Renzi e Berlusconi, differenti (ma non troppo)
Le differenze tra il giovane Renzi e lo stagionato Berlusconi sono meno profonde di quanto si possa immaginare.
Il primo rappresenta la sinistra ma di sinistra in lui non sono presenti tracce significative, il secondo invece è l’icona della destra ma la destra stessa lo ha disconosciuto.
Eppure sono i leader dei rispettivi schieramenti.
Complimenti reciproci
Si rispettano e l’uno dice dell’altro: «é un grande comunicatore».
Sia il Cavaliere che il Sindaco padroneggiano i concetti sui quali si fonda la società dell’immagine (i contenuti non interessano quasi a nessuno) e sono consci dell’importanza di come si proclami senza preoccuparsi di cosa si affermi.
Di fatto, sono circondati dai maghi del marketing moderno ed usano i media secondo le migliori peculiarità: il navigato Silvio preferisce la sicurezza della televisione mentre l’esagitato Matteo irrompe tramite Internet spopolando nei social network più famosi (vedi Twitter, Google+ e Facebook).
Berlusconi e Renzi, uomini-partito
Il fiorentino ed il milanese, inoltre, rappresentano la personalizzazione della politica: sono i boss dei due raggruppamenti ed il successo dipende – in toto – dalle loro facce.
Cosa sarebbe oggi il PD senza il rottamatore?
Un partito di dinosauri.
Che visibilità avrebbe Forza Italia senza Berlusconi?
Meno che zero.
Lo stesso discorso vale per i partitelli satellite che ruotano intorno ai due colossi della politica italiana.
Renzi e Berlusconi, distanti per l’anagrafe ma vicini per personalità mi ispirano un pensiero nefasto: da giovane Silvio era egocentrico come Matteo e Matteo, in terza età, sarà petulante come Silvio.
La storia, spesso,ha un beffardo senso dell’umorismo.