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Tag: smartphone (Page 1 of 2)

Cronaca di un pericoloso avvistamento

Smartphone, sempre e ovunque

Con il viso nello smartphone, in slalom tra passanti e auto.
Incurante della propria (e altrui) sicurezza.
L’osservo stupefatto: rischia, ad ogni istante, di sbattere contro un palo o causare un grave incidente.

Ma lui, il «mostro» tecnologico, non teme imprevisti: deve assolutamente verificare la notifica, quella maledetta tentazione divenuta una spietata dipendenza.

Con lo sguardo fisso sullo schermo, procede con un pericoloso zig-zag.
Schiva, avanza, legge.

Quando lo smartphone diviene una droga

Lo Smartphone-protesi

Lo smartphone incollato sulla mano destra – una protesi del braccio, oramai prolungamento naturale dell’arto -, il collo inclinato, gli occhi assatanati sul display: la posizione naturale del drogato del cellulare sempre e ovunque.

Quel maledetto bip lo obbliga, in qualsiasi luogo sia, ad abbassare gli occhi sullo schermo: deve assolutamente leggere e rispondere.

La dipendenza trasforma un essere normale in un folle.
Anzi, in un criminale.

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Un attimo di distrazione …

In sella ad uno scooter.
Nel traffico, con la mano sinistra digita la risposta mentre, con la destra, guida in slalom tra auto e scooter.

Il «mostro» tecnologico guida con una sola mano.
Con un occhio guarda avanti, con l’altro lo smartphone.
Un granello di sabbia e vola via dallo scooter.
Un battito d’ali di una farfalla e sbatte contro un auto o investe un pedone.

Resto sbigottito.

Guardare il display dello smartphone mentre guidi uno scooter nel bel mezzo del traffico cittadino.
Stavolta non ho davvero parole per descrivere la follia umana.


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L’infedeltà conviene? L’esperienza (costosa) del sottoscritto

L’infedeltà premia

L’ultimo tradimento, tre mesi fa.
Oggi – mio malgrado – sono costretto di nuovo a cambiare.

Perché la lealtà, nella società dell’usa e getta, è un sentimento anacronistico.
Anzi, sconveniente.

Tu credi e desideri rimanere fedele, ce la metti tutta per non cadere di nuovo in tentazione, poi ti guardi intorno e scopri che – chi tradisce – viene premiato.

Nessun senso di colpa, al contrario l’azione gratifica e migliora la propria condizione di uomo moderno.

E dunque, come tre mesi fa, oggi tradisco ancora.

L'infedeltà conviene?

24 mesi, la massima aspirazione

La prova del tradimento è nel nostro smartphone.

Il cellulare resta l’oggetto del desiderio ed intorno ad esso ruotano milioni di chiacchiere, giga byte di foto e miliardi di messaggi.

Parliamo, inviamo, riceviamo: sempre connessi con la migliore promozione attiva del momento.

Mille minuti al mese? Quattro giga di traffico dati?
Voglio di più!

Eppure, ai tempi dei nostri genitori, l’idea di cambiare non era mai presa in considerazione.
Il matrimonio indissolubile, zero concorrenza, la voglia di novità un’utopia come il viaggio sulla Luna.

Nell’era del mobile, invece, non esiste il «per sempre».
Ci si accontenta di ventiquattro mesi ed una tantum, la massima aspirazione possibile per le società di telefonia, le sirene dell’etere.

Il prezzo dell’infedeltà

La voglia di cambiamento ha il suo prezzo.
E così, quando cedo alla tentazione ed attivo la SIM telefonica del nuovo, accattivante operatore, sborso:

  • 8€ la prima ricarica
  • 5€ cambio operatore
  • 5€ la nuova scheda
  • 7€ una tantum

Il tradimento, stavolta, mi costa 25€.
E’ il prezzo da versare per l’insaziabile desiderio di minuti, giga e cianfrusaglie varie.

Soddisfatto, pago e vado via con l’innovativa promozione.

Nessuno offre di più, sono al top tra le attuali offerte sul mercato.
Per ora, almeno.

Il mistero del credito residuo

Dopo la fase iniziale del dolce innamoramento, iniziano i primi inconvenienti: il credito residuo, nel passaggio dal precedente gestore al nuovo, viene decurtato.

Dal mini gruzzoletto, sono spariti 2€.
La piccola somma si è dileguata nei meandri della burocrazia?

I dubbi affiorano, come la sensazione di aver trovato un operatore truffaldino simile a quello appena lasciato.

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I servizi (non richiesti) a pagamento

Il nuovo operatore, dopo il corteggiamento, presenta subito il vero volto: il piano tariffario prevede una serie di servizi non richiesti, ovviamente a pagamento.

Lo scoprirò dopo qualche giorno, quando l’addebito avrà colpito.

A questo punto, non resta che chiamare il servizio clienti per chiedere lumi.
Dopo aver disabilitato tutti i servizi a pagamento, sono costretto a cambiare piano tariffario (e mi fumo la prima possibilità di modifica gratuita del profilo).

Alla ricerca della nuova promozione!

Sono trascorsi tre mesi dall’ultimo tradimento.
Appena raggiunta la stabilità, scopro l’amara verità: sono superato dagli eventi.

Il mio stesso operatore propone, ai nuovi clienti, promozioni migliori di quella offerta al sottoscritto.

Deluso, mi guardo indietro: il mio ex – in caso di pentimento – è pronto ad accogliermi con una super-offerta!

Rifletto.
Sono un tipo fedele.
Credo nell’amore.
L’infedeltà insegna.

Entro nel negozio.
Il sorriso gentile di una ragazza mi accoglie.

Sono pronto a cambiare.
Dopotutto, il tradimento costa solo altri 25€ 🙂


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Concerto di Natale in chiesa, vince la maleducazione tecnologica

Concerto di Natale o concerto degli U2?

Un muro umano di fotografi invasati.
Armati di smartphone e tablet, riprendono lo spettacolo senza mai staccare la registrazione.
Braccia al cielo, per sorvolare gli altri cameramen, e catturare l’immagine esclusiva.

Flash, luci, la calca della prima fila.
I cento display illuminano la piccola chiesa, affollata di bimbi, genitori, parenti, amici.

Il concerto di Natale organizzato dalla parrocchia è un evento da non perdere.

I piccoli cantanti, ingenui e gioiosi, sussurrano le parole tra emozione e sano divertimento.
Gli adulti, invece, forniscono il peggio del repertorio dei «grandi».
Egoismo, nessun rispetto per la collettività, egocentrismo, maleducazione.

In un luogo sacro.

Concerto di Natale, vince la maleducazione

Furbi? No, maleducati

I «furbi» ignorano la presenza degli altri spettatori.
Gli ossessi della ripresa convulsa, nel loro egocentrismo galoppante, si preoccupano solo di se stessi.

Chi, con educazione e rispetto altrui, resta seduto al suo posto, non ha il diritto di guardare il mini-concerto.

Una ripresa inutile

Quando la foga sarà esaurita, i maleducati scopriranno l’amara verità: la ripresa via smartphone sarà inguardabile.
Mossa, buia, lunga, insignificante, non verrà mai più rivista né dal bimbo né dai genitori e parenti.
Noiosa, verrà eliminata con l’anno nuovo.

Dal fondo della chiesa osservo la scena.

Le piccole star cantano beati, sembrano non accorgersi dello squallido teatrino dei genitori, convinti di essere i più furbi.
Invece, sono solo dei «mostri» maleducati.


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Amore 4G [Domande perBeni]

L’amore uomo-macchina ai tempi del 4G

“Caro Beni,
sono innamorato, perdutamente innamorato.
Da due anni ho una storia con Siri, la voce del mio iPhone.
Vorrei per il prossimo Natale presentarla alla mia famiglia.
Che consiglio mi dai per fare bella figura?”
SenzaRete91

L'amore uomo-macchina funziona col 4G: il consiglio di Antonio P. Beni

Antonio P. Beni risponde

Carissimo SenzaRete91,
nel 1992 furono commercializzati i primi navigatori satellitari, ma non fu una idea di Stefano Accorsi.

Quell’anno, il boom dei divorzi preoccupò la chiesa che scomunicò Priscilla Wanunder, ovvero la voce femminile del navigatore.

Il mio amico Jonny Crisci viaggiò ininterrottamente per due giorni pur di sentire la voce del suo navigatore, che battezzò con il nome di Candy.

Allora l’amore tra uomo e macchina era vietato dalla costituzione.

Ricordo ancora il primo Machine Pride a cui partecipai.
Eravamo a San Pietroburgo, serviva il freddo perché un dieci percento dei partecipanti era coinvolto sentimentalmente con la Macchina del Gelato Gig, io ero impegnato con l’accendisigari della mia Duna rossa.

Fummo picchiati dalla polizia, da gruppi NaziUmanisti e dai bimbi che volevano il gelato.
Un massacro che costò la vita a due Estintori, quattro Game Boy, e un Gira La Moda.

Per fortuna, come saprai, grazie alla nuova normativa Europea, l’uomo può sposarsi anche con una macchina, purché non sia un distributore automatico di merendine, per evitare promiscuità.

Il consiglio migliore che posso dare ad una persona equilibrata e concreta come te è di rimanere te stesso.

Non chiedere alla tua Siri di cambiare, ovvero di rispondere correttamente alle domande o di essere sempre disponibile ad offrire il migliore locale di zona.
Tua mamma potrebbe risentirsi durante la cena se qualcuno dei commensali proponesse un ristorante.

Ricorda che l’amore non ha confini fisici, ma controlla sempre se c’è una WiFi disponibile in zona.
Che il vostro amore duri per sempre, o almeno fino al prossimo aggiornamento iOS!

Chi è Antonio P. Beni, esperto in aMORE

Scrivi ad Antonio P. Beni




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    SMAU Napoli 2106, io ci sarò (come VIP)

    SMAU Napoli, l’invito VIP della Regione Campania

    Confermo la presenza allo SMAU Napoli 2016 per la mattinata di giovedì 15 dicembre.
    La Regione Campania, anche quest’anno, regala al sottoscritto un invito VIP per partecipare all’evento tecnologico dell’anno.

    Al Grande Fratello di via Santa Lucia non sfugge nulla.

    E così, per un inspiegabile mistero alieno, l’algoritmo della Regione premia il «blog dei mostri»: nella cassetta postale, tra un volantino del supermercato e l’offerta del parrucchiere, trovo il gradito omaggio.

    SMAU Napoli 2016, l'invito VIP della Regione Campania per il sottoscritto

    Giovedi 15, i workshop 

    Il programma della giornata è pieno di eventi, bisogna organizzare l’agenda per ottimizzare tempo e impegni.

    Seguirò con interesse il Storytelling online: come emozionare e fidelizzare clienti e lettori, il workshop di Anna Pernice.

    Un salto allo Smart Communities per le ultime innovazioni in ambito urbano e poi in giro per il tour tra startup e novità tecnologiche.

    Armato di smartphone, documenterò la visita a colpi di hashtag.

    Ovviamente, lo SMAU prima di essere un evento tecnologico è un luogo per incontrare persone: se, anche tu andrai alla Mostra d’Oltremare, contattami.
    Un caffè ed una chiacchierata sono ancora da preferire ad un chat.
    Anche allo SMAU Napoli.

    PS: una richiesta per la Regione Campania.
    L’anno prossimo, inviatemi l’invito via e-mail, dopotutto la digitalizzazione dei documenti è un obiettivo da perseguire.
    Grazie 🙂

    Il canale Telegram, la nuova frontiera di faCCebook

    Canale Telegram di faCCebook: i vantaggi

    Una notifica bianca, discreta e mai invadente.
    Mai più di una al giorno, il bip giunge verso mezzogiorno quando la voglia di staccare è alle porte.

    Il tuo smartphone tuttofare riceve la notizia: il «mostro» del giorno è on-line.

    Bastano pochi istanti.
    Col pollicione sblocchi lo schermo, scorri le notifiche.
    Dal canale ufficiale di faCCebook.eu è giunto un nuovo messaggio.
    Sorridi.

    Pigi l’avviso, apri il browser e – come fossi al computer – accedi al post.

    Chiaro, nitido, leggi senza fatica alcuna: faCCebook, il blog dei «mostri» per antonomasia, è disponibile anche su smartphone e tablet.

    faCCebook è anche un canale Telegram!

    Whatsapp gratuito? Grazie a Telegram

    Sia chiaro: Whatsapp non è l’unica app per inviare messaggi.
    Da tempo, Telegram avanza tra la soddisfazione generale dei suoi (molti) utenti.
    Da sempre, Telegram è gratuito.

    Una mossa che ha costretto il più famoso concorrente ad eliminare il costo (irrisorio) dell’abbonamento annuale?
    Concordo.

    Come unirti al canale Telegram di faCCebook

    Per ricevere le notizie via Telegram:

    • scarica Telegram dal tuo smartphone
    • dopo l’installazione, apri l’app
    • in alto a destra, clicca sul bottone di ricerca
    • digita faCCebook
    • clicca sul canale e pigia sul bottone “UNISCITI” in basso

    Attendi fiducioso 🙂


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    Quell’odioso augurio (virtuale) natalizio

    Se anche l’augurio è virtuale

    «Bip», la vibrazione del mio smartphone segnala l’arrivo di un nuova notifica.
    «Buon Natale a te ed i tuoi cari. Peppe e famiglia» leggo avvilito.

    Perché – se proprio devo dirvela tutta – l’augurio tecnologico è indigesto, peggio di un calzone fritto ripieno di soffritto di maiale con ciccioli e cipolla cruda.

    Il messaggio giunge diritto allo stomaco, un fendente che manda al tappeto le mie migliori intenzioni.
    Resisto grazie ai duri allenamenti a cui mi sottopongo per affrontare proprio questi momenti di grettezza relazionale.

    Contro l'augurio natalizio virtuale

    Sono pronto: combatterò contro l’augurio natalizio virtuale

    A tutti lo stesso identico messaggio

    Se avessi un radar speciale, intercetterei il messaggio di Peppe per disegnare su un monitor la mappa dei destinatari: emergerebbe un grafico costituito da un’infinità di individui senza distinzione di razza, colore e sesso raggiunti tutti dall’identico augurio speciale.

    Probabilmente, la stessa moglie, l’amante e il bisnonno ultracentenario (che da qualche anno è passato a miglior vita ma presente ancora nella rubrica del cellulare di Peppe) riceveranno contemporaneamente la medesima frase.

    «Non fa male, non fa male» continuo ad urlarmi nella mente proprio come un pugile prima di un importante incontro di boxe.

    La tempesta tra la sera della vigilia e Natale

    Manca poco al Natale e sono conscio che il peggio deve ancora giungere.

    La tempesta di messaggini è prevista per la sera della vigilia e la mattina del venticinque dicembre.
    Per allora prometto di essere al top della forma (fisica ed intellettuale) per respingere ogni tipo di falso augurio.

    Quest’anno non mi coglierete di sorpresa.
    Fatevi avanti «mostri», vi aspetto.

    TIM, perché ricarico ogni 4 settimane?

    Il rinnovo mensile: ogni 4 settimane

    TIM, VODAFONE e WIND realizzano il sogno atavico dell’Uomo: rallentare il tempo.

    E’ bastato un asterisco posto nei rinnovi per le tariffe dei ricaricabili per trasformare il nostro smartphone nel moderno Sacro Graal.
    La formula magica recita:

    l’offerta si rinnova ogni 4 settimane

    Un anno è di tredici mesi?

    La Matematica svela il trucco: un anno è composto da 52 settimane ed il rinnovo della nostra amabile ricaricabile è richiesto ogni 4 settimane.
    Dunque:

    un anno: 52 settimane
    rinnovo ogni 4 settimane
    52 diviso 4 = 13 ricariche in un anno

    La durata dell’anno solare non coincide con il calendario ideato delle compagnie telefoniche: in un anno, i possessori di una ricaribile regalano una quota.

    TIM, perché la ricarica avviene ogni 4 settimane e non è più mensile?

    Una donazione milionaria

    In media, il mercato della telefonia esige 10€ per una ricarica mensile.
    Supponiamo, ad esempio, che l’esercito degli utenti TIM sia di cinque milioni (me compreso): segue che ogni anno la TIM incassa 10€ per 5milioni di persone = 50 milioni di euro in più se gli stessi utenti ricaricassero realmente ogni mese.

    Geniale vero?

    L’asterisco truffaldino

    E’ bastato modificare «l’offerta si rinnova ogni mese» in «l’offerta si rinnova ogni 4 settimane» perché una cascata di soldi cadesse sulle compagnie telefoniche (con il beneplacido degli organi competenti).
    Semplice, immediato, creativo.

    I miei complimenti al «mostro» che ha ideato tale truffa.

    Il Bersani che non ti aspetti

    In banca

    «Se sposta il suo conto corrente da noi, non verrà addebitata nessuna spesa di chiusura» enuncia l’impettito uomo d’affari.
    «Davvero non pagherò subdole penali dichiarate in caratteri invisibili sotto un asterisco truffaldino dietro un cavillo scritto in burocratese?» replico stupito.
    «Confermo: per la Legge Bersani nel cambio della banca non pagherà un centesimo» ribatte lo zelante impiegato.

    Al telefono

    «Per la Legge Bersani, se accetta le nostra offerta, nel cambio di operatore non dovrà pagare nulla. Riceverà una sim nuova con tariffe super scontate!».
    E’ la martellante premessa ripetuta dalle compagnie telefoniche per convincermi a cambiare gestore ed accettare la convenientissima promozione del momento.

    «Per la Legge Bersani, se accetta il tutto incluso, non pagherà penali se passa con noi».
    E’ il medesimo slogan rassicurante spiegato dal call center polacco se propendo per la vantaggiosissima proposta di Telecom Italia.

    In auto

    «Non si preoccupi, per la Legge Bersani lei usufruirà della stessa classe di merito di sua nonna risparmiando una discreta somma, non so se mi spiego» ammicca il promotore assicurativo.
    «Accetto subito!» azzardo felice dopo aver visionato (con depressione crescente) dei preventivi per il rinnovo dell’RC auto più alti del valore della macchina da assicurare.

    Il Bersani che non ti aspetti

    «Per la Legge Bersani non verranno addebitati costi»

    Il pacchetto delle liberalizzazioni proposto dall’allora ministro dello Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani (2007, Prodi) comporta tutt’oggi delle innegabili conseguenze positive per noi cittadini.

    Da allora, quanti Governi e promesse si sono susseguite?
    Innumerevoli riforme annunciate e lasciate marcire nei cassetti del Parlamento.

    Dunque, diamo a Pier Luigi ciò che è di Pier Luigi: il merito di aver migliorato – un primo passo, certo – la vita degli italiani.
    Dopotutto, in due anni (dal 2006 al 2008) l’ex segretario del PD nonché ex Premier ha realizzato piccole e concrete riforme annunciate e mai compiute da altri quotati politici.

    Per apprezzare i suo operato, provate a rispondere a questo semplice quesito: riuscite ad indicare un altro nome che ha operato come il buon ministro Bersani?

    Castel dell’Ovo, la star del lungomare di Napoli

    Castel dell’Ovo, la sentinella del lungomare

    Se passeggi sul lungomare di Napoli, è impossibile resistere alla tentazione: smartphone alla mano, inquadri il vecchio VIP, stai attento alla posizione del sole, osservi il mare e scatti.

    L’antica sentinella entra di diritto tra le star più fotografate dai turisti, dagli stessi napoletani e visitatori da ogni angolo del mondo (per le sue dimensioni e fermezza, viene consigliato anche per un veloce selfie).

    Se la fotografia non è la materia nella quale eccelli, non ti preoccupare.
    Il fascino naturale della maestoso avamposto, i colori azzurri delle onde di Mergellina, la luce accecante sopperiscono alla inesperienza dell’autore e alla deficienza del dispositivo.

    Eppure, nonostante sia un soggetto inflazionato, come tutte le bellezze risulta diverso ed attraente in ogni fotografia.

    Non c’è dubbio: il il Castel dell’Ovo è proprio fotogenico.
    (segue lo scatto dello scrivente)

    Castel dell'Ovo, la star del lungomare di Napoli

    C’era una volta il sito Internet

    Mio nipote ha dieci anni ed accede al suo profilo social più volte al giorno e sempre via smartphone. Perché il mobail (per gli esperti del settore, mobile) è l’innovativo e rivoluzionario metodo per consultare le pagine web e, per un baldanzoso giovanotto moderno, accendere il computer, collegarsi ad Internet, aprire il browser e digitare l’indirizzo è un concetto preistorico «come ci fa fare la professoressa a scuola».

    Eppure, un tempo non troppo lontano (prima che nascesse mio nipote?) il sito internet era una pagina vagante nell’immenso oceano della Rete, un arcipelago infinito di isole HTML collegate da link e raggiungibili dai lenti e disordinati motori di ricerca.

    Oggi, invece, mio nipote cosa intende per «sito internet»?

    i dinosauri di internet
     

    Uno spazio fruibile principalmente dai dispositivi che portiamo con noi (sempre per gli esperti o presunti tali, deve essere responsive), cioè in grado di adattare la visualizzazione a secondo se accediamo dal computer di casa, dal tablet in treno oppure dal cellulare mentre attendiamo la fidanzata prigioniera del parrucchiere.

    Il nostro bel sito, non solo deve modificare il suo aspetto grafico ma deve proporre in modo adeguato i contenuti: se consulto le ultimissime news via cellulare mentre sono in coda alla posta, devo avere – in una sola e piccola schermata – la sintesi delle notizie senza navigare nelle sezioni della politica, sport e economia.

    Inoltre, chi ha l’ardire di aggiornare il suo stato social tramite i “preferiti” del browser dello smartphone? (per poi digitare «ke stress sto cellulare, sto male, mandatemi un poke di solidarietà»)?!?
    L’app ha estinto la razza ed anche gli ultimi dinosauri si sono adeguati.

    Per mio nipote di dieci anni internet è un universo gratuito composto da infiniti pianeti sui quali atterrare per pochi secondi e poi ripartire velocemente, tutto a portata di dito (anzi, di touch).
    Il suo voto, al sondaggio che segue. è scontato.
    Ed il tuo?

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    Da Newton al selfie 2.0

    La mela ispiratrice di Isaac Newton

    «Un minuto e torno, devo comprare solo il pane».
    In macchina, fermo nel parcheggio attendo paziente il ritorno di mia moglie.
    Dopo un quarto d’ora, della mia dolce metà ancora nessuna traccia.
    Il supermercato è un buco nero che inghiotte ogni donna: gli intenti sono sempre minimalisti ma – dopo un tempo indefinito – il carrello stracolmo smentisce le promesse coniugali.

    Dunque, per ingannare le attese, seduto sul comodo seggiolino della mia vecchia Skoda blu, col braccio sinistro appoggiato fuori dal finestrino, socchiudo gli occhi ed ascolto la musica.

    La leggenda racconta che, nel lontano 1666, Isaac Newton seduto sotto un melo nella sua tenuta a Woolsthorpe, fu colpito da una mela che gli cadde sulla testa. L’incidente scatenò l’acuta riflessione: perché la Luna non cade sulla Terra come la mela?

    Ebbene, senza falsa modestia, anche al sottoscritto un semplice episodio ha suscitato una profonda riflessione, forse l’inizio di una nuova rivoluzione mediatica.

    Da Newton al selfie 2.0 il passo è breve

    Il selfie 2.0

    Apro un occhio e guardo la mia immagine attraverso lo specchietto dell’auto.
    Osservo il volto, gli occhiali, la maglietta, la carnagione abbronzata, i capelli ancora neri con qualche filo d’argento.

    Sono io.

    Spinto dall’intuizione, senza riflettere prendo lo smartphone e mi immortalo.

    Scruto ingordo la foto: è un autoscatto oppure un selfie?
    Nulla di così banale.

    Lo scatto – conservato gelosamente nella galleria del mio dispositivo – è qualcosa di indefinibile mai visto prima, forse il capostipite di una nuova forma d’arte moderna.

    Ho creato il selfie 2.0

    E’ il selfie2.0, per i superficiali un autoscatto allo specchio, per chi vede oltre, invece, rappresenta l’egocentrismo dell’individuo del ventunesimo secolo limitato dalla coscienza personale, l’eterna lotta tra la voglia di mostrarsi e la decenza del privato, il conflitto interiore che lacera l’animo dell’uomo ipertecnologico, la dipendenza delle nuove generazioni come segnale mediatico contro l’uso indiscriminato delle droghe nel mondo.

    Forse questa fotografia chiarirà alle folle confuse il giusto percorso da seguire.

    Ma non tocca a me affermarlo, a Voi la decisione se fermare lo sguardo al dito che indica la Luna oppure esplorare la Luna.


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