Bud Spencer, il gigante buono
La (mia) generazione anni70 cresce con i sogni di E.T., le battaglie di Goldrake, i fagioli ed i pugni buoni di zio Bud.
Il ricordo è lontano: sul grande schermo, il volto cattivo ed il barbone nero di Bambino, la puzza degli abiti sudici, la polvere sollevata dal cavallo di Trinità che, pigro, trascina l’assonnato pistolero nel deserto.
I ricordi di un bimbo anni 70
Siamo al cinema – tutta la famiglia, insieme ad altre mille famiglie – al fianco di Bud Spencer e Terence Hill per una scazzottata contro i prepotenti di turno.
L’emozione tira brutti scherzi, i ricordi tornano a galla.
Un flashback di “Lo chiamavano Trinità”?
Impossibile: nel 1970 ero un poppante.
Risale alla mente un fotogramma di “Continuavano a chiamarlo Trinità”?
Non credo: nel 1971 guardavo il mondo dalla culla.
Un ricordo di “Altrimenti ci arrabbiamo”?
Forse: nel 1974 viaggiavo nel carrozzino, la mia dune buggy.
I cazzotti per i cattivi (mai troppo cattivi)
Sotto le note incalzanti degli Oliver Onions, sul grande schermo di un cinema di Napoli (oggi chiuso), volano cazzotti buoni.
I cattivi, puniti e pentiti, non sono mai così cattivi: necessitano solo di una ripassata e quale metodo migliore di un pugno di zio Bud proprio al centro del testone del bullo ed una serie di padellate di Terence Hill per dileguare i tirapiedi del Capo?
Il cinema di ieri
Nessuna prenotazione, poltrone normali, niente aria condizionata, la sala gremita, il brusio continuo, il fumo delle sigarette, la torcia della maschera, cala il buio, inizia la magia, l’odore dei popcorn, la gioia di un bimbo al cinema con la sua famiglia.
Un dolce ricordo condensato nel tweet di Roberto Saviano (coetaneo del sottoscritto):
Muore Bud Spencer, e l’ultimo frammento di infanzia se ne va via. pic.twitter.com/dsSGKhQq33
— Roberto Saviano (@robertosaviano) 27 giugno 2016
Terence Hill e Bud Spencer, film puliti
Film per tutta la famiglia, mai volgari, divertimento pulito e assicurato. il senso di giustizia raccontato con leggerezza, a suon di risse con i nemici sconfitti che si rialzano, le pistole mai usate, il gigante buono in difesa dei più deboli.
E tanto buon umore.
Da bambino, se non volevo mangiare, mio papà utilizzava i film di Bud Spencer con epiche mangiate come terapia: la fame mi arrivava subito. — Roberto Saviano (@robertosaviano) 27 giugno 2016
Grazie zio Bud
La notizia giunge via Whatsapp, segno dei tempi moderni.
Il dispiacere pervade l’intera mattinata, sento di aver perso un vecchio amico.
Butto fuori la tristezza in queste righe scritte di getto.
Navigo in cerca di solidarietà e – come è giusto che sia – istante dopo instante, il web si riempe di ricordi, citazioni, video, foto, post commossi, ringraziamenti di gente famosa e persone qualsiasi.
L’esercito di fans tripudia al suo Gigante Buono il doveroso riconoscimento perché la sua straordinaria vita – uomo integerrimo ed attore pulito – accompagni, attraverso i suoi ingenui e divertenti film, le future generazioni.
Come ha accompagnato noi.
Grazie zio Bud.
Ciao #BudSpencer Ti abbiamo voluto bene in tanti — Matteo Renzi (@matteorenzi) 27 giugno 2016
#BudSpencer
Grazie per aver fatto vivere a noi ragazzini degli Anni Settanta un’infanzia migliore… pic.twitter.com/07g1i9Hf1W— Marco Mazzocchi (@officialmaz) 27 giugno 2016
Fa male. È un dettaglio la vinta lunga e larga che ha vissuto. E un uomo con le spalle larghe ecco cosa ci vorrebbe per te. #BudSpencer — Pierluigi Pardo (@PIERPARDO) 27 giugno 2016
Un altro grande napoletano ci ha lasciati.
Addio #BudSpencer, gigante buono, eroe della nostra infanzia…#ciaobud pic.twitter.com/x4uL3MyruI— Gigi D’Alessio (@_GigiDAlessio_) 28 giugno 2016
Quanta dolcezza in quegli occhi stanchi… #BudSpencer pic.twitter.com/6NB97ovJfJ
— Ivan Zazzaroni (@zazzatweet) 28 giugno 2016