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Tag: WWF

Astroni, l’oasi WWF e la discarica più grande della Campania [FOTO]

La discarica, a 50 metri dall’oasi degli Astroni

Il «mostro» dorme dietro la collina.
Passeggio lungo il sentiero, nel bosco dell’oasi WWF degli Astroni, e ricordo quando ero bambino.
Mia nonna ci portava spesso «in campagna, «a prendere le uova fresche ed il pollo paesano».

La «campagna» era proprio da queste parti, in Contrada Pisani, vicino Pianura, a poche centinaia di metri dalla discarica più grande della regione.

L'oasi WWF degli Astroni, alle spalle della discarica (chiusa) di Pianura

La discarica aperta dal 1954 al 1996

Basta chiedere a chi abita in zona.
Soprattutto d’estate, di sera, prima che la discarica venisse chiusa (1996), il respiro affannoso del «mostro» calava come un’ombra tetra su Pianura (affollato quartiere limitrofo) e Pisani (piccola contrada di campagna), raggiungeva Quarto (paese a pochi chilometri di distanza) e si estendeva fin sul mare di Pozzuoli.

Un’intera area ricoperta dal mantello nero proveniente dalla mega-discarica.

Quante persone respiravano quel veleno?
Esagero se affermo un mezzo milione?

L'oasi WWF degli Astroni, alle spalle della discarica (chiusa) di Pianura

Anche i fanghi dell’ACNA di Cengio

Il «mostro» ha inghiottito rifiuti provenienti prima dalla Campania e poi dal resto d’Italia per quasi cinquant’anni.
E non parliamo di raccolta differenziata e rifiuti solidi urbani.

Leggere la storia di questa discarica mette i brividi, bastano due clic in Rete per tormentare l’animo e chiedersi come sia stato possibile sversare di tutto senza nessun controllo da parte delle Istituzioni (L’Espresso pubblica le foto scattate negli anni 90 da un cittadino di Pianura)

Dalla pagina Wikipedia:

Un’inchiesta della commissione parlamentare sui rifiuti del 2000 ha messo in luce il fatto che probabilmente fanghi dell’ACNA di Cengio siano stati smaltiti nella discarica di Pianura per un ammontare di almeno ottocentomila tonnellate

E, come è noto, Wikipedia pubblica solo informazioni controllate, ricontrollate e revisionate.
Se, poi, allargassimo la ricerca anche alle notizie mai confermate dalla magistratura, allora dovremmo solo prendere un aereo e scappare in Australia.

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L’oasi degli Astroni vive e resiste

Passeggio lungo il sentiero dell’oasi WWF degli Astroni.
E’ una tiepida giornata napoletana di fine ottobre, mi godo il verde, il relax e la pace di questo luogo martoriato ma ancora vitale.

Scatto qualche foto.
Rifletto.

E’ vero, dietro la collina c’era la discarica più grande della Campania.
Oggi, però, ribalto il concetto.
A 50 metri dalla discarica di Pianura, sorge l’oasi WWF degli Astroni.

Nonostante la tetra storia della zona, gli scarichi illegali, le mille inchieste della giustizia mai concluse, le collusioni criminali e politiche, i silenzi istituzionali, alle spalle del «mostro» esiste un’area verde protetta.

E tante famiglie passeggiano, organizzano picnic, riconquistano il verde, si godono i colori della Natura.

La discarica è morta, l’oasi degli Astroni vive.

L'oasi WWF degli Astroni, alle spalle della discarica (chiusa) di Pianura


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Zoo di Napoli, la prigione degli innocenti

L’ergastolo

«Perché sono in prigione?».
La domanda trafigge la mia coscienza.
«Sono innocente eppure sono condannata all’ergastolo da un tribunale di uomini spietati».

Concordo con la detenuta.

Siamo nel ventunesimo secolo ma le sbarre dividono i nostri destini: io, uomo dell’occidente, libero; lei, di origine indiana, costretta in un’invivibile e minuscola gabbia che oltraggia il senso civico.

Zoo, il carcere di Kashmir, Valentina e Kira

I movimenti si ripetono sempre uguali a formare un otto immaginario disegnato sul pavimento della cella.
In un giorno, quanti chilometri percorre la tigre ingabbiata in uno spazio così ristretto?

Forse quel moto perpetuo indica la ribellione del felino: il corpo incatenato mentre la mente corre veloce nella immensità della foresta indiana.

Libera.
Impetuosa.
Cacciatrice.
Incontrollata.
Primitiva.

Così dovrebbero vivere Kashmir, Valentina e Kira le tre tigre asiatiche presenti nello zoo di Napoli ma la realtà è vergognosa.

Zoo di Napoli, la tigre condannata all'ergastolo

Zoo di Napoli, la tigre condannata all’ergastolo

A quanto la libertà?

Ero bimbo e mestamente ascoltavo la solita litania: «ben presto le tigri saranno spostate in uno spazio adatto a loro».
Sono trascorsi quarant’anni e da adulto la visione dei felini condannati all’ergastolo per uno sfizio di noi umani, continua a trasmettermi una tristezza infinita.

Il ragionamento può essere applicato a qualsiasi altro ospite del carcere.

Qualche cella più in là, nel ramo del penitenziario dedicato ai volatili, un elegante fagiano argentato è detenuto in una voliera – termine diverso per indicare una gabbia per uccelli.
Al fagiano è impedito un semplice balzo o volare per piccoli tratti, il suo mondo è ristretto ed avrà dimenticato pure il colore del cielo, il suo (ex) regno.

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Cos’è uno zoo?

Rifletto: cos’è uno zoo?
Un luogo a pagamento dove, animali strappati al loro habitat naturale, sono imprigionati per l’intera esistenza in gabbie-televisioni.

Uno zoo, inoltre, educa i bambini a spettacoli anormali: una tigre imprigionata è una visione che dovrebbe sconvolgere i sensi invece viene accettata come normale.

Lo zoo abitua il pubblico pagante, trasforma lo scandalo della privazione della libertà in assuefazione.

Un non-luogo che dovrebbe essere cancellato ma che, nonostante gli annunci pubblici, persevera nel suo ignobile peccato originale.

Il mea culpa

«Scusami tigre» è il solo pensiero che riesco ad elaborare.
Guardo per l’ultima volta il felino completare il suo infinito otto immaginario e fuggo via.
Mi sento un «mostro».

Ottobre 2010

Ripropongo un video dell’ottobre 2010: stesse tragiche scene di oggi.
A quanto lo smantellamento di questo scempio?


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Gianluca Galletti, il Ministro dell’Ambiente favorevole al nucleare

Gianluca Galletti, il Ministro di Renzi

Giudico un Governo dall’attenzione che pone nei confronti dei temi legati all’ambiente perché tutelare il territorio impone – da parte dello Stato – controlli ed investimenti per il bene comune e – per il cittadino – educazione civica. In Italia, l’abbiamo sperimentato sulla nostra pelle: difendere l’ecosistema significa impegnarsi nella lotta contro la criminalità organizzata (per fermare tutti i tentacoli malati della piovra).

Dunque, aspettavo con curiosità la nomina del nuovo Ministro per l’Ambiente e la tutela del territorio e del mare indicato dal Premier Matteo Renzi.

Navigo sul sito del Governo: Home -> Governo -> Ministri e Ministeri -> Ministri e leggo: Gianluca Galletti.

Gianluca Galletti, il ministro dell'ambiente favorevole al nucleare

Favorevole al nucleare?

Non riesco a collegare questo nome con nessuna battaglia ecologica.
Cerco sul web, spero di beccare almeno una eco-dichiarazione del ministro del tipo: «sono contro la strage dei delfini nella baia di Taiji» ma nulla.

Anzi, sulla pagina di Wilipedia viene riportata una frase di un’intervista del 2010 nella quale «si dichiara favorevole alla localizzazione della produzione di energia nucleare in Emilia Romagna purché il sito sia considerato sicuro e conveniente».

Non proprio un bel biglietto da visita ma non demordo.

Il Curriculm

Gianluca Galletti, nel precedente Governo Letta ricopriva la carica di sottosegretario all’Istruzione e quindi il suo curriculm è on-line.

Laureato, commercialista, consigliere comunale, componente dell’Alta Commissione di Studio e via discorrendo: per carità, tutte cariche altolocate ma nessuna esperienza con un qualsiasi tema legato all’ambiente.

Ed io che, per questo dicastero, sognavo un’anima verde, un uomo di Greenpeace, un ecologista convinto, un amante della Natura, un eco-guerriero insomma … mi ritrovo con un preparatissimo burocrate.

Seguono dubbi e perplessità: con quale criterio vengono scelti i ministri?

In attesa di scoprire se il Ministro dell’Ambiente sia (almeno) socio WWF, gli consiglio una passerella nella martoriata Terra dei Fuochi.
Una promessa di bonifica in diretta televisiva fa sempre curriculum.


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