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Tag: mostri (Page 12 of 13)

Il calcio non è (più) uno Sport

Il calcio è solo profitto

La distanza tra il calcio e lo Sport è ormai siderale.
Il paradosso è evidente: da una parte gli ultras legati a stupidi ed anacronistici rituali, dall’altro i club vere e proprie aziende dal business milionario.

Ma anche: da un lato gli ingenui tifosi ed i colori delle squadre, dall’altro i calciatori professionisti senza nessun legame con la città che rappresentano.

L’industria del pallone è priva di scrupoli, la fedeltà in bianco e nero di un tempo lascia il posto ai petrodollari degli sceicchi, i sentimenti di ieri sono una cartolina sbiadita difronte all’unico, vero comandamento a cui oggi tutti rispondono: il profitto.

Il becero razzismo delle curve

Eppure, le opposte tifoserie continuano a darsi battaglia sugli spalti e fuori dagli stadi, persistono i beceri cori Nord contro Sud, il razzismo di curva prevale sul fair-play ed i delinquenti domenicali trasformano uno spettacolo in una violenta ed assurda guerra civile.

I poliziotti in divisa antisommossa presidiano stazioni e scortano i pullman degli ospiti che – magari – sognavano solo di visitare un’altra città col pretesto della trasferta.
Le antiche rivalità di quartiere,poi, sono benzina sul fuoco ed i derby costituiscono l’occasione ideale per manifestare la mai sopita ignoranza cafona di pochi idioti.

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Segnali di vero sport? Non pervenuti

Del calcio, almeno come evento sportivo da gustare all’aria aperta, sotto la pioggia oppure in una calda giornata di sole primaverile, vi è rimasto ben poco.
Si preferisce la comoda poltrona del salotto alle gradinate dello stadio, il telecomando per lo zapping della diretta su tutti i campi ed il campionato-spezzatino da digerire tra il venerdì ed il lunedì.

E così  lo sport più amato dagli italiani si è trasformato miseramente in un volgare reality-show.
Da vietare ai minori, loro credono ancora nei sogni.

Il benvenuto dei tifosi della Juve ai napoletani


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AAA OFFRO LAVORO NO PERDITEMPO

L’annuncio: il candidato ideale

«Cercasi laureato in Robotica Cibernetica (con specializzazione infermieristica biodegradabile) col massimo dei voti, con almeno un master in “Social Media Marketing e Web Communication 4.0”, esperto di giurisprudenza ed economia globale, inglese fluente (anche tecnico), francese, cinese e pashtu (per eventuali business con i Talebani).
Automunito, con partita IVA, milite esente, pronto a viaggiare (da solo) per lunghi periodi, carattere aperto e predisposto per il lavoro in team. Si richiede, inoltre, propensione al volontariato, passione per i giochi tattici ed amore verso gli sport all’aria aperta.
Il nostro candidato ideale ha massimo vent’anni, non ha legami affettivi, non ha figli e non presenta tatuaggi (sia nelle parti del corpo visibili che coperte).
Gli interessati possono contattarmi tramite l’apposita pagina: inviate il Curriculum Vitae con foto ed una marca da bollo da 21,14€ per le spese burocratiche, prometto a tutti gli aspiranti una risposta in tempi celeri.
A chi supererà la prima fase della selezioni, io stesso – proprio io personalmente! – squillerò al futuro collaboratore che provvederà a richiamarmi entro due minuti: una voce registrata comunicherà l’IBAN sul quale versare una tantum utile all’iscrizione per un corso di perfezionamento di due giorni da seguire comodamente via internet».

Il futuro collaboratore

I «mostri» da affrontare e sconfiggere sono oramai diffusi in tutti i settori della società, sono conscio che da solo potrei non farcela ed allora – umilmente – ho deciso di chiedere aiuto: necessito di un assistente serio e competente di cui fidarmi ad occhi chiusi.

Per questo, oltre alle suddette competenze professionali, colui/colei che mi affiancherà in questa lotta senza confini, sarà una persona con un alto profilo etico, i cui ideali saranno al di sopra di ogni sospetto e la cui moralità sarà a prova di bomba.

La fiducia reciproca ed una squadra coesa saranno le future armi per continuare la lunga, eterna battaglia tra il «bene» ed il «male»: io vi offro un’opportunità, ora tocca a Voi scegliere in quale esercito schierarsi.

PS: per una questione di trasparenza – a differenza di tanti ignobili annunci-lavorativi-truffa nascosti dietro l’anonimato – allego foto della mia segretaria: scrivete pure, lei stessa provvederà a chiarirVi eventuali dubbi

AAA OFFRO LAVORO NO PERDITEMPO: inviate CV alla mia fidata segretaria


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Il benzinaio fantasma

La teoria delle finestre rotte

«Se in un quartiere un teppista spacca una finestra, e nessuno la aggiusta, è molto probabile che ben presto qualcun altro faccia lo stesso se non peggio, dando così inizio ad una spirale distruttiva»: è il concetto base della Teoria delle finestre rotte.

Consegue: «Per cui, creare un ambiente di un certo tipo, con finestre rotte, per esempio, porta la comunità attigua a distruggere, un ambiente invece ben curato porta la comunità (anche quella non naturalmente “curata”) a curare l’ambiente che la circonda».

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Il distributore di benzina abbandonato

Il degrado urbano, dunque, contribuisce al degrado morale dei cittadini.

E’ la riflessione che ogni giorno mi balena quando, giunto ad Agnano (a poche centinaia di metri dalle rinomate terme), osservo il distributore di benzina dell’ESSO abbandonato e fatiscente.

Il benzinaio fantasma

Di chi la responsabilità?

A chi spetta abbattere questo triste ecomostro?
Tocca al Comune bonificare la zona oppure la responsabilità è della multinazionale del petrolio?
Sotto questa superficie, sono ancora presenti i grossi serbatoi dei carburanti?
Non andrebbero ripuliti e – magari – rimossi?
E’ utopia immaginare un’area verde con alberi e fiori in sostituzione di questa struttura fantasma?

L’assuefazione a questi penosi spettacoli metropolitani è il primo passo – senza più scandalizzarsi – ed accettare come normale una piccola, grande «finestra rotta».

Terra dei Fuochi, non basta essere un onesto cittadino?

Diritti, non favori!

Anni addietro ero al Comune di Napoli per il rinnovo della carta di identità.
Mentre pazientavo fuori il corridoio dell’ufficio preposto, incontrai un conoscente che – poco dopo – scoprii essere un dipendente di palazzo San Giacomo.

«Dammi i moduli, l’addetto è un mio amico, un minuto e avrai il nuovo documento» esordii furtivamente.
«Ti ringrazio ma preferisco attendere il mio turno» ribattei senza fornire spunti per ulteriori spiragli a trattamenti di favore.

Non è forse questo un esempio del male endemico di cui è vittima l’Italia?
Far passare per un favore ciò che è invece un sacrosanto diritto del cittadino.

26 ottobre, la manifestazione contro i roghi

A Napoli, oggi 26 ottobre, migliaia di persone oneste hanno manifestato per chiedere allo Stato di fermare i roghi tossici che quotidianamente avvelenano la Terra dei Fuochi.
Analogamente, le popolazioni chiedono alle Istituzioni locali e centrali le bonifiche dei territori violentanti dalle discariche abusive gestite dalla camorra.

Io, cittadino di un paese civile, trovo queste due richieste scandalose.

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Perché chiedere i propri diritti?

Debellare la criminalità organizzata non è un dovere del Governo?
Far vivere ogni abitante in un luogo salubre, privo di rifiuti tossici ed inquinanti non è un dogma di uno Stato di legalità?
I cittadini devono manifestare per chiedere di essere tutelati?
L’esasperazione del popolo è la molla che fa agire i nostri politici?
La richiesta di difesa della salute deve passare attraverso slogan e proteste?

Allora mi sorge un dubbio: ad un cittadino che vive nella martoriata Terra dei Fuochi, non basta essere onesto, pagare le tasse, lavorare (duramente) ed adempiere ai propri doveri civili per essere protetto dallo Stato nel quale – nonostante tutto – continuare a credere?

Perché ciò che gli spetta di diritto (la tutela della salute) viene promesso dai governanti come se fosse un «favore» personale?

I mostri della terra dei fuochi


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«E’ ufficiale: in Italia, la disoccupazione è al 100%»

Disoccupazione da record

E’ accaduto l’inimmaginabile: questa mattina mi sono svegliato, ho acceso la TV e l’edizione straordinaria del telegiornale annuncia la notizia.

La sciagura era nell’aria ma ascoltare il comunicato ufficiale dell’ANSA fa sempre un certo effetto: «in questo momento, in Italia la disoccupazione ha raggiunto un nuovo record: il 100% dei lavoratori non ha più un lavoro fisso. Il sottoscritto è autorizzato a parlare dal Consiglio di Amministrazione della RAI. Dopo questa edizione anche io sarò licenziato».

disoccupazione record

Le reazione politiche

Un intero paese senza un’occupazione stabile, i più fortunati rimediano un contratto precario da rinnovare ogni giorno.

L’ala moderata di Confindustria è soddisfatta del risultato giunto addirittura in anticipo rispetto alle stime fornite dagli “esperti”.
I Sindacati, invece, continuano ad organizzare scioperi generali anche se non possono essere considerati dei veri «scioperi» poiché i partecipanti non sono più lavoratori.

Si susseguono le dichiarazione dei politici che invitano a non drammatizzare, dopotutto è «solo un periodo di transizione», «i sacrifici di oggi sono necessari», «la crisi è globale e l’Italia sta meglio di tanti altri paesi».

Per dare l’esempio e spronare la nazione a reagire, la Casta non riduce le spese anzi si aumenta gli stipendi.
Il messaggio all’elettorato è chiaro: bisogna tornare a spendere.

La denuncia della chiesa

Ogni giorno un corteo diverso marcia verso i ministeri romani che contano: oggi tocca alle prostitute, chiedono un sussidio per chi è costretta ad operare nelle zone maggiormente colpite.
Inoltre, per i loro clienti, propongono uno sgravio fiscale del 50%.
Il rimborso sarà ritirato in giornata direttamente nella farmacia di fiducia.

Il Vaticano invita il Governo a risolvere con priorità massima il dramma delle famiglie italiane.
Per la Chiesa la situazione è «insostenibile».
Difatti la domenica, durante la messa, si è verificato un calo notevole delle offerte dei credenti ed il Pontefice, nel suo ultimo angelus, urla spazientito: «fate presto!»

Nel mentre, non ci resta che resistere sapendo che ben presto un nuovo, mostruoso record ci colpirà.


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A caccia di un cacciatore

Perché sparare contro un innocente?

Mi sono sempre chiesto perplesso: «il cacciatore, cosa prova quando spara ad un animale indifeso?».

Quale morboso sentimento spinge un uomo ad ammazzare un uccello per il solo gusto del divertimento?

Immagino la scena patologica: in aperta campagna, armato di bazooka ed accompagnato dal fidato segugio, l’assatanato cerca la selvaggina da abbattere. Individua la preda, punta e spara senza esitazione.

La vita dell’animale spezzata in un microsecondo, senza un valido motivo, contro ogni legge della natura, solo per soddisfare la seta di svago dell’uomo, l’hobby di circa un milione di italiani (fonte FAQ Coldiretti).

Il cacciatore

Il cacciatore moderno è un «mostro»?

Vorrei conoscerlo questo intrepido cacciatore, capire la mentalità di una persona capace di utilizzare un’arma come passatempo, porre delle domande per comprendere la prospettiva di chi considera la soppressione di un essere vivente una forma innocente di diletto.

E allora, la domanda nasce spontanea: il cacciatore moderno, è una persona normale oppure un «mostro»?

Nonostante l’ovvietà della risposta, mi piacerebbe sparare dieci domande ad un valoroso cacciatore, una scarica di pallottole per impallinare (con la parola) il predatore, un’intervista insanguinata da chi – come me – non riesce nemmeno a calpestare una incolpevole formica.
Fatevi avanti, «mostri» vi aspetto.


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Pronto Soccorso, il film dell’horror inizia al crepuscolo

Location: sala d’attesa del Pronto Soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli

Trama: disperazione dei bisognosi e richiesta di assistenza di chi necessita di cure mediche immediate.
Cast: uomini invisibili, nessuna prima donna, dottori ed infermieri coraggiosi, malati di gravità diverse (dalla mamma infortunatasi in casa fino all’incidentato grave)
Spettatori: parenti ed amici degli ammalati.

Pronto Soccorso, scene di ordinaria follia (sociale)

Con il calare del sole emerge il mondo sommerso

Persone bisognose, uomini indigenti, essere umani soli ed abbandonati, individui sprovvisti di tutto alla ricerca disperata di un riparo per la notte.

Il Pronto Soccorso è il luogo nel quale converge l’esercito di nullatenenti che vivono ai margini delle nostre città, una moltitudine di povera gente dimenticata dalla cosiddetta «società civile», sfortunati a cui è negata ogni forma di assistenza (sanitaria e non) costretti a rifugiarsi nella sala d’attesa dell’ospedale.

Un film che si ripete ogni giorno

Amare considerazioni, verità palesi e scene di ordinaria sofferenza tratte da un drammatico film (vietato ai minori) a cui ho assistito questa notte e che, temo, vada in onda al crepuscolo di ogni santo giorno.

Alle Istituzioni il compito di cambiare questo inquietante palinsesto, a noi testimoni sporadici la rabbia per l’indifferenza della politica ed i dilaganti tagli alla spesa pubblica.
Perplesso mi interrogo:

possibile che anche i servizi minimi necessari alla collettività debbano sottostare alle regole dell’economia?


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L’Amore è … un trancio di pizza ed un gianduiotto?

L’Amore con la “A” maiuscola

Non tocca certo a me descrivere l’Amore, quello con la “A” maiuscola intendo.
Per comprendere questo sentimento inspiegabile, si possono consultare i versi dei sommi Poeti oppure – per chi ama i peccati di gola  – gli aforismi dei Baci Perugina.

D’altronde, è noto pure ai sassi: in questo blog mi occupo di «mostri» e nessuno pretende che in un post (breve per rispetto del Lettore) sbrogli una matassa complicata in cerca di una soluzione da duemila anni e passa!

Posso, però, aggiungere all’enciclopedia esistente sull’argomento una nuova, insignificante osservazione: il vero Amore si evince (anche) in cucina.

L'ingordigia amorosa è pur sempre amore

L’amore in cucina

Il teorema è presto spiegato con due semplici esempi.

Mangio la pizza con la tecnica del Sistema eliocentrico: il centro della Pizza è l’ultimo, prelibato boccone da gustare ed intorno al quale gira la degustazione di tutte le altre fette.

Ebbene, giunti al fatidico morso finale – quel piccolo, morbido e succulento trancio rettangolare ricco di mozzarella e pomodoro –  guardo negli occhi la mia dolce metà ed amorevolmente le  chiedo (preoccupato, l’ammetto): «mica lo vuoi?».

E lei garbatamente rifiuta conscia del sacrificio affettuoso a cui mi sono (volontariamente) esposto.

Il sano egoismo

Un piccolo dolce dopocena è obbligatorio: rafforza lo spirito, gratifica l’animo e rende i «mostri» quotidiani meno orribili.

Dallo scatolo estraggo l’ultimo, gustoso gianduiotto.
Osservo con ingordigia il piccolo dessert a forma di barca rovesciata avvolto in una leggera carta dorata per la delizia delle mie papille gustative e poi la vista si sposta sul mio pargoletto: padrone del divano, col telecomando ben stretto tra le mani, ride mentre guarda in TV le avventure di Tom e Jerry.

Offro l’ultimo cioccolatino al marmocchio: senza distogliere lo sguardo dallo schermo, inghiottisce il pasticcino con un sol boccone.
«Me ne dai un altro papà?» chiede l’ignaro.
«Sono finiti, era l’ultimo» rispondo e divertito penso all’ingenuo e sano egoismo dei bambini.

Non è forse vero che l’Amore si manifesta anche attraverso la rinuncia volontaria, consapevole e gioiosa all’ingordigia culinaria (e non)?


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Terra dei Fuochi, dove è la sovranità dello Stato?

Zona flegrea, dimora di Nerone

Da piccolo abitavo nella zona flegrea, in provincia di Napoli.
Un territorio ricco di storia dove sorgevano le antica colonie romane di cui, ancora oggi, si trovano importanti testimonianze e resti.

Nerone – pazzo ma non fesso – difatti era solito frequentatore delle terme (tra Pozzuoli e Baia), si rilassava godendosi le ricchezze offerte da questa terra baciata dal Signore.
La fertilità dei terreni era proverbiale: si racconta che bastasse far cadere un seme di una qualsiasi frutta per veder crescere spontaneamente un albero.

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La Fescina, I sec. a.C.

Io, insieme alle altre piccoli pesti del rione, giocavamo nelle campagne vicino casa: due pietre fungevano da pali per le porte di fantasia, palla al centro e via con le infinite partite di calcio senza tempo e risultato.

Altri giorni, invece, ci lanciavamo in lunghe esplorazioni in bici alla scoperta di monumenti abbandonati e antiche opere nascoste nelle masserie dei contadini locali.

Un esempio per tutti: l’antica necropoli in via Brindisi nel comune di Quarto: giunti sul luogo, nascondevamo le bici tra i cespugli, scavalcavamo le (deboli) recinzioni per entrare nella tomba romana incustodita (datata I sec. a. C.) e giocare ai giovani Indiana Jones.
Purtroppo molte altre persone – con fini meno goliardici dei nostri – nel tempo hanno prelevato (leggi rubato) ogni pietra trasformando la “Fescina” in un rudere fatiscente.

La nobiltà di queste zone oggi è un concetto dimenticato.

La necropoli abbandonata a Quarto (NA)

Terra dei Fuochi, basta con le promesse!

Le cronache di questi giorni ci parlano di una terra martoriata e violentata nel tempo: ovunque si scavi, invece di antiche tracce romane, spuntano rifiuti tossici.

A Caivano, Qualiano e Giugliano le discariche abusive hanno costantemente inquinato le campagne che producevano frutta ed ortaggi esportati in tutt’Italia, simboli di fertilità e sana alimentazione.

L’agricoltura della zona è stata uccisa dall’ignobile ecomafia.

Il disastro ambientale della Terra dei Fuochi oggi è sulle prime pagine dei giornali, seguono fiumi di parole, promesse e speranze, le nuove commissioni governative sostituiscono le vecchie ed iniziano da zero il lavoro, le decisioni tanto attese sono rinviate e le agognate bonifiche – un diritto per ogni cittadino – un miraggio in attesa di bla bla bla …

BASTA!

Perché non dichiarare la Terra dei Fuochi zona militare? Perché il Ministro degli Interni non si trasferisce a Caivano per rimarcare la sovranità dello Stato anche per le opera di bonifica in queste terre vessate ed abbandonate dallo Stato?

Il tempo è scaduto, vogliamo i fatti.

Nota di Michele Buonomo,
Presidente di Legambiente Campania.

LEGAMBIENTE – «Ieri Casal di Principe, Qualiano, oggi Caivano domani siamo in attesa : ormai è una lotta impari con la terra che si è ribellata e scoppia per i troppi veleni.  Nel 2013 gli anni di denunce sono diventati 25, un quarto di secolo.  E’ la storia di un film già visto, raccontato minuziosamente in ogni Rapporto ecomafia e nelle migliaia di pagine tra documenti e atti giudiziari.  Ma nulla s’è mosso. Nessuno fa nulla, territori sono ancora inquinati e di bonifiche nemmeno l’ombra.  Anche se il cancro sta divorando intere famiglie, mentre l’Italia accumula procedure di infrazione europee e lo sconcerto di mezzo mondo. Cosa si aspetta per offrire concretamente un contributo di verità nei confronti dei tanti onesti cittadini campani che vogliono riscattare il proprio territorio e affermare i principi di legalità e trasparenza?»

Terra dei Fuochi, rifiuti tossici a Caivano


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Carmine Schiavone ci ricorda che non siamo un paese normale

In Italia è in atto la guerra civile?

Come può una Nazione definirsi civile se intere zone del paese sono controllate dalla criminalità organizzata?
Un Governo non deve garantire a tutti i cittadini – dalla Val d’Aosta fino a Lampedusa – gli stessi diritti?
Perché subire le angherie di un mafioso (vedi pizzo) a Palermo è accettato e considerato (quasi) «inevitabile»?
Può essere considerata «normale» la guerra che ogni giorno si combatte in Italia tra i clan della mafia, camorra, ndrangheta e sacra corona unita?

Carmine Schiavone, il camorrista pentito

Le parole choc di Carmine Schiavone

Siamo un popolo assuefatto, abituati a leggere di morti ammazzati nei trafiletti della terza pagina dei giornali non percepiamo più la gravità della situazione.

Allora, vedere in faccia Carmine Schiavone, ascoltare le sue sconcertanti parole, capire (o cercare di farlo) le teorie folli e lucide di un camorrista pentito, è scioccante.

L’ex capo dei casalesi parla di «rifiuti tossici intombati tra Campania e Lazio», «politici affiliati al clan», «tre miliardi al mese per corrompere polizia, carabinieri, finanzieri e pagare gli stipendi», affermazioni farneticanti di un pazzo oppure una realtà oscura, paurosa, orribile, inquietante, terrificante, agghiacciante ma esistente?

Forse è più prudente non affrontare questi «mostri», sono troppo reali e pericolosi.
Meglio parlare di IMU, videomessaggi, servizi sociali e larghe intese.


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L’inquilino violento fermato con la violenza

Le violenze del vicino

Il mio vicino di casa è un violento.
Anche se non ho le prove, sono convinto che picchia la moglie e maltratta i figli. Inoltre, non rispetta nessuna regola del vivere civile e distrugge il bene comune.

Ho la certezza che non paghi nemmeno le rate condominiali e tra le quattro mura realizzi abusi di ogni tipo.
Siamo tutti d’accordo, è un tipo disumano ma non sappiamo come fermarlo.

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La denuncia, nessun esito

Ho denunciato questo «mostro» all’amministratore che – con la tipica, odiosa calma dei burocrati – gli ha inviato (tardivamente) una prima lettera di ammonimento alla quale non é seguito nessun ravvedimento.

Le azioni malefiche del folle continuano indisturbate.
Sollecitato, è intervenuto anche il parroco del rione; i suoi appelli di pace e gli inviti alle preghiere sono stati raccolti dai credenti ma ben presto sono caduti nel dimenticatoio senza nessun effetto pratico.

Dopo un anno di inutili tentativi, nulla è cambiato ed il delinquente continua a maltrattare la famiglia ed agire indisturbato nel suo torbido privato.

Violenza contro la violenza?

Nessuna azione diplomatica ha bloccato il «mostro» ed oggi – in una infuocata riunione – l’intero condominio si chiede combattuto: è giusto utilizzare la violenza per fermare la violenza?

I falchi spingono per l’intervento del poliziotto di quartiere, un tipo abituato a riportare la giustizia con ogni mezzo.
Pur di raggiungere l’obiettivo, non esita ad usare le manieri forti: “il fine giustifica i mezzi” è la sua ineluttabile regola.
Se necessario è autorizzato anche all’uso delle armi (in questo caso, però, la responsabilità è solo sua e noi persone per bene  lo lasciamo operare indisturbato preferendo non sapere).

Le rassicurazioni giungono puntuali: «l’intervento sarà breve e senza traumi per il condominio» promette il nostro giustiziere solitario.

Le colombe sono in minoranza e – soprattutto – sconfitte dai fatti: nessuna azione pacifica ha avuto successo, non esistono alternative all’uso della forza.

Il poliziotto può agire, con buona pace di tutti.

Guerra in Siria: la violenza fermerà la violenza?


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E’ morto facebook, evviva facebook!

faCCebook, la nuova fanpage

Ed Hutchinson vi saluta.
Dopo aver servito con onore la Patria per tre lunghissimi anni, aver condiviso migliaia di link a post di denuncia, dopo aver pubblicato foto e video per smascherare i peggiori «mostri» sulla piazza, aver inviato “poke” di solidarietà, stretto amicizia con quasi duemila cittadini, il giornalista modello, l’uomo tutto d’un pezzo che non si piega ai ricatti e non teme le minacce, abbandona la scena (virtuale).

Da oggi, il profilo ufficiale con il quale ho frequentato facebook è – di fatto – dismesso.
Mi spiego meglio: Ed Hutchinson va in pensione, è fuori servizio, out of order, dead code, account non più aggiornato, scegliete Voi.

La mia esistenza sul social network creato da Mark Zuckerberg continua tramite la nuova fan page di faCCebook.eu: cliccate sul famoso “Mi piace” per continuare a ricevere gli aggiornamenti del blog dei “mostri” direttamente sulla vostra bacheca.

Per Voi, amiche ed amici Lettori, non cambia nulla; io, invece, riuscirò nel mio intento: vivere in modo impersonale facebook.

faCCebook.eu, la nuova fan page

Perchè cambiare

E’ proprio questo il motivo del cambiamento.

Nonostante abbia scritto a chiare lettere che Ed Hutchinson non sia io, continuo a ricevere messaggi privati, tag a foto di famiglia ed inviti di amici, colleghi e parenti.

Desideravo solo uno spazio nella più affollata piazza web del momento per distribuire volantini, essere presente come “personaggio” ma non come persona (fisica) ed invece ho fallito.

Al mea culpa (è vero, avrei dovuto da subito creare la fan page come fanno tutte le rock star) va associata l’ignoranza dell’utente medio, l’osmosi tra pubblico e sfera privata, tra tutto ciò che è reale e ciò che non lo è, la superficialità nell’accettare un’amicizia, la facilità con la quale si condividono foto personali e confidenze intime al mondo intero.

Quest’uso infantile del web a me disgusta.

La richiesta

Vi chiedo cortesemente di cancellare Ed Hutchinson dalle vostre “amicizie” facebook e – chi lo desidera – spostare la vostra attenzione sulla fan page di faCCebook.eu.
Grazie.


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