Questa mattina la fumarola è ben visibile ed è meritevole di segnalazione.
L’intensa colonna bianca generata dalla terra vulcanica di Pozzuoli si innalza con fortune alterne.
Dalle osservazioni quotidiane del fenomeno (naturale) evinco che, quando le temperature sono basse oppure piove, il vapore si presenta con maggiore intensità.
In estate, invece, appare di un bianco sbiadito.
Non sono uno scienziato affermato ma immagino la validità della teoria della padella: quando getto dell’acqua sulla superficie di una padella bollente, produco una vampata di fumo più violenta se la superficie è cocente.
Mi chiedo se le Istituzioni, oltre a monitorare l’andamento sismico dell’area flegrea, informino le popolazioni locali sulle potenzialità del vulcano dormiente: si potrebbe sfruttare l’energia naturale prodotta spontaneamente per uso privato? Il Comune – o altri Enti interessati – progettano impianti per utilizzare questa risorsa rinnovabile?
Domande – da anni – prive di risposte concrete.
Difronte alla secolare immobilità della politica regionale, reagisco ed agisco: contatterò le famiglie delle abitazioni limitrofe e chiederò loro come pensano di impiegare la risorsa naturale. Dopotutto, il caloroso vicino di casa è un distributore di energia gratuita, senza spese di manutenzione ed attivo tutto l’anno – soprattutto d’inverno.
Perché sperperare tanto calore regalato da un ambiente generoso?
In un lontano futuro, riusciranno i ristoratori della zona a cucinare un uovo sodo approfittando dei gas della fumarola?
I tempi di cottura sono brevi, un tentativo non appare impossibile.
In uno scenario così incerto, la scienza conferma una indiscutibile proprietà della fumarola puteolana: i gas naturali diffusi nell’aria, presentano un potere afrodisiaco.
La numerosa prole della simpatica famigliola che si affaccia sulla colonna di fumo bianca fotografata conferma l’ardita tesi.