se si va avanti col prototipo pizza mandolino e sfogliatella (peraltro buonissima) è terribilmente svilente per una città come Napoli

D: è tempo di rivincite: quale è lo scatto nel quale credevi ed invece è passato perlopiù inosservato?
R: Bah Monf puoi non credermi ma non sono un catcher di premi.
Ci sono tante foto che io definisco marchette: basta un babà col vesuvio di sfondo o una foto ad una pizza col golfo in sottofondo vedrai premi a gogò! 😀
Io cerco il desueto! O comunque se è qualcosa è strafotografato deve avere un valore aggiunto!
Ecco che la didascalia può aiutare.
Comunque, per rispondere alla tua domanda: quella che pubblicai del Campanile della Madonna del Carmine: per me è meraviglioso!
Ma sono di parte! 😀

Il Campanile della Madonna del Carmine, di Mario Cavaliere

La foto è uno stato d’animo

D: le persone sono assenti dalla tua galleria: perché non catturi lo sguardo di una donna, il volto di un anziano, il sorriso di un bimbo?
R: Lo faccio ma solo con la mia famiglia. Perchè credo sia un tipo di foto troppo intima e io non ho intimità con gli sconosciuti.
E poi la verità è che non sono così introspettivo. La foto è un percorso, io sono ancora dietro. Come anche la foto bianco e nero sono fortemente introspettive e io non ho ancora raggiunto questo livello, questa capacità!

D: Mario, la tua bacheca è affollata di piccole e grandi soddisfazioni, premi ricevuti da importanti community online. La gratificazione fa piacere, è innegabile: cosa provi quando ricevi la meritata coppa? Dai peso alla fama oppure, in caso di indifferenza generale, avresti abbandonato Instagram?

R: Assolutamente no! La foto per me è uno stato d’animo, non mi sento in competizione. Sono una persona molto competitiva ma sulla foto no!
Come si può pensare di competere con uno stato d’animo?!?!?
Poi c’è una frase di un famoso fotografo che dice: “Se hai una bella foto che fai? la conservi nel cassetto?” dunque ovvio che fa piacere mostrarla. Non nego che fa piacere l’attenzione di chi sceglie la tua foto tra tante e ne coglie il tuo stesso spirito. E’ una forma di comunicazione meravigliosa ma questo comunque non crea in me ossessione. I premi poi sono punti di partenza non di arrivo! Li ripubblico solo temporaneamente perchè fa piacere agli admin che ti premiano,
Vedo profili zeppi di premi io invece dopo un po’ cancello tutto.

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Instagram, per intrattenere ed informare

D: Mario, sei su faCCebook.eu, il blog ufficiale dei «mostri»: a tal proposito, ne hai mai immortalato uno?
R: No Monf sai che seguo moltissimo il tuo blog! Perchè in un certo senso ha uno spirito simile al mio, cioè la ricerca del desueto, talvolta la critica, il mostro!
Ovviamente il tuo è un blog famoso, io scatto solo qualche foto e sono molto criticato dai follower perchè partorisco foto con gestazioni da elefante! 😀

D: credi nella foto denuncia oppure utilizzi il tuo canale solo per informare ed intrattenere?
R: credo nella foto denuncia ma non utilizzo questo tipo di canale ma solo intrattenere. Informare poi sarebbe pretestuoso da parte mia, io scopro delle cose e le racconto a chi come me non ne era a conoscenza. Tutto qua: un gioco semplice!

Fotografia e Matematica

La foto per me è geometria decorata con i colori della realtà … e la foto spesso mi aiuta a raccontare …

D: Mario la tua stessa citazione ed il nome dell’account Instagram mcmathematic ti inchiodano: la Matematica (con la “M” maiuscola) è parte della tua visione della vita? E influenza anche i tuoi scatti? La Matematica non è noiosa? Che relazione c’è tra tutti quei numeri grigi e le tue foto colorate?
R: Devo dirti che la matematica è ovunque: la geometria di un golfo, quella di una volta di una chiesa …
Ricordo in una foto del golfo di Napoli con una scogliera: sembrava il grafico del logaritmo! Perchè poi tutti dicono di odiare la matematica ma poi moltissimi ne sono affascinati!
Dunque la relazione tra matematica e fotografia è fortissima! Se ti riferisci alla parte numerica quella no, è solo uno dei tanti aspetti della matematica che credo non ha assonanza con le foto.

D: Mario, lasciaci con una promessa: nel prossimo scatto catturerai l’anima di una persona.
R: Ci proverò! Monf! Se diventerò bravo ce la farò!
Ho una vita davanti e se non ci riuscirò oltre questa vita fotograferò l’anima del mio fantasma.
Per accontentarti 🙂

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