Saggezza ed età
Approfitto del mio 43-esimo compleanno per attuare un’idea rivoluzionaria: voglio tornare ad essere padrone del mio tempo.
La scintilla scatta quando, davanti allo specchio, osservo un ruga sulla fronte invisibile fino a ieri.
Il dettaglio scatena in me le stesse riflessioni di Vitangelo Moscarda, il personaggio dell’immortale «Uno, nessuno e centomila» (l’uomo, in seguito all’osservazione da parte della moglie sul naso leggermente storto, inizia ad avere una crisi di identità che lo spingerà a scoprire chi è veramente lui).
La riflessione è amara: travolto dal vortice degli impegni lavorativi, dai vincoli familiari e dagli obblighi imposti dalla società non ho più tempo da dedicare alle mie passioni.
Intere giornate spese ad inseguire doveri senza possibilità (apparente) di scelta.
Invece l’alternativa esiste, bisogna però avere la forza di dire «NO».
Tornare padrone del proprio tempo
Non desidero nemmeno essere definito un downshifter (colui che abbraccia la nuova filosofia di vita nota come «downshifting o semplicità volontaria») a cui, peraltro, guardo con interesse crescente.
Mi accontento, invece, di ritagliarmi delle ore nelle quali – solo con me stesso – spendo il mio tempo per interessi personali (importanti o banali che siano).
La ruga inattesa ha dato vita alla ribellione mentale cancellando dal mio dizionario l’alibi sempreverde «non ho tempo» rimpiazzato da un più soddisfacente «mi organizzo per ..».
E quale occasione migliore del proprio compleanno per iniziare?
Giorno di ferie dal lavoro, shopping-regalo, piscina, incontro con un amico al bar, pranzo dai miei, passeggiata tra bancarelle e presepi per giungere poi al cinema.
Certo, dell’intero programma – tra imprevisti e necessità impellenti – ho attuato una parte minima ma sono comunque soddisfatto.
Ogni rivoluzione culturale, d’altronde, necessita dei dovuti tempi per maturare (ruga docet).