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Il primo licenziamento non si scorda mai

Il licenziamento non è una tragedia
(per gli altri)

«Mario, stai sereno. Vedrai che in qualche modo tutto si aggiusta».
Tutto si aggiusta, e come?

«Tranquillo, dopo il peggio giunge sempre il meglio».
Davvero? Quindi basta attendere?

«Il licenziamento è un’opportunità, pensa positivo!».
Rifletterò, grazie per la dritta.

Licenziamento, le chiacchiere da spiaggia

Quest’anno, in spiaggia, ho fatto il pieno di consigli.
L’argomento bollente – mio malgrado – è il sottoscritto e la chiusura della sede HP Pozzuoli che, guarda caso, coincide proprio con il mio luogo di lavoro.

Il «mostro» è troppo grande per non buttarlo fuori e chiunque incontro diviene il mio inconsapevole confessore.

«Scusami, non vorrei sembrare monotematico ma la questione lavoro mi assilla» aggiungo per giustificare le mie ripetute osservazioni.

«Figurati Mario, anche io al tuo posto sarei preoccupato, anzi tu sei fin troppo calmo» e mentre ricevo una pacca consolatoria sulla spalla, il mio interlocutore occasionale continua con un interessante «ma che ne pensi del Napoli di quest’anno?».

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Le scuse

Un minuto, sessanta secondi, è il tempo medio dell’ascoltatore estivo.
Siamo sulla battigia, la zona dove le onde del mare si infrangono, i bimbi scavano le gallerie in cerca di acqua e costruiscono fantastiche costruzioni.

Cala il silenzio, oggi il calcio non è in cima ai miei pensieri.

«Vado a fare un tuffo, a dopo», la diplomazia interrompe un inizio di imbarazzo.

Chiedo venia a chi in vacanza ha sopportato le mie lagne lavorative.
Comprendete lo sfogo, dopotutto si tratta del mio primo licenziamento.

il mio primo licenziamento


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Perché non vivo a Milano (nonostante #hpemergency)

Milano, città generosa

Nel produttivo meccanismo lombardo, c’è un’opportunità per tutti.
Il gigantesco congegno gira senza mai incepparsi da più di cinquant’anni e sostiene l’intera economia del Nord.

Chiunque giunga a Milano – i campani, pugliesi e calabresi di ieri o gli egiziani, siriani, filippini di oggi – può contribuire a tener vivo il sistema.

Potrà insediarsi in un anello infinitesimale del congegno, essere un nuovo bullone in una serie di bulloni invisibili oppure ampliare l’insieme inventandosi nuove funzionalità.

Dipende dalle proprie potenzialità e capacità, Milano è pronta ad inserire il volenteroso nel sincronismo perfetto.

Milano al settimo posto, Napoli al novantaseiesimo

La pagella finale stilata dal Sole 24Ore per il 2014 premia Milano con un lodevole settimo posto.
Nella classifica annuale che misura la qualità della vita, il capoluogo lombardo è la prima tra le grandi metropoli italiane (precede Roma di cinque posti).

I numeri bocciano il Sud e Napoli: nonostante guadagni undici posizioni rispetto all’anno precedente, la nostra città resta nei bassifondi con il desolante novantasei appiccicato sul Vesuvio.

Perché non vivo a Milano (per ora)

Perché non vivo a Milano (per ora)

La qualità della (mia) vita

Lo scorso luglio pernotto a Milano per un paio di giorni.
Mancavo dal capoluogo lombardo dal lontano 2004 (allora ero uno dei tanti pendolari: mi fermavo dal lunedì al venerdì per rientrare a Napoli nel weekend e ripartire ad inizio settimana).

A distanza di dieci anni, trovo la città più accogliente ed organizzata.

L’efficienza dei trasporti pubblici è – se possibile – migliorata, la puntualità della metropolitana e degli autobus, la pulizia delle strade, gli eventi per l’EXPO sono aspetti positivi di un quotidiano buon funzionamento della macchina lombarda.

Una metropoli italiana al pari delle più grandi capitali europee, ne sono convinto.

Bastano questi parametri per valutare la qualità della vita?

No.
Io a Napoli vivo bene, nonostante il 96, numero scarlatto.

Finché potrò lavorare nella mia caotica città, contribuirò a migliorare il disordinato meccanismo partenopeo che, seppure non risulta efficiente come l’orologio milanese, conta sulla generosità, volontà, tenacia, dignità e talento di un popolo abituato ad affrontare le avversità da sempre.

Dateci solo la possibilità di restare a Napoli, fermate #hpemergency.

Repubblica, Renzi: «HP Pozzuoli non chiuderà»

Repubblica, la prima pagina di domani

Repubblica, la prima pagina di domani

HP Pozzuoli, mai più #hpemergency

Il Premier 2.0 interviene personalmente nella spinosa vertenza HP Pozzuoli che coinvolge 161 informatici altamente specializzati.

Renzi – come tutti i lavoratori della multinazionale americana della sede napoletana – non è soddisfatto delle mosse del Ministro Guidi: difatti, dopo l’interpellanza parlamentare di metà luglio, il Governo non ha preso posizione.

Il rottamatore fiorentino dunque, per rimediare all’immobilismo della politica, rilascia un’intervista esclusiva a Repubblica: il Sud è fermo, l’intero Mezzogiorno cresce meno dell’ultima periferia greca.
Il tempo delle parole è scaduto, la rinascita deve partire oggi stesso e la vertenza HP è un’occasione d’oro.

L’intervista si conclude con le parole che tutti noi avremmo voluto ascoltare al MISE lo scorso 27 luglio: tuteleremo HP Pozzuoli che NON CHIUDERA’ anzi il Governo rilancia con nuovi investimenti ed ASSUNZIONI.

L’intervista impossibile

L’intervista integrale sarà pubblicata sul giornale di domani.
Correte in edicola con fiducia, il ruolo della politica è proteggere gli interessi dei cittadini e i diritti dei lavoratori quindi non ci meravigliamo se il nostro Premier scende in campo con azioni concrete a favore del Sud.

Se non troverete le suddette dichiarazioni su nessun quotidiano oppure siete convinti che tali affermazioni siano pura utopia, scaricate l’app gratuita Crea la prima pagina.

Come ho fatto io.

Palma di Maiorca, il gabbiano ferito salvato da un ragazzo di Napoli

Palma di Maiorca, la mail

Ricevo e pubblico questa importante testimonianza giunta dalla Spagna, una e-mail di un lettore di Napoli in vacanza a Palma di Maiorca, un articolo contro l’indifferenza e l’assuefazione, il «mostro» dalle mille teste che spesso abbiamo affrontato e sconfitto.

Il gabbiano dimezzato

Una tormenta di vento fortissimo frusta Palma di Maiorca per l’intera nottata, raggiungo la spiaggia verso mezzogiorno.

Noto subito un gabbiano con un’ala spezzata.

I villeggianti gli passano accanto indifferenti, solo un bimbo lancia del pane ma il volatile infortunato educatamente rifiuta.

Il pennuto soffre ed è visibilmente stanco, ormai resta seduto stabilmente senza osare spostamenti.

Palma di Maiorca, il gabbiano ferito tra l'indifferenza generale

Palma di Maiorca, il gabbiano ferito tra l’indifferenza generale

L’SOS inascoltato

Non resisto un minuto in più a questa scena straziante, corro dal bagnino (che a Palma di Maiorca è in stile Baywatch) ma il tizio non raccoglie l’SOS.
Imperturbabile, resta immobile nella sua (alta) torretta ma vedendo che non mi smuovo comunica al suo collega “esperto” (così lo definirà in seguito) la presenza dell’animale in difficoltà.

Torno al mio posto dubbioso, trascorrono venti, lunghissimi minuti, nessun segnale dai soccorritori.
Riparto.

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Lo scaricabarile spagnolo

Stavolta vado al centro informazioni turistiche.
L’unica impiegata – una signora di circa sessant’anni – ascolta il mio concitato racconto, telefona alla polizia che l’invita a chiamare all’equivalente della nostrana Legambiente.
Con un perfetto scaricabarili spagnolo, la signora viene nuovamente respinta: deve contattare la protezione animali.
L’impiegata mi guarda e capisce che metterò le tende sulla spiaggia finché non ci sarà una soluzione adeguata per il povero gabbiano.

Dopo una breve conversazione, la protezione animali suggerisce di rivolgersi alla polizia!
La signora sbotta e a questo punto sbraita; riesce ad ottenere l’attenzione dell’interlocutore telefonico che spazientito l’invita ad uscire e prelevare il gabbiano, metterlo in una scatola che poi passeranno a ritirare.

L’impiegata urla “loco!” (pazzo)

Il salvataggio

In quel preciso istante passano due poliziotti in scooter e quad, la signora li indica, schizzo fuori dall’ufficio, l’inseguo, li chiamo ma restano isolati nel casco ed auricolari, sono a pochi passi ma continuano a non accorgersi della mia presenza, finché non urlooooooo!!!

Si fermano.

Spiego la situazione, raggiungiamo il gabbiano (ormai distante dopo l’estenuante corsa) dove ci aspetta anche la signora.
I due poliziotti attrezzati di scatola, guanti e pazienza iniziano l’operazione di salvataggio sotto lo sguardo incuriosito dei villeggianti, il volatile prova due sprint e poi – finalmente! – si arrende al soccorso.

Palma di Maiorca, il salvataggio del gabbiano ferito

Palma di Maiorca, il salvataggio del gabbiano ferito

I poliziotti avvolgono il ferito in una coperta e lo trasportano – protetto in una scatola – al punto veterinario più vicino.

Palma di Maiorca, il salvataggio del gabbiano ferito

Palma di Maiorca, il salvataggio del gabbiano ferito

Palma di Maiorca, il salvataggio del gabbiano ferito

Palma di Maiorca, il salvataggio del gabbiano ferito

Finalmente giunge l’atteso lieto fine, l’indifferenza è sconfitta, presto il gabbiano tornerà a volare felice 🙂


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Hp Pozzuoli affonda, colpita dal fuoco amico

La nave HP Pozzuoli affonda? Nessun rischio

«Tornate subito a bordo, tutti e 160!» tuonano dagli uffici del nord.
«Impossibile signore, la nave affonda» ribatte il fedele marinaio.

Con il cellulare sull’orecchio sinistro ed il braccio destro avvinghiato ad un pezzo di relitto galleggiante, l’uomo osserva i suoi 160 colleghi di lavoro caduti in mare aiutarsi con salvagenti e zattere improvvisate, increduli ed impotenti scrutano la loro nave – la giovane e proficua “HP Pozzuoli” – in una posizione sinistra con la prua che, mestamente, cala verso gli abissi.

Hp Pozzuoli affonda

Hp Pozzuoli affonda

I clienti non devono sapere

«Le merci sono salve? I nostri clienti non devono sapere dell’imprevisto» comandano dagli asciutti e sicuri uffici del nord.
«Signore, la nave “HP Pozzuoli” viaggiava a tutta birra ed era carica di merci per il MIUR, la Motorizzazione Civile, l’INPS … i nostri importanti clienti avrebbero ricevuto gli ordini e la relativa assistenza puntuali come sempre – la loro soddisfazione è tangibile – e tutti e 160 lavoravamo a pieno regime. Ma, a freddo e senza nessun segnale concreto, siamo stati colpiti da un siluro. E vuole sapere lo stupore? E’ un missile HP, capisce? Una pugnalata! Un siluro HP affonda una nave HP. Cosa succede signore?» chiede il marinaio tradito.

La nuova opportunità

«Calma, possibile che non capiate? Vi offriamo una nuova opportunità!» confermano dagli uffici HP del nord.
«E non potevamo discutere questa “opportunità” insieme prima di affondarci? Avete colpito una nave carica di professionalità nel povero mare del Sud» replica il marinaio in balia delle onde.
«Guardate all’orizzonte, dal Nord giungono gli aiuti. Non vi abbandoniamo, smettetela di lamentarvi e cogliete questa nuova, imperdibile occasione» tagliano corto dagli uffici del Nord.

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Il tradimento

Il fedele marinaio depone il cellulare e col binocolo studia l’orizzonte: felice, vede la grande ammiraglia HP navigare stabile e sicura verso i 160 naufraghi di Pozzuoli!
Poi, allarga la visione e scruta un numero indefinito di piccoli oggetti luccicanti intorno alla grande nave HP.

Preoccupato per la sorte della nave aziendale, avvisa immediatamente gli uffici del nord.
«Signore, grazie per gli aiuti ma attenzione ho contato 160 oggetti non identificati intorno alla nostra nave ammiraglia» informa il fedele marinaio.
«Non sono nemici, proprio non comprendete: sono delle piccole imbarcazioni, verrete trasferiti singolarmente, si prenderanno cura di voi, uno ad uno …» tagliano corto dagli uffici del nord.

Il marinaio incredulo riprende il binocolo ed osserva con maggiore attenzione.
La grande nava ammiraglia ha cambiato rotta e si dirige verso i mari del Nord, durante la manovra cala due scialuppe abbandonando altri cinquanta fedeli marinai alla loro sorte.

Il marinaio sconvolto effettua uno zoom su una delle piccole 160 imbarcazioni.
Sgrana gli occhi, ora la visione è chiara: ciò che da lontano appariva come un soccorso non è altro che uno squalo dai denti affilati.

Le lame del nemico luccicano al sole, i 160 marinai ora sono pronti: venderanno cara la pelle.


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E’ morta HP, viva MaticMind!

HP down, MaticMind up!

Al secondo incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico, Regione Campania e Ministro sono già convinti della bontà di MaticMind, l’azienda (italiana) desiderosa di assumere i 161 informatici di HP Pozzuoli.

Dal tavolo istituzionale dello scorso 27 luglio tenutosi al MISE tra HP, RSU, sindacati e la stessa MaticMind emergono verità insospettabili fino a qualche giorno fa: la MaticMind è una società in forte espansione, sul territorio promette assunzioni di neolaureati e valorizzazione dei tecnici campani con provenienza Pozzuoli.
HP, al contrario, ha avviato una politica di ristrutturazione con riduzione del personale.

Voi in quale azienda vorreste lavorare?
In una in forte crescita oppure in una multinazionale in crisi?

«Certe occasioni vanno sfruttate, dalle nostre parti il treno passa una sola volta» sembra suggerire il politico.

L'assessore della Regione Campania, dopo l'incontro al MISE, ci spiega il paradiso MaticMind

L’assessore della Regione Campania, dopo l’incontro al MISE, ci spiega il paradiso MaticMind

La desertificazione industriale ed il logo HP in Campania?

Eppure, lo stesso Ministro Guidi, a metà luglio, rispondendo all’interpellanza parlamentare dell’onorevole Marco di Lello dichiarava convinto:

La sede di Pozzuoli impiega oggi 171 addetti molti dei quali sono stati protagonisti della storia della nostra informatica e rappresentano delle risorse preziose per il Paese […]

Con la stessa veemenza, il ministro si schierava contro la desertificazione industriale in atto nella nostra regione già martoriata dalla disoccupazione e chiedeva alla multinazionale americana di non abbandonare il sito flegreo.

HP abbandona la Campania e trasferisce il personale in MaticMind col plauso delleistituzioni

HP abbandona la Campania e trasferisce il personale in MaticMind col plauso delleistituzioni

Aggiornamento

E’ previsto un prossimo incontro per lunedi 3 agosto tra HP, RSU e sindacati.
Le Istituzioni non ci saranno e soddisfatte proclamano: missione compiuta.

Già, ma a vantaggio di chi?

fanpage ed Il Mattino intervistano HP Pozzuoli

fanpage, il reportage di Antonio Musella

«Scusaci Antonio, fino a due settimane fa eravamo dietro ad un computer a lavorare» ci giustifichiamo per la naturale ritrosia davanti la telecamera.

Siamo i 161 informatici di HP Pozzuoli che da dodici giorni consecutivi scioperano per fermare la chiusura della sede ed Antonio Musella, reporter inviato da fanpage è pronto ad intervistarci.

Rompe il ghiaccio Peppe, un mio vecchio amico già ai tempi dell’università e poi collega ieri in EDS ed oggi in HP.

Parte timido ma subito emerge la rabbia, perché l’ingiustizia è cocente ed il tradimento di HP verso i dipendenti di Pozzuoli è una ferita aperta.
Le sue parole rappresentano bene il nostro modo di essere in HP ma evidentemente la multinazionale americana non ne è al corrente.

siamo persone che non si limitano a fare solo il loro lavoro ma ci mettono l’anima, il cuore e cercano sempre di dare un valore aggiunto

Il Mattino, articolo di Elisabetta Froncillo

La giornalista Elisabetta Froncillo accetta l’invito alla conferenza stampa indetta per sensibilizzare l’opinione pubblica e, fuori la sede di via Antiniana, ascolta i dipendenti HP. Chiede, osserva, memorizza …

Dopo fanpage anche Elisabetta Froncillo, la giornalista de Il Mattino, ascolta i dipendenti HP Pozzuoli

Dopo fanpage anche Elisabetta Froncillo, la giornalista de Il Mattino, ascolta i dipendenti HP Pozzuoli

Venerdì 24 luglio, edizione Napoli Nord, Il Mattino pubblica l’articolo.

Elisabetta Froncillo, il Mattino ed. Napoli Nord venerdi 24 luglio

Elisabetta Froncillo, il Mattino ed. Napoli Nord venerdi 24 luglio

Visibilità anche su Orizzonte Scuola

Il comunicato stampa rimbalza di sito in sito, viaggia attraverso i social e raggiunge l’importante Orizzonte Scuola, il punto di riferimento per i docenti ed – in generale – per il mondo della scuola.

E’ in corso lo sciopero dei dipendenti dell’HP, la società alla quale il Ministero affida lo sviluppo dei software per le le più importanti applicazioni …

NapoliTime e la Gazzetta di Napoli

Anche i portali NapoliTime e la Gazzetta di Napoli dedicano spazio alla vertenza HP Pozzuoli.

In Rete il nostro grido  non conosce soste.

HP Pozzuoli, il comunicato stampa dei lavoratori

HP Pozzuoli, dodicesimo giorno di sciopero

I 161 lavoratori di HP Pozzuoli bloccano ogni attività per il dodicesimo giorno consecutivo contro la decisione dell’azienda di chiudere la sede.

Dopo l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico dello scorso 20 luglio dove l’HP ha confermato il trasferimento individuale di 130 dipendenti presso la MATIC MIND ed il trasferimento degli altri 31 presso altra sede, i lavoratori HP continuano lo sciopero ad oltranza finché non giungerà un segnale di apertura da parte della multinazionale americana.

HP Pozzuoli al dodicesimo giorno di sciopero consecutivo

HP Pozzuoli al dodicesimo giorno di sciopero consecutivo

Le Istituzioni al fianco di HP Pozzuoli

La Regione Campania, il Comune di Napoli, il Comune di Pozzuoli sostengono con decisione la posizione dei 161 tecnici informatici campani: la sede di Pozzuoli non deve essere smantellata.

HP Italia, la soluzione alternativa

L’alternativa per scongiurare la chiusura del sito flegreo proposte dalla RSU e dal Sindacato è già state applicata dalla stessa HP in un recente passato: gli esuberi devono essere divisi tra tutte le sedi HP Italia (che conta quasi 1800 dipendenti) e non possono colpire un unico sito per di più nel sud Italia, zona con un tasso di disoccupazione altissimo.

Se l’HP chiude la sede di Pozzuoli abbandona la Campania contribuendo alla desertificazione industriale della nostra regione (nell’intero sud Italia, resterebbe solo il sito di Bari).

Aggiornamento

Il Ministro dello Sviluppo Economico fissa un nuovo tavolo istituzionale per lunedì 27 luglio dedicato alla vertenza HP Pozzuoli.
Noi ci saremo 

 

HP Pozzuoli, cronaca di un lunedì bollente (tra MIUR e MISE)

Con cuore al MIUR

Alle 11,34 l’esercito dei cento informatici di HP Pozzuoli svolta l’ultima curva romana.
Dopo quattro ore di un interminabile viaggio, nonostante i 40 gradi di un torrido lunedì (20) di luglio, il maestoso edifico del Ministero dell’Istruzione si erige dinanzi ad essi.

Sui loro volti sudati, leggo l’orgoglio.

Cento donne ed uomini provenienti dalle cinque province campane riunitosi alle 6,30 davanti i loro soliti uffici e partiti per la capitale, destinazione MIUR, uno dei più importanti clienti della società informatica americana per la quale lavorano da quasi vent’anni.

Armati di fischietti, volantini e striscione i cento ingegneri del software invadono viale Trastevere ed urlano la loro rabbia.

MIUR, i programmatori HP Pozzuoli controllati con curiosità dalla polizia

MIUR, i programmatori HP Pozzuoli controllati con curiosità dalla polizia

Dalla strada bollente, controllati a distanza da una squadra di poliziotti, si alza il suono della protesta che all’unisono perfora l’atmosfera e giunge fin dentro le fresche stanze dei funzionari ministeriali intenti a regolare l’aria condizionata.

Esistiamo.
Siamo 161 persone.
Guardateci in faccia.
Non siamo indirizzi e-mail per chiedere assistenza.
Non siamo recapiti telefonici ai quali affidarsi.
Non siamo una cifra visualizzata in un foglio excel.
Non siamo un errore da correggere in un bilancio aziendale.
Non siamo l’obiettivo da perseguire per un manager americano.
Non siamo 161 numeri di matricole da cancellare per «ridurre i costi».

Siamo professionisti dell’Information Technology, lavoriamo in HP Pozzuoli ed abbiamo realizzato le più importanti applicazioni per il MIUR: dal concorso docenti alle commissioni di esami, dagli applicativi per le frequenze degli studenti al TFR dei precari, dalle iscrizioni on-line alla fatturazione elettronica, dall’assistenza a tutti i fornitori delle scuole agli esami di stato …

MIUR, la protesta di HP Pozzuoli contro la chiusura della sede

MIUR, la protesta di HP Pozzuoli contro la chiusura della sede

Blocchiamo tutte le attività informatiche da dieci giorni per impedire lo smantellamento del sito di Pozzuoli, l’unica sede HP in Campania (insieme a Bari, l’unica nell’intero sud Italia).

Con la testa al MISE

Dopo il MIUR procediamo verso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Dopo l’interpellanza parlamentare al ministro Guidi è previsto un incontro istituzionale al quale partecipano il sindaco di Pozzuoli, un funzionario del Comune di Napoli, un assessore della Regione Campania, le RSU, i sindacati ed i vertici aziendali per discutere sul futuro di HP in Italia.

E’ tempo di trattare, sangue freddo ed incrociamo le dita.

«HP conferma la chiusura della sede di Pozzuoli», sono le parole del sindaco di Pozzuoli, il primo ad uscire dal MISE ed aggiornare noi lavoratori raccolti sotto il ministero ed in attesa da quasi tre ore di conoscere il verdetto.

La doccia gelata è servita.

Torneremo a casa verso le undici di sera, diciassette ore dopo la partenza da Pozzuoli.
Distrutti, stanchi, incerti, viaggiamo lungo l’autostrada in due autobus vicini, quasi a darci forza a vicenda.

Aggiornamento

Il Ministro fissa un nuovo tavolo istituzionale per lunedi 27 luglio mentre noi lavoratori della sede di Pozzuoli continuiamo lo sciopero ad oltranza finché da HP non giungerà un segnale di apertura.

HP Pozzuoli chiude: 161 perché senza risposta

HP Pozzuoli, settimo giorno di stop

«In vent’anni non abbiamo mai bloccato le attività per sette giorni consecutivi».
Raccolgo lo sfogo di un collega, lavoriamo insieme da due decenni (prima in EDS, la grande multinazionale americana dell’IT confluita poi in HP).

«Eppure, quì a Pozzuoli le commesse ci sono, le competenze acquisite in questi anni sono notevoli e la soddisfazione dei clienti è massima. Perché vogliono dismettere la nostra sede?».

HP Pozzuoli non deve chiudere! (settimo giorno di sciopero)

Dietro lo striscione che campeggia da sette giorni, i ragionamenti dei 161 informatici campani si ripetono ciclicamente senza giungere ad una risposta razionale.

Chi siamo?

Informatici, tecnici, scriviamo codice, linee di caratteri comprensibili ai soli programmatori.
Cerchiamo bug, anomalie del sistema nascoste tra migliaia di pagine e debelliamo errori invisibili per la maggioranza degli esseri umani.

Viviamo nel web perché siamo il web: progettiamo siti istituzionali, nuove funzioni per le banche, applicazioni per le scuole …
Analizziamo le esigenze dei clienti ed anticipiamo le loro richieste, costruiamo le infrastrutture digitali per far crescere l’Italia.

Creiamo, pubblichiamo, studiamo, scriviamo, innoviamo: siamo i 161 tecnici di HP Pozzuoli in sciopero da sette giorni per evitare la chiusura della nostra sede.

Il vuoto

Da 168 ore, nessun lavoratore varca la soglia.
Noi giù, sotto il sole cocente di luglio a presidiare il futuro mentre le nostre postazioni di lavoro restano spente, i corridoi deserti, i distributori automatici delle bevande non emettono più caffè, le sale riunioni vuote, i telefoni e fax inoperosi.

Un luogo di vitalità e creatività ridotto al silenzio, in coma tecnologico in attesa di tornare a vivere.

Il parcheggio riservato a noi dipendenti è anch’esso vuoto: catturo l’immagine, icona di questo bollente giovedì 16 luglio.

Hp Pozzuoli, il parcheggio vuoto al settimo giorno di sciopero consecutivo

Hp Pozzuoli, il parcheggio vuoto al settimo giorno di sciopero consecutivo

In attesa dell’incontro al MISE

Necessito di descrivere questa fase storica che coinvolge direttamente me ed altri 160 colleghi, persone conosciute vent’anni fa e con le quali ho percorso una lunga strada lavorativa, dalle prime esperienze professionali fino ad importanti trasferte internazionali.

Al di la della carriera, abbiamo vissuto insieme pezzi della nostra vita e dunque, documentare questi drammatici giorni, mi appare – forse in modo del tutto irrazionale – giusto.

Ora confidiamo nelle parole del Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi: «HP Pozzuoli è una risorsa per il Paese» e nel tavolo tra azienda, sindacati, Regione Campania, sindaco di Napoli e sindaco di Pozzuoli previsto per lunedi 20 luglio a Roma.

Noi 161 dipendenti di HP Pozzuoli, desideriamo solo tornare al lavorare in HP.

Parcheggio sotto un vecchio albero non distante dai manifestanti, accendo il pc e scrivo di getto questo post, il resoconto del settimo giorno di sciopero consecutivo.

HP Pozzuoli, documento il settimo giorno di sciopero

HP Pozzuoli, documento il settimo giorno di sciopero


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De Magistris: «sosterremo i lavoratori di HP Pozzuoli»

Ore 7.15 di un giorno (non) lavorativo

«Ciao cara, vado» lui.
«Caro, stasera fai tardi?» lei.
«Solito» lui.
«Hai preso il computer, il pranzo ed il fischietto? Ultimamente sei molto distratto» lei.
«Sì» lui.
«E stasera ricorda di passare dal dottore, hai la pressione alle stelle» lei.
«Va bene» lui.
«Allora ti auguro buon quinto giorno di sciopero consecutivo caro» lei.
«Grazie cara, a stasera» lui, un dipendente HP Pozzuoli.

HP Pozzuoli chiude, chiediamo il sostegno del Sindaco di Napoli De Magistris

HP Pozzuoli chiude, chiediamo il sostegno del Sindaco di Napoli De Magistris

Napoli, dal Sindaco De Magistris

Noi, dipendenti dell’HP Pozzuoli, scioperiamo contro la decisione HP di chiudere la nostra sede di lavoro.

Il sindaco di Napoli De Magistris – come già il Presidente della Regione Campania De Luca ed il Sindaco di Pozzuoli Figliolia – stamane al Comune ha ascoltato la nostra delegazione RSU, compreso i motivi della lotta e si è impegnato a difendere la tesi di noi dipendenti HP nel prossimo incontro ministeriale previsto a Roma il 20 luglio.

La partita è ancora aperta e da oggi annoveriamo tra i nostri sostenitori un nuovo, importante supporter istituzionale: il sindaco di Napoli.

Il sindaco di Napoli De Magistris ascolta noi dipendenti HP Pozzzuoli

Il sindaco di Napoli De Magistris ascolta noi dipendenti HP Pozzzuoli

161 non è un numero!

Noi, 161 dipendenti dell’HP Pozzuoli, nell’economia moderna rappresentiamo un numero?
Il cinico risultato visualizzato in una cella di un foglio excel di un manager americano, un valore speculativo in mano ad azionisti ingordi, una cifra da interpretare per far quadrare indecifrabili bilanci a nove zeri?

Chiudere la sede di Pozzuoli (colpendo di fatto una regione già flagellata dalla disoccupazione) è la soluzione equa oppure è la strada più veloce per una incomprensibile compensazione algebrica dei conti?

Eppure il successo dell’HP si basa su ideali radicalmente opposti: professionalità, lavoro di squadra, passione, innovazione, volontà di migliorare, capacità, studio, ricerca della migliore soluzione, solidarietà.

Forse, quel manager americano con la testa nel foglio excel accecato dal 161 sulla ruota d i Napoli, non è poi così preparato come il suo stipendio milionario ci vuol far credere?

HP mi licenzia (insieme ai miei 160 colleghi)

HP, la squadra

Non avevo dubbi, il cellulare squilla ed al terzo bip risponde:
«France’, scusami lo so che sei in ferie ma sono costretto a disturbarti» spiego timidamente.
«Figurati Mario, un attimo … ecco … non ci crederai ma sono in piscina … cioè con le braccia sul bordo ed il resto in acqua … così anche se parlo con te, mi godo la vacanza … dimmi tutto rompiscatole» replica con la solita voce tranquillizzante che ascolto da dieci anni ogni santo giorno lavorativo.
«Dunque, abbiamo un problema, all’improvviso un vecchio software si è inceppato …»

HP Pozzuoli: il giorno del volontariato ... nemmeno un mese fa

HP Pozzuoli: il giorno del volontariato … nemmeno un mese fa

HP, la pugnalata

Se la Ferrari – logo globale – trasferisse 161 meccanici altamente specializzati da Maranello in piccole officine prive delle dovute rassicurazioni, l’opinione pubblica come reagirebbe?
E’ ciò che sta accadendo in HP Pozzuoli, la sede napoletana della famosa multinazionale americana.

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HP abbandona la Campania?

L’HP intende trasferire me e 130 miei colleghi – ingegneri del software, matematici, fisici, laureati in economia – presso la sconosciuta MaticMind con un pericoloso salto nel buio per noi lavoratori campani.

Trasferimento individuale di 131 tecnici altamente specializzati che preclude un possibile licenziamento e la chiusura del sito di Pozzuoli (con trasferimento dei rimanenti 30 presso la sede romana).

Con questa mossa, HP abbandona definitivamente la Campania, regione già funestata dalla piaga della disoccupazione.

HP chiude la sede di Pozzuoli e licenzia 161 dipendenti (tra cui me!)

Manifestazione fuori la sede di via Antiniana 2/a contro la chiusura di HP Pozzuoli

HP, via Antiniana 2/a Pozzuoli (Napoli)

La nostra sede è a via Antiniana 2/a, tra Agnano e Pozzuoli.
Stampa, televisione, web magazine, blogger, politici veniteci a trovare.

Scoprirete una eccellenza campana, donne ed uomini che, con passione, percorrono le autostrade digitali del Paese, costruiscono ponti innovativi tra enti Pubblici, risolvono il problema del segretario della scuola sulla Sila e creano nuovi strumenti tecnologici per la centralissima filiale di e-commerce a Milano.

Lavoriamo da vent’anni nell’Information Technology, siamo informatici, il futuro è nostro e rischiamo di essere licenziati dalla società nella quale abbiamo creduto, investito il nostro tempo, le nostre energie, la nostra vita.

HP, é il nostro lavoro

Anche stavolta non ho dubbi, il cellulare squilla ed al terzo bip risponde:
«France’, ti disturbo? Sei ancora in piscina?» chiedo ironico.
«Ciao Mario, alle nove e mezza di sera la piscina è chiusa. Ceniamo» risponde sarcastica.
«Chiedo venia. Volevo solo aggiornarti: tutto ok, abbiamo risolto, grazie mille della tua disponibilità. Stiamo spegnendo, andiamo tutti a casa. Scusami con tuo marito e salutami i piccoli».
«Figurati Mario, è il nostro lavoro. Salutami tutti e rilassatevi».

Già, Francesca ha ragione: é il nostro lavoro.


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