Analizzo gli avvenimenti degli ultimi due mesi, i sessanta giorni che hanno stravolto la mia vita e quella dei 160 colleghi HP Pozzuoli (con relative famiglie).
Best Shore: un italiano vale tre indiani
L’annuncio della chiusura irrevocabile della sede napoletana avvenuta lo scorso 7 luglio per «ristrutturazione», segue una strategia industriale diffusa: il best shore.
L’emorragia dei bilanci (vera o presunta) oggi si combatte con la delocalizzazione (nel nostro caso, delocalizzazione informatica): in Italia il costo del lavoro è alto? Si sposta la produzione industriale nei paesi emergenti.
Il principio vale per i beni materiali (la costruzione di un auto) come per le risorse dematerializzate (la scrittura del software).
Il manager di Palo Alto – sede del quartier generale della Hewlett Packard – calcola: tre informatici indiani costano quanto un informatico italiano.
Best Shore, dov’è l’etica e la professionalità?
Tre lavoratori al prezzo di uno, è la globalizzazione bellezza!
La ricetta è fin troppo facile: a parità di budget, triplico il team di lavoro e partecipo alle gare di appalto con offerte al ribasso.
Segue lo tsunami occupazionale: un altro pezzo di Italia chiude i battenti ed insieme alle catene di montaggio, call center e cervelli fugge oltre le Alpi con il beneplacito delle Istituzioni (nazionali e locali).
E la qualità del lavoro? L’assistenza? La soddisfazione del cliente?
Gli investimenti al Sud? Il rilancio del Mezzogiorno?
Spente le telecamere, a nessuno interessa il tema.
L’unico, inderogabile dio al quale obbedire è il cinico foglio excel del manager americano.
Mille sacrifici, zero risultati
Venticinque giorni di sciopero, sacrifici economici, due incontri al Ministero dello Sviluppo Economico, le promesse del Ministro Guidi, l’impegno della Regione Campania, l’appoggio del Sindaco di Napoli De Magistris e del primo cittadino di Pozzuoli Figliolia, la campagna mediatica per sensibilizzare l’opinione pubblica non sono serviti a nulla: HP continua la sua «missione esternalizzatrice».
Il punto sulla trattativa
HP Pozzuoli a breve chiuderà.
Noi, 161 dipendenti, valutiamo le seguenti tre opzioni:
- alcuni fortunati resteranno in HP presso altra sede
- i rimanenti verranno trasferiti in Matic Mind (piccola società IT)
- chi rifiuterà il suddetto salto nel buio, cadrà nel pozzo della CIGS
La trattativa tra sindacati ed azienda continua, i dubbi si moltiplicano, l’assenza di criteri trasparenti genera entropia.
Per nostra fortuna abbiamo la pistola della CIGS puntata sulla tempia: vuoi vedere che tale minaccia «faciliterà» la decisione impossibile?