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Centro Direzionale di Napoli, la fontana malata

Centro Direzionale, dov’è la manutenzione?

«La manutenzione è affidata alla Napoli Servizi» conferma un addetto della GE.SE.CE.DI, la società che cura la sicurezza del Centro Direzionale di Napoli, ad una mia domanda davanti il triste spettacolo della fontana divenuta una piccola discarica e non più funzionante.

La fontana al Centro Direzionale di Napoli, icona dell'assenza di manutenzione

La fontana al Centro Direzionale di Napoli, icona dell’assenza di manutenzione

I compiti della Napoli Servizi

La notizia trova conferma sul post Il Comune di Napoli per il Centro Direzionale:

A partire dal mese di novembre 2015 il Comune di Napoli prenderà in carico la gestione delle aree pubbliche e delle aree private ad uso pubblico poste a livello pedonale (Piano Zero) e delle opere infrastrutturali di sua proprietà del Centro Direzionale per il tramite delle sue partecipate ASIA e NAPOLI SERVIZI.

Scarico la brochure con i dettagli della iniziativa e nella sezione dedicata alle opere edili e leggo i compiti della Napoli Servizi:

SERVIZIO DI MANUTENZIONE ORDINARIA DELLE OPERE EDILI
(su segnalazione del servizio SAT delta Municipalta)
Sarà svolto presso i viali pubblici del Centro Direzionale di Napoli.

LE ATTIVITA’ CHE SVOLGEREMO
• Sistemazioni di piccoli tratti di pavimentazione sconnessa
• Sistemazione di muretti di proprietà pubblica
• Controllo efficienza ed eventuale disostruzione di pozzetti e griglie di acque bianche

L’editoriale di Vivere il Centro Direzionale

Paola Magliocchetti, nell’editoriale di febbraio di Vivere il Centro Direzionale, affronta il problema del degrado crescente nell’area.

Oggi scopriamo che la manutenzione della fontana – come la pulizia di aiuole e monumenti – non rientra nei compiti della Napoli Servizi.

Lo scaricabarile è servito, i burocrati strofinano soddisfatti le mani, gli ingranaggi arrugginiti della macchina pubblica si inceppano definitivamente.

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Il rimpallo delle responsabilità

Sindaco, Comune, ASIA, Napoli Servizi, enti associati e partecipate varie: inizia il ping-pong delle responsabilità.

A chi tocca ripulire il monumento abbandonato?
A tutti e a nessuno?
Misteri della burocrazia italiana.

Nel mentre, io non mi assuefo.
Attendo fiducioso la guarigione della fontana malata.


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Ed il Vesuvio nascose la testa (per la vergogna)

La foto

Il Vesuvio, per la vergogna suscitata dai ripetuti cori beceri che coinvolgono il suo altisonante nome contro Napoli, nasconde la testa tra le nuvole.

Ed il Vesuvio nascose la testa (per la vergogna?)

Ed il Vesuvio nascose la testa (per la vergogna?)

Cultura vs razzismo

In attesa di quell’importante giorno quando la cultura cancellerà definitivamente il razzismo ed il pregiudizio, non mi resta che attestare come il «mostro» sia ancora vivo e forte.
Nella testa dell’ignorante.


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Un paio di scarpette rosse (il giorno della memoria)

Un giovane, con la voce rotta dall’emozione, recita la poesia Joyce Lussu.
In chiesa cala il silenzio.

Un paio di scarpette rosse

C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’ eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.

Joyce Lussu

Osservo i bambini, il loro sguardo ingenuo in un mondo folle.
Ignorano chi sia Hitler, la pazzia del nazismo,  l’orrore che si cela dietro i campi di concentramento.

Il giovane termina.
Dal piccolo coro della chiesa partono le note di La vita è bella per spezzare l’emozione di quelle parole così toccanti ed assurde.

Ricordiamo il giorno della memoria per annientare i «mostri» di domani.
Commossi, andiamo via.

Il muro di Poggioreale

Il confine tra il Bene ed il Male

Un pesante muro alto come il primo piano di una casa.
Scuro, massiccio, sverniciato, vecchio, si estende per centinaia di metri.
Divide il mondo dei vivi dall’inferno.

Al di qua del muro

Il tempo scorre veloce: il solito caotico traffico cittadino, impiegati sempre di corsa, uffici-arnie incastrati in torri e grattacieli, open space luminosi ed affollati, veloci pause pranzo consumate tra i mille ristorantini dalle offerte cattura-cliente, bimbi che tornano a casa ed impugnano la mano sicura della mamma, studenti innamorati che marinano la scuola per rubare baci d’amore dopo un «per sempre» convinto.

Al di qua del muro, scorre la vita di ogni giorno.

Osservo il muro di Poggioreale ...

Osservo il muro di Poggioreale …

Al di là del muro

Casermoni degradati con cento celle oscure.
Alveari silenziosi senza via d’uscita.
Buchi neri dietro i quali non battono segnali vitali evidenti.
La parte oscura dell’animo umano.
Luoghi di non-spazio.
La prigione dei «mostri».

Al di là del muro, il carcere di Poggioreale

La finestra su Poggioreale

Dalle finestre dell’ufficio, intravedo i due mondi contrapposti: il muro separa la società civile dal regno dei dannati.

Osservo con angoscia e mi domando perplesso: questo luogo sinistro impiantato nel cuore di Napoli, guarirà le coscienze sporche di chi ha sbagliato?

Quell’odioso augurio (virtuale) natalizio

Se anche l’augurio è virtuale

«Bip», la vibrazione del mio smartphone segnala l’arrivo di un nuova notifica.
«Buon Natale a te ed i tuoi cari. Peppe e famiglia» leggo avvilito.

Perché – se proprio devo dirvela tutta – l’augurio tecnologico è indigesto, peggio di un calzone fritto ripieno di soffritto di maiale con ciccioli e cipolla cruda.

Il messaggio giunge diritto allo stomaco, un fendente che manda al tappeto le mie migliori intenzioni.
Resisto grazie ai duri allenamenti a cui mi sottopongo per affrontare proprio questi momenti di grettezza relazionale.

Contro l'augurio natalizio virtuale

Sono pronto: combatterò contro l’augurio natalizio virtuale

A tutti lo stesso identico messaggio

Se avessi un radar speciale, intercetterei il messaggio di Peppe per disegnare su un monitor la mappa dei destinatari: emergerebbe un grafico costituito da un’infinità di individui senza distinzione di razza, colore e sesso raggiunti tutti dall’identico augurio speciale.

Probabilmente, la stessa moglie, l’amante e il bisnonno ultracentenario (che da qualche anno è passato a miglior vita ma presente ancora nella rubrica del cellulare di Peppe) riceveranno contemporaneamente la medesima frase.

«Non fa male, non fa male» continuo ad urlarmi nella mente proprio come un pugile prima di un importante incontro di boxe.

La tempesta tra la sera della vigilia e Natale

Manca poco al Natale e sono conscio che il peggio deve ancora giungere.

La tempesta di messaggini è prevista per la sera della vigilia e la mattina del venticinque dicembre.
Per allora prometto di essere al top della forma (fisica ed intellettuale) per respingere ogni tipo di falso augurio.

Quest’anno non mi coglierete di sorpresa.
Fatevi avanti «mostri», vi aspetto.

SMAU Napoli, faCCebook non è facebook!

SMAU Napoli, confermata la mia presenza

Anche se raffreddato, tranquillizzo gli organizzatori dello SMAU Napoli: ci sarò.
L’attesa per la mia partecipazione, mai come quest’anno, è spasmodica.
Lo testimoniano i tre inviti ricevuti.

Due inviti VIP ed un ingresso omaggio

Il primo, un invito VIP dalla Regione Campania via posta ordinaria.
Segue un ingresso omaggio giunto via e-mail direttamente dal fornitore host di faCCebook.eu, main sponsor dell’evento tecnologico campano.
Infine, la stessa organizzazione dello SMAU, per assicurarsi la presenza del sottoscritto, spedisce un terzo invito VIP per presenziare alla nuova «rivoluzione industriale» che parte da Napoli.

SMAU Napoli, ci sarò (perché faCCebook non è facebook!)

SMAU Napoli, ci sarò (perché faCCebook non è facebook!)

SMAU Napoi, la telefonata degli organizzatori

«Signor Mario, volevamo accertarci: ha ricevuto l’invito per lo SMAU Napoli?».
Al telefono, una gentile voce (milanese) chiede se ho completato la registrazione sul sito ufficiale e parteciperò ai workshop.
Stupito, confermo la presenza per il pomeriggio di venerdì 11 dicembre, il giorno di chiusura dell’evento.

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L’equivoco: faCCebook non è facebook!

D’accordo, la mia reputazione digitale è cresciuta dopo il lancio dell’app ufficiale di faCCebook.

Ma tre inviti ed una telefonata non me l’aspettavo proprio.

Un dubbio sorge spontaneo: gli organizzatori dello SMAU pensano che il sottoscritto sia il braccio destro di Mark Zuckerberg?

Visto l’assonanza dei nomi tra faCCebook.eu – il mio piccolo «blog dei mostri» ed il mastodontico social network più famoso al mondo – i responsabili degli inviti sono vittima di un clamoroso equivoco?

A breve lo scoprirò.
Nel mentre ringrazio gli organizzatori per l’attenzione e, casomai il comitato d’accoglienza insieme al Sindaco di Napoli con fascia tricolore, mi ricevesse con tutti gli onori del caso, preparo un discorso sui «mostri».

Mai essere impreparati alle opportunità offerte dalla vita.


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ROM, la bimba sfruttata che «vuole solo un gelato»

La richiesta della piccola ROM

«Mi dai un euro?» la fievole vocina attira la mia attenzione.
Domenica mattina, il sole di novembre riscalda l’affollata via Chiaia, il salotto buono di Napoli.

Passeggio sereno tra la marea umana di persone, turisti, ciclisti.
Osservo le vetrine, gli addobbi natalizi, scruto i negozi, viaggio in direzione mare.

«Voglio solo un gelato» l’impercettibile suono irrompe nella mia coscienza distratta.

Mi volto in direzione del debole richiamo.
Alla mia sinistra, una bimba si è affiancata già da qualche metro.
La guardo.

E’ una ragazzina ROM, magrolina, trasandata, dal volto triste, capelli neri.
E’ una delle mille ragazzine nomadi che elemosinano per le strade delle città tra la nostra assuefazione e l’indifferenza delle forze dell’ordine.

Fiduciosa, mi segue come un’ombra.

La scelta

«Quanti anni hai?» chiedo gentile.
«Dieci» con lo sguardo supplichevole.
«I tuoi genitori dove sono?» domanda ingenua.
«Più in là» risposta ovvia.
«Non posso darti nulla» sentenzio col cuore triste.

In modo del tutto razionale, preferisco spezzare la catena dello sfruttamento minorile e non alimentare quei «mostri» che mandano in strada i piccoli ROM.

Ma, da un punto di vista umano, ho preso la decisione giusta?

Il mare d'autunno, lungomare di Pozzuoli

Il mare d’autunno, lungomare di Pozzuoli

PS: la foto del lungomare di Pozzuoli l’ho scattata dopo aver scritto questo post amaro. Immagino che il mare in autunno lanci un messaggio di ottimismo, anche (e soprattutto) per la piccola bimba ROM


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Io, VIP allo SMAU Napoli

VIP si nasce?

Secondo la Regione Campania sono un VIP.

Ignoravo di possedere tale titolo, l’ho appreso ieri: apro la cassetta postale per verificare la presenza di qualche fastidiosa bolletta (una delle poche certezza della vita) ed invece trovo il certificato istituzionale.

Un ingresso VIP allo SMAU di Napoli intestato al sottoscritto!

L'invito VIP della Regione Campania allo SMAU di Napoli

L’invito VIP della Regione Campania allo SMAU di Napoli

Il motivo della promozione

Resto stupito.
Perché la Regione Campania promuove un umile internauta ad ospite d’onore per lo SMAU?

Per la reputazione digitale dello scrivente è un importante attestato di fiducia ma non non mi lascerò abbindolare da un pezzo di carta.

Accetto l’invito e chiarisco: se i vertici politici nazionali intendono comprare il mio silenzio con un pizzico di celebrità, ben presto si pentiranno.

Immagino che giunto allo SMAU dovrò tenere un discorso.
Non ho dubbi sull’argomento da trattare.

Alla platea affascinata parlerò di corruzione, assuefazione alle brutture della vita, indifferenza al prossimo, censura ed autocensura, apatia al bene comune.
Voi fidati Lettori avete già capito: in sintesi, dibatterò di «mostri» ed affini.

La standing ovation è assicurata.

Lo SMAU di Napoli, le date

Accedo al sito ufficiale, inserisco il codice invito e la registrazione risulta completa.
A noi VIP basta un clic per presentarci.

Il prossimo 10 ed 11 dicembre parteciperò all’evento tecnologico dell’anno presso la Mostra d’Oltremare di Napoli con la fanfara dei bersaglieri al seguito.

Io, ospite dei workshop

Non resta che prenotare i workshop, il programma è fitto.
Rumor assicurano la (mia) presenza all’evento «Brand reputation e community building: team di lavoro coesi per community felici» e «Smart City, Marketing Territoriale, Fare Impresa, quel web 2.0 che può fare la differenza» per venerdi pomeriggio.

L’organizzazione spinge per una visita del sottoscritto anche per giovedì.
Vedremo cosa ne pensano i paparazzi.
Al momento non confermo la presenza.

Come tutti i veri VIP, mi faccio desiderare.

Halloween, il selfie (d’autore)

Nel sito di «mostri» per eccellenza, nel weekend di Halloween non può mancare un post a tema.

Regalo agli amati Lettori, un «selfie d’autore» …

Halloween, selfie d'autore

Halloween, selfie d’autore


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Abusivismo, una storia con l’happy end

Abusivismo: ed è subito una villa al mare

La struttura dista dal mare pochi metri.
Le onde si infrangono lungo il muro della piccola torre abusiva e, colpo dopo colpo, creano un varco tra i fragili edifici nascosti nella sabbia.

«Questi son capaci di tutto, se non li fermo subito si allargheranno senza pudore» medito dall’ombra sicura dell’ombrellone.

Gli occhiali scuri proteggono i miei sguardi scrutatori mentre i quattro boss tiranneggiano con una ruspa e buttano giù una parete danneggiata.

Gli attrezzi del mestieri in bella mostra, spavaldi (e nel silenzio generale) ogni santo giorno dalle viscere spuntano costruzioni abusive lungo il litorale ferito.
Verranno poi abbandonate a se stesse, il mare opererà in sostituzione dell’immobilismo delle Istituzioni demolendo gli «ecomostri» non autorizzati.

Contro l'abusivismo estivo

Un abusivismo … divertente

«Ehi, signore che fate? Questi sono i nostri castelli» protesta il marmocchio, uno dei quattro della banda di piccoli muratori che armeggiano davanti al mio ombrellone.

«ehm … nulla … scusatemi bimbi» bofonchio mentre batto in ritirata.

Riesco solo a fotografare il fantasioso «ecomostro» partorito dalla fantasia degli innocenti e poi vengo respinto a colpi di delicate palettate.

Finalmente una storia estiva di ordinario abusivismo da spiaggia dove trionfa l’happy end 🙂


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La barca a vela dei miei sogni [FOTO]

Dalla spiaggia osservo la piccola barca a vela solcare le onde del mare.
Affascinante» commento invidioso e – come in un film – d’improvviso mi ritrovo proprio su quella’imbarcazione.

Il sogno …

Timone alla mano scavalco i frangenti azzurri e disintegro la schiuma bianca dell’oceano ribelle.
Infinite gocce di mare colpiscono il volto abbronzato da mille navigazioni mentre stormi di gabbiani inseguono la scia che si apre dietro il leggero natante.
Protetto dal giacca impermeabile e dagli occhiali da sole, con un ghigno beffardo continuo la corsa verso la libertà.

Una barca a vela solca le onde del litorale domitio

… oppure l’incubo

Il mal di mare mi paralizza.
Abbracciato al palo della vela, non oso guardare i frangenti azzurri del mare agitato.
Precise come un orologio, fastidiose gocce d’acqua colpiscono il mio volto arrossato privo della giusta dose di crema solare.
Odiosi gabbiani svolazzano intorno all’imbarcazione come gli avvoltoi intorno alla preda.
Sudato per la paura e per la pesantezza della giacca impermeabile, con gli occhiali bagnati emetto l’ultimo grido di sofferenza in attesa di toccar terra.

La realtà

La pallonata di un giovane calciatore sul bagnasciuga del litorale domitio mi riporta alla dura realtà.
«Scusi» farfuglia il maleducato campione ricoperto di tatuaggi.
«Figurati» replico indifferente.

Tolgo i granelli di sabbia dalla spalla appena colpita, smartphone alla mano, immortalo la barca a vela dei miei sogni.

«Utilizzerò lo scatto per il mo sito» osservo mentre un ghigno beffardo si fa spazio sul volto abbronzato da mille lotte contro i «mostri» moderni.

Di più non posso fare.
Per ora.

Politici di professione (a tempo indeterminato)

Lo scout Matteo Renzi

La pagina Chi sono del Premier (e segretario del PD) parla chiaro: Matteo Renzi – laureato in Giurisprudenza – si dedica alla vita politica fin da giovane (alle superiori è già rappresentate d’istituto).
Sul sito ufficiale, cerco “lavoro” e trovo la seguente voce:

Lavora come dirigente nell’azienda di famiglia che si occupa di servizi di marketing, mentre prosegue l’impegno scout, come capo della branca R/S e come caporedattore della rivista “Camminiamo insieme”.

Dunque, il rottamatore – casomai si ritirasse dal Parlamento – potrebbe candidarsi come capo scout oppure conquistarsi un posto nell’azienda di famiglia.
E’ in politica dal 1996 (comitato Prodi).

Anni di professione: dato non pervenuto.
Anni in politica: 2015-1996=19 (quasi la metà della sua attuale età)

Renzi ed i politici a tempo indeterminato

L’Avv. Prof. Sergio Mattarella

Il dodicesimo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è laureato in Giurisprudenza (1964).
Inizia come avvocato e poi intraprende il percorso universitario fino ad ottenere la cattedra di Diritto Parlamentare.
Dal 1983 – tra alti e bassi – è un politico.

Anni di professione: 1983-1964=19
Anni in politica: 2015-1983=32

Il Cavaliere

Silvio Berlusconi – anch’egli laureato in Giurisprudenza – presenta il problema opposto alla stragrande maggioranza dei politici italiani: proprietario di molteplici aziende, è in perenne conflitto di interesse.
Più imprenditore che parlamentare, scende in campo nel lontano 1994.
Le sue prime attività professionali iniziano nel 1961 (agente immobiliare).

Anni di professione: 1994-1961=33
Anni in politica: 2015-1994=21

Politici di professione

Massimo D’Alema giornalista, Angelino Alfano avvocato, Matteo Salvini – studente fuori corso per dodici anni presso l’l’Università degli Studi di Milano – giornalista (e nei primi anni di università lavoratore presso la catena di fast food Burghy), Umberto Bossi – con diploma di maturità scientifica – operaio, informatico ed insegnante di matematica e fisica …

L’elenco dei politici che preferiscono la poltrona istituzionale alla professione è interminabile come sono interminabili gli anni dedicati ai  rispettivi partiti.

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In Italia la politica è un lavoro (a tempo indeterminato)

Il più giovane tra i nostri politici ha alle spalle una carriera (almeno) ventennale tra incarichi di segretaria, enti, commissioni, emergenze, Parlamento e Senato (e galera – ma per pochi sfortunati).

A fronte di cotanto impegno politico, costoro quanto tempo hanno dedicato alla professione?

La politica è lo strumento per lavorare a favore della collettività oppure è il mezzo per conservare la propria occupazione?

E se non fossero politici?

La domanda è lecita: se i vari Mastella, De Mita, Maroni, Mussolini, La Russa … non fossero politici, quale lavoro svolgerebbero?
Dibatterebbero ancora di meritocrazia, tagli al personale, riforma delle pensioni e facili licenziamenti? (chiedo venia, intendevo flessibilità)

Un quesito senza risposta (da aggiungere alla lista infinita dei misteri italiani).

L’irraggiungibile Re Giorgio

L’ex Presidente della Repubblica Re Giorgio Napolitano è il mito irraggiungibile per i moderni politici italiani: eletto deputato nel 1953 (28 anni), è rimasto in sella fino al 2014 quando, stanco e con un gesto di estremo altruismo applaudito da destra e sinistra coese, cede il trono all’Avvocato Professore Sergio Mattarella.

Con i suoi sessantuno anni di incarichi politici – senza soluzione di discontinuità – è lui il «mostro» a cui consegnare questo post.

Anni di professione: 0
Anni in politica: 2014-1953=61


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