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Tag: salute (Page 2 of 5)

Perché una partita di calcio in spiaggia è speciale (ad aprile)

In spiaggia ad aprile

Il vento non ferma la partita.
Ci vuole ben altro per smorzare la voglia di correre, l’entusiasmo dei giovani sogni, l’energia della tenera età.

Dal lido, osservo i piccoli organizzare una partita di calcio in spiaggia.

Correre senza scarpe, con i piedi nella sabbia calda, liberi dai vincoli e dalle restrizioni cittadine: questi ragazzi, sono consci della fortuna che vivono?

Quanti altri coetanei italiani, ad aprile, possono sfidarsi con le onde del mare a far da spettatore?

Questi bimbi, sono consci della fortuna di giocare una partita di calcio in spiaggia ad aprile?

Nonostante i mille «mostri»

Dalle nostre parti, la lista dei problemi e disagi sociali è lunga mezzo chilometro (o forse più) e, nel prossimo futuro, anche i giovani calciatori dovranno affrontare i vari «mostri» (ed ecomostri).

Nel mentre, si godano i vantaggi di vivere e crescere in una città di mare.
Un piccolo privilegio in una regione sofferente.

Dopotutto, giocare a calcio sulla spiaggia ad aprile rafforza il fisico.
E, soprattutto, lo spirito.

Ben presto, i giovani calciatori, ne avranno bisogno (purtroppo).


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Moser, il ciclista napoletano e lo sciopero dei mezzi pubblici

Napoli, traffico in tilt

Pedalo con fatica, il piccolo motore elettrico aiuta ma non risolve.
La gamba accusa la resistenza della salita ed i mille ostacoli metropolitani rendono ancora più ostico il tragitto.

Lungo la strada affollata, tra una fila d’auto parcheggiate oramai arredo urbano permanente, un tizio osserva la scena apocalittica: traffico impazzito, ingorgo totale, l’orchestra disordinata di clacson, smog ed un coraggioso ciclista metropolitano guadagna terreno tra gli autisti esauriti ed imprigionati nelle loro scatolette fumanti.

Mentre avanzo in sella alla mia e-bike, da sotto al casco, una goccia di sudore scivola lungo la fronte.
Attraversa la maschera anti-smog e solletica la guancia accaldata.

Napoli è paralizzata dallo sciopero dei mezzi pubblici.

Il sottoscritto, invece, viaggia libero e felice sulle due eco-ruote.

La mia e-bike, io Moser napoletano^

Moser, Maradona e Maiorca

Intorno si scatena l’inferno metropolitano.

L’esperienza affina la concentrazione: per pedalare a Napoli urge l’autocontrollo del samurai.
Conservo la freddezza e calma olimpica – soprattutto quando la città è preda del blocco totale di metrò, bus e affini.

Avanzo convinto, cauto e prudente.
Dal bordo strada si alza un urlo: «vai Mooooserrrr!»
Mi giro.
E’ il tizio che, dal marciapiede, osserva la scena apocalittica.

Moser!

Nell’immaginario collettivo chi va in bici è Moser, chi gioca a calcio è Maradona e se ti immergi sei Maiorca.

Colgo l’incitamento spontaneo del tifoso.
Pedalo con maggiore forza e determinazione.

Dietro i clacson continuano a strombazzare.

Alzo il braccio, saluto il mio fan.
Sorrido e volo via.

La città è paralizzata,

Moser beato raggiunge il lungomare per il meritato premio.

In bici per Napoli


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Napoli-Copenaghen, un viaggio di duemila chilometri. In bici

Duemila chilometri in bici

Un anno dopo, con tenacia e passione, senza mai rinunciare a pedalare – nonostante i pericoli nascosti ad ogni metro.
Duemila chilometri percorsi, in sella alla mia e-bike.
Duemila chilometri, la distanza che separa Napoli da Copenaghen.

Festeggio il prestigioso traguardo al Centro Direzionale di Napoli: per la precisione, 2015 km, come segnala il display del computer di bordo.

In bici, duemila chilometri. Festeggiati al Centro Direzionale di Napoli

A Napoli non piove mai

Il record dei primi 1000 KM è un lontano ricordo.
Messa da parte l’auto, le statistiche parlano chiaro: nell’ultimo anno, ho pedalato per undici mesi.

Costretto a parcheggiare la bici solo nel giorni di pioggia (concentrati perlopiù nello scorso gennaio), il freddo – quello vero – dalle mie parti non si sofferma a lungo.
Il clima napoletano incentiva l’utilizzo della bici che, però, è un mezzo di trasporto ancora poco utilizzato.

La mattina, libero sulle due ruote, viaggio verso l’ufficio ed osservo l’espressione rabbiosa degli autisti bloccati nei maxi-ingorghi: gli occhi sprizzano odio.
Assuefatti all’uso della macchina anche per comprare il pacchetto di sigarette sotto casa, non immaginano l’eco-alternativa.

Un discorso culturale, è indubbio.
A Copenaghen, ad esempio, il meteo è certamente più rigido eppure i ciclisti metropolitani costituiscono un esercito potente e numeroso.

Con soddisfazione, però, constato: a Napoli, non sono solo.
La truppa di pendolari in bici – seppur esigua – cresce in modo significativo.

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Il viaggio di ritorno

Duemila chilometri, raggiunta Copenaghen è già pronto il successivo obiettivo: tornare a casa.

Un viaggio privo di inquinamento, per apprezzare angoli di città nascosti, osservare scene di vita quotidiana, non incrementare lo smog cittadino, non partecipare al gran caos acustico tra clacson impazziti e motori ruggenti.

Pedalare in città è un buon rimedio per lo stress d’ufficio, uno sport a costo zero, aiuta a vivere meglio.
Una scelta (coraggiosa) alla quale, dopo il primo metro, non rinunci più.

Salgo il sella ed il viaggio inizia.
Mi attendono altri duemila chilometri, il nuovo record è dietro l’angolo.
A portata di pedalata.

Basta crederci 🙂Duemila chilometri in bici, pari alla distanza tra Napoli e Copenaghen.


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Napoli all’imbrunire, una foto speciale

All’imbrunire, panorama dalle mille luci

All’imbrunire, la città sembra acquietarsi.
Le mille luci sono lontane, i clacson impazziti giungono smorzati.
Dopo una giornata frenetica, finalmente cala la sera.

Fermo su una piazzola di via Girolamo Santacroce – la strada panoramica che dalla collina del Vomero porta giù Napoli, nel centro storico – parcheggio la bici.
Col solito rituale, aziono il cavalletto, sfilo i guanti, tolgo la mascherina antismog e poi ll casco.
Recarsi a lavoro in bici presenta impagabili vantaggi tra i quali, godersi la città e scoprire nuove prospettive.

Osservo il panorama.

Stavolta i mille colori della città rubano la scena al Vesuvio che, conscio del momento, si ritira in disparte.
Le grandi star accettano la sconfitta (momentanea).
Hanno la certezza che l’indomani, col sorgere del sole, torneranno a primeggiare.

Napoli all'imbrunire: una foto magica per un'atmosfera speciale

Foto e bici, binomio vincente

La serata è tiepida, il gelo di gennaio è un brivido dimenticato.

Osservo Napoli illuminata dalle mille luci.
Immortalo il quadro mentre una coppia di fidanzatini, seduti su una panchina, si scambia sogni e baci.
Dopotutto, il luogo ispira.

Guardo il risultato.
A volte succede: al fotografo di turno, baciato da un colpo di fortuna, con le impostazioni automatiche di un qualsiasi smartphone, cattura un momento magico.

Soddisfatto, risalgo in bici.
Il viaggio continua.

Fino al prossimo scatto.


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L’amore non invecchia [Domande PerBeni]

Se ti innamori di tua suocera

“Caro Beni,
amo una donna da due mesi.
Il problema è che questa persona è mia suocera.
Cosa devo fare?”
Genny

Quel mostro di mia suocera

Antonio P. Beni risponde

Caro Genny,
il tuo è un problema che alcuni sprovveduti potrebbero definire “gerontofilia”.

In effetti sembri proprio affetto da questo tabù se non fosse che tua suocera è in un polmone d’acciaio!

Mi sono confrontato con il professore Whisky Allenth, noto psichiatra del comportamento umano nei confronti delle luci stradali e, con lui, ho concluso che tu sei affetto da una forma di “spettro autistico gerontofiliaco”.
È una rara forma di disturbo che spesso porta alla morte per asfissia, parlo di tua suocera, tu rischi solo il carcere.

Questo disturbo può essere guarito in un solo modo: devi avere un rapporto d’amore con tua suocera e poi con il polmone d’acciaio.
Infatti, solo oggettivando potrai allontanare da te l’amore.

Però devo avvisarti: questo processo di oggettivazione potrebbe portarti ad amare ancora di più tua suocera e/o il polmone d’acciaio, cosa che potrebbe crearti, in ordine:

  1. disturbi bi-polari, o a corrente alternata
  2. cambio colore dei capelli, diventerai biondo per colpa del ossigeno
  3. ritiro della patente
    – Inibizione ai pubblici uffici
    – Reversione pensione
    – Percezione errata dello spazio, crederai che le dimensioni saranno solo 2
    – Varie ed eventuali

L’amore è una cosa meravigliosa, ancestrale, antica come l’uomo.
Nel tuo caso, come la tua nonna.

Chi è Antonio P. Beni, esperto in aMORE

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    Foto d’inverno: la bellezza di pedalare per Napoli

    Lungomare liberato, anche d’inverno

    La pioggia polare caduta in questo freddo gennaio, costringe allo stop.
    Per sgranchire la gamba, al primo raggio di sole, non mi resta che salire sul sellino e pedalare.
    Destinazione: lungomare liberato.

    Lungomare liberato di Napoli, da godere anche d'inverno

    Il Vesuvio innevato e Castel dell’Ovo: le star

    Con piacere, accolgo l’invito di un amico.
    Pedalare in due è sempre un’esperienza divertente.

    Carichiamo le batterie delle nostre e-bike, tute termiche, guanti, caschetto.
    Nonostante un vento fastidioso, la temperatura, in questa domenica di fine gennaio, è accettabile.
    Si parte!

    In giro per Napoli in bici, poco traffico, molti ciclisti.

    Dal lungomare liberato, uno scatto al Vesuvio innevato è obbligatorio.
    Ma la vera diva, resta il mitologico Castel dell’Ovo.

    Il bianco e nero aiuta a trasferire la magnifica atmosfera del lungomare d’inverno?

    Castel dell'Ovo, la star del lungomare di Napoli

    N’Alberto,  la novità

    Quest’anno, la novità si chiama N’Albero.

    L’osservo, ci giro intorno, lo guardo con circospezione.
    Mi piace.

    Come in una bilancia magica, N’Alberto rappresenta il secondo peso per equilibrare l’indiscussa supremazia del castello.

    Impresa ardua ma N’Albero – con la sua giovanile audacia – può infastidire l’icona assoluta?

    Lungomare di Napoli, NAlbero non è la superstar

    Napoli vista da Posillipo

    Dal lungomare, decidiamo di salire: direzione Posillipo.
    La vetta è distante, la forte salita presenta ben presto il conto.

    Pedalo con fatica – nonostante l’aiuto del motore elettrico.
    Folate di vento gelido tagliano il volto come rasoi.

    Osservo il mio amico dinanzi pedalare con convinzione.
    Ruota nella ruota, sembriamo Coppi e Bartali scalare le vette in quelle leggendarie immagini in bianco e nero.

    Prima che ci scambiassimo la borraccia, il ronzio del motore elettrico ci riporta alla realtà.
    Sostiamo su una terrazza panoramica.
    La fatica vale il premio: la foto da cartolina è servita.

    Napoli vista da Posillipo, la foto da cartolina è servita

    Tappa cittadina da 23 km

    Il computer di bordo segna 23 km percorsi in due ore.
    Un piacevole allenamento, le due ruote regalano sensazioni speciali: senso di libertà,  piacere di vivere la città appieno, giusta fatica nelle gambe, amicizia.

    Una spremuta d’arancio e via.
    Si torna a casa.
    Con la voce rauca.
    Ma felici.


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    I sensi, questi sconosciuti [Domande perBeni]

    Amore in cucina

    “Egregio dr.Beni la seguo da sempre! Il mio cruccio è la cucina, alchimia di sapori ed odori, per me é una vera passione.
    Cucina e creo , anche mentre dormo, ricette sempre nuove e cucino per lui, Anselmo.  Potrei cucinargli anche una scarpa e la sua affermazione sarebbe sempre la stessa: buono!
    Me lo dice da 5 anni, non aggiungendo altro.
    La mia domanda é ha senso continuare per chi forse non ha i sensi?”
    (Golosacreativa)

    Amore in cucina, risponde Antonio P. Beni esperto in aMORE (con la «a» minuscola)

    Antonio P. Beni risponde

    Cara Golosacreativa,
    durante la guerra del Golfo ho affrontato lo stesso problema.
    Ero il Generale addetto alla mensa per l’esercito Iracheno.
    Al tempo avevo sperimentato un menù a base di lisca di pesce disidratata, uova in cartoccio e zucchine saltate su mine.

    Le truppe non apprezzavano , loro volevano altro, qualcosa di rozzo, di volgare e con glutammato.

    Fu così che mi proposi come infiltrato nell’esercito americano.
    Dovevo scoprire cosa il nemico mangiasse per essere così pieno di gioia.

    Entrai nel esercito USA grazie ad coupon scaricato su iOmaggi.

    Presto capii che non era cosa si preparava ma Come si presentava la cosa … le pietanze dovevano dire “‘mangiami che poi il colesterolo sale come se vedesse Miriam Leone nuda su un letto di foglie di croccante pancetta”.

    Intanto però la guerra era finita e tornai a fare lo spazzacamino in Corea del Nord.

    Prova a servire ad Anselmo una tartare di pesce spada con melanzane saltate adagiate su una fonduta di latte e menta.

    Prima di servire, annuncia, avendo cura di essere nuda “Amore non mangiarla ti farà malissimo” e poi con la mano destra prendi una manciata di cibo dal piatto, ingoialo come se non avessi mangiato da mesi e poi leccati le dita lentamente.

    Vedrai che le cose cambieranno, soprattutto se ci fai un video per YouTube.

    Chi è Antonio P. Beni, esperto in aMORE

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      Smog, gli effetti (raccapriccianti) in una foto

      Smog, il «mostro» invisibile: la foto

      Il filtro della maschera antismog compie il suo sporco dovere: ha assorbito fumi e scarichi diretti nei polmoni del sottoscritto.

      In meno di un anno, le macchie nere sono ben evidenti.

      Lo smog è un «mostro» invisibile che attacca i cittadini senza pietà e la foto è una diretta testimonianza.

      Lo scatto è privo di modifiche: si noti il colore scuro – indice di sporcizia – in prossimità dei bordi e l’avanzare della macchia ombrosa dal basso verso l’alto.
      La minaccia è ancora più evidente se confronto lo stato attuale del filtro con il bianco candido dell’originale.

      Gli effetti dello smog

      Smog, quali contromisure?

      Noi ciclisti metropolitani, fermi al semaforo, bloccati in un ingorgo, colpiti dai subdoli fumi inquinanti provenienti dai tubi di scappamento del traffico impazzito.

      Sciami di motorini, auto bollenti, camion puzzolenti ammorbano l’aria ed infestano i polmoni di chi, ogni giorno, è costretto a subire le aggressioni della nube nera che si addensa sulla città.

      A Napoli, la politica quali contromisure mette in campo?
      Il bike sharing è fermo – bloccato dalla burocrazia folle, gli incentivi a pedalare assenti, il trasporto pubblico affossato dai soliti problemi (si chieda ai pendolari esausti).

      Unica arma: le targhe alterne o il blocco virtuale della circolazione.
      Non basta.

      Io, ciclista metropolitano

      Chi è lo strano?

      Per recarmi al lavoro, imperterrito, affronto il «mostro» invisibile e continuo a pedalare.

      Con un pizzico di tenacia ed organizzazione (impossibile rinunciare alla maschera antismog ed al casco), metro dopo metro, ho raggiunto e superato i primi 1000 chilometri metropolitani.

      La mancanza totale della cultura delle due ruote a Napoli è tangibile: assenza di piste riservate, il ciclista metropolitano è un ostacolo da abbattere, un fastidioso insetto da schiacciare nel traffico caotico, un extraterrestre in un mondo di anormale assuefazione allo smog.

      M,a nonostante il look inquietante, l’alieno non è chi pedala.

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      Come affronti il percorso casa-ufficio?

      Il nemico si nasconde nel cervello del pigro, schiavo dell’auto, utilizzata sia per comprare le sigarette nel quartiere che per lo spostamento quotidiano casa-lavoro.

      Prima di recarti in ufficio in auto, mentre a prima mattina resti bloccato nel solito maxi-ingorgo, poniti un elementare quesito: ho un mezzo alternativo?
      A te, amico Lettore, la sincera risposta.

      E’ giunto il momento di andare.
      Salgo in bici e pedalo.
      Stavolta effettuo una deviazione e mi regalo una passeggiata sul lungomare.

      Tu, invece, continua a strombazzare col clacson, con lo sguardo del serial killer imprigionato nel traffico da te stesso generato 🙂

      Io ciclista metropolitano, nonostante tutto


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      Napoli, i miei primi 1000 KM. In bici

      1000 KM, primo traguardo

      Il millesimo chilometro scatta a Materdei mentre supero di gran carriera il gigante verde dalla bocca spalancata.

      La pedalata scivola veloce, la gamba allenata non teme più la salita che all’esordio spaventava.

      Guardo il numero a tre zeri.
      Inspiro soddisfatto.

      I miei primi 1000KM. In bici. A Napoli

      Nonostante tutto, 1000 KM!

      Una boccata di puro smog invade il sottoscritto, coraggioso ciclista napoletano.
      Davanti, un ingorgo blocca la strada: l’enorme autobus pubblico sbuffa fumo nero maleodorante.
      Non può procedere, un auto parcheggiato in doppia fila impedisce il passaggio.

      Pochi istante e la coda di mezzi bloccati cresce a dismisura.
      Un esercito di automobili, lo sciame impazzito di motorini, qualche bicicletta: ognuno cerca una via di fuga per saltare l’ostacolo.

      L’orchestra di clacson inizia il concerto di protesta.
      Dopo pochi minuti di ordinaria follia metropolitana, la strada miracolosamente torna libera.

      Lascio sfogare i «mostri» urbani.
      Osservo ancora il display: 1000 KM!

      Quanto non ho inquinato

      Il conto è servito:

      • con un litro di diesel/benzina, percorro 15 km. in città
      • per 1000 KM servono (più o meno) 67 litri di carburante

      Sottraggo all’inquinamento cittadino 67 litri di idrocarburi, una piccola e grande quantità di smog non generato.
      Non partecipo al concerto dei rumori assordanti prodotto dal milione di veicoli che strombazzano per Napoli.
      Non occupo spazio prezioso tra i pendolari schiacciati come sardine in metropolitana o negli autobus.
      Fornisco l’esempio: l’alternativa esiste.

      Una piccola goccia nell’oceano?
      Però una goccia pulita.

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      1000 km. di casa-lavoro

      La bici (a pedalata assistita) come mezzo di trasporto.
      Le due ruote per raggiungere il luogo di lavoro.

      Napoli non è ancora una città per ciclisti, le difficoltà sono evidenti ed i pericoli ti minacciano ad ogni pedalata.

      Eppure pedalo.
      In città.
      A Napoli.

      E con un pizzico di volontà, puoi pedalare anche tu.
      Basta iniziare, poi non ti fermi più.

      Ci vediamo tra 1000 km.

      Fotogrammi deii miei primi 1000 KM in bici


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      Escrementi di cane per strada: risolvere con i dispenser fai da te (gratuiti)

      Il dispenser fai da te: gratuito

      Fisso il primo volantino SOS CANE al palo della luce di fronte al barbiere.
      Con un pizzico di emozione ed imbarazzo, osservo l’annuncio (rivoluzionario):

       Hai dimenticato il sacchetto?
      Prelevalo gratuitamente dal dispenser!

      Poche righe per incentivare i padroni dei cani all’uso del sacchetto igienico onde evitare di invadere il marciapiede con gli escrementi (non raccolti) dell’amico a quattro zampe.

      Accompagni Fido a liberarsi ma dimentichi la paletta?

      Il simpatico dispenser allegato al volantino distribuisce gratuitamente il guanto col quale prelevare la deiezione e rimediare alla negligenza.

      Basta strapparne uno, compiere il dovere (che ogni padrone civile già esegue) e rispettare la regole elementari della convivenza.

      Dopo pochi minuti, a Napoli è operativo il primo dispenser fai da te (gratuito).

      dispenser fai da te: una semplice ed economica proposta contro gli escrementi dei cani per strada

      dispenser fai da te: una semplice ed economica proposta contro gli escrementi dei cani per strada

      Costo: 5€ per 140 sacchetti più dispenser

      Presso un negozio specializzato in accessori per animali, acquisto un kit di sei rotoli da venti sacchetti igienici al costo di tre euro.
      Con altri due euro compro un simpatico dispenser con 20 sacchetti già inclusi.

      Realizzo il primo distributore fai da te per la raccolta degli escrementi dei cani investendo la modica cifra di cinque euro:

      • 120 sacchetti igienici: 3€
      • dispenser più 20 sacchetti: 2€

      La diffidenza trionferà?

      Giro per il quartiere alla ricerca di adesioni.
      Vorrei installare un distributore fuori ogni negozio che fungerebbe poi da sponsor (citato sul volantino).

      «L’idea è lodevole ma non funzionerà: li ruberanno o distruggeranno tutto» è la risposta della maggior parte dei commercianti.

      Quando cito il canone stimato («5€ al mese?») trionfa la diffidenza.

      Purtroppo devo constatare che, nonostante le buone intenzioni, di fronte ad una spesa (seppur minima e tutta da valutare in base al successo o fallimento dell’iniziativa), i commercianti rifiutano la sponsorizzazione.

      Sono scambiato per l’esattore del pizzo ambientale?
      Assecondato pur di levarmi di torno al pari di un fastidioso venditore di cianfrusaglie?

      «Gli altri sporcano e noi dobbiamo pagare?» è il concetto non dichiarato ma enunciato dall’espressione dei negozianti interrogati.

      Dalle prime reazioni, aspiro all’autofinanziamento: per non essere frainteso, operare con libertà, fornire l’esempio.

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      Ritira i sacchetti presso il negoziante

      L’idea del dispenser H24 libero per strada ai molti sembra troppo … svedese.

      Trovo un compromesso con il bar della zona: fisso il volantino SOS CANE al palo proprio di fronte al locale ma senza distributore: con un pennarello modifico il messaggio:

      Hai dimenticato il sacchetto?
      Prelevalo gratuitamente presso il bar!

      Questa seconda soluzione al sottoscritto non piace perché la maggior parte dei padroni porta Fido a spasso la sera sul tardi, quando i negozi sono ormai chiusi da un pezzo.
      Inoltre, richiede un’azione doppia: lettura del volantino, ritiro del sacchetto (con conseguente ammissione di colpevolezza).

      Pur di pubblicizzare l’idea, accetto la proposta.

      Assegno al barista i primi 20 sacchetti gratuiti con la promessa di rivederci nei successivi giorni per valutare l’andamento.

      Dispenser fai da te: come andrà a finire?

      Non resta che attendere con tenacia: ogni rivoluzione necessita di tempo.
      Controllerò i due dispenser installati (presso il barbiere ed il bar) quotidianamente, due distinti modi di distribuire gratuitamente i sacchetti.

      Aggiornamenti sull’andamento dell’esperimento su questo canale 🙂

      —–
      PS: se apprezzi l’idea, scarica il volantino e provaci anche tu: migliorare il decoro urbano è il primo passo per migliorare la qualità della vita.


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      Come preparare biscotti fatti in casa saporiti (e salutari)

      Gli ingredienti

      • 300 g. di farina integrale
      • un uovo
      • 150 g. di zucchero di canna
      • un vasetto di yogurt (ad esempio, al cocco)
      • mezzo bicchiere di olio di semi
      • mezza bustina di lievito
      • limone grattugiato (o pezzi di cioccolato)

      La ricetta (col segreto dello chef)

      Versa gli ingredienti in un recipiente di dimensione medie.
      Impasta, impasta ed impasta ancora (in cucina non essere frettoloso!) fino ad ottenere una palla compatta.
      Se il miscuglio tende a sgretolarsi oppure non è coeso, aggiungi delle piccole quantità di farina.

      Un piccolo segreto: una volta creata una palla di pasta consistente, racchiudi l’amalgama in una pellicola trasparente e deposita il tutto per mezz’ora in frigo.

      Preparazione dei biscotti

      Ricopri una placca da forno con la carta (da forno).
      Per poter stendere al meglio l’impasto, spargi un pizzico di farina.

      Allunga la pasta (meglio procedere con piccoli pezzi) sulla carta da forno: utilizza un mattarello per ridurre l’altezza dell’impasto (ad esempio, un mezzo centimetro).

      Dopo aver steso il tutto, con un bicchiere di plastica crea delle forme circolare (oppure le stelline, i cuoricini, la mezza luna con le forme per i biscotti che trovi in commercio).

      La cottura

      Mentre ti diverti a creare le sagome dei biscotti, preriscalda il forno a 170 gradi.
      Immetti le teglie con la tua opera nel forno.

      Attendi 15 minuti, poi con una forchetta verifica la cottura.
      Spegni il forno non appena reputi i biscotti croccanti (secondo il tuo gusto).

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      I biscotti fatti in casa in meno di un’ora

      Il sottoscritto è un cuoco alle prime armi.
      Eppure la suddetta ricetta ha un discreto successo tra i commensali.

      Sarà la soddisfazione derivata dal mangiare ciò che si cucina ma preparare i biscotti in casa è un’esperienza da provare (anche per stupire gli ospiti in una serata tra amici).

      Le varianti alla ricetta sono molteplici: pezzetti di cioccolata invece del limone, il burro in sostituzione dell’olio di semi.
      In cucina vince la fantasia …

      Eseguo l’intera ricetta (compresa di cottura) in meno di un’ora.
      I piccoli «mostri» sono pronti.
      Ti aspetto per un assaggio 🙂

      Come preparare biscotti fatti in casa saporiti (e salutari): la mia ricetta


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      Donatori di sangue: I want you!

      Lucia, l’incontro tre volte l’anno

      Lucia non conosce il mio nome.
      Ma io conosco lei.
      L’incontro tre volte l’anno: gentile, accogliente professionale.

      Lucia è un’infermiera del centro trasfusionale dell’ospedale Pascale di Napoli.
      Assiste noi donatori di sangue col sorriso, intrattiene, chiacchiera, rassicura.
      E ringrazia ogni singola persona che,  dopo dieci minuti – tanto dura l’intera operazione! – lascia il centro con l’orgoglio di chi compie una nobile azione.

      Anche io ringrazio perché vado via con una certezza: donare il sangue mi rende un cittadino migliore.

      Donatori di sangue: come sentirsi un cittadino migliore

      L’appello per i non donatori di sangue

      Cercasi adulto (uomo o donna che sia), dotato della giusta dose di umanità, in buona salute, con una vita normale senza comportamenti a rischio, disposto a concedere dieci minuti della propria giornata per compiere un gesto generoso.

      Offresi atmosfera serena e cordiale, la consulenza di medici esperti, competenti e professionali, una check-up completo (controllo della pressione, cuore, analisi del sangue …).
      Segue una colazione tra amici, un giorno di ferie retribuito dal lavoro.

      Guadagno sicuro: la riconoscenza infinita di tutte quelle persone che necessitano di trasfusioni di sangue.


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