Link in uscita, la forza del web
Discuto con il mio amico Lorenzo Izzo (L’unica difesa contro il mondo è conoscerlo bene) sull’importanza dei link in uscita in un post.
Mi chiedo: in un arcipelago, può esistere un’isola scollegata dalle altre?
Credo proprio di no.
Il distacco provoca l’assenza di comunicazione che, per un sito web, rappresenta la morte (virtuale).
In Rete, dunque, l’embargo non ha senso.
Anzi, contraddice la natura stessa di Internet: un mondo in perpetuo movimento nel quale le informazioni viaggiano da sito in sito ed il navigatore rimbalza per approfondire.
Link in uscita: l’approfondimento
In un post, il link in uscita rimanda ad un approfondimento.
L’ipertesto è il collante della Rete, il mezzo col quale il cyberspazio si relaziona, il laccio utilizzato dai motori di ricerca per spedire il viaggiatore direttamente alla meta.
Senza link, il web rischia di divenire … asocial.
Link in ingresso? Sintomo di autorevolezza
Il rovescio della medaglia: il link in ingresso.
Ricevere un collegamento, essere una fonte di approfondimento, rappresentare un ponte nell’arcipelago (infinito) del web è sintomo di autorevolezza.
Se il sito che ci linka ha un ruolo di primo piano, la citazione è indice di affidabilità – azione molto gradita da Google e compagni (vedi SEO).
Pensiamo a quanti inseriscono nei post dei rimandi a Wikipedia: di fatto, la Rete stessa conferma l’affidabilità dell’enciclopedia online, libera e collaborativa.
Linkare è gratificante!
Caro Lorenzo, credo tu concorda: senza link in uscita, le nostre case digitali rischiano l’isolamento.
Dopotutto, essere una fonte di approfondimento gratifica lo spirito 🙂
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By Mario Monfrecola
On 24 Marzo 2014
In Tecnologie
Il navigatore tuttologo
Il mondo dei social network, tramite il coinvolgimento attivo dei propri iscritti, genera mode, crea tendenze e decreta il successo oppure il fallimento di una qualsiasi iniziativa.
Nel we2.0 il navigatore è una risorsa da sfruttare, un cliente al quale estirpare un commento, l’esperto in ogni settore pronto a sparare opinioni sui temi d’attualità, una recensione sull’opera teatrale oppure sul premio Oscar, un consiglio sul piatto tipico del Bangladesh, un giudizio sulla politica estera del Pakistan ed un voto nel sondaggio del giorno per stabilire la miglior carta igienica in circolazione.
A dispetto dell’iperattività del tuttologo virtuale, restiamo inermi difronte alle sentenze dei motori di ricerca.
Fiducia cieca in Google
Da internauti ingenui, demandiamo a Yahoo! e compagni la navigazione, ci fidiamo delle risposte, raramente eseguiamo controlli incrociati sui risultati di una ricerca.
Come dei bambini presi per mano dalla mamma, davanti a Google diveniamo adulti sempliciotti privi di senso critico, persone assuefatte, percorriamo l’unica strada possibile.
Consegniamo le chiavi dei nostri pensieri e nudi attendiamo felici di essere condotti.
L’ecosistema necessita degli escrementi
Ma, come la Natura insegna, l’equilibrio di un ecosistema necessita anche degli escrementi del più miserevoli dei parassiti ed il nobile principio vale pure nell’iperspazio.
Difatti, il compito del tuttologo – a sua insaputa – è fondamentale per ristabilire la democrazia della Rete: nonostante non indaghi mai sulla veridicità della fonte di una notizia, l’incauto mitraglia di commenti qualsiasi pagina gli capiti a clic e la spazzatura generata permette la diffusione di notizie dirette saltando i filtri imposti dagli avanzatissimi algoritmi dei motori di ricerca.
Per alimentare questo processo di giustizia sociale (basato sull’entropia), da oggi anche su faCCebook sarà possibile lasciare un commento utilizzando il proprio account facebook, la madre dei tuttologi social.
Trovo questa innovazione – figlia dei nostri tempi – davvero interessante.
Concordi?
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