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Tag: parco viviani

Parco Viviani, chiuso per troppo amore? [FOTO]

Parco Viviani, il verde negato

Il Comune di Napoli ama il verde.
Lo ama alla follia.
Perciò lo protegge.
Da tutti.

Come quei fidanzati, talmente gelosi della propria donna, da isolarla dal resto del mondo.

Questo sentimento ossessivo è il motivo per il quale il parco Viviani, a via Girolamo Santacroce – quartiere Avvocata, è chiuso da un tempo indefinito?

Per proteggere i giardini dai bambini?
Per evitare ai cagnolini di calpestare i prati?
Per impedire a chi, dopo una passeggiata nel relax, si appoggi al tronco di un albero?

Napoli, il Parco Viviani, quando riaprirà?

Avvocata, un quartiere nella morsa dello smog

Per chi dirige la città, sembra valere un’equazione inversa alla normalità: più il quartiere è intasato dallo smog, di meno verde deve godere.

Perché il Sindaco e l’assessore all’Ambiente dovrebbero lottare con ogni forza (e fino all’ultimo centesimo) per garantire l’apertura totale di tutti i parchi pubblici.

«Mancanza di personale», «lavori di manutenzione», «gesti vandalici» sono i motivi più gettonati di fronte all’ennesimo cancello sbarrato.

Il parco Viviani si estende tra il corso Vittorio Emanuele ed il Vomero, due zone di Napoli congestionate dal traffico cittadino.

Quartieri dove, per un bimbo, giocare a calcio in un campetto libero da auto e scooter, resta una lontana utopia.
Zone nelle quali un angolo di verde assume un ruolo simbolico e pratico fondamentale.

E noi, chiudiamo l’unico polmone dell’Avvocata.

Napoli, il Parco Viviani, quando riaprirà?

Chiuso (anche) ai fumatori

Torno al parco Viviani per verificare la chiusura della fontana malata.

All’ingresso campeggia un cartello con l’ordinanza 1804 del 16/11/07: nel parco è vietato fumare.

Già, nel parco.
Appunto, dentro al parco.
Se riuscissimo ad entrarci! – fumatori e non.

Napoli, il Parco Viviani, quando riaprirà?

Parco Viviani, quando la riapertura?

Dunque, è come sospettavo.
L’amore del Comune di Napoli per il verde è totale.
L’ingresso è impedito a tutti.
Non ci resta che attendere la fine dell’infatuazione.

Nel mentre, fotografo il meraviglioso panorama che si apprezza dal parco Viviani.

Anzi, da fuori al parco Viviani.

Napoli, il Parco Viviani, quando riaprirà?


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La fontana pubblica perde acqua: a chi tocca intervenire? L’odissea di un cittadino tenace

La fontana pubblica e la folle burocrazia 

Questa storia merita la dovuta attenzione perché è tanto assurda quanto significativa.

Avete mai segnalato a chi di dovere una perdita d’acqua proveniente da una fontana pubblica?
A chi tocca intervenire?

Il sottoscritto ci ha provato scontrandosi contro un muro di gomma, lo scaricabarile tra impiegati svogliati, le mille distorsioni di una burocrazia malata.

A voi la cronaca di una serata assurda – con un possibile happy end.

La fontana pubblica malata: a chi tocca intervenire?

La fontana pubblica nel parco Viviani
(parco chiuso da mesi per manutenzione)

Il rumore di una cascata d’acqua attira l’attenzione del sottoscritto.
Dall’alto di via Girolamo Santacroce (Napoli), scruto l’orizzonte fino ad individuare una fontana pubblica.
Che perde copiosi litri d’acqua.

Il fiume è nel parco Viviani, tra il Vomero ed il corso Vittorio Emanuele, ben visibile dalla strada dalla quale mi trovo.

Breve parentesi sul parco Viviani

Il quartiere Avvocata, sempre congestionato dal traffico, necessita di verde ma il parco Vivaini, a quanto mi riferiscono, è chiuso da svariati mesi «per manutenzione».
Altro mistero che, prima o poi, affronterò.

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I Vigili del Fuoco? Non è compito loro

Appena rientro, telefono ai Vigili del Fuoco per segnalare la macro perdita.
Dopo svariati tentativi per parlare con un operatore ed interminabili minuti di attesa – e se necessitavo di un intervento urgente? – parlo con un gentile Vigile del Fuoco.

L’uomo mi spiega che «non è loro competenza, devo chiamare l’ARIN» (l’azienda del Comune che si occupa dell’acqua pubblica).

L’ARIN?
Ripara solo le perdite d’acqua per strada

Dalla pagina dei contatti dell’ABC (ex ARIN), prendo nota dei numeri di emergenza H24: 800.00.95.85 / 081 5639210

Inizio il secondo giro di tentativi: chiamo, attendo, nulla.
Riprovo, riprovo, ancora, infiniti bip bip muti.

Mentre attendo un operatore con cui parlare, ascolto i consigli dell’ARIN sul corretto utilizzo dell’acqua onde evitare inutili sprechi.
Notevole.

Arrabbiato, invio un tweet al Sindaco ed al Comune:

Dopo mezz’ora di tentativi andati a vuoto, deduco che se avessimo avuto una reale emergenza stradale, il quartiere poteva tranquillamente annegare.

Quando oramai cedo alla delusione, risponde una voce amica!

Spiego il semplice problema: «nel parco Viviani, c’è una grossa perdita d’acqua in atto».

Mi chiede di restare in attesa.

Dal telefono sento un brusio di voci, l’impiegato si confronta con un altro collega dopodiché sentenzia: «il problema non è di nostra competenza. Deve chiamare l’ufficio tecnico del Comune di Napoli».

Ribadisco: «ma non siete voi gli uffici del Comune?».

Incalzato, spiega: «noi interveniamo solo sulle perdite d’acqua per strada, per le fontane presenti nei parchi c’è l’apposito ufficio. Chiami i Vigili Urbani, loro hanno una squadra di pronto intervento».

Perplesso, continuo l’odissea tra call center e (ipotetici) numeri d’emergenza.

La fontana pubblica malata ed il vigile urbano al servizio dei cittadini

Vigili urbani, cortesia e buona volontà

Contatto i Vigili urbani del Vomero.

Dopo due ore dalla prima telefonata al 115, ancora nessun intervento.
Solo burocrazia, scaricabarili e muro di gomma.

Al vigile urbano di turno, spiego la questione.
Ridiamo di gusto quando ripeto le parole dell’addetto ARIN: «chiami i Vigili Urbani, loro hanno una squadra di pronto intervento».

Stavolta, però, al telefono percepisco la buona volontà, la professionalità e il rispetto del ruolo istituzionale del tutore della Legge.

Mi rassicura: «noi siamo al servizio dei cittadini e la ringrazio per averci segnalato il problema. Ovviamente non abbiamo nessuna squadra di pronto intervento però le garantisco che mi occuperò personalmente della questione».

Ringrazio il rappresentante dello Stato, ce ne fossero di impiegati così!

L’happy end (forse)

Dopo mezz’ora dall’ultima telefonata, squilla il cellulare.
E’ il vigile zelante!

«Le volevo informare che ho contattato tutti gli uffici competenti e forse una squadra della Protezione Civile a breve interverrà. Ancora grazie per la segnalazione, noi vigili urbani siamo al servizio dei cittadini perbene come Lei. Ossequi».

Non ho il tempo di ringraziare, l’uomo riattacca.

Resta confermata la teoria: laddove latita l’organizzazione generale, l’azione del singolo colma le lacune istituzionali.

Dopo qualche minuto, stupito, rifletto: per riparare una semplice perdita d’acqua, per una fontana pubblica, deve arrivare addirittura la Protezione Civile?!

Pazzesco.
Surreale.
Eccessivo.

Però, alla fine, ce l’abbiamo fatta.
Qualcuno interverrà.
Forse.

Come dice il vigile zelante: «noi di più non possiamo fare, nè io come Vigile nè lei come cittadino».

Invece qualcosa possiamo ancora fare, caro Vigile.
Controllare l’avvenuta riparazione.
Denunciare pubblicamente l’episodio.

E ringraziare chi – come Lei – lavora per la collettività con il corretto senso dello Stato.


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