Vivere il web con passività
Con lo sguardo fisso nel monitor luminoso, osservi le pagine internet scorrere velocemente senza fissare l’attenzione su nessun dettaglio.
Il web cattura la totale concentrazione e tu – senza opporre resistenza – ti perdi nel computer, divieni schiavo di uno strumento che in realtà dovresti dominare.
Due ore dopo, annoiato e con un pugno di mosche tra le mani, non ricordi nemmeno il motivo per il quale ti sei connesso e, rassegnato, capisci di aver perso tempo senza aver concluso nulla.
Sfatto e con una sensazione di delusione che pervade il cervello, cedi alle lusinghe di Morfeo.
L’apatia della navigazione senza meta ha sentenziato l’inevitabile bilancio: sei caduto nella ragnatela della tecnologia passiva.
La dipendenza tecnologica
Sempre più persone sono vittime innocenti degli elettrodomestici casalinghi: i bimbi ipnotizzati dai videogames, gli adulti imprigionati dai social network, televisione e smartphone.
L’uso distorto dello strumento genera dipendenza, inattività e – soprattutto – frustrazione: da utilizzatore intelligente ad utente dominato il passo è breve.
Come utilizzare il web con intelligenza
Durante il surfing web è necessario stabilire un obiettivo ed un intervallo di tempo massimo da dedicare alla navigazione.
Vivere il web in modo critico, intelligente ed attivo sancisce due notevoli risultati: si evita la creazione di contenuti inutili (e l’intera Umanità ve ne sarà grata) e si ottimizza il proprio tempo libero (ed il corpo e la mente ne trarranno i meritati benefici).
Provare per credere.
Facebook, ecco il commento più digitato
By Mario Monfrecola
On 27 Gennaio 2014
In Tecnologie
facebook, gli ultimi 100 commenti?
E’ evidente, il 99% degli utenti registrati a facebook genera contenuti inutili.
Difatti, il mondo dell’informazione vivrebbe bene anche senza i milioni di post digitati da ogni angolo del Pianeta da chiunque.
La mia amara considerazione non vuole essere una critica al citizen journalism ovvero il giornalismo partecipativo bensì a tutti coloro che utilizzano i social network in modo distorto.
Per dimostrare la mia tesi, ho analizzato gli ultimi cento commenti dei miei «amici» presenti sul sito di Mark Zuckerberg.
Uno studio senza precendenti
Uno studio serio (e senza precedenti) su un vasto campione che ben rappresenta la popolazione globale: i miei contatti vanno dallo studente (di ogni ordine e profitto) fino al professore universitario, dall’imprenditore al disoccupato, non manca la casalinga di Voghera e nemmeno la donna in carriera.
Sportivi, obesi, ristoranti e attività commerciali, esperti informatici e cialtroni, nonne, zie, mamme e papà, single, amanti, suocere … i miei «amici» accedono dal pc di casa e dal computer dell’ufficio, via smartphone e con i tablet di ultima generazione.
E cosa scrivono di tanto interessante?
Il commento più digitato
Condividono contenuti già condivisi da altri utenti creando un circolo vizioso senza fine (privo di valore aggiunto).
Si potrebbe pensare che il meglio del superfluo lo si legga nei giorni delle ricorrenze, i compleanni su tutti.
E’ vero, si sprecano le frasi profonde e sincere al festeggiato di turno («auguri») ma la mia indagine smentisce questo luogo comune e fornisce un risultato sorprendente: il commento più scritto su facebook è lo sbalorditivo, intenso, appassionato, filosofico «AHAHAHHAH».
Da notare: la potenza di questo commento mette fine a qualsiasi conversazione.
AHAHAHHAH
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