Come si diventa parcheggiatore abusivo?
L’attività (commerciale), immagino si erediti.
Il papà, lo zio ma anche la mamma.
Credo sia la spiegazione (folle) più plausibile: sei diventato parcheggiatore abusivo perché in famiglia c’è già chi opera nel settore?
Concepire una strada diversa, risulta difficile.
L’esempio, il movente.
Sarebbe interessante una statistica: su cento parcheggiatori abusivi, quanti hanno un parente già parcheggiatore abusivo?
Inventarsi il mestiere dal nulla, in questo ambito spietato, non lo reputo plausibile.
Per diventare guarda-macchina, in Italia, devi conoscere oppure possedere la giusta raccomandazione.
Chi meglio di mamma o papà?
Perchè si diventa parcheggiatore abusivo?
Un giovane disoccupato, per mandare avanti la famiglia, fa necessità virtù.
La società civile non gli garantisce un lavoro normale, dunque, per sopravvivere, organizza la sua attività imprenditoriale.
Che trattasi di estorsione ai danni di cittadini onesti, poi, al giovane disoccupato, nulla interessa.
A Napoli, il guarda-macchina è un lavoro antico, accettato come normale da molti, contrastato con azioni eclatanti dalle forze dell’ordine ma, vista la realtà dei fatti, con risultati mediocri.
Il fenomeno è duro a morire ed il sinistro personaggio è parte integrante del decoro urbano.
Perché si diventa (e si tollera) il parcheggiatore abusivo?
Per non spingere queste persone verso lidi più pericolose: un guarda-macchina in più, un possibile delinquente in meno.
L’alibi è servito.
Parcheggiatore abusivo, quando sparirai?
Ai tempi del contrabbando di sigaretta, valeva la medesima equazione impossibile: tolleriamo i contrabbandieri di bionde per non trasformarli in futuri assassini.
Un mantenimento della quiete pubblica opinabile, una stato sociale basato sull’assurdo.
Eppure, il fenomeno del contrabbando di sigarette, si è spento.
Merito di qualche legge speciale?
Perché contro la piaga quotidiana del parcheggiatore abusivo, non si agisce con la medesima determinazione?
Un paese normale, può definirsi tale se fuori ad un cinema, al teatro, in pizzeria o al Pronto Soccorso, ti attende puntuale un tizio che ti minaccia per estirparti due euro? (spesso sotto lo sguardo indifferente/impotente dei Vigili Urbani)
Vorrei porre queste domande al diretto interessato.
Sarei curioso di ascoltare il suo pensiero.
Io non ne conosco nessuno, li osservo ogni giorno mentre mi reco in ufficio in sella alla e-bike.
Operano alla luce del sole, con sfrontatezza, certi di non essere puniti, in ogni angolo della città.
Prima o poi, intervisterò uno di questi «mostri» metropolitani.
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