Michele Bovenzi, il post di Lorenzo Izzo
La storia è raccontata da Lorenzo Izzo nel post Il tragico destino di Michele Bovenzi.
[…] All’ombra di una quercia, Michele prese una bomba di mortaio, ansioso di ricavarne la polvere da sparo.
Avendo a portata di mano una pietra calcarea, iniziò a percuotere l’ordigno. Non conoscendo, però, la tecnica dello Stavolone per evitare l‘innesco, la bomba gli esplose tra le gambe […]
Il mio amico, storico per passione, ha l’indubbio merito di riportare alle cronache un episodio dimenticato dalla stessa comunità di Calvi Risorta – piccolo paese in provincia di Caserta – dove è avvenuta la drammatica vicenda nel 1944.
I 3 motivi del successo
Evidenzio i tre aspetti che rendono il post di Lorenzo un articolo di successo:
- la vicenda suscita rabbia perché ingiusta: la lettura emoziona
(esempio perfetto di storytelling, l’arte del narrare) - la notizia locale è emblematica: può essere narrata in mille altre guerre
(da glocal a global) - l’articolo ci sbatte in faccia l’assurdità di ogni conflitto per ricordare
(il blog di Lorenzo, documenta)
Riuscire ad indignare il Lettore, capacità di rivedere la storia in mille altri contesti, far riflettere: gli ingredienti di successo dello storytelling, «l’arte del narrare», sono presenti nella drammatica vicenda del piccolo Michele Bovenzi.
Il ricordo di Michele Bovenzi contro ogni guerra
Dai bombardamenti sulla piccola Calvi Risorta durante la seconda guerra mondiale alle immagini terrificanti di Aleppo (ma non solo), la storia ripresenta i suoi «mostri» peggiori.
E dunque, il tragico destino di Michele Bovenzi, rappresenta una potente denuncia contro la guerra.
Perché ci ricorda la follia dei conflitti, in ogni luogo (e tempo) essi avvengano e chiunque ricerchi e documenti tali orrori, merita il nostro sostegno e plauso.
Grazie a Lorenzo, da oggi il ricordo di Michele Bovenzi, non cadrà nel pozzo nero dell’oblio.
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