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Tag: sesso

Amore senza sesso: è vero amore? [Domande perBeni]

Amore senza sesso, il dubbio di CherryRed

“Caro Beni, ho sempre pensato che l’amore fosse qualcosa di romantico e poetico.
Da tre anni ho una storia che è come un sogno!
Lui è dolce e gentile come un principe.
Mi porta in giro per il mondo, mi regala gioielli, fiori, auto, gelati e case.
Il problema è che non facciamo sesso!
Che senso ha l’amore senza amplesso?”
CherryRed

Amore senza sesso: è vero amore?

Antonio P. Beni risponde

Gentile CherryRed, il tuo è un problema comune a tutte le donne sopra gli ottanta anni.
E’ vero che ne hai 27 e puoi ancora mangiare una mela senza che scappino via gli incisivi, ma hai l’occasione di vivere l’amore vero, quello disinteressato.

Una ricerca che ho condotto alcuni anni fa dimostrava che il 40% delle coppie sta insieme senza fare sesso.
Il problema era che il restante 60% lo faceva tradendo il partner con l’altro 40%.

L’alchimia che si trova tra le lenzuola a volte è fugace, a volte è sagace, e spesso è mendace.
Così si ha Amore senza Sesso.

Quando mi fingevo sessuologo nella Clinica del dottor Kinder, prima che mi arrestassero per millantato credito in banca, incontrai una coppia come la vostra.

Lei era alta, mora e depilata quanto basta per capire che era maggiorenne, lui era brutto e ricco, senza capelli ma con banconote da 500 mila euro al posto del cappello.
Il loro era un amore vero.

Lo capivi da come gli occhi di lei si illuminavano anche senza l’uso dei suoi dodici diamanti, uno per ogni dito.

Il problema era che l’amore non basta se uno dei due ha talmente tanti complessi da sentirsi inadeguato e brutto anche vicino ad un cane bagnato, sporco, puzzolente e perfino morto.

Dalle tue parole capisco che il problema tra voi è lo stesso.
Se vuoi che l’amore sia sopra ogni cosa e, quindi, che lui sia sopra di te, allora devi diventare brutta.

Solo così potrà, il tuo scorfano d’uomo, non avere il dubbio che il tuo amore è solo una strisciata di carta Visa.

Chi è Antonio P. Beni, esperto in aMORE

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    L’innocenza perduta (nel web)

    Rabia Vivian, giovane fotografa

    La sensuale Rabia Vivian mi contatta via facebook: dalla foto evinco lineamenti orientali mentre dagli abiti succinti deduco la sua giovane età.
    Una ragazzina spudorata e decisa, non vi è dubbio.
    Scrive poche parole: «Hello, contact me …» e lascia il suo indirizzo e-mail.

    Rabia è preceduta da Jane Abdel: il profilo presenta informazioni generiche (è nata negli USA) ma la copertina social parla chiaro.

    Una procace studentessa non-ho-capito-di-quale-università-americana racchiusa in uno stringato bikini che si mostra sorridente al mondo mentre è in piscina.
    Anche lei esplicita sintetici concetti e mi invita a contattarla via e-mail.

    Forse, dietro tanta sfrontatezza, si nascondono delle insicure adolescenti timidi in cerca di nuove amicizie?

    D’accordo, sono un ragazzo italiano di sani principi, non fumo, non bevo, effettuo la raccolta differenziata, devolvo soldi in beneficenza, pratico sport e non sperpero denari con le slot machine.

    Però un dubbio sorge anche ad un buon samaritano come il sottoscritto.

    Nella fan page ufficiale mi sono concesso un piccolo riquadro, è vero, ma anche se risulto fotogenico ed ho uno sguardo magnetico, non pensavo di colpire l’immaginario femminile con tanta veemenza!

    Cosa desiderano veramente queste ingenue fanciulle, dunque?

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    La prostituzione viaggia sul web

    Non ho mai risposto a queste esche virtuali, ovviamente.
    La depravazione umana non ha limiti ed i nuovi strumenti tecnologici contribuiscono ad una nuova forma di prostituzione self-service: sono certo che per una ricarica pay-pal di dieci euro, le audaci ragazzine si trasformerebbero in indecenti «mostri» con atteggiamenti e comportamenti in totale contrasto con la loro tenera età.

    L’innocenza perduta di queste ridicole femme fatale (sì, ridicolo è l’aggettivo giusto) è l’aspetto più deprimente nascosto nei loro squallidi inviti.

    La prostituzione web e l'innocenza perduta


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    Quasi selfie

    Il Lettore porcellone

    Il dovere di cronista mi impone di restare sul«pezzo».
    Lo scoop, il picco di audience, l’immagine choc per attirare lo spettatore indignato, i termini-chiave nel titolo e la dea seminuda che ammicca e seduce il lettore-porcellone.

    Oggi, nell’epoca del web sempre e comunque, non servono più questi mezzucci da stampa di serieB.
    Nell’era mobile (da leggere mobail) per raggiungere il minuto di notorietà basta un selfie.

    Un selfie tira sempre

    Leggi «selfie» e catturi l’attenzione del navigatore impertinente: pur di rubare l’attimo di privacy (o avere l’illusione), il pettegolo cambia direzione, clicca sulla foto, la guarda per un millesimo di secondo (tanto dura l’attenzione dell’utente medio), scruta il quadro generale, si sofferma sulle curve della bionda e poi – deluso – abbandona la scena.

    Perché il «selfie» è un autoscatto e come tale appaga solo l’esibizionismo del soggetto ritratto.

    Dunque, i tempi sono difficili per i grandi network mediatici figuriamoci per un piccolo sito come faCCebook ed allora anche io – mio malgrado – costretto mi adeguo alla moda.

    Inserisco «selfie» nel titolo del post (breve, per andare incontro allo standard di concentrazione dell’utente ficcanaso), scrivo i soliti tag nel testo (sesso, soldi, berlusconi, download free, gratis, donne, mostri) condivido sui social ed attendo il successo.

    Per la foto, non assomigliando a Pamela Anderson, mi arrangio come posso.

    Quasi selfie

    Sesso facile (v.m. 21 anni)

    Bloccato a Stoccolma

    Capodanno, una forte nevicata ti impedisce il rientro a casa.
    Sei a Stoccolma per lavoro, bloccato in aeroporto attendi il prossimo volo per l’Italia.
    Vai al bar per ristorarti, sono quasi le dieci di sera ed affranto sorseggi l’ultimo cocktail.

    Cravatta larga, giacca stropicciata, barba sfatta: sei l’icona della stanchezza.
    Desideri solo tornare nella tua dolce dimora, buttarti nel letto e risvegliarti due giorni dopo.

    Un «bip» sinistro ti risveglia dal coma, lo smartphone è più scarico di te e ti abbandona senza pietà.
    Ora sei fuori dal mondo, isolato dalla realtà, disconnesso da ogni network relazionale.

    L’incontro

    «Italiano?» chiede la sensuale ragazza seduta su un lungo sgabello alla tua sinistra.
    E’ una hostess, giovane, scandinava, sensuale di una bellezza dirompente.
    Occhi di ghiaccio, una cascata di capelli biondi, ricorda Brigitte Nielsen nell’altezza e Pamela Anderson nelle forme.

    Una dea racchiusa in una elegante divisa blu.

    La sua voce è una scossa elettrica per la tua schiena piegata, colto da cotanto splendore hai la forza di farfugliare: «sì» e restare immobile per i successivi due minuti incantato dalla visione nordica. La bionda ti sprona: «amo gli italiani, mi divertono … come dite voi? BUNGA BUNGA?» dichiara con la sua ingenua voce straniera.

    Una lampadina si accende nel tuo cervello fino ad un minuto prima spento: «ci sta!» .
    Non ti chiedi nemmeno perché una divinità femminile di tale calibro ti presti attenzione inorgoglito dal tuo fascino di latin lover mediterraneo.

    «Il mio collega dire che tutti aerei fermi fino a domani mattina. Vieni da me? Ceniamo cinese e guardiamo televisione» ammicca l’Anita Ekberg moderna.
    Con la bava alla bocca, puoi solo accettare.

    Sesso facile a Stoccolma?

    Il drink

    Paghi il taxi e, dopo un breve viaggio, arrivate in un appartamento di un anonimo condominio di Stoccolma.

    Entrate, la piccola alcova è confortevole.
    Ti accomodi nel living e con la mente già sogni una notte da film erotico.
    Maledici di aver lasciato l’albergo in mattinata senza esserti fatto la doccia pur di rubarti l’accappatoio.

    «Vado a mettermi a mio agio, ti ho preparato un drink bevi tutto in un sorso» comanda l’hostess mentre sfugge via e ti strizza l’occhio.
    Obbediente come un cagnolino col suo padrone, butti giù l’intero bicchiere di vodka …

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    L’incredulità

    Ti risvegli in piena notte, sei gelato e non ricordi nulla.
    Ti guardi intorno, sei fuori l’aeroporto di Stoccolma senza bagagli, portafogli e nemmeno lo smartphone scarico.

    Solo, chiuso nella tua giacca, comprendi che sei stato ignobilmente derubato (si sono presi anche l’accappatoio dell’albergo).

    Un biglietto ti riporta alla dura realtà: «idiota, non parlare con nessuno di me altrimenti pubblico le tue foto su faCCebook e ti rovino. Comunque, oltre a puzzare, sei pure un pezzente».

    Sesso facile

    Ecco cosa succede a chi crede, senza il giusto senso critico, a tutte le fandonie che ci raccontano.

    E, in fin dei conti, è lo stesso discorso vale anche per te, amico Lettore: sei giunto fino a questa pagina (magari in segreto per non farti scorgere dal tuo fedele partner oppure nascosto dietro il monitor dell’ufficio) solo perché nel titolo del post hai trovato la parola sesso.

    Sei caduto in una truffa virtuale, hai seguito il link senza porti troppe domande sperando in una storia torbida ed in una foto osè di una donnina svedese svestita.

    Se non vuoi finir sbattuto su faCCebook e deriso dall’intera comunità, condividi questo post.

    Non è un ricatto e nemmeno una truffa bensì una lezione: impara a tenere sotto controllo il «mostro» che vive dentro di te altrimenti, prima o poi, pagherai un conto ben più salato.


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