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Fate presto: la pista ciclabile immaginaria più lunga d’Italia sta sparendo!

A Napoli, la pista ciclabile immaginaria più lunga d’Italia

Da bravo ciclista napoletano ne sono convinto: la pista ciclabile immaginaria presenta molteplici aspetti positivi.

L’iniziativa del Comune va lodata.
Evidenzio tre caratteristiche che, nel corso delle tante rischiose pedalate per Napoli, ho apprezzato:

  • la pista ciclabile immaginaria non sottrae spazio agli automobilisti in cerca di parcheggio, sempre stressati e con le fiamme negli occhi per il caos urbano (peraltro, generato da loro stessi)
  • zero costi di manutenzione (difatti, sta sparendo)
  • da un momento all’altro, la pista ciclabile immaginaria può nascere in qualsiasi quartiere.

Oltre ai suddetti, innegabili vantaggi per le Istituzioni, la pista ciclabile immaginaria stimola chi ama pedalare per Napoli.
Perché la mattina, se prendi la bici per recarti al lavoro, sei certo di trovare un percorso dedicato a te, coraggioso ciclista-guerriero.

Un percorso sbiadito disegnato per terra.
Un geroglifico con due ruote ed un manubrio che ti guida, incerto, lungo il sentiero.

Napoli, a via Duomo la pista ciclabile immaginaria

Via Duomo, quando il miracolo?

Le foto le scatto tempo addietro mentre pedalo per via Duomo, a poche centinaia di metri dalle spoglie del patrono della città.

Dalla sella della e-bike, percorro la pista ciclabile disegnata lungo la ZTL, un pezzo sbiadito, l’altro occupato da un’auto in sosta selvaggia, un ultimo tratto cancellato dalle intemperie.
In un lampo di misticismo, medito speranzoso:

Dovrei parlare con San Gennaro che, poco distante, ogni anno ripete il miracolo. Una vera pista ciclabile, un miracolo, appunto.
Che un giorno, sono sicuro, si realizzerà.

E così, durante il viaggio lungo il sentiero invisibile dedicato ai ciclisti napoletani, mi domando perché mentre nel resto d’Europa si investe nella mobilità alternativa, da noi la bici è considerata un mezzo per pochi intimi.
Anzi, la bici non è affatto considerata un mezzo di trasporto.

Supero via Duomo, giungo nella bella e larga via Foria.
Stavolta, nessun geroglifico col manubrio lungo la strada.
Procedo cauto verso l’inferno metropolitano del Museo, con lo smog alle stelle e il maxi ingorgo quotidiano ad attendermi.

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La (sola) certezza

Dopo chilometri a rischio e pericolo personale, maschere antismog, imprecazioni contro l’assenza di cultura ciclistica, indignazione per la perenne indifferenza della politica, la pista ciclabile immaginaria resta ancora l’unica certezza per chi ama pedalare per Napoli.

Altri segnali concreti: nessuno.
Risultati raggiunti dai vari governi cittadini : zero.

Insomma, salviamo la pista ciclabile immaginaria!
Fate presto: quel geroglifico con le due ruote ed il manubrio sta sparendo.

Napoli, a via Duomo la pista ciclabile immaginaria sta sparendo


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Un saluto speciale. Dopo 3000 chilometri e 200 ore. In bici.

Napoli, dopo 3000 KM in e-bike …

Al chilometro tremila registro un importante evento: ricevo un segnale contro l’indifferenza.

Fine agosto, rientrato da qualche giorno dalle vacanze, ricomincio a pedalare nel solito tragitto casa-lavoro-casa.

Al semaforo di via Duomo, all’incrocio con la sempre trafficata via Foria, fermo sulla e-bike, attendo il verde.
Come ogni pomeriggio, dal lunedì al venerdì.

L’uomo sembra felice di vedermi.
Quasi mi aspettasse, io, ciclista metropolitano chiuso nella maschera antismog.
Lui, mendicante, la strada la sua casa.

Vive di elemosina, chiede pochi centesimi alle auto in attesa del via, a volte racimola una sigaretta da qualche automobilista generoso, spesso la sua presenza invisibile non merita l’attenzione dei passanti.
Come se fosse normale vedere una persona in perenne povertà, al semaforo, a mendicare per sopravvivere.

L’osservo: dignitoso, umile, mai maleducato o aggressivo.
Da qualche tempo, ogni pomeriggio, quando giungo all’incrocio, sorride e mi saluta.

Al km.3000, un saluto speciale contro l'indifferenza

200 ore in sella ma …

Taglio l’importante traguardo delle 200 ore in sella – 3000 km. di pedalata cittadina – ma da qualche giorno, nessuna traccia dell’uomo.
Giunto al semaforo di via Duomo, mi guardo intorno ma non lo vedo più.

Chiuso nel mio mondo, non ho mai rotto il muro della diffidenza per rivolgergli la parola.
Mi limitavo a rispondere al suo saluto speciale.
Dopotutto, non sono migliore dei tanti automobilisti indifferenti alle richieste di elemosina dell’uomo.

Chissà se domani l’incontrerò.
Mi auguro di no.

Magari il suo saluto indicava un cambio di vita, un addio alla povertà.
Magari avrà giocato una schedina vincente al Superenalotto.
Oppure, qualche automobilista non indifferente – perché esistono! – avrà offerto all’uomo una seconda possibilità?

Duecento ore in e-bike e tremila chilometri di pedalate dopo.
Penso positivo.
E’ possibile cambiare ciò che appare ineluttabile, lo dimostra l’esercito dei ciclisti napoletani in costante crescita.

Magari domani è un giorno migliore.
Anche per l’uomo al semaforo capace di scegliere un destino diverso?

forse la vita non è stata tutta persa 
forse qualcosa s’è salvato 
forse davvero non è stato poi tutto sbagliato 
forse era giusto così 

Un saluto speciale, dopo 200 ore in sella


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