Esame di maturità tra emozione e paura
«L’esame è una battaglia tra il professore e lo studente: il professore che a tutti i costi vuole promuovere lo studente e lo studente che ce la mette tutta per farsi bocciare».
Con queste sagge parole il docente di Analisi Matematica ci congedò: era l’ultima lezione e noi matricole del primo anno della facoltà di Matematica, dopo un anno di intensi studi, eravamo pronti a sostenere il nostro primo esame (di una lunga serie).
L’emozione il sentimento predominante, la preoccupazione per una possibile bocciatura la paura inconfessata.
Il mio ricordo
Eppure, a distanza di anni, ricordo con gioia quei magici momenti: la logorante attesa prima di essere convocato dalla commissione, l’agognata interrogazione, lo scarico di adrenalina post esame “comunque sia andata”, il verdetto liberatorio, il voto sul libretto la conferma di una nuovo, faticoso, passo in avanti.
Ogni esame lo stesso iter: l’apprensione fuori l’aula condivisa con gli altri compagni di corso, l’assurdo tentativo di ripetere fino all’ultimo istante utile quel teorema incomprensibile, l’incoraggiamento, le mani sudate, il conforto, la felicità dei promossi e la disperazione dei bocciati.
Parole, sguardi, solidarietà, sensazioni ed emozioni tra ragazzi acerbi difronte alle difficoltà universitarie, radici di future amicizie che ti accompagnano poi fino alla vecchiaia.
L’esame di maturità non è un «mostro»
Con gli occhi «adulti» di oggi, sorrido pensando a quelle paure tutto sommato innocenti.
L’angoscia per una possibile bocciatura la massima pena prevista, un’inezia rispetto ai problemi – quelli seri – riservati dalla Vita.
Sono anche conscio che ogni età ha i suoi problemi e l’esperienza è la giusta sommatoria di errori: ad ogni fase della crescita vanno riconosciuti i relativi ostacoli.
Nonostante la dovuta premessa, rassicuro tutti gli studenti che a breve sosterranno la maturità: tranquilli ragazzi, niente incubi e stress, l’esame non è da annoverare nella categoria dei «mostri».