Il licenziamento non è una tragedia
(per gli altri)
«Mario, stai sereno. Vedrai che in qualche modo tutto si aggiusta».
Tutto si aggiusta, e come?
«Tranquillo, dopo il peggio giunge sempre il meglio».
Davvero? Quindi basta attendere?
«Il licenziamento è un’opportunità, pensa positivo!».
Rifletterò, grazie per la dritta.
Licenziamento, le chiacchiere da spiaggia
Quest’anno, in spiaggia, ho fatto il pieno di consigli.
L’argomento bollente – mio malgrado – è il sottoscritto e la chiusura della sede HP Pozzuoli che, guarda caso, coincide proprio con il mio luogo di lavoro.
Il «mostro» è troppo grande per non buttarlo fuori e chiunque incontro diviene il mio inconsapevole confessore.
«Scusami, non vorrei sembrare monotematico ma la questione lavoro mi assilla» aggiungo per giustificare le mie ripetute osservazioni.
«Figurati Mario, anche io al tuo posto sarei preoccupato, anzi tu sei fin troppo calmo» e mentre ricevo una pacca consolatoria sulla spalla, il mio interlocutore occasionale continua con un interessante «ma che ne pensi del Napoli di quest’anno?».
Le scuse
Un minuto, sessanta secondi, è il tempo medio dell’ascoltatore estivo.
Siamo sulla battigia, la zona dove le onde del mare si infrangono, i bimbi scavano le gallerie in cerca di acqua e costruiscono fantastiche costruzioni.
Cala il silenzio, oggi il calcio non è in cima ai miei pensieri.
«Vado a fare un tuffo, a dopo», la diplomazia interrompe un inizio di imbarazzo.
Chiedo venia a chi in vacanza ha sopportato le mie lagne lavorative.
Comprendete lo sfogo, dopotutto si tratta del mio primo licenziamento.