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Jeff Bezos, genio o sfruttatore? Un libro per capire cos’è (veramente) Amazon [RECENSIONE]

Brad Stone, un libro su Amazon e Jeff Bezos

La lettura dell’interessante Vendere tutto: Jeff Bezos e l’era di Amazon di Brad Stone, aiuta a comprendere il perché, in questi giorni, i lavoratori di Amazon scioperano.

Il volume descrive il dietro le quinte del colosso americano, le due facce della stessa medaglia: il successo, il prezzo da pagare per raggiungere il successo.

L’autore, con una serie di interviste a dipendenti e dirigenti Amazon, racconta la realtà all’interno della multinazionale plasmata sul Bezos-pensiero:

«Se ci chiediamo perché Amazon sia cosi diversa da quasi tutte le altre aziende nate agli albori di Internet, è perchè Jeff ha adottato fin dall’inizio una visione di lungo periodo. 
Era un progetto articolato nell’arco di decenni.
La sua filosofia di fondo è che si possa ottenere moltissimo in un lasso di tempo protratto, a patto di essere tenaci»
(Danny Hillis, amico di Jeff Bezos)

Jeff Bezos, genio o sfruttatore?

Jeff Bezos, genio o sfruttatore?

La crescita esponenziale della start up in un lasso di tempo fulmineo è, da un lato una cavalcata entusiasmante per chi vi partecipa, dall’altro un sacrificio costante per i dipendenti costretti a ritmi ed orari assurdi.

Durante una riunione memorabile, una dipendente chiese a Bezos quando l’azienda intendesse raggiungere un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata.
Lui non la prese bene.
«Siamo qui per ottenere risultati, e questa è la priorità assoluta», rispose in tono secco.
«Questo è il dna di Amazon. Se non puoi eccellere e dare tutta te stessa, forse non è il posto giusto per te.»

Ogni pagina del libro evidenzia il continuo contrasto tra le mille luci e le altrettante ombre: per i dipendenti Amazon, secondo Jeff Bezos, non può esistere un equilibrio tra vita privata e lavoro.

Soprattutto in prossimità delle feste, il clima tra i lavoratori diviene incandescente:

La rapida crescita richiese nuovamente all’azienda di avviare l’operazione «Salviamo Babbo Natale». I dipendenti dissero addio alle famiglie e iniziarono turni di due settimane nei call center del servizio clienti o nei centri distribuzione di tutto il Paese.

Amazon, il negozio che vende tutto (secondo l'idea di Jeff Bezos)

Amazon, il negozio che vende ogni cosa

Vendere tutto: Jeff Bezos e l’era di Amazon di Brad Stone, ha il merito di raccontare la rivoluzione dell’e-commerce secondo la visione di Jeff Bezos ma anche la lucidità per denunciare lo sfruttamento senza (tanti) scrupoli compiuto da Amazon.

Questi dipendenti, solitamente non specializzati, lavoravano per dieci o dodici dollari all’ora in zone del Paese in cui la disoccupazione era alta, e spesso trovavano in Amazon un datore di lavoro alquanto crudele. I furti erano un problema costante […]

Un’opera certosina, lunga, dettagliata, per spiegare – dietro ad un clic – quale segreto nasconda la rivoluzione 2.0

Acquista Vendere tutto: Jeff Bezos e l’era di Amazon su Amazon!

 


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Quale il miglior orario per pubblicare un post? [SONDAGGIO]

Come studiare il miglior orario?

La domanda perseguita l’editore web: a che ora pubblicare il post?

La giusta risposta?
Svelerebbe uno dei mille misteri della Rete.

Il sottoscritto – informatico di professione, matematico per formazione, statistico per passione – da sempre attento ai dati di Google Analytics (leggendarie, le battaglie per contrastare la frequenza di rimbalzo) e studioso degli insight facebook della fanpage ufficiale di faCCebook.eunon ha ancora stabilito la miglior fascia orario per ottenere la massima attenzione dei Lettori.

Quale è il miglior orario per pubblicare un post?

Come Gianni Morandi? Dalle 12.30 alle 14.00

La fanpage di Gianni Morandi è un caso emblematico: in questo istante, «Piace a 2.503.748 persone».
Per un (finto) improvvisato che finge di non conoscere il mondo dei social, con uno stile familiare (costruito ad arte) la pagina del cantante ha superato i due milioni e mezzo di fans!

Complimenti ai veri curatori dello spazio facebook.

Se non ricordo male, il team della fanpage di Morandi consigliava di pubblicare i post tra le 12,30 e le 14.00 (messaggio condiviso per errore da Morandi e poi smentito dallo stesso cantante).

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Il miglior orario secondo faCCebook.eu

Il sottoscritto preferisce due fasce orarie:

  • dalle 12.30 alle 14,00 (come il Morandi)
  • la sera, dalle 19.45 alle 20.30

Nel primo caso, il post – se reputato interessante- guadagna in condivisioni e salta di bacheca in bacheca.
La fascia oraria 12.30 – 14.00, in caso di successo, garantisce lunga vita al post.

Nella fascia serale, invece, la curva a campana post pubblicazione, cresce con un’impennata veloce e raggiunge picchi massimi ma muore altrettanto velocemente per l’avvicinarsi della notte.

In caso di contenuti non interessanti, nessuna stregoneria ci salverà: in questa (triste) evenienza, il comportamento non dipende dall’orario, trionfa l’indifferenza.

A proposito.
Tu, amico Lettore, a quale orario preferisci ricevere l post di faCCebook?

Con un semplice clic, contribuisci a svelare il mistero del web?

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Link in uscita, per approfondire (e crescere in autorevolezza)

Link in uscita, la forza del web

Discuto con il mio amico Lorenzo Izzo (L’unica difesa contro il mondo è conoscerlo bene) sull’importanza dei link in uscita in un post.

Mi chiedo: in un arcipelago, può esistere un’isola scollegata dalle altre?
Credo proprio di no.

Il distacco provoca l’assenza di comunicazione che, per un sito web, rappresenta la morte (virtuale).

In Rete, dunque, l’embargo non ha senso.
Anzi, contraddice la natura stessa di Internet: un mondo in perpetuo movimento nel quale le informazioni viaggiano da sito in sito ed il navigatore rimbalza per approfondire.

Rifletto mentre studio Google Analytics e mi soffermo sulla frequenza di rimbalzo!

Link in uscita: l’approfondimento

In un post, il link in uscita  rimanda ad un approfondimento.

L’ipertesto è il collante della Rete, il mezzo col quale il cyberspazio si relaziona, il laccio utilizzato dai motori di ricerca per spedire il viaggiatore direttamente alla meta.

Senza link, il web rischia di divenire … asocial.

Link in ingresso? Sintomo di autorevolezza

Il rovescio della medaglia:  il link in ingresso.

Ricevere un collegamento, essere una fonte di approfondimento, rappresentare un ponte nell’arcipelago (infinito) del web è sintomo di autorevolezza.

Se il sito che ci linka ha un ruolo di primo piano, la citazione è indice di affidabilità – azione molto gradita da Google e compagni (vedi SEO).

Pensiamo a quanti inseriscono nei post dei rimandi a Wikipedia: di fatto, la Rete stessa conferma l’affidabilità dell’enciclopedia online, libera e collaborativa.

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Linkare è gratificante!

Caro Lorenzo, credo tu concorda: senza link in uscita, le nostre case digitali rischiano l’isolamento.

Dopotutto, essere una fonte di approfondimento gratifica lo spirito 🙂


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Bimbi scomparsi, la mia pagina 404 per la ricerca

La tragedia dei bimbi scomparsi

Aderisco con rabbia alla campangna lanciata da notfound.org.
Per ricordare il volto di un bimbo scomparso.
Per non assuefarsi ad un dramma immenso.

Bimbi scomparsi, la pagina 404 Not found di faCCebook.eu

Da Concita De Gregorio a Riccardo Scandellari

Prima Mi sa che fuori è primavera, il drammatico libro di Concita De Gregorio che racconta la storia di Irina Lucidi, la mamma di Alessia e Livia di sei anni rapite nel 2011 dal folle marito/padre e non ancora ritrovate.
Poi il post Dona la tua pagina 404 alla ricerca dei bimbi scomparsi di Riccardo Scandellari per pubblicizzare l’iniziativa di notfound.org.

Per anni trascuri il dramma, poi – all’improvviso – due clic ti sbattono in faccia la tragedia.

Ogni anno in Europa viene denunciata la scomparsa di 250.000 bambini, una ogni due minuti

A riflettere, c’è da impazzire.

Cos’è la pagna 404 not found

Il messaggio «404 Not found» indica l’accesso ad un contenuto del sito inesistente.
Accade, ad esempio, quando cancelliamo un post ma restano attivi i link condivisi sui social.

Questioni rare, concordo, ma non impossibili.

La causa dei bimbi scomparsi è talmente raccapricciante che vale la pena sfruttare ogni angolo remoto del web per combatterla.

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La propria pagina 404 per Missing Children Europe

Per i webmaster, basta seguire i seguenti, semplici passi:

  • registrare il proprio sito web su notfound.org
  • scaricare il pacchetto
  • copiare ed incollare il codice nel file .htaccess
  • trasferire la pagina 404.html sul server

Per i siti WordPress

  • registrare il proprio sito web su notfound.org
  • accedere alla pagina 404.php presente in wp-content/themes
  • incollare il codice generato nel file 404.php

Ecco un esempio di appello per la pagina 404 not found.


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SMAU Napoli 2106, io ci sarò (come VIP)

SMAU Napoli, l’invito VIP della Regione Campania

Confermo la presenza allo SMAU Napoli 2016 per la mattinata di giovedì 15 dicembre.
La Regione Campania, anche quest’anno, regala al sottoscritto un invito VIP per partecipare all’evento tecnologico dell’anno.

Al Grande Fratello di via Santa Lucia non sfugge nulla.

E così, per un inspiegabile mistero alieno, l’algoritmo della Regione premia il «blog dei mostri»: nella cassetta postale, tra un volantino del supermercato e l’offerta del parrucchiere, trovo il gradito omaggio.

SMAU Napoli 2016, l'invito VIP della Regione Campania per il sottoscritto

Giovedi 15, i workshop 

Il programma della giornata è pieno di eventi, bisogna organizzare l’agenda per ottimizzare tempo e impegni.

Seguirò con interesse il Storytelling online: come emozionare e fidelizzare clienti e lettori, il workshop di Anna Pernice.

Un salto allo Smart Communities per le ultime innovazioni in ambito urbano e poi in giro per il tour tra startup e novità tecnologiche.

Armato di smartphone, documenterò la visita a colpi di hashtag.

Ovviamente, lo SMAU prima di essere un evento tecnologico è un luogo per incontrare persone: se, anche tu andrai alla Mostra d’Oltremare, contattami.
Un caffè ed una chiacchierata sono ancora da preferire ad un chat.
Anche allo SMAU Napoli.

PS: una richiesta per la Regione Campania.
L’anno prossimo, inviatemi l’invito via e-mail, dopotutto la digitalizzazione dei documenti è un obiettivo da perseguire.
Grazie 🙂

La mia casa digitale aspetta proprio te!

faCCebook, casa digitale aperta a tutti

La piccola casa digitale del sottoscritto è aperta a tutti coloro che desiderino scrivere e condividere i propri pensieri.

L’invito vale anche per Te, amico Lettore che, proprio in questo istante, leggi questo post e ti chiedi: «io? Non ho nulla da proporre!».

Sbagli.

Non ricordo chi – forse proprio il sottoscritto – in tempi non sospetti, quando «Mi piace» era una dichiarazione d’amore e la videochiamata una chiacchierata spaziale tra il Capitano Kirk e Spock, affermò convinto:

ognuno ha una storia da raccontare, basta porgli le giuste domande

Come accade (da tempo) con Antonio P. Beni, mio cugino, lo scrittore.

Antonio P. Beni, ospite (da anni) di faCCebook, mia casa digitale

Quella volta che Antonio P. Beni parlò …

L’intervista integrale ad Antonio P. Beni risale alla fine del 2010.
Era un freddo dicembre e – con la promessa di un nuova sciarpa e un paio di guanti per il vicino Natale – riuscii a convincerlo.

Rispose, col suo inconfondibile stile, ad un pugno di domande.

Quel giusto mix tra racconto surreale ed ironia mi diverte e, tra una risata spontanea ed un sorriso amaro, spinge a riflettere.

Un talento della penna che ospito, ancora oggi, nella rubrica Antonio P. Beni, esperto in aMORE (con la “a” minuscola).

Forza, ti aspetto nella mia piccola casa digitale, ti aspetto su faCCebook.eu, il blog dei «mostri».
Una sciarpa ed un paio di guanti sono pronti anche per Te.

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Estratto dell’intervista ad Antonio P. Beni

D: Antonio, partiamo dalla fine, cioè dal tuo ultimo (e al momento anche primo) romanzo, “Le Cose Degli Altri”.
A leggere i commenti degli entusiasti lettori, sembra un libro divertente e ricco di riflessioni. Che temi tratta?
R: Ti ringrazio per la domanda, erano mesi che mi preparavo su questo quesito. Purtroppo ho perso gli appunti e risponderò a caso…
Nel romanzo si parla di amicizia, di morte, di fede, di tradimenti, di tolleranza, di superbia, di malintesi, di sesso, di guerra e di pace, di buona e cattiva sorte, di matrimoni e di funerali, della guerra in Nigeria e della pace dei sensi, ecc.
Ad un certo punto il lettore potrebbe chiedersi “come mai in questo romanzo non riporta queste cose?”.
La risposta è perché non sono descritte in modo evidente, ma nascoste tra le righe e le pieghe del romanzo. Provateci, ma non scollate troppo la copertina.

D: Antonio. da dove è giunta l’ispirazione per il tuo libro? Dalla realtà? 
R: sì, prendo spunto dalla realtà e la trasformo in finzione e poi prendo spunto dalla fantasia e la trasformo in realtà, anche se per alcuni Fisici è impossibile.

D: Antonio, per chi ancora non ti conosce, come ti descrivi?
Chi sei? Dove sei? Dove andrai? Cosa vorrai fare da grande? 
Ed oggi, la tua vita come procede?
R: il modo più semplice di descrivermi è nelle parole del grande poeta latino: il migliore uomo che un donna possa chiedere a Dio, sempre che si stia parlando di Adamo ed Eva, altrimenti la classifica non è delle migliori.
Oggi curo il mio orto di fragole tedesche e amo succhiare il gomito la sera, naturalmente il mio gomito!
Da grande mi piacerebbe fare qualcosa nel sociale. Pensavo di fare il portatore di handicap.

D: Antonio, concludi questa chiacchierata con una tua ultima riflessione …
R: Le Cose Degli Altri è il mio primo romanzo pubblicato , ovvero è il mio settimo capolavoro, prima ho scritto romanzi come: “Memorie di un Verme” – “L’assassino è il maggiordomo” – “L’uomo che sapeva leggere nel futuro” – ecc ecc –
Ho deciso di pubblicare prima le Cose Degli Altri solo per motivi fiscali …
Seguitemi su faCCeBook e vi renderò liberi!

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    facebook, la barzelletta

    Le amicizie su facebook?

    Le amicizie su facebook, una bzrzeletta per riflettere

    La barzelletta (o la riflessione?)

    Ieri trovo un amico che mi dice:

    Siccome non ho Facebook, provo a farmi degli amici al di fuori del vero Facebook, applicando gli stessi principi.
    Allora tutti i giorni io scendo in strada e spiego ai passanti che cosa ho mangiato, come mi sento, cosa ho fatto la sera prima, quello che sto per fare, quello che farò domani, gli do delle foto di mia moglie, dei miei bambini, del cane che ho avuto, di me che sto lavando la macchina e di mia moglie che sta cucendo.
    Ascolto anche le conversazioni della gente e gli dico “mi piace!”

    E sta funzionando!

    Attualmente ho già 5 persone che mi seguono: due poliziotti, uno psichiatra, un psicologo e un infermiere.


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    Perché i legami deboli sono importanti (Checco Zalone docet)

    L’esempio di Checco Zalone

    Il successo lo raggiungi se rifili l’aspirapolvere a chi non conosci.
    Andare oltre tua mamma, il cugino che ti deve un favore, la vecchia zia sorda, l’amico generoso.

    Vendere alla cerchia più distante è il segnale che ti distingue dalla massa: sei sulla strada giusta per sfondare.

    Checco Zelone nel divertente Sole a catinelle va in “vacanza” nel paesino sperduto del Molise per salutare i parenti … e rifilare loro la solita aspirapolvere, l’icona del lavoro precario porta a porta.
    La lista a cui appioppare il pacco comprende zie e cugini: i legami forti, appunto.

    Checco Zalone in Sole a catinelle utilizza i legami forti per piazzare le aspirapolveri

    La forza sociale dei legami deboli

    Legami forti
    Gli amici più cari, i famigliari, colleghi di lavoro molto vicini. Caratterizzati da incontri frequenti e regolari.

    Legami deboli
    Conoscenti e persone che incontriamo occasionalmente, in questa categoria ci sono anche follower, una buona parte dei collegamenti di Facebook e altre reti sociali. Con queste persone, anche se li riconosciamo per quello che fanno, non abbiamo rapporti frequenti e ravvicinati.

    (fonte: skande.com di Riccardo Scandellari)

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    Il post, l’aspirapolvere del web

    Il blogger, il moderatore di una community, l’amministratore di un forum, il giornalista affermato, il navigatore qualunque: il successo del proprio post dipende dalla condivisione dei Lettori.

    Esclusi i clic stretti dei parenti e degli amici fidati, il successo passa attraverso le cerchie più distanti.
    Perché se uno sconosciuto condivide il post, il contenuto – se di qualità – viaggia in nuovi mondi ai quali non accediamo direttamente.

    Pianeti sui quali non potremmo mai entrare se non attraverso il passaparola di un intermediario.
    Il legame debole dunque, permette l’apertura e la scoperta di galassie inaccessibili tramite i soliti conoscenti e rappresentano il vero banco di prova: se li conquisti, allarghi le cerchie ed aumenti il tuo pubblico.

    Legami deboli, i benefici

    • Possibilità di confronto con persone distanti dalla tua visione standard
    • Visibilità in spazi mai percorsi prima
    • Ampliamento dell’audience
    • Nascita di nuove opportunità

    Esplorare nuovi legami pone quesiti e mette in discussione le certezze acquisite (la peculiarità dei legami forti).
    E’ indubbio, però: la crescita del proprio pubblico passa necessariamente attraverso il rafforzamento delle relazioni deboli.

    Prima o poi, la lista dei parenti a cui rifilare l’aspirapolvere termina.
    A quel punto, devi essere pronto: riuscirai a vendere il tuo brand ad un estraneo?


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    Attentato a Bruxelles, il «mostro» è lontano?

    Attentato a Bruxelles

    La finestra sul mondo mostra l’ennesimo film dell’horror.
    Schiacciato dalle montagne di righe di codice, riesco a malapena a leggere velocemente le news.
    Resto sbigottito: Bruxelles di nuovo colpita a morte da folli kamikaze.

    Attentato a Bruxelles, l'orrore a portata di clic

    Il mondo, spettatore impotente

    Io chiuso nel mio ufficio osservo dal web il Belgio sotto assedio.
    Come il resto del mondo, sono uno spettatore impotente.

    Immagino miliardi di occhi incollati ai monitor leggere con spavento gli ennesimi venti di guerra, nel cuore dell’Europa.
    Con un clic cambio canale.

    E’ giunta l’ora della pausa pranzo.
    I «mostri» sono lontano, o no?

    Quattro amici al bar

    Esistenze lontane

    Martedì 8 marzo ore 17.15: quattro ragazzi di Napoli discutono intorno ad un tavolino del bar nella Galleria Umberto, nel cuore della città.
    E’ l’ultimo fotogramma del film girato dal Supremo.

    Età diversa, nessun luogo li accomuna – sono nati e cresciuti in zone lontane – lavori differenti, vite distanti.

    Eppure, chi manovra i destini degli uomini, si è divertito a giocare con il fato.

    Il senso dell’umorismo del Supremo

    Per apprezzare al meglio il piano, immaginiamo di decollare, volare nello spazio ed accomodarci su un piccolo asteroide.

    Come un pennarello giallo lungo un foglio bianco, osserviamo disegnare il percorso della Vita di ognuno dei quattro giovani ora intenti a dibattere d’avanti ad un caffè.

    Tratti lineari, curve strette, curve larghe … il grafico segue lo schema divino progettato.
    Dall’istante zero – il momento nel quale mettono piede sul pianeta Terra – ad oggi, i singoli tracciati esistenziali non si incrociano.

    Fino all’evento X: la creazione della community Napoli image Naples!

    Napoli image Naples, l'incontro dei moderatori (da sinistra: Giampiero, il sottoscritto, Fernando e Pasquale)

    Napoli image Naples, l’incontro dei moderatori (da sinistra: Giampiero, il sottoscritto, Fernando e Pasquale)

    Napoli image Naples, lo zoom

    Dall’asteroide, eseguiamo uno zoom sul tavolino del bar.

    Catturiamo frammenti di conversazione: «il sondaggio sul lungomare è andato bene», «il post su come vivere sull’isola è interessante», «le foto dello Staff è emozionante», «il libro di Cantone è passato inosservato, peccato», «dobbiamo proporre nuovi argomenti!».

    Discutere, provare, la passione sincera di quattro ragazzi che credono nello stesso sogno: migliorare il mondo che ci circonda.

    Il battito di una ciglia e l’incontro vola via.
    L’internet delle persone termina, è tempo di tornare alla vita reale.

    Alla stessa vita descritta in Napoli image Naples.


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    Che cos’è la frequenza di rimbalzo, perché è importante e come migliorarla?

    Che cos’è la frequenza di rimbalzo?

    La frequenza di rimbalzo indica la percentuale di visitatori che, dopo aver visitato una pagina, esce dal sito.

    Il dato è fornito da Google Analytics.
    Il Grande Fratello è installato sotto i pavimenti, dietro le pareti, nascosto sul soffitto di faCCebook.eu.

    In ogni angolo della mia piccola casetta digitale, si nasconde un sensore pronto a carpire ogni sospiro del visitatore per trasformarlo in un numero che misura un’azione.

    Ad esempio, leggere un desolante 75% come frequenza di rimbalzo media, significa che tre utenti su quattro giunti sull’articolo del giorno di faCCebook.eu, a fine lettura, non visitano un’altra pagina del sito ma scappano veloci verso altri lidi.

    Succede quando il post è raggiunto da un link diretto via social oppure se l’argomento viene trovato mediante un motore di ricerca.

    Da Facebook o Google con un unico salto l’ospite raggiunge il salottino, prende ciò che gli interessa e subito dopo abbandona la casa digitale senza curiosare nelle altre stanze.
    E la frequenza di rimbalzo sale …

    Il tempo medio della visita: due minuti

    Altra domanda esistenziale: quanto tempo dura la visita del navigatore?
    La durata della sessione media di Google Analytics misura i minuti spesi dall’ospite nella casetta digitale.

    Incrociare la frequenza di rimbalzo con la durata della sessione media svela importanti dettagli e conferma il comportamento mordi e fuggi della maggior parte degli utenti (mondiali).

    Rifletto mentre studio Google Analytics e mi soffermo sulla frequenza di rimbalzo!

    Rifletto mentre studio Google Analytics e mi soffermo sulla frequenza di rimbalzo!

    La delusione del padrone di casa

    Come ti sentiresti se nove ospiti su dieci, una volta giunti nella tua amata casetta, dopo due minuti scappassero via?

    Eppure ti sei preparato al meglio per ricevere i visitatori, sei convinto di aver curato ogni dettaglio, reso l’ambiente confortevole ed accogliente.
    Come spiegare il motivo della fuga e prolungare il soggiorno degli ospiti?

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    Come ridurre la frequenza di rimbalzo?

    Il quesito è motivo di studio giornaliero da parte di sedicenti esperti e non presenta soluzioni certe.
    Valgono i soliti consigli:

    • pubblicare contenuti di qualità
      (emozionare, coinvolgere, risolvere, informare sono le leggi base di ogni post di successo che invoglia il Lettore a tornare)
    • fidelizzare, il principio d’oro del marketing
      (sii presente su tutti i canali social e cura la newsletter)
    • inserire link ad altre pagine interne
      (senza esagerare, le eccessive autocitazioni infastidirebbero chiunque, anche Napoleone Bonaparte)
    • link ai post collegati
      (Potrebbe interessarti anche …) da aggiungere a fine articolo quando l’ospite è più generoso e propenso a leggere un nuovo contenuto – soprattutto se divertente

    Il valore del clic di fine articolo

    Il clic di fine articolo vale oro e va utilizzato con intelligenza.
    Se il Lettore giunge all’ultimo rigo del nostro post, sarà coinvolto positivamente dal contenuto dell’articolo e propenso ad un’azione emotiva.

    Sfruttiamo il momento di debolezza!
    Proponiamo un’azione che legherà il Lettore al nostro sito per invitarlo a tornare.
    Ad esempio, io mi gioco la carta della registrazione alla newsletter 🙂


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    Approfitta

    L’Internet delle persone

    La stretta di mano

    Quando arrivo all’appuntamento, Pasquale e Giampiero già discutono.
    Ci siamo riusciti: organizzare un incontro tra i moderatori della nostra amata community, Napoli image Naples.

    Perché la differenza tra l’essere virtuale e la vita reale è semplice: una stretta di mano.

    Napoli image Naples, l'Internet delle persone: da sinistra, Giampiero, io e Pasquale

    Napoli image Naples, l’Internet delle persone: da sinistra, Giampiero, io e Pasquale

    Conoscersi d’avanti ad un caffè

    Quale strano sentimento spinge sconosciuti navigatori del web a conoscersi ed incontrarsi?
    Perché scatta la folle scintilla che smuove un individuo da dietro al monitor fino ad un affollato bar della stazione centrale?

    Discutere, credere nelle proprie idee, confrontarsi e la ferma volontà di confluire le energie positive verso un obiettivo concreto, utile per la collettività.
    Utopia per i molti, impegno per pochi.

    Internet, persone connesse

    Infastiditi dai due secondi di indignazione volatile dopo un post-denuncia o una foto-scandalo.
    Stanchi di guardare la realtà scorrere indifferente attraverso lo schermo di un computer.
    I clic facili non bastano più.
    Noi vogliamo provarci.

    Perché dietro ad un mouse c’è una persona.
    Perché un “Mi piace” o un “+1” sono una pacca sulla spalla, un commento è voce, la condivisione uno sguardo d’intesa.

    Internet è una rete composta da individui, non da freddi computer connessi.
    Proprio come dimostra una stretta di mano tra amici.


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