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Tag: recensione (Page 3 of 5)

A New York con Guia Rossignoli, blogger e studiosa d’arte [RECENSIONE]

Guia Rossignoli, dal blog al libro

Planando piano su New York: un anno nella Grande Mela tra musica, libri e musei di Guia Rossignoli non è la classica guida su New York.

Al contrario, l’autrice presenta la metropoli statunitense con un libro … di post.

Strutturare l’opera con uno stile da sito web, caratterizza – nel bene e nel male, l’ebook di Guia Rossignoli.

Invece dei capitoli, le riflessioni.
Anziché pure informazioni su un luogo, un articolo nato dall’esperienza diretta di vita vissuta.

La New York di tutti i giorno: i mercatini, la lavanderia sotto casa, i mille labirinti della metropolitana, i quartieri multirazziali, i bar ed i locali.
Ma anche l’amore, l’attenzione e la dedizione che gli «altri» dedicano all’ arte – a differenza di noi italiani.

Un intenso anno di esperienze che Guia Rossignoli raccoglie in questo libro originale, fresco, leggero.

Guia Rossignoli, autrice del libro Planando piano su New York: un anno nella Grande Mela tra musica, libri e musei

Osservazioni sull’ebook

Un aspetto da evidenziare: la lettura dell’ebook, con il mio Kindle Paperwhite, non è risultata perfetta come al solito.

Difficoltà per visualizzare le foto nei post ed impossibilità ad accedere ai link suggeriti, privano l’ebook del valore aggiunto scaturito dalle origini del libro: il blog.

D’altronde, la struttura dei post scritti da Guia Rossignoli risulta corretta – link ed immagini sono il cuore di un blog – ma i limiti dello strumento riducono l’efficacia dell’opera digitale.

Ma non bisogna scoraggiarsi: l’esperienza risulta innovativa ed interessante.
Da provare.

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I love New York

Visitare New York?
Non basta.

Due, tre settimane, un mese?
Nemmeno.

Desidero vivere New York, entrare nel circuito sociale della Grande Mela e carpire i segreti nascosti oltre la cartolina riservata al turista.
Verificare se davvero New York regala opportunità come visto in mille pellicole hollywoodiane.
Vivere il sogno.

Proprio come la brava Guia Rossignoli.

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Sfida tra cecchini: un romanzo sui tiratori scelti (buoni e cattivi) di Andrew Peterson [RECENSIONE]

Andrew Peterson, romanzo d’azione (con riflessione)

Il primo da uccidere, di Andrew Peterson è un romanzo d’azione geneticamente modificato.

Il libro, difatti, non è un insieme banale di inseguimenti, sparatorie e scazzottate.

Anzi.
L’autore approfondisce la psiche dei personaggi, del buono come del cattivo.

Dalla prima all’ultima pagina, assistiamo – col fiato sospeso – ad una intensa caccia all’uomo.

Con un quesito che si ripete pagina dopo pagina: i buoni, fino a che punto possono spingersi pur di difendere la sicurezza dei cittadini?

Il primo da uccidere, di Andrew Peterson è un romanzo d'azione geneticamente modificato [RECENSIONE]

I fantasmi del tiratore scelto

Dietro la violenza brutale, quale intrigo si nasconde?
Nathan McBride è l’ex cecchino chiamato dall’FBI per fermare i tre folli che disseminano di esplosivi la città.
Userà tutte le armi a sua disposizione – lecite e non – pur di fermare il piano criminale degli assassini.

L’uso autorizzato della violenza per fermare i folli, distingue il romanzo dagli altri del medesimo genere.

Il primo da uccidere, di Andrew Peterson descrive i fantasmi di chi, per lavoro, è costretto ad ammazzare un altro essere umano.
Anche se il nemico appartiene alla peggiore feccia umana.
Anche se chi è abbattuto da un proiettile di un fucile di precisione, è un killer spietato.

I «mostri» interiori del tiratore scelto, sono i principali nemici da affrontare?

Il primo da uccidere, di Andrew Peterson rientra di diritto tra i libri d’azione.
Un romanzo per conoscere il mondo oscuro di chi, per professione, si sporca l’anima per difendere noi altri.

Consigliato per coloro che amano guardare in faccia la dura realtà (anche se fa male)

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Cristian Martini, perché maltratti il Piccolo Principe?

Occhi profondo mare, storia surreale

Occhi profondo mare di Cristian Martini, non l’ho ben capito.
Una storia fantasiosa ambientata a Senzanome, un piccolo paese di mare, in un luogo indefinito nel tempo e nello spazio.

Il romanzo è incentrato nel rapporto tra un forestiere ed un bimbo solitario di dieci anni.

Problema: i colloqui tra l’adulto ed il fanciullo appaiono “costruiti” e difficili da accettare come «reali».
Risposta: l’immaginazione dovrebbe aiutare il Lettore a superare ostacoli tutto sommato razionali.
Concordo.
Però se l’intero libro è incentrato sulla relazione adulto/bimbo, accettare per buono i dibattiti surreali è questione non secondaria.

Cristian Martini, autore di "Occhi profondo mare"

Un Piccolo Principe italiano

Accettata la fase surreale, la lettura continua e pagina dopo pagina, saltano alla mente elementi vicini al leggendario Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry (con le dovute distanze).

La vita è un lungo viaggio, l’esplorazione del mondo intrapresa dal forestiero – come ogni viaggio – si conclude da dove è iniziato.
A Senzanome.

Da dove, ben presto, ripartirà un nuovo viaggio.

 

Il finale inopportuno

La trama dolce e pacata cade in un finale inopportuno.

Le ultime righe del romanzo, infatti, ricordano il violento scivolone del viaggiatore esperto in un burrone senza uscita, un imprevisto che stona con il lungo, curioso, amorevole viaggio percorso durante l’intera lettura.

L’autore viola una regola non scritta: i personaggi delle fiabe sono intoccabili!
E come tali non possono (anzi, non devono) essere maltrattati.

Il finale-choc spezza l’atmosfera da favoletta e getta il romanzo in un genere indefinito.
Per il sottoscritto, resta incomprensibile.

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Una domanda per Cristian Martini

Davvero strana la scelta.
Invio a Cristian Martini questo post per chiedere lumi:  perché far cadere la favoletta di Senzanome nel limbo letterario?

Peccato.
Il cerchio non si è chiuso.
Resto con l’amaro in bocca.

Attendo delucidazioni dall’autore.

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Catherine Bybee, il coraggio di una scrittrice rosa

A chi potrebbe interessare?

Sono prudente con le recensioni negative perché rispetto il lavoro di ogni autore.
Immagino il sudore dello scrittore che, rigo dopo rigo, fatica per il suo amato libro.

Non proprio un appuntamento di Catherine Bybee, però, merita una menzione speciale.

Mi chiedo: a chi potrebbe interessare una simile storia?
Al sottoscritto sicuramente no (deduco che questo ebook sia un regalo di Amazon: resta un mistero come sia finito sul mio Kindle Paperwhite)

Giunto all’ultimo rigo, credo di poter affermare:

  • trattasi di un romanzo rosa
  • adatto ad un pubblico giovanile/semi adulto sognatore/adulto romantico
  • lettura di pura evasione
  • trama non originale
  • personaggi stereotipati ma simpatici
  • facile da leggere come bere un bicchiere d’acqua (e come tale, sparisce dopo l’ultimo sorso)

Catherine Bybee, la coraggiosa autrice di "Non proprio un appuntamento"

Il coraggio di Catherine Bybee

Senza nessun sforzo, raggiungo il finale (piatto).
Colpi di scena nulli, emozioni zero, divertimento minimo.

Il merito di Catherine Bybee?
La storia è autoconclusiva.

Il coraggio di Catherine Bybee?
Il romanzo contiene un estratto della puntata successiva, uno spin off incentrato sulla sorella della protagonista di Non proprio un appuntamento.

E’ troppo anche per un Lettore paziente come il sottoscritto.
Cancello l’ebook e proseguo verso nuovi mondi letterari.

Addio Catherine Bybee.

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Sante Roperto e quelle magiche atmosfere della Calabria dimenticata

Sante Roperto, La notte in cui gli animali parlano

Ho un debole per i romanzi ambientati in Calabria, l’ammetto.

Il mare alto già a riva, le lunghissime giornate trascorse in spiaggia (piena di sassolini), la pelle arrostita, gli alberi di fichi, il verde intenso, i paesini arroccati sulle colline, le strade desolate sotto il sole cocente, i volti degli anziani scavati dal tempo, le vacanze dell’infanzia.

E dunque, riconosco ed amo le atmosfere profumate raccontante dal bravo Sante Roperto in La notte in cui gli animali parlano.

Sante Roperto, l'autore di "La notte in cui gli animali parlano"

Gli amori non vissuti

La notte in cui gli animali parlano è ambientato tra le viuzze di Conflenti, piccolo paesino in provincia di Catanzaro che, scopro con divertimento, esistere per davvero.

Il protagonista è proprio Conflenti – il paese – il luogo dove la storia inizia e tutto finirà.

La trama, come un cerchio ideale, si chiude alla perfezione: passato e presente confluiscono nell’unico punto capace di concentrare i destini dei vari personaggi.

Matteo e Claudia, l’amore giovanile non vissuto, si alimenta del ricordo.
Ma il ricordo idealizza, pone su un immeritato piedistallo l’oggetto del desiderio.
Il desiderio è anche forza: le mille vicissitudini di Alessandro, il nonno di Matteo, partito per la seconda guerra mondiale con il sogno di tornare dall’unico, grande amore della sua vita.

 

Perché leggere La notte in cui gli animali parlano

Trattasi un romanzo di pura evasione.
Storia leggera, il libro alterna il presente (Matteo) col passato (nonno Alessandro), sempre incentrato sui sentimenti puri, tipici del tempo che fu.

Scritto con uno stile lineare, le pagine corrono via veloci fino all’atteso finale.
Piacevole, nostalgico al punto giusto, Sante Roperto non scade mai nei facili sentimenti.

Dopotutto, chiunque di noi potrà ritrovarsi nelle riflessioni di Matteo e Claudia.
Ed è il risulato al quale aspira l’autore:

Ogni Lettore, quando legge, legge se stesso
(Marcel Proust)

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faCCebook reloaded 2016, un anno di «mostri»

Gennaio, parte Maticmind Napoli

Il giorno degli scatoloni sancisce la fine dell’epopea HP (e dell’anno).
L’apertura del 2016 è da cerchietto rosso sul calendario: l’avventura Maticmind entra nel vivo con l’inaugurazione della nuova sede al Centro Direzionale di Napoli.

Voltiamo pagina.
Ripartiamo.

Il giorno degli scatoloni: dopo dieci anni, l'ultimo giorno di lavoro a via Antiniana (dicembre 2015)

Libri, la passione di una vita

Più leggo, più scrivo.
Un loop nel quale amo perdermi.

Condividere con Voi, amici Lettori, le recensioni dei libri, genera post gratificanti (e, auspico, utili per chi desidera acquistare l’opera).

Con un clic sulla categoria Media, rivedo le mille pagine degli ebook divorati nel 2016.

I sei volumi dell’avvincente saga dei Luxiani di Jennifer L. Armentrout (gli alieni sono tra noi) alla eccezionale biografia di Adriano Olivetti scritta da Carlo Mazzei, passando tra i romanzi gialli, sportivi, d’amore e d’avventura fino al capolavoro di Michael Dobbs, House of cards.

Storia di donne, uomini, trame inventate, immaginate, a volte drammaticamente vere, sempre meravigliose.

Libri amati, goduti rigo per rigo, recensiti.

Resta forte la convinzione: la prima arma da utilizzare contro i «mostri» di ogni forma, colore e razza è nascosta tra le pagine di un buon libro.
Si chiama Cultura.

Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa: Storie di ragazzi che non hanno avuto paura di diventare grandi, di Mario Calabresi

Io, giornalista per un giorno

Il 2016 scappa via e regala al sottoscritto innumerevoli soddisfazioni.

La gioia di vedere su Vivere, il giornale del Centro Direzionale, il post sul muro del carcere di Poggioreale resta indelebile.

Io giornalista per un giorno: un sogno realizzato.

«Il muro di Poggioreale» su Vivere, il mensile del Centro Direzionale di Napoli

147 post contro l’assuefazione

I 147 post pubblicati nel 2016 – in media tre a settimana – contengono un unico, potente messaggio: mai assuefarsi.

Perché l’assuefazione è indice di rassegnazione e la rassegnazione porta alla resa.

Quando ripartirà il servizio di bike sharing a Napoli?
E’ utopia ripristinare i dispenser gratuiti per la raccolta degli escrementi dei cani lungo i marciapiedi infestati?
Sarà riaperta l’area giochi per i bimbi al parco del Poggio chiusa da mesi?

Oltre alla denuncia, ricordo con piacere gli articoli con le gallerie fotografiche realizzate dopo una visita speciale.
Per combattere l’assuefazione alla bellezza dei nostri luoghi.

Come agli Scavi di Ercolano, la meravigliosa macchina del tempo oppure le stupende grotte di Seiano.

Capri dalla Gaiola, Grotte di Seiano

2016, l’anno delle interviste

Intervistare amici e conoscenti, sconosciuti, scrittori in erba, personaggi affermati o chiunque desideri dibattere di un argomento particolare è uno degli obiettivi della mia casa digitale.

Accendere il riflettore – anche solo per un giorno – su una persona rende speciale il post.

Come è accaduto, ad esempio, con Mario Cavaliere, l’instagramer di successo, Luciano Esposito, autore di Abbi fortuna e dormi oppure con Andrea Petringolo, il proprietario di EL CAFESINO, il bar sotto l’ufficio (solo per citarne alcuni).

Un clic sulla categoria Interviste per leggere la soddisfazione che trapela tra le domande e risposte, sempre argute, mai banali dei graditi ospiti di faCCebook.

Andrea Petringolo e lo staff de EL CAFESINO (Centro Direzionale di Napoli, isola G7)

I miei primi 1000 km in bici

Mille chilometri in bici, la rivoluzione personale nel trasporto urbano.

Pedalare per spostarsi in città, scoprire nuove prospettive, il tubo di scappamento dell’auto resta freddo, l’ambiente ringrazia, la salute ne guadagna: io faccio la mia parte, vado al lavoro in bici.

Anche nel 2017.

Nel 2016, i miei primi 1000 KM in bici

In redazione con Antonio P. Beni

La collaborazione col talentuoso Antonio P. Beni è un’altra importante novità dell’anno appena trascorso.

Le divertenti risposte (con pratici consigli) alle domande poste dai Lettori nella rubrica «Domande perBeni», rappresentano un punto di vista diverso ed originale.

Il sottoscritto ringrazia lo scrittore «nato nel nel centro del mediterraneo» per i post surreali ed unici.

La redazione, ovviamente, è aperta a tutti.
Anche a Te che, proprio in questo istante, sei giunto fin qui.

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Addio 2016, evvvia il 2017!

Riavvolgo velocemente il nastro del film di questo intenso anno.
I vecchi «mostri» sono già alle spalle.

Un respiro profondo, un istante di concentrazione, il 2017 è ad un metro, pochi passi ed inizia una nuova avventura.

Mi resta un ultimo, sentito rigo da digitare, un grazie speciale, caro Lettore.

Auguri sinceri a Te ed i tuoi cari per l’anno che verrà.


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Perché leggere «Adriano Olivetti. L’utopista concreto» di Carlo Mazzei (recensione)

Adriano Olivetti, il filantropo

«… un complesso di abitazioni per gli operai, con tanto di asilo nido e scuola materna condotti con metodi all’avanguardia, villette a schiera per gli impiegati nei pressi della nuova fabbrica, a sua volta costruita ex novo, con le grandi vetrate divenute famose, a testimonianza della vocazione verso l’esterno, a contatto con la natura e la campagna circostante, con i grandi spazi aperti inondati di luce».

Adriano Olivetti. L’utopista concreto di Carlo Mazzei è un libro da leggere con attenzione per assaporare ogni singola azione di’uomo unico nella storia d’Italia.

Un industriale di successo – ed i profitti eccezionali della Olivetti lo attestano – che poneva l’uomo al centro della fabbrica, intesa come mezzo per migliorare l’ambiente circostante e la vita di ogni singolo operaio.

La filosofia futuristica di un imprenditore vincente che ben presto portarono l’Olivetti ai vertici europei: basti pensare che, nel pieno boom anni sessanta, ad Ivrea lavoravano 10 mila dipendenti (su 22 mila abitanti) e a Pozzuoli 1500.

Adriano Olivetti, imprenditore e filantropo: l'uomo al centro della fabbrica

Prima di Google e Steve Jobs

« … lo stipendio di un impiegato Olivetti era mediamente il 20% più alto di un metalmeccanico di un’altra industria, orari meno pesanti (45 ore invece di 48), sabato libero, più giorni di ferie, permessi speciali per gli operai che avevano campagne nei tempi delle raccolte, facilitazioni per le operaie in maternità (tre mesi prima e sei mesi dopo il parto retribuiti più un contributo economico straordinario), colonie estive per i figli dei dipendenti, permessi di studio anch’essi retribuiti, mense aziendali rifornite direttamente dal centro agrario di proprietà.
La fabbrica era dotata di biblioteca, erano previsti incontri con intellettuali, allestite mostre negli spazi della fabbrica, proiezioni di film …»

Sono solo alcuni benefici garantiti da Adriano Olivetti ai suoi dipendenti.

Da evidenziare il contesto: siamo nell’Italia degli anni sessanta e dibattiamo di diritti che oggi – nel ventunesimo secolo – sono ad appannaggio di poche realtà industriali (forse Google ed affini?).

 

Perché leggere il libro di Carlo Mazzei

L’opera di Carlo Mazzei sulla vita di Adriano Olivetti è appassionante: dalla nascita ad Ivrea fino ai viaggi americani, per conoscere la realtà industriale nel mondo (visitò, ad esempio, gli stabilimenti della Ford).

Una parte del libro è dedicata all’avventura politica di Adriano Olivetti.
Il progetto da lui ideato – definito utopistico dai partiti di allora – era troppo innovativo per essere compreso.

Fu, ovviamente, stroncato da tutti i partiti e costretto a ritirarsi dalla politica nazionale e locale (fu eletto sindaco di Ivrea oltre che parlamentare della Repubblica).

Ecco come definì i partiti ed il Parlamento di allora:

Alla fine del fascismo la maggior parte degli intellettuali vedeva nei partiti uno strumento di libertà. Io no. Sono organismi che selezionano personale politico inadeguato. Un governo espresso da un Parlamento così povero di conoscenze specifiche non precede le situazioni, ne è trascinato. Ho immaginato una Camera che soddisfi il principio della rappresentanza nel senso più democratico; e poi sappia scegliere ed eleggere un senato composto delle persone più competenti di ogni settore della vita pubblica, della economia, dell’architettura, dell’urbanistica, della letteratura

Adriano Olivetti. L’utopista concreto di Carlo Mazzei, lettura consigliata per conoscere la vita di un uomo eccezionale.

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Opposition (Lux Vol. 5), di Jennifer L. Armentrout (recensione)

The End

Opposition (Lux Vol. 5) è l’ultimo libro della serie ideata dalla vulcanica Jennifer L. Armentrout.

I sei volumi (la saga parte dalla puntata zero Shadows (Lux Vol. 0) rappresentano un’enciclopedia completa del mondo dei Luxiani – gli affascinanti alieni che vivono tra gli umani – e l’ultima puntata chiude il cerchio.

La matassa sbrogliata a suon di battaglie, sacrifici, dolore, amore.
Il destino di Daemon e Katy seguirà la giusta direzione?

Tra mille dubbi supereranno la fase adolescenziale per divenire adulti.
Già, adulti.
Ma che tipo di adulti?
Metà alieni? O metà umani?
La nuova coppia interstellare sarà il prototipo della specie del futuro?

Daemon e Katy, the end: Opposition Lux Vol. 5 Jennifer L. Armentrout

Il finale: la quiete dopo la tempesta

Il sudato finale non deluderà: l’intero pianeta subirà cambiamenti irreversibili che stupiranno il Lettore.

Scopriremo il vero volto dei Luxiani, gli obiettivi della la missione di Dedalo ed il segreto di Beth e Dawson.

Il messaggio della scrittrice è chiaro: i Luxiani potranno pure essere bellissimi extraterrestri provenienti da un angolo remoto della galassia ma il Bene ed il Male vivono dentro ogni essere dell’Universo.

 

Addio (o arrivederci) Katy e Daemon?

Sei libri sono più che sufficienti per conoscere ed amare Katy, Beth ed i fratelli Black.
Un’abbuffata di alieni che sazia anche il più goloso tra i fans, oserei quasi indigesta vista la lunghezza (chilometrica!) della serie.

Dopo l’ultimo rigo di Opposition (Lux Vol. 5) cala il sipario sui Luxiani.
Ma siamo proprio certi dell’addio?
Dopotutto, la questione non è proprio chiara al cento per cento …

La fantascientifica  Jennifer L. Armentrout si riserva molteplici opzioni per un clamoroso nuovo episodio.

Scommettiamo sula puntata sette? 🙂

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Origin vol.4, di Jennifer L. Armentrout (recensione)

Misteri svelati

Stavolta Jennifer L. Armentrout fa sul serio.
Dopo i primi quattro volumi (perché la saga parte dal numero zero Shadows (Lux Vol. 0), la svolta.

In Origin (Lux Vol. 4) la narrazione accelera vorticosamente: si susseguono più azioni che in tutti i precedenti episodi messi insieme.

Molti misteri trovano le attese risposte ed il mosaico inizia a comporsi con chiarezza: cos’è Dedalo? Quale è la vera natura dei Luxen? L’amore tra Daemon e Katy è maturo? Ed i destini di Beth e Dawson?

Recensione di Origin vol.4, di Jennifer L. Armentrout

Botte da orbi

Come una pentola a pressione pronta ad esplodere, nel quinto, avvincente libro della saga degli alieni, scoppia finalmente il putiferio.

Perché ammettiamolo: la mamma di Katy che ignora le battaglie intergalattiche consumate nella stanza della figlia, era davvero difficile da digerire anche per il più accanito tra i fans.

La trama conserva comunque una nota romantica e l’evoluzione della storia d’amore tra Daemon e Katy si alterna al dolore, alla lotta ed una serie di avvenimenti drammatici (non manca l’ironia anche nei momenti più bui).

 

A gran velocità verso il The End

Origin (Lux Vol. 4) rappresenta la crescita dei personaggi, dal periodo adolescenziale verso l’età adulta, un lungo salto in avanti verso il finale dell’intera serie (manca una puntata).

Un’ultima osservazione: a differenza delle puntate precedenti, stavolta il titolo è esplicativo

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«Roger Federer. Perché è il più grande» di Roberto D’Ingiullo (recensione)

Roger Federer vs David Ferrer: 16-0

Il tennista accetta la regola del caso: se la pallina colpisce il net, può cadere nel proprio campo oppure rimbalzare nel lato opposto.
Punto perso o colpo vincente: questione di attimi, mille variabili incontrollate che stabiliscono una traiettoria impossibile da prevedere.

Nessuno, però, può dibattere sul dato schiacciante: Roger Federer vs David Ferrer 16-0 (fonte atpworldtour).

Due aspetti opposti dello stesso sport, il tennis.

Se ami le statistiche, i numeri e cerchi un ebook sul campione svizzero Roger Federer. Perché è il più grande: Le vere ragioni del successo del miglior tennista di tutti i tempi di Roberto D’Ingiullo è l’ebook che fa per te.

Roger Federer. Perché è il più grande, di Roberto D'Ingiullo (recensione)

Roger Federer, the GOAT
(Greatest Over All Time)

Record su record, il giornalista sportivo dimostra – come un teorema matematico – perché Federer merita il trono del «più grande di tutti i tempi».

Lo scettro spiegato a suon di vittorie, trofei, “head 2 head”, comportamenti, fair play, eleganza.
E poi, le testimonianze dei colleghi della racchetta a confortare la proclamazione.

Perché ogni amante del tennis dentro di sè è conscio: il campione svizzero proviene da un altro pianeta.

In questo (breve) libro, Roberto D’Ingiullo ci dimostra il perché.

 

L’ammirazione degli avversari

Posi la racchetta nel borsone, togli i polsini sudati, bevi l’integratore, nascondi il volto stremato nell’asciugamano, prosegui a testa bassa verso gli spogliatoi, l’applauso caldo del pubblico a mitigare la delusione.

Dopo la doccia, nella tua mente rivedi mille volte quel maledetto rovescio finito sulla rete che ti è costato il match.

Poi scruti Re Roger dall’altra parte del campo.
Sorride, ti viene incontro, un abbraccio sincero, poche parole sentite.
Lo ammiri anche tu, nonostante la sconfitta.

Hai di nuovo perso la finale contro il numero uno al mondo.

Non hai nulla da recriminare.
Hai solo incontrato il più forte tennista di tutti i tempi.

“Non ho mai battuto Federer, è troppo per me.
Ma magari quando lo affronterò nel Senior Tour …”
(David Ferrer, ex numero due del mondo, commentando l’inquietante conteggio negli scontri diretti con Federer: 0-16)

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Il peso della farfalla, di Erri De Luca (recensione)

Erri De Luca, l’amore per la montagna

Il peso della farfalla conferma la passione di Erri De Luca per la montagna.
L’avventura ad alta quota scivola via lentamente: l’azione è minima, il racconto molto introspettivo per descrivere i pensieri di un vecchio bracconiere stanco ed il re dei camosci, esemplare unico, rispettato dal branco e giunto ormai al tramonto del suo regno.

Odori, profumi, panorami: il vero protagonista del breve romanzo resta comunque la montagna e le sue mille atmosfere magiche.

Fino all’inesorabile incontro scandito delle ultime, drammatiche righe.
Il finale amaro, atteso, scontato lascia comunque una riflessione per il Lettore: l’uomo e la Natura potranno mai convivere?

Recensione di "Il peso della farfallla", di Erri De Luca

Perché (non) leggerlo

Erri De Luca è un autore che sto scoprendo negli ultimi tempi, l’ammetto.
Apprezzo il dibattito sui temi ambientali e le riflessioni che scaturiscono dai suoi romanzi.
Non impazzisco per il ritmo a volte troppo lento: si susseguono le pagine ma la trama resta ferma.

Continuerò a leggere i suoi romanzi.
Erri De Luca, personaggio profondo.
Da approfondire.

 

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Opal (Lux Vol. 3) di Jennifer L. Armentrout (recensione)

Lux volume 3, puntata 4

La quarta busta di patatine fritte non delude la fame dei fans.
Perché se sei giunto fino a Opal (Lux Vol. 3) conosci a memoria l’affascinante mondo sognato dall’instancabile Jennifer L. Armentrout tra alieni dalle
sembianze umane (dovendo scegliere, gli extraterrestri decidono per l’aspetto di fotomodelle e playboy) e l’eterna dilemma dell’accettazione del diverso.

Il volume tre è in realtà la quarta puntata della serie (colpa/merito del prequel Shadows Lux Vol. 0, la puntata zero) ed è incentrata sulla storia d’amore tra Daemon e Katy.

Le lettura vola via con la stessa velocità dei Luxiani ed appena assaggiata la prima pagina non potrai più smettere.
Proprio come le patatine.

Opal (Lux Vol. 3) di Jennifer L. Armentrout (recensione)

Per i fan più incalliti: danger!

Opal (Lux Vol. 3) non svela i mille misteri aperti.
Anzi, la scrittrice gioca sporco ed accentua il voler narrare una saga.

Il racconto è transitorio e si basa su un solo grande evento: un episodio con meno azione dei precedenti (non ricordo nessuna battaglia epica contro gli odiosi Arum) ma con più smancerie tra innamorati.

Il grande mistero

Resta un dubbio amletico anche per il più convinto tra i fans: la mamma di Katy è cieca?

Capisco la stanchezza per i turni da infermiera ma come può ignorare le battaglie intergalattiche che avvengono in casa, la scomparsa degli amici della figlia e mille altre stranezze tra le quattro mura domestiche?

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Attenti all’olio delle patatine sulle dita

Attenzione: a fine libro resterete con le dita sporche d’olio ed un grosso punto interrogativo sulla testa.
Avrete ingurgitato troppe patatine in poco tempo.

Un consiglio: prendetevi un periodo di pausa dagli appiccicosi alieni.
Dopo aver digerito, sotto con la prossima busta di patatine.

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