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Sbatti il mostro in homepage!

Tag: social network (Page 3 of 3)

Mi dica pure (un commento non si nega a nessuno)

Il navigatore tuttologo

Il mondo dei social network, tramite il coinvolgimento attivo dei propri iscritti, genera mode, crea tendenze e decreta il successo oppure il fallimento di una qualsiasi iniziativa.

Nel we2.0 il navigatore è una risorsa da sfruttare, un cliente al quale estirpare un commento, l’esperto in ogni settore pronto a sparare opinioni sui temi d’attualità, una recensione sull’opera teatrale oppure sul premio Oscar, un consiglio sul piatto tipico del Bangladesh, un giudizio sulla politica estera del Pakistan ed un voto nel sondaggio del giorno per stabilire la miglior carta igienica in circolazione.

A dispetto dell’iperattività del tuttologo virtuale, restiamo inermi difronte alle sentenze dei motori di ricerca.

Fiducia cieca in Google

Da internauti ingenui, demandiamo a Yahoo! e compagni la navigazione, ci fidiamo delle risposte, raramente eseguiamo controlli incrociati sui risultati di una ricerca.

Come dei bambini presi per mano dalla mamma, davanti a Google diveniamo adulti sempliciotti privi di senso critico, persone assuefatte, percorriamo l’unica strada possibile.

Consegniamo le chiavi dei nostri pensieri e nudi attendiamo felici di essere condotti.

L’ecosistema necessita degli escrementi

Ma, come la Natura insegna, l’equilibrio di un ecosistema necessita anche degli escrementi del più miserevoli dei parassiti ed il nobile principio vale pure nell’iperspazio.

Difatti, il compito del tuttologo – a sua insaputa – è fondamentale per ristabilire la democrazia della Rete: nonostante non indaghi mai sulla veridicità della fonte di una notizia, l’incauto mitraglia di commenti qualsiasi pagina gli capiti a clic e la spazzatura generata permette la diffusione di notizie dirette saltando i filtri imposti dagli avanzatissimi algoritmi dei motori di ricerca.

Per alimentare questo processo di giustizia sociale (basato sull’entropia), da oggi anche su faCCebook sarà possibile lasciare un commento utilizzando il proprio account facebook, la madre dei tuttologi social.

Trovo questa innovazione – figlia dei nostri tempi – davvero interessante.
Concordi?


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Lo schiavo (tecnologico)

Vivere il web con passività

Con lo sguardo fisso nel monitor luminoso, osservi le pagine internet scorrere velocemente senza fissare l’attenzione su nessun dettaglio.

Il web cattura la totale concentrazione e tu – senza opporre resistenza – ti perdi nel computer, divieni schiavo di uno strumento che in realtà dovresti dominare.

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Due ore dopo, annoiato e con un pugno di mosche tra le mani, non ricordi nemmeno il motivo per il quale ti sei connesso e, rassegnato, capisci di aver perso tempo senza aver concluso nulla.
Sfatto e con una sensazione di delusione che pervade il cervello, cedi alle lusinghe di Morfeo.

L’apatia della navigazione senza meta ha sentenziato l’inevitabile bilancio: sei caduto nella ragnatela della tecnologia passiva.

La dipendenza tecnologica ti rende schiavo!

La dipendenza tecnologica

Sempre più persone sono vittime innocenti degli elettrodomestici casalinghi: i bimbi ipnotizzati dai videogames, gli adulti imprigionati dai social network, televisione e smartphone.
L’uso distorto dello strumento genera dipendenza, inattività e – soprattutto – frustrazione: da utilizzatore intelligente ad utente dominato il passo è breve.

Come utilizzare il web con intelligenza

Durante il surfing web è necessario stabilire un obiettivo ed un intervallo di tempo massimo da dedicare alla navigazione.

Vivere il web in modo critico, intelligente ed attivo sancisce due notevoli risultati: si evita la creazione di contenuti inutili (e l’intera Umanità ve ne sarà grata) e si ottimizza il proprio tempo libero (ed il corpo e la mente ne trarranno i meritati benefici).

Provare per credere.


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Dedicato a Te

La dedica

Questo amorevole post è rivolto a Te, intendo proprio Tu che, con lo sguardo fisso nel monitor, dedichi un minuto del tuo prezioso tempo alla lettura digitale.

Da casa o in ufficio, in metropolitana o in autobus, per svago o per informarti accedi a blog, giornali on-line e social network.

Scorri le pagine, una manciata di secondi per scrutare i titoli delle notizie più interessanti, un clic per sbirciare la foto di attualità e pochi istanti da dedicare al video virale del momento.

Informazione mordi e fuggi, superficiale ed a portata di tutti

Informazione mordi e fuggi

E’ l’informazione mordi e fuggi: superficiale, mobile (da leggere mobail) viaggia con te, a portata di mano e sempre usufruibile, stringata e mai approfondita, quasi un sentito dire più che una notizia ufficiale, uno stato d’animo piuttosto che un’analisi, un battito di ciglia e la novità è già vecchia.

Come in un film muto, sul piccolo schermo dello smartphone scorrono guerre, drammi, dolori, felicità, gioie, solitudine, amore, fotogrammi di vite vicine e lontane, immagini e testo divorati dal cervello in un infinitesimo di Planck, il lampo e l’evento è archiviato come «già letto».

Informazione mordi e fuggi, superficiale ed a portata di tutti

Dunque, caro Lettore, se hai osato fino a questo punto non posso che ringraziarti.
Visti i tempi (veloci), è un lusso per pochi giungere a fine post ed io – se ho catturato la tua attenzione per mezzo minuto e col sorriso sulle labbra – ne sono orgoglioso.

Informazione mordi e fuggi, superficiale ed a portata di tutti


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Come scrivere un post di successo (valido solo per l’Italia)

L’Italia, il paese della «segnalazione»

Chiariamo subito il punto: io non ho mai scritto un post di successo.
E quindi?
Non significa nulla, sono comunque legittimato a dibattere sull’argomento come «esperto del settore» perché vivo in Italia.

Difatti, nel nostro Bel Paese non esiste nessuna relazione tra competenze e ruolo ricoperto, vale l’autocertificazione dei titoli (fino a prova contraria) ed ognuno può aspirare a qualsiasi carica.

E’ il nostro piccolo «sogno americano», l’abbattimento delle barriere sociali e l’aspirazione a migliorare il proprio status indipendentemente dal curriculum.

Però devi avere la giusta conoscenza: l’amico ti «segnala» e la posizione agognata da centinaia di candidati diventa tua.
E’ semplice, è naturale, il trucco c’è ma non si vede, è la magia della raccomandazione.

Come scriovere un post di successo? Con il trucco delle lentine blu

Consigli per un post di successo?

Ora, il Lettore Italiano non si senta tradito, chi si aspettava dei consigli su come pubblicare un articolo che porti fama e soldi non si lagni proprio con me.

Basta guardarsi intorno, di «mostri» – quelli veri – siamo circondati (l’impiegato dell’ufficio che non rispetta gli orari di apertura dello sportello protetto dal responsabile-complice a sua volta raccomandato), sfogate la vostra giusta rabbia nei loro confronti.

Io mi limito ad un piccolo espediente (ingenuo come le lenti a contatto colorate) per pubblicare il mio primo post di successo (apprezzate la brevità dell’articolo).

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Facebook, ecco il commento più digitato

facebook, gli ultimi 100 commenti?

E’ evidente, il 99% degli utenti registrati a facebook genera contenuti inutili.
Difatti, il mondo dell’informazione vivrebbe bene anche senza i milioni di post digitati da ogni angolo del Pianeta da chiunque.

La mia amara considerazione non vuole essere una critica al citizen journalism ovvero il giornalismo partecipativo bensì a tutti coloro che utilizzano i social network in modo distorto.

Per dimostrare la mia tesi, ho analizzato gli ultimi cento commenti dei miei «amici» presenti sul sito di Mark Zuckerberg.

facebook, l'isola dei commenti superflui

Uno studio senza precendenti

Uno studio serio (e senza precedenti) su un vasto campione che ben rappresenta la popolazione globale: i miei contatti vanno dallo studente (di ogni ordine e profitto) fino al professore universitario, dall’imprenditore al disoccupato, non manca la casalinga di Voghera e nemmeno la donna in carriera.

Sportivi, obesi, ristoranti e attività commerciali, esperti informatici e cialtroni, nonne, zie, mamme e papà, single, amanti, suocere … i miei «amici» accedono dal pc di casa e dal computer dell’ufficio, via smartphone e con i tablet di ultima generazione.

E cosa scrivono di tanto interessante?

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Il commento più digitato

Condividono contenuti già condivisi da altri utenti creando un circolo vizioso senza fine (privo di valore aggiunto).

Si potrebbe pensare che il meglio del superfluo lo si legga nei giorni delle ricorrenze, i compleanni su tutti.

E’ vero, si sprecano le frasi profonde e sincere al festeggiato di turno («auguri») ma la mia indagine smentisce questo luogo comune e fornisce un risultato sorprendente: il commento più scritto su facebook è lo sbalorditivo, intenso, appassionato, filosofico «AHAHAHHAH».

Da notare: la potenza di questo commento mette fine a qualsiasi conversazione.
AHAHAHHAH


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Social Natale

Natale, gli #hashtag 

Regali, frenesia, stress, spese folli, futilità, corse, negozi, shopping, centri commerciali, traffico, caos, finzione, ipocrisia, soldi, denaro, mangiate, cenoni, abbuffate, sperpero, spreco, ingordigia, festa, veglione, discoteca, falsità.

Solidarietà, volontariato, mensa dei poveri, altruismo, donazioni, fede, bontà d’animo, miglioria, convinzione, ideali, carità, Gesù, verità.

SMS, Whatsapp, telefonate, facebook, twitter, Google+, social network, e-mail, superficialità, finzione, ipocrisia, inutilità, rapporti virtuali, amicizie virtuali, auguri virtuali.

Il virtual Natale è social!

La domanda

E tu, caro «mostro», con quale di questi tre Natali ti immedesimi?


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Contro gli auguri natalizi virtuali

A Natale l’augurio viaggia su WhatsApp

«Bip», la vibrazione del mio smartphone segnala l’arrivo di un nuovo messaggio.
«Buon Natale a te ed i tuoi cari. Peppe e famiglia» leggo avvilito.

Perché – se proprio devo dirvela tutta – questo tipo di augurio è indigesto, peggio di un calzone fritto ripieno di soffritto di maiale con ciccioli e cipolla cruda.

Il messaggio giunge diritto allo stomaco, un fendente che manda al tappeto le mie migliori intenzioni, resisto grazie ai duri allenamenti a cui mi sottopongo per ritrovare gli occhi(ali) della tigre, preparazione utile per affrontare proprio questi momenti di grettezza relazionale.

Contro gli auguri natalizi virtuali

La traiettoria dell’SMS

Se avessi un radar speciale, intercetterei l’sms di Peppe per disegnare su un monitor la mappa dei destinatari: emergerebbe un grafico costituito da un’infinità di individui senza distinzione di razza, colore e sesso raggiunti tutti dall’identico augurio speciale.

Probabilmente, la stessa moglie, l’amante e il bisnonno ultracentenario (che da qualche anno è passato a miglior vita ma presente ancora nella rubrica del cellulare di Peppe) riceveranno contemporaneamente il medesimo sms.

«Non fa male, non fa male» continuo ad urlarmi nella mente proprio come un pugile prima di un importante incontro di boxe.

Manca poco al Natale e sono conscio che il peggio deve ancora giungere.

La tempesta di messaggini è prevista per la sera della vigilia e la mattina del venticinque dicembre, per allora prometto di essere al top della forma (fisica ed intellettuale) per respingere ogni tipo di falso augurio.

Quest’anno non mi coglierete di sorpresa, fatevi avanti «mostri» vi aspetto.

La risposta è tra la gente (comune)

Voci di popolo

Le voci della strada descrivono meglio di un telegiornale la realtà odierna.
Basta passeggiare per la città per carpire il mondo di oggi, gli stati d’animo delle persone comuni e le mode del momento.

Cammino, incrocio l’altro e negli istanti di intersezione delle nostre vite ascolto frammenti di discorsi, particelle di sfoghi, briciole di esistenze.

Poi il tizio a passo veloce svanisce tra la folla subito sostituito da un altro anonimo individuo.
Nuove parole urlate al vento, frasi incomplete per disegnare parti del mondo che vivono dietro ogni essere umano.

Bisogna però prestare la giusta attenzione.

Voci di popolo: perché la risposta è tra la gente (comune)

Lasciarsi su facebook

Tra il fiume di pendolari mattutini che scorre nei tunnel del metrò, capto lo sfogo di una giovane ragazza: «mi sono appena lasciata e difatti su facebook ho messo nessuna relazione» urla al cellulare mentre tenta di aprire un varco tra la ressa della stazione.

La generazione social vive mischiando realtà virtuale e vita privata: il confine è ormai depennato e probabilmente il suo ex (eterno) amore scoprirà di essere tornato single perché non è più tra gli “amici” di lei.

I politici sono tutti ladri

Il battito di un occhio ed afferro il più gettonato tra i luoghi comuni: «Berlusconi si trova bene in Parlamento perché sono tutti ladri!» sentenzia un tale mentre corre verso la biglietteria con un altro sconosciuto che annuisce pacchiano.

Giunge il sospirato treno, in breve la mandria dei pendolari riempe le carrozze-bestiame.
Compressi come sardine, per restare in equilibrio non è necessario nemmeno mantenersi alle maniglie: la schiena dell’uno appoggiata a quella dell’altro a formare un unico, voluminoso corpo compatto autogestito.

Dal fondo si alza una protesta: «il biglietto aumenta ma il servizio fa sempre schifo» sentenzia un uomo in vena di polemiche.
A parlare è uno dei pochi fortunati che viaggia seduto.

Non tutti i frammenti captati sono esempi di buon senso.


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Balotelli, rigore sbagliato ed espulsione: colpa di un tweet

La previsione

Il mio tweet delle 19.36 – settantanove minuti prima dell’inizio del big match Milan-Napoli – si insinua tra la cresta appuntita ed il cervello incerto di Super Mario:

“stasera prevedo un rigore a favore del #milan con errore di @FinallyMario balotelli. Cmq sia errore influente ai fini del 3a0 per il #napoli”

Balotelli, il mio tweet negli spogliatoi

Immagino la scena nello spogliatoio rossonero: pettorali all’aria, smartphone tra le mani, cuffie bianche nelle orecchie, Balotelli ascolta la sua playlist preferita in cerca della concentrazione smarrita.

Il cellulare vibra, giunge una notifica via twitter: “sei stato menzionato”.
Incuriosito, superMario pigia col pollicione sullo schermo e legge il mio tweet.

Ridacchia nervoso mentre l’Iphone passa tra le mani dei compagni: scherzi, virili pacche sulle spalle, battute scaramantiche per sdrammatizzare ma è evidente, il dubbio si è incuneato tra i giocatori, la fiducia incrollabile nel tiratore infallibile di penalty vacilla, la domanda aleggia tra la squadra: Balotelli può sbagliare un calcio di rigore?

Balotelli ed tweet maledetto

Il labiale di Balotelli

Il malefico cinguettio perseguiterà il bomber rossonero fino al 17′ del secondo tempo quando sbaglierà il suo primo rigore da professionista, il ventiduesimo (interrompendo una serie di ventuno centri consecutivi).

Il Napoli trionfa al Meazza e SuperMario non si dà pace, a fine partita sbraita, urla inviperito: «datemi il cellulare, voglio cancellare il mio account da twitter!».

I compagni cercano di calmarlo ma Balotelli è un furia, carico di rabbia corre verso l’arbitro: «tu non sei su twitter, non puoi capire!» strepita esasperato.

E difatti l’arbitro non lo perdona: alla conseguente espulsione, dal labiale dello stupito SuperMario si carpiscono poche, laconiche parole di meraviglia: «ma tu non sei nemmeno un mio follower, perché?»

Balotelli stupito in cerca di nuovi follower

 

E’ morto facebook, evviva facebook!

faCCebook, la nuova fanpage

Ed Hutchinson vi saluta.
Dopo aver servito con onore la Patria per tre lunghissimi anni, aver condiviso migliaia di link a post di denuncia, dopo aver pubblicato foto e video per smascherare i peggiori «mostri» sulla piazza, aver inviato “poke” di solidarietà, stretto amicizia con quasi duemila cittadini, il giornalista modello, l’uomo tutto d’un pezzo che non si piega ai ricatti e non teme le minacce, abbandona la scena (virtuale).

Da oggi, il profilo ufficiale con il quale ho frequentato facebook è – di fatto – dismesso.
Mi spiego meglio: Ed Hutchinson va in pensione, è fuori servizio, out of order, dead code, account non più aggiornato, scegliete Voi.

La mia esistenza sul social network creato da Mark Zuckerberg continua tramite la nuova fan page di faCCebook.eu: cliccate sul famoso “Mi piace” per continuare a ricevere gli aggiornamenti del blog dei “mostri” direttamente sulla vostra bacheca.

Per Voi, amiche ed amici Lettori, non cambia nulla; io, invece, riuscirò nel mio intento: vivere in modo impersonale facebook.

faCCebook.eu, la nuova fan page

Perchè cambiare

E’ proprio questo il motivo del cambiamento.

Nonostante abbia scritto a chiare lettere che Ed Hutchinson non sia io, continuo a ricevere messaggi privati, tag a foto di famiglia ed inviti di amici, colleghi e parenti.

Desideravo solo uno spazio nella più affollata piazza web del momento per distribuire volantini, essere presente come “personaggio” ma non come persona (fisica) ed invece ho fallito.

Al mea culpa (è vero, avrei dovuto da subito creare la fan page come fanno tutte le rock star) va associata l’ignoranza dell’utente medio, l’osmosi tra pubblico e sfera privata, tra tutto ciò che è reale e ciò che non lo è, la superficialità nell’accettare un’amicizia, la facilità con la quale si condividono foto personali e confidenze intime al mondo intero.

Quest’uso infantile del web a me disgusta.

La richiesta

Vi chiedo cortesemente di cancellare Ed Hutchinson dalle vostre “amicizie” facebook e – chi lo desidera – spostare la vostra attenzione sulla fan page di faCCebook.eu.
Grazie.


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