Nuovi amori
Me la canti sempre, quella canzone.
Ti amo da morire, mi canti.
Ci siamo conosciuti in un bar, dove tu andavi per il karaoke e io ad annegare la solitudine di questa città che mi ha accolto, impiegatuccio di banca, senza restituirmi il calore del mio paesello.
Lì sì che stavo bene.
Ti ci avrei portato, ti dissi già al nostro primo appuntamento.
Altre donne ne avevo avute, ti confessai subito, sarebbe stato strano il contrario, ribattesti tu, comprensiva.
Ti rassicurai che erano state tutte, in un modo o nell’altro, definitivamente cancellate dalla mia vita.
Inclusa la mia ex moglie, che era sparita portandosi via la nostra bambina di quattro anni.
«Mi sembra la casa del Gattopardo»
Come avevo fatto a stare lontano da mia figlia?, mi chiedesti.
Le avevo seppellite in un angolo recondito del mio cuore, da dove solo qualche volta riemergevano, ti sussurrai commosso.
Il racconto della mia vita ti aveva colpito, me ne resi subito conto, e così cominciasti ad essere ciò che avevo disperatamente cercato per tutta la vita, una compagna, una sorella, un’amica, un’amante.
Poi è arrivata l’estate, un’estate caldissima.
‘Andiamo qualche giorno al tuo paese?, mi hai chiesto.
E come dirti di no, lo desideravo anche io, portarti in quei luoghi che mi hanno visto bambino.
Il tuo entusiasmo alla vista dell’antica casa dei miei genitori. ‘Mi sembra di essere nella casa del Gattopardo’, mi hai detto, ed hai cominciato a ballare un valzer di coppia canticchiando il tema del film di Visconti.
Forse non dovevo portarti lì … o forse doveva succedere.
Il mistero di Barbablù
Tu sei una grande lettrice, una lettrice seriale, come ironicamente ti piace definirti.
E la tua passione ti ha portato lì, stanotte, nella stanza in cui tengo tutti quei libri, tanto gelosamente custoditi che non consento a nessuno di entrarci, ti avevo detto.
Ma tu non riuscivi a dormire, evidentemente, e contravvenendo alle mie raccomandazioni sei entrata.
Tra i tanti libri, uno ha attirato la tua attenzione: Barbablù.
Una favola per bambini.
Aprendo il libro hai trovato una chiave, la chiave di una porta.
E allora, come avrebbe fatto la protagonista di uno dei tuoi amati romanzi, hai cercato la porta da aprire.
E l’hai trovata …
No, non sono il mostro che pensi, lei voleva lasciarmi e portarsi la mia bambina.
Non potevo consentirglielo.
Ed ora che sai, cos’altro potrei fare?
Ti troverai bene con loro, soprattutto con la mia bambina, è dolcissima, sai?
E non ti preoccupare, tornerò a trovare anche te, tutte le estati.
«Il vizio di Paola», note sull’autrice
Paola, lettrice per passione e scrittrice per vizio.
Alla continua ricerca di ispirazione.
Gli specchi è il suo breve racconto vincitore del primo premio della «III edizione di Scintille in cento parole».